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Saturno Buttò: Maestro Assoluto
Saturno Buttò: Maestro Assoluto
Saturno Buttò: Maestro Assoluto
E-book140 pagine1 ora

Saturno Buttò: Maestro Assoluto

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Info su questo ebook

Questa è una monografia filosofica dedicata al Divino Pittore Saturno Buttò. In essa Ivan Buttazzoni svela i miti, i riti e le simbologie che si nascondono dietro l'opera del Maestro. Buttazzoni elabora un suo metodo di indagine dell'opera d'arte che si ispira alla psicoanalisi di Freud e di Lacan, nonché alle indagini esistenziali di Jean-Paul Sartre.
LinguaItaliano
Data di uscita13 nov 2023
ISBN9791255870258
Saturno Buttò: Maestro Assoluto

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    Anteprima del libro

    Saturno Buttò - Ivan Buttazzoni

    PREMESSA

    Mi accingo a scrivere, non senza angoscia, e con un sacro timore reverenziale, del più misterioso e corporeo dei pittori: Saturno Buttò.

    Ebbi modo di incontrare il Maestro due volte nella mia vita. Egli è una persona alla mano, di penetrante acume, di forte intelligenza, estremamente giovanile e dall’infinito ingegno.

    Vestito interamente di nero, porta un anello con un grosso teschio d’argento. Conversammo della sua arte e di argomenti collaterali; ebbi l’onore di essere invitato nel suo studio, accettai, ovviamente, ma mi mancò il coraggio di recarmici, perché, tremo a confessarlo, è difficile e troppo emozionante per me reggere la presenza di un tale sommo e ineguagliabile genio.

    A Saturno Buttò, il grande Maestro e l’uomo umile, dedico queste mie pagine sbilenche e incerte, con la consapevolezza di non essere lontanamente all’altezza di scrivere di una simile arte.

    E laddove non si può più parlare, allora si deve tacere.

    Il silenzio interiore è infatti l’atto concettuale, e scenico, necessario a far penetrare questa arte incommensurabile in noi. Fare spazio, e lasciar agire la meraviglia e il terrore panico che si prova di fronte al Sublime.

    Perché Saturno non è dotato solo di una tecnica eccelsa, ma egli la usa per comunicare messaggi di spessore, enigmi alchemici, per porre quesiti astrologici ed esistenziali che vanno al di là della comprensione ordinaria.

    Essi sono l’Aldilà del senso e dell’esistenza. Il Paradiso e l’Inferno forse non esistono, ma Saturno Buttò è, con tutta la forza di un universo nascente.

    L’ETERNA COPPIA DEL DIAVOLO E DELLA SANTA

    Dopo aver visionato decine di opere spettacolari per tecnica esecutiva e contenuto misterico ed iniziatico, non posso che partire analizzando il ruolo della Santa, in queste tele oscure che così da vicino rievocano l’incanto delle pale d’altare di età moderna.

    Saturno Buttò è un iniziatore, al gusto, all’estetica del Male, al piacere. Egli ci educa a guardare, a indagare con gli occhi, a sentire, a pensare e a mettere in dubbio ogni verità rivelata.

    Chi vede la blasfemia nei quadri del Maestro, è, a mio modesto avviso, sulla strada sbagliata. Saturno rappresenta il lato oscuro del Sacro, restando nel Sacro, sconfinando talvolta nel satanico, è vero, ma pur sempre rispettando la duplice natura dell’uomo e della donna, che è purezza e crimine, ragione e follia.

    Trovo che il personaggio artistico e concettuale centrale nelle opere del Maestro sia la Santa, con tutti i suoi attributi. Quelli tradizionali come aureole, libri, unguenti, o quelli derivanti da un gusto feticista, come i guanti di pelle, i frustini, gli strumenti chirurgici.

    Saturno sa colpirci al cuore. Non in senso sentimentale e melenso, ma con riferimento al nostro principale organo vitale, rosso e pulsante fulcro della nostra esistenza fisica.

    Egli è il chirurgo, o il torturatore, che apre le nostre carcasse per estrarre il sacro organo palpitante e sanguinolento per poi, con una dolcezza non priva di crudeltà, colmarlo di delizie inenarrabili.

    La figura della Santa è centrale per veicolare così i suoi messaggi estetici, etici ed esistenziali. La Santa è colei che ci mette in contatto con l’Aldilà, con Dio quanto con Satana, con gli angeli quanto con i demoni.

    Le Sante di Saturno, si badi bene, non sono cose di questo mondo, non sono donne comuni, ma la quintessenza della spiritualità incarnata.

    Bisogna essere alchimisti per apprezzare fino in fondo queste opere oscure, dove i colori trovano un potere significante simile a quello delle fasi alchemiche. Il rosso della Rubedo, il bianco dell’Albedo, il nero della tetra Nigredo, il verde della Viriditas, il giallo sgargiante della Citrinitas.

    Nulla è lasciato al caso nei dipinti del Maestro, i colori, così pieni e saturi, esibiscono una valenza alchemica e soprannaturale che dà i brividi.

    Una tuta di lattice rossa può rappresentare il sangue, o il raggiungimento della Pietra Filosofale. L’uso del colore fatto da Saturno è così stupefacente, arcano, magico, se di magia si può parlare.

    Lo spettacolo del colore così teatralizzato, forse ultra-barocco, avviene al cospetto di Sante che si denudano, che si palpano arse dal desiderio, che si esibiscono e bevono il vino dell’eucarestia in calici di vetro che sono magiche ampolle pregiate.

    Le Sante di Saturno non sono blasfeme, non trasgrediscono la morale, o il decorum per il piacere della trasgressione in sé.

    Come la Santa Teresa del Bernini, esse ardono di desiderio carnale rivolto allo Spirito, all’Aldilà, a Dio.

    La loro prostituzione è sacra, il loro bacio è in sé un ennesimo sacramento.

    La Santa è così senza dubbio l’emblema della pittura di Saturno, la rappresentante dell’Anima (in senso junghiano) dell’Artista, il suo Doppio femminile.

    Il Maestro sa che un estremo non può darsi senza il suo opposto. E quale contraltare migliore per una Santa del re del Male, Satana, il Demonio?

    Vediamo così in questi quadri, le Sante baciare sulla bocca la loro nemesi, il Diavolo; oppure fondersi con esso, incorporandone elementi e attributi, come le corna da caprone.

    Il linguaggio usato dal Maestro è biblico, evangelico, profetico, ma colmo di feticismo e sadomasochismo.

    Ogni elemento figurativo, ripetuto più e più volte in modi sempre nuovi, diventa un feticcio, erotico ed esistenziale, sia esso un teschio, un fiore o un serpente.

    Si ha sempre a che fare con qualcosa di grave e urgente quando veramente si osservano le tele del Maestro Buttò.

    L’eterna coppia del Diavolo e della Santa risulta così inscindibile, insolvibile e necessaria per esprimere l’estremo che va oltre la vita, oltre la società, e che sa porsi contro la vita e contro la società, con purezza e ingenuità disarmanti.

    Saturno è il giudice che ci condanna ai supplizi eterni, muovendo la sua coda squamosa; e al contempo è l’angelo piumato che ci promette la Luce e l’estasi.

    Non possiamo che fidarci di lui, affidarci alle sue mani sapienti per trovare consolazione e compimento al nostro cammino di dolore.

    REBIS, COSA DOPPIA

    Dal matrimonio tra l’Uomo Rosso e la Dama Bianca nasce il Rebis, o cosa doppia, ovvero l’Androgino.

    La trasgressione sessuale, ovvero la rottura dei tabù sessuali, sono aspetti importanti nella poetica del nostro Pittore.

    Solo liberando la nostra energia sessuale, e amando carnalmente il Sacro, possiamo congiungerci con esso e coglierne, anche se in modo frammentario, il mistero.

    I Misteri parlano il linguaggio arcano dei Draghi, sibilano come rettili, non si esprimono a parole, ma inanellano sensazioni e suggestioni. Così deve essere.

    Quale miglior modo di fondersi con lo sconosciuto che prendervi parte sessualmente?

    I quadri di Saturno Buttò sono rituali di

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