Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Incontro al mattino
Incontro al mattino
Incontro al mattino
E-book140 pagine1 ora

Incontro al mattino

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Elena e Marco, due dei tre protagonisti di "Nel mezzo della notte", si ritrovano dopo oltre quindici anni dal loro ultimo incontro avvenuto alla Vecchia Torre del loro paese. Allora c'era un'amicizia da verificare e da rivitalizzare, un sentimento che sarà messo alla prova da un altro ancora più forte che li sorprenderà: l'amore. Ma può un'amicizia, rimasta in silenzio fino a quel momento, trasformarsi inaspettatamente in amore?
LinguaItaliano
Data di uscita5 gen 2024
ISBN9791222723907
Incontro al mattino

Correlato a Incontro al mattino

Ebook correlati

Narrativa generale per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Categorie correlate

Recensioni su Incontro al mattino

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Incontro al mattino - Roberto Benassai

    Premessa

    Elena e Marco, due dei tre protagonisti di Nel mezzo della notte, si ritrovano dopo oltre quindici anni dal loro ultimo incontro avvenuto alla Vecchia Torre del loro paese.

    Allora c'era un'amicizia da verificare e da rivitalizzare, un sentimento che sarà messo alla prova da un altro ancora più forte che li sorprenderà: l'amore.

    Ma può un'amicizia, rimasta in silenzio fino a quel momento, trasformarsi inaspettatamente in amore?

    Uno

    «Niente, anche stasera niente» pensò Marco.

    Spense il tablet e lo ripose sulla libreria insieme ad altri foglietti pieni di appunti.

    «Una bella doccia e poi a letto. Speriamo di dormire.»

    Aveva appena cominciato ad insaponarsi quando il campanello suonò all’improvviso.

    Marco era solo in casa.

    «Ma chi è a quest’ora?» pensò.

    Chiuse l’acqua e si allungò per prendere l’accappatoio.

    Il campanello suonò di nuovo, insistente, più a lungo.

    «Quanta fretta!» esclamò a voce bassa. «Arrivo!» gridò. «Ma chi è?»

    Udì una risposta, ma non riuscì a comprendere bene. Gli parve una voce femminile, poche parole pronunciate da una donna che sembrava in affanno.

    «Sto arrivando» continuò mentre scendeva le scale, gocciolando acqua ad ogni passo.

    Avvicinandosi alla porta, gettò una rapida occhiata all’orologio in soggiorno: era quasi mezzanotte.

    Guardò dal videocitofono, ma non vide nessuno. Con il cappuccio dell’accappatoio fece per asciugarsi i capelli, mentre con la mano libera aprì la porta.

    Nell’oscurità vide una donna ferma al di là del cancello. La tenue luce di un lampione mezzo scassato la illuminava ad intermittenza. Non la riconobbe subito, ma appena riuscì a distinguerla meglio non credette ai propri occhi.

    «Elena!» esclamò.

    «Marco, per favore, fammi entrare.»

    Marco rimase stupito da quella inaspettata visita e, come intontito, riprese ad asciugarsi i capelli, mentre con la mano libera fece cenno ad Elena di entrare. Sembrava preoccupata, era ansimante, come se avesse corso o come se qualcuno l’avesse inseguita.

    «Accomodati» le disse, ma Elena aveva già preso posto sul divano, sul quale si era gettata lasciandosi cadere di peso, quasi volesse liberarsi di qualcosa troppo pesante da portare.

    Adesso era lì seduta. Chiuse gli occhi. Sospirò rumorosamente.

    Marco la guardava senza parlare. Lasciò passare il tempo necessario affinché lei si rilassasse un po’ e aspettò che parlasse per prima.

    Le si sedette di fronte, sull’altro divano del soggiorno. Avrebbe voluto tempestarla di domande. Provò a chiedersi quanti anni erano passati dall’ultima volta che si erano visti, ma non riuscì a fare immediatamente il calcolo. Ricordava nitidamente, però, quell’incontro alla Vecchia Torre in quella notte tanto meravigliosa quanto assurda. Da allora niente più.

    Riuscì a trattenersi e a non domandare niente.

    «Marco, mi dispiace, ti devo delle spiegazioni per questa irruzione notturna.»

    «Non ti preoccupare, stavo facendo la doccia, ma per il resto nessun disturbo, stai tranquilla. Anzi, facciamo una cosa, io vado a finire di asciugarmi, poi mi metto qualcosa addosso e torno. Tu intanto rilassati, mettiti comoda e fai come se fossi a casa tua. Nella stanza accanto c’è la cucina, se hai bisogno di qualcosa non fare complimenti, accomodati e prendi quello che c’è. Io torno subito. Non scappare. Poi parliamo un po’, va bene?»

    Lei sorrise ed annuì. «Sei gentile, come sempre del resto.»

    Lui sorrise imbarazzato, indietreggiò di qualche passo, poi si voltò e risalì le scale per andare al piano di sopra. «Accidenti che sorpresa. Chissà cosa le sarà successo. Mi sembra turbata» pensò.

    Cercò di fare le cose velocemente, ma la troppa fretta gli fece perdere un sacco di tempo. Nel tentativo di mettere l’accappatoio al suo posto, dietro la porta del bagno, gli cadde e dovette raccoglierlo per sistemarlo. Perse l’equilibrio per mettersi le mutande, rischiando di cadere. Non riusciva a centrare le ciabatte infradito, colpendole e facendole andare a spasso per tutta la stanza. Una volta uscito da lì cercò la tuta nell’armadio, ma poi si ricordò che l’aveva già messa sul letto prima di andare a fare la doccia. «Cazzo che imbranato, ma cosa mi prende? Mi devo dare una calmata, altrimenti rischio di farmi male davvero.»

    Elena, giù in soggiorno, non si alzò dal divano. Si guardava intorno osservando la casa. Era la prima volta che ci entrava. Ai tempi del loro ultimo incontro Marco abitava in un altro posto e si era trasferito lì solo da pochi anni. Lei era venuta a saperlo del tutto casualmente da Sandro, quando si erano visti di sfuggita nel parcheggio di un’area di servizio autostradale.

    Il soggiorno era molto curato. Un arco rifinito in legno lo separava dall’ingresso, dal quale partivano le scale per raggiungere il piano superiore. Le tende della grande porta a vetri erano belle. In quei ricami c’era sicuramente un tocco femminile. Alla parete opposta c’era un piccolo tavolo rotondo, come quelli dei bar, con due piccole poltrone ai lati. I due divani, uno di fronte all’altro, non erano paralleli, ma erano orientati verso la tv incastonata in un mobile che occupava l’intera parete, con una parte adibita a libreria ricca di libri. Si alzò e cominciò a guardarli. Ne prese alcuni, sfogliando qualche pagina prima di riporli e prenderne altri. Rimase sorpresa quando su uno di essi lesse che l’autore era Marco Marcucci. Non sapeva che Marco avesse scritto dei libri. In quello scaffale ne contò quattro. Lesse qualche pagina qua e là, a campione. Erano romanzi. Li ripose facendo molta attenzione, come se avesse paura di fargli male. Lì vicino c’erano alcuni fogli a quadretti fissati alla custodia di un tablet con una clip metallica. Sembravano appunti, un po’ scarabocchiati e con tante correzioni, annotati per ricordarli e svilupparli successivamente.

    Si affacciò in cucina. Trovò l’interruttore ed accese la luce. Era grande, molto spaziosa. C’era una grande confusione, tipica di un tocco maschile, con piatti e tegami accatastati dentro e fuori dal lavello in attesa di essere presi in considerazione per un meritato lavaggio. Una tavola apparecchiata per metà, con la bottiglia dell’acqua aperta ed il tappo smarrito poco più in là. In un piatto c’erano due foglioline di insalata un po’ attempate. Il telecomando della tv era accanto alle posate che oziavano sulla tovaglia a quadri bianchi e rossi.

    Elena spense la luce e tornò in soggiorno. Si rimise a sedere sul divano. Appoggiò la testa e chiuse gli occhi. Tanti ricordi di Marco le passarono per la mente: la loro adolescenza, la loro amicizia durata per molto tempo, quell’appuntamento alla Vecchia Torre che li aveva fatti ritrovare dopo venticinque anni durante i quali si erano persi di vista, quella nuova promessa e quel nuovo silenzio che aveva indotto Elena a pensare che la loro amicizia fosse finita per sempre. Ma ora era lì, di nuovo da lui, con un silenzio assordante da interrompere. Aveva bisogno di lui, ma non era sicura che certe ferite del passato potessero rimarginarsi. Tuttavia era lì. 

    Marco al piano di sopra stava ponendosi mille domande. Alcune erano le stesse che si stava facendo Elena al piano inferiore. «Perché sarà venuta da me, a quest’ora, dopo molti anni di silenzio? Che cosa le sarà successo per venire qui, proprio qui, da me?»

    Finalmente terminò di vestirsi senza farsi male. Scese le scale facendo due gradini per volta. Arrivò in soggiorno scivolando, per effetto della frenata che fece per rallentare il suo impeto.

    «Eccomi, scusa l’attesa, ma… Elena?» Poi abbassando il tono della voce: «Elena, stai dormendo? Sì, stai dormendo» si rispose.

    Si sedette di fronte a lei e si mise ad osservarla. L’espressione di preoccupazione che le aveva letto sul viso al suo arrivo sembrava essere scomparsa. Adesso gli appariva serena, molto rilassata. Il suo volto, ancora giovanile, gli parve più bello di quello che ricordava, a dispetto del tempo trascorso. I suoi capelli, arruffati e disordinati, le davano un’aria furba che strideva con il suo carattere di donna indecisa e generosa. Non ricordava il colore dei suoi occhi. «Possibile che non lo ricordi? Li avrò visti milioni di volte!» pensò rammaricandosene. L’ultima volta che l’aveva vista, la notte della Vecchia Torre, era seduta su una sedia a rotelle, e quello era l’ultimo ricordo che aveva conservato di lei. Fu anche l’ultima volta che si erano visti.

    Rimase ad osservarla e riscoprì la bellezza dei suoi lineamenti.

    Cedette ad una tentazione. Si alzò cercando di non fare rumore, prese il suo telefono e cercò il numero di Sandro.

    Anche lui, come lei, era di nuovo scomparso dalla sua vita. Anche lui, come lei, non aveva dato più notizie. Marco era stato chiaro quella notte e, nei suoi impeti adolescenziali che non avevano smesso di tormentarlo, aveva giurato di non cercarli più, contrariamente a quello che sempre aveva fatto in passato. Ma entrambi, Sandro ed Elena, avevano promesso che non sarebbe più accaduto. Ma non andò così e Marco mantenne la sua parola. E per darle ancora più valore, dopo alcuni anni in cui nessuno degli altri due si era fatto vivo, inviò un messaggio ad entrambi che non lasciava adito a dubbi, con il quale diceva: S.E.M non esiste più. Non cercatemi più. Buona vita!

    Elena e Sandro risposero entrambi con un punto interrogativo che alimentò in Marco altre mille domande che si portò dietro per molti anni, ma il suo orgoglio gli suggerì di non rispondere. Da allora quel trio, per anni inseparabile, non aveva avuto più storia.

    Marco trovò il numero di Sandro e lo selezionò. Rimase per qualche attimo titubante poi, guardando Elena, si decise ad inviargli un messaggio.

    "Elena è da me. Sono preoccupato. Deve esserle successo qualcosa."

    «Domattina lo leggerà» pensò, ma prudenzialmente tolse la suoneria per non svegliare Elena che dormiva serenamente.

    Con sua sorpresa, invece, Sandro rispose dopo una manciata di secondi.

    Ma non eri tu quello che non voleva più essere cercato? Io mi sono adeguato. Vedetevela fra di voi. Buona notte!

    Marco non si arrese

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1