Exequia
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Info su questo ebook
Daniele Costi, romano, è consulente specializzato nelle riqualificazioni energetiche degli immobili. Scrive racconti fin dalla tenera età, alcuni dei quali sono stati pubblicati in raccolte e blog online e in un caso in una raccolta di poesie. Nel tempo libero si cimenta come YouTuber sul proprio canale dedicato ad argomenti inerenti il suo lavoro, ma anche in altri canali YouTube di sport motoristici e non, oltre che protagonista e conduttore di alcuni programmi radio in onda sul web.
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Anteprima del libro
Exequia - Daniele Costi
Daniele Costi
Exequia
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Indice dei contenuti
COLLANA
Daniele Costi
EXEQUIA
MONTAG
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Montag
COLLANA
Le Fenici
Daniele Costi
EXEQUIA
MONTAG
Edizioni Montag
Prima edizione febbraio 2024
Exequia
© 2024 di Montag
Collana Le Fenici
ISBN: 9788868927615
Copertina: I. A. Nah, Unsplash.com
Quest’opera è esclusivamente frutto della fantasia dell’autore. Ogni riferimento a persone esistite, esistenti o a fatti accaduti è
puramente casuale.
EXEQUIA
S ono più di venti anni che ti cerco senza mai riuscire e adesso, mentre chiamo la polizia, piango come un bambino, non l’ho mai fatto a partire da quel giorno in cui mi hai lasciato, papà…
Improvvisamente prendi forma dalle acque di questo lago, senza proferire parola, sei sparito altrettanto velocemente puntando il dito verso la morte, materia che scorre nelle vene della nostra famiglia da sempre, dai cui non ti sei mai separato.
Seguo con gli occhi il tuo dito indice, che cadono su un cadavere rigonfio. Galleggia prono sulla riva del lago.
− Pronto Polizia di Albano come posso esserle utile?
− Buongiorno sono Roberto Rima, devo segnalare un ritrovamento, l’ispettore Soli mi conosce bene e la prego di riferirgli che lo aspetto qui sulla riva sud-est del lago di Castel Gandolfo, alle Loggette.
− Signor Rima buongiorno, mi specifica che genere di ritrovamento?
− Un uomo, un cadavere e credo anche di sapere chi sia…
1
Circa un anno fa...
− Exequia, dal 1960 ha contribuito accompagnando migliaia di famiglie del Lago e dintorni, all’ultimo saluto del proprio caro defunto, offriamo il migliore servizio possibile e con la massima discrezione, signorina Padovani, discrezione deve diventare la sua fede, ok?
− Discrezione, si discrezione e la fede signor Rima.
− Qui, il cliente non deve sentirsi giudicato, soprattutto economicamente. Noi non sappiamo cosa può o vuole spendere, proprio per questo, abbiamo creato il nostro famoso show room, che unisce la bellezza e la semplicità di poter scegliere ciò che è più confacente ai propri gusti e alle proprie tasche, − proseguo mentre attraverso la stanza.
− Alla sua destra ci sono le casse in legno economico e nobilitate, mentre alla sua sinistra legni pregiati e trattamenti naturali, su questa parete davanti vi è il fiore all’occhiello della nostra esposizione, con le croci in tutti modi possibili, in basso le maniglie e le modanature, meravigliose non trova signorina Padovani?
− Sì, bellissimo, certo sono tante cose da ricordare ma ce la posso fare.
− Bene signorina, molto bene. Ora mi segua che le faccio conoscere la persona che dovrà sostituire.
Si procede verso l’elegante ingresso, si accede dunque alla reception dell’agenzia dove una matura e bella signora, elegantemente vestita, sfoglia delle carte dietro un bancone in mogano antico.
− Buongiorno Roberto, hai da fare giù, ti sta cercando Emanuele aspetta da un’oretta circa per quel lavoretto di fino che dovete terminare assieme.
− Buongiorno Giulia, immagino già il buon dottor Marino e la sua consueta dose di ansia ora vado, ma prima, ti presento la signorina Luisa Padovani, sarà lei a prendere la tua eredità, visto che hai deciso di abbandonarmi.
− Pensione, si chiama pensione e non abbandono! Roberto per me, questa è stata ed è una famiglia, non ti libererai mai di me, sappilo. – dice Giulia, ridendo. − Oppure hai deciso che appena varcherò quella porta ti scorderai di me?
Le due si danno la mano scambiandosi sorrisi e iniziano a parlare fra di loro così ne approfitto per osservarle leggermente in disparte.
Spesso Giulia mi provoca con battute sottolineando la sensazione di abbandono che vivo in questo momento, anche se cerco di nasconderla, sono davvero affranto per la sua decisione di andare in pensione anticipata.
Giulia Stefani, nome da sposata, venne qui quando vi era ancora mio padre al timone dell’agenzia, l’occasione, fu proprio il funerale del marito, perso prematuramente in seguito ad un incidente stradale.
Mio padre, vedendo quella giovane donna distrutta dal dolore rinchiudersi dentro casa, decise, assieme alla mamma di proporgli un impiego lavorativo nell’azienda di famiglia, in fondo erano anni d’oro per Exequia.
Era una buona idea anche ai miei occhi di ragazzino di allora, visto che una mano con i clienti era necessaria, la mamma da sola faceva molta fatica, anche per via della sua malattia che ogni tanto la vedeva distratta e disattenta, infatti da lì a breve si ritirò sempre di più in casa.
Fu così che Miss Giulia, perse la pesante coperta della depressione in cui si era avvolta, dopo la pesante perdita del marito e venne qui, tutti i giorni, lavorando con impegno e dedizione, diventandone una colonna portante e una certezza per tutti noi.
Io ancora ragazzino avevo appena dieci anni, ne ero affascinato, una formosa venticinquenne con una bellezza che conserva ancora oggi, poi divenne praticamente una seconda mamma con cui sono cresciuto, anche professionalmente, che mi conosce e comprende, come nessuna donna ha mai fatto.
Non si è mai accompagnata o per lo meno non ho mai saputo di nessun altro uomo oltre il defunto marito e in questi anni ha dedicato la sua vita al lavoro senza mancare nemmeno un giorno ed effettuano le vacanze solo quando l’agenzia chiudeva per ferie per pochi giorni l’anno.
Mai avuto figli e questo ancora oggi gli regala un velo di malinconia che in qualche modo gli leggo negli occhi.
Da allora sono passati trenta anni e soprattutto sono cambiate tante cose, papà, lui se ne è andato troppo presto, lasciandomi questo piccolo impero da gestire, con la mamma Maria affetta da demenza senile, il sottoscritto, a soli venti anni, ha preso le redini dell’agenzia e senza Giulia non ci sarei mai riuscito. A pensarci bene devo molto a questa donna.
Papà morì di cancro e fui io a renderlo perfetto, il mio primo lavoro, eseguito senza la guida di nessuno.
Ricordo ancora quanta fatica mi costò ultimare la salma del compianto, rispettabile e tanto amato Signor Romeo Rima, sembrò vivo, fu perfetto!
Tutti i presenti ne furono colpiti, compresa la mamma che non dava segno di capire quello che stava succedendo intorno a lei, ma in fondo, penso ancora oggi, che in quel triste giorno finse, non poté immaginare una vita senza papà, proprio loro che furono talmente uniti da sembrare una cosa sola, anche nella malattia, che li divise fisicamente per sempre. Di quel giorno, in particolare mi piace pensare papà, fiero di suo figlio, felice di aver ben riposto i suoi precisi e a volte duri, insegnamenti espressi proprio su di lui, come un passaggio di consegna, come quando l’allievo supera il maestro, solo che quella volta gli fui solo sopravvissuto.
− Bene, visto che Emanuele mi sta aspettando e già sento la sua ansia addosso, io la lascerei con Miss. Giulia, le farà vedere i nostri book floreali, mi raccomando, da questo momento lei è parte della famiglia, la nostra agenzia è rimasta tra le poche a conduzione familiare è la nostra forza che ci rende riconoscibili da tutta la città, che, cliente dopo cliente, ci ha dato l’esperienza e la capacità di affrontare il dolore delle persone che sopravvivono ai propri cari, le assicuro non è cosa semplice, ma alla fine ci si abitua.
− Grazie signor Rima.
− Roberto, chiamami Roberto e diamoci del tu, che ne pensi? Come detto siamo una famiglia.
− Certo signor Roberto. – Luisa sfoggia un sorriso disarmante.
− Bene Luisa, ti lascio in buone mani, io devo andare a preparare sorella Silvana che abbiamo la camera ardente di mattina presto domani, a proposito, se eventualmente la mattina non mi trovi qui in ufficio, non ti preoccupare vado di tanto in tanto al lago a farmi una nuotata, mi aiuta ad iniziare la giornata nel migliore dei modi. Sono molto felice di averti qui con noi. − Lancio uno sguardo pieno di speranza, su un suo eventuale ripensamento, a Giulia, che mi ignora, ma io so che ha inteso perfettamente.
Cerco di non fargli pesare la decisione presa, ma è difficile dopo trenta anni intensi passati assieme separarsi, so anche io che è giusto e che doveva accadere prima o poi, solo che preferisco quando le persone se ne vanno all’altro mondo piuttosto che questo tipo di addio, intanto Emanuele mi aspetta e già so che sarà lì, con il suo computer a rimproverarmi che fa sempre tutto da solo.
Emanuele Marino è un tipo particolare, ma un grande professionista, fisicamente potrebbe assomigliare ad un salice piangente, pochi capelli lunghi e solo ai lati del cranio, alto un metro e ottanta corpo affusolato brevilineo e le braccia lunghissime che sembrano ricadere a terra, proprio come un salice.
La tecnologia per lui non ha segreti, tanto che, è suo il programma che ci aiuta con i lavori di restauro della salma attraverso un sistema ad intelligenza artificiale che valuta le foto di quando la persona era in vita e suggerisce cosa si deve apportare sul cadavere, davvero un genio, un perfetto nerd e senza di lui certi lavori sarebbero davvero impossibili.
Da buon datore di lavoro devo dosare i complimenti per evitare rilassamenti sul posto di lavoro, ma nel suo caso faccio una gran fatica, ha solo questo problemino dell’ansia da prestazione, ogni volta che dobbiamo iniziare un lavoro, non riesce mai a farlo senza la presenza del sottoscritto.
Lo conosco da una vita, eravamo compagni di scuola e in seguito di università è sempre stato così, come una Ferrari che ha bisogno del suo pilota.
Sono sicuro che avrebbe avuto i migliori voti all’università, se solo avesse avuto il coraggio di presentarsi agli esami. Studiava per giorni e giorni e poi il giorno dell’esame ogni volta si ammalava, o gli veniva il cagotto
, insomma, non è riuscito a laurearsi fino all’anno scorso, tramite un corso privato online, a trentanove anni, anche se, già da dodici che lavora con me ed è il numero uno, il fratello che non ho mai avuto.
Non è altrettanto bravo con il gentil sesso, per la verità neanche io però almeno, ogni tanto, mi diverto e inciampo in qualche ragazza, mentre lui non l’ho mai visto con nessuna donna, ho pensato fosse gay, ma un giorno aprendo il pc mentre lui era in bagno, ho beccato un video porno che si stava vedendo e quindi non ci ho più pensato, fatto sta che ogni volta che usciamo a berci qualcosa assieme, lui massimo per le ventidue se ne torna a casa a dormire. Gli voglio bene e gli perdono tante stranezze… Ne ha davvero parecchie.
Scendo nella sala trucco e manco a farlo apposta, Emanuele sta lì, ingobbito davanti al computer e Suor Silvana nuda sul tavolo di lavoro.
− Ciao Emanuele, per rispetto di quello che fu, potevi almeno coprirla. − Indico Suor Silvana che fu la maestra delle elementari di entrambi.
Lui alza la testa dalla tastiera in cui era caduta e fa per sistemarsi i suoi occhiali a fondo di bottiglia con il dito medio
− E certo! Il capo è il capo! Io che sono uno servo non merito di essere aiutato e devo fare tutto da solo mentre il grande Roberto si diverte a fare il bagnetto nel Lago oppure in giro per il paese.
Sorrido, gli porgo il caffè che gli avevo preparato e iniziamo a lavorare su Suor Silvana. Prima di cena il lavoro è già finito.
2
Sveglia alle cinque in punto, sono pronto per godermi l’alba primaverile di maggio sulle rive del lago, mancano meno di due mesi all’estate e fa già molto caldo, gli ombrelloni qui sono già tutti al loro posto, pronti ad accogliere i bagnanti della domenica (così li chiamo).
Di solito scelgo il lato a sud/est dove posso starmene seduto sulla sabbia nero metallizzata ancora umida e compatta della notte, a guardare l’acqua cambiare colore, mentre il sole da ovest spunta dalle vette acuminate degli abeti che compongono una corona tutta intorno al cratere del lago. Piano piano i raggi di luce corrono verso il lato opposto illuminando dapprima il bosco per poi cadere nell’acqua, sembra quasi depurarsi, rinascere dal cupo verde fondo di bottiglia a quello smeraldo a tratti azzurro.
Sono circa le sei e trenta ed è arrivato il momento di immergermi e diventare parte di esso. Passo dopo passo l’acqua mi avvolge, disperdo le mie preoccupazioni, svuoto la mente e ricarico lo spirito.
Il lago di Albano, precisamente di Castel Gandolfo, dove si sviluppa una parte della cittadina omonima che vi domina, da un lato, la famosa residenza estiva del Papa e