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Il vudù e Arlecchino: Ciò che ho imparato da Lucie Dheera Dejouy e Claudia Contin Arlecchino
Il vudù e Arlecchino: Ciò che ho imparato da Lucie Dheera Dejouy e Claudia Contin Arlecchino
Il vudù e Arlecchino: Ciò che ho imparato da Lucie Dheera Dejouy e Claudia Contin Arlecchino
E-book97 pagine1 ora

Il vudù e Arlecchino: Ciò che ho imparato da Lucie Dheera Dejouy e Claudia Contin Arlecchino

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Info su questo ebook

Questo libro narra la mia avventurosa e misteriosa esperienza teatrale, spirituale e spiritica, al fianco di due donne straordinarie, due vere Maestre assolute: Madame Lucie Dheera Dejouy e Claudia Contin Arlecchino. Entrambe figure importanti, l’una dello spiritismo, e l’altra del teatro contemporaneo, sono state loro ad insegnarmi a relazionarmi con l'enigmatico Spirito di Arlecchino. Io sono Arlecchino, ed il mio Arlecchino non può evitare di essere profondamente Vudù.
LinguaItaliano
Data di uscita29 ott 2020
ISBN9788869828584
Il vudù e Arlecchino: Ciò che ho imparato da Lucie Dheera Dejouy e Claudia Contin Arlecchino

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    Anteprima del libro

    Il vudù e Arlecchino - Ivan Buttazzoni

    (AL)

    SATSANG CON ARLECCHINO

    Correva l’anno 2003, e mi ero appena laureato in Filosofia a Trieste con lode. Avevo avuto come Maestro assoluto il professor Pier Aldo Rovatti che fu il mio relatore di tesi.

    Tutto avrebbe dovuto filare liscio, avevo ricevuto importanti proposte per fare carriera accademica, ma qualcosa in me non andava, non quadrava.

    Percepivo il sapere razionale della filosofia come parziale, come un finto assoluto, che mi pareva limitante.

    Fu la vita a pormi provvidenzialmente in contatto con due donne che aprirono i miei orizzonti oltre l’immaginabile: Madame Lucie e Claudia Contin.

    Da giovane filosofo sentivo atrocemente la necessità di integrare nel mio sapere la dimensione del corpo (che fa tutt’uno con l’emotività e l’arte) e quella dello Spirito.

    Claudia Contin e Madame Lucie Dheera Dejouy furono le mie Maestre nel campo rispettivamente del corpo e dello Spirito, quanto Pier Aldo Rovatti lo fu nello sviluppo della mia razionalità. Le cose sono tutte connesse, e tutti noi siamo collegati da un’unica anima (anima mundi), e quando è il momento gli incontri avvengono, quando l’allievo è pronto, il Maestro appare.

    Così incontrai misteriosamente Madame Lucie Dheera Dejouy a Trieste, presso la sala prove dell’A.C.T.I.S., dove studiavo teatro con la sublime regista Valentina Magnani.

    Furono esperienze magiche il nostro incontro e la nostra prima conversazione: un colpo di fulmine spirituale.

    Avevo appena iniziato ad interessarmi in modo infuocato ad Osho, e scoprii con stupore e gioia che Madame Lucie si era formata proprio con Osho, di persona, e l’aveva seguito in India e negli Stati Uniti.

    La provvidenza mi aveva donato la Maestra spirituale che stavo cercando. Restai al suo fianco per i successivi cinque anni, da vero adepto, imparando le sue arti spiritiche.

    Madame Lucie era una vera medium, un’autentica spiritista, e una seria e preparata cartomante ed astrologa. Fu lei a introdurmi alle arti occulte che poi coltivai fino al presente, e che continuerò a coltivare per tutta la vita.

    Madame Lucie era assai giovanile, nonostante l’età. Aveva capelli rossi foltissimi tagliati a spazzola, e spiritati occhi azzurro chiaro.

    Tutto in lei trasmetteva una audace ispirazione superiore. Madame Lucie Dheera Dejouy fu la mia autentica mentore nel mondo dello Spirito.

    Fu tramite lei che conobbi i Maestri illuminati allievi di Osho come Navjo, Chidvilas e Marga. Loro avevano seguito Osho negli ultimi anni di vita, fino alla morte misteriosa, e ne trasmettevano l’eredità. Eppure, come appunto insegna Osho, tutta questa spiritualità doveva essere ancorata nel corpo, nella materia, nella radice fisica di questo piano di esistenza, altrimenti avrebbe bruciato la mia mente.

    Allora un giorno decisi di fare un viaggio a Pordenone, per chiedere ospitalità ad una scuola di teatro di cui avevo letto i manifesti pubblicitari, la famosa e rinomata Scuola Sperimentale dell’Attore diretta da Ferruccio Merisi e Claudia Contin.

    A quel tempo la Scuola occupava un’area del Seminario di Pordenone, e di solito sia i cancelli che le porte erano chiusi a chiave, a mia insaputa. Ma io trovai tutto aperto, sia il cancello del Seminario che le porte della Scuola. Agii come se sapessi già cosa fare, dove andare, cosa dire e tutto fosse già stato predisposto per me. Era estate, con un atteggiamento sacrale mi introdussi nell’edificio arcano e salii l’ampia scalinata dell’ingresso. In segreteria trovai ad accogliermi la nota attrice Lucia Zaghet, che fu incredibilmente cordiale e ospitale.

    Intendo studiare teatro qui, dissi.

    Allora devi prima fare l’Arlecchino Errante, mi rispose Lucia.

    Così sia, lo farò! risposi io estasiato.

    Mi fu presentato il Direttore della Scuola, Ferruccio Merisi, che poi divenne uno dei miei più cari amici, oltre che un Maestro assoluto. Anche lui mi disse che per fermarmi alla Scuola avrei dovuto prima frequentare il noto Seminario residenziale chiamato l’Arlecchino Errante, che quell’anno era dedicato alla maschera di Pulcinella.

    Confermai la mia intenzione di frequentare l’Arlecchino Errante 2003 e di fermarmi lì in seguito. Mi avviai all’uscita, quando, nel corridoio, di fronte alla porta della segreteria, feci uno degli incontri più importanti della mia vita. Mi apparve infatti una donna giovane, dai lunghi capelli rossi raccolti in due trecce, e gli occhi di fuoco. Ecco, lei è Claudia!, mi disse Lucia.

    Mi presentai. Avevo conosciuto la famosa Claudia Contin, e ne fui elettrizzato.

    Tutto in Claudia irradia energia sovrumana, nella vita come sul palco. Non vi è attrice che sia a lei paragonabile in bellezza e bravura. Ma dovevo ancora scoprire il suo meraviglioso corpo in azione, e quando ciò avvenne, il settembre successivo, io ne fui profondamente, scandalosamente, innamorato.

    La sera della prima giornata dell’Arlecchino Errante 2003 Il Segreto di Pulcinella, in settembre, ebbi l’onore di assistere al monologo di Claudia Contin intitolato Gli Abitanti di Arlecchinia, e vissi un’esperienza veramente mistica, la mia visione della vita e del futuro cambiarono per sempre.

    La bellezza e l’intensità del corpo di Claudia sulla scena sono inimmaginabili. La sua espressività è unica al mondo.

    Oltre ad essere corpo divinamente incarnato, seppi che Claudia era anche estremamente colta, intellettuale, e che scriveva libri e articoli. In questa capacità di fondere corpo e intelletto, Claudia Contin divenne il mio nuovo modello.

    Avevo ed ho per lei un amore sacro, quello che si dedica ad una Maestra, e ad una entità sovrannaturale. Questo libro celebra il corpo di Claudia, fuso con il suo geniale intelletto. Lei è ancora il mio modello di corpo perfetto, vivo, attivo, amante della vita e dell’essere, e lo sarà sempre.

    Come annunciato, dopo l’Arlecchino Errante, durante il quale studiai con Claudia Contin, Ferruccio Merisi, la splendida attrice Clelia Delponte, Lucia Zaghet e Peppe Barra, chiesi di fermarmi alla Scuola, e la mia richiesta fu accettata.

    In quanto ragioniere, oltre che filosofo, trovai anche lavoro alla Scuola, in qualità di contabile e amministratore.

    Toccavo il cielo con un dito, perché avevo scoperto la strada per incarnare praticamente e incorporare fisicamente la filosofia e la mia spiritualità.

    Questo è il percorso dello Sciamano: portare lo Spirito nel corpo. Devo l’evoluzione della mia coscienza che perdura tutt’ora a Claudia Contin

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