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Shadowmere: Libro 3 Della Serie Salto Dimensionale
Shadowmere: Libro 3 Della Serie Salto Dimensionale
Shadowmere: Libro 3 Della Serie Salto Dimensionale
E-book404 pagine8 ore

Shadowmere: Libro 3 Della Serie Salto Dimensionale

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Info su questo ebook

Un accordo tra Sithias e Daemionis, permette di far costruire un nuovo tempio e Kyrin ottiene il permesso di restare nella dimensione, senza dover compiere altre missioni per un po’.

Quando un nemico inaspettato attacca il suo regno, Alric deve prendere misure drastiche per tenere al sicuro la sua gente e la sua famiglia. Kyrin lo convince a partecipare a una ricerca e scopre un nuovo lato del Re di Valhara.

Quando i Consorzi cominciano a farsi vivi a Paragoy, le sue divinità dovranno prendere decisioni importanti per proteggere l’intera dimensione. Kyrin si ribella alla decisione di Sithias ed Erianah e ad Alric resta poco tempo per farle cambiare idea.

LinguaItaliano
Data di uscita11 apr 2012
ISBN9781476453644
Shadowmere: Libro 3 Della Serie Salto Dimensionale
Autore

T.M. Nielsen

T.M. Nielsen doesn't necessarily consider herself an author. She's an every-day woman who had a story to tell. Never intending to let anyone else read it, she decided to put it all down on paper. What she ended up with is a fascinating tale filling books full of drama, adventure, action, romance, and excitement.When asked why she decided to publish, she stated, "I want for others to be able to forget about problems in life and to lose themselves in my world... the world of the heku. While I write, I laugh, cry, grin, gasp, and my heart races. I want others to experience that too."T.M. Nielsen is a computer tech by trade and lives with her husband and two beautiful daughters. She's the author of Amazon.com's bestselling series The Heku Series and the Dimensions Saga, along with a Heku Series spin-off book called Return of the Encala. She's been listed numerous times on Apple's Breakout Books and on Amazon.com's top 20 in Fantasy.**** From TM ****I updated my books all the time! Check back often for new, cleaner versions. I can't afford an editor, but any time I hear of an error, I fix it immediately.

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    Anteprima del libro

    Shadowmere - T.M. Nielsen

    Chapter 1 : Capitolo 1

    Vacci piano, con lui, disse il Capitano, guardando il Cavaliere con il mazzafrusto. Non ha mai usato quell’arma ma non vedo altro modo per imparare.

    Il Cavaliere annuì e poi preparò il mazzafrusto, il suo avversario, un altro Cavaliere con una spada lunga, la sguainò e si preparò.

    Io ho un’altra idea, disse Kyrin, che era accanto al ring.

    No, niente da fare, le disse il Capitano.

    Lui non sa come si usa. A che serve combattere se l’avversario lascia cadere la sua arma?

    No.

    Io posso aiutarlo.

    No, te l’ho detto, il Re Alric ha proibito a tutti di combattere con te.

    Lui non c’è.

    No, ripeté, poi rivolto ai Cavalieri: Al mio tre...

    Kyrin passò attraverso le corde del ring, si avvicinò al Cavaliere con il mazzafrusto e gli corresse la presa sull’arma.

    Esci, le disse il Capitano.

    Non sarà mai in grado di tenerlo in mano se non cambia la presa.

    Fuori.

    Solo..., smise di parlare quando i due Cavalieri cominciarono a trascinarla fuori dal ring.

    Il Capitano la controllò finché fu fuori dall’area di combattimento e poi torno a guardare il ring: Bene, al mio tre.

    Kyrin strinse i denti: Bene, ma i tuoi preziosi Cavalieri le prenderanno di santa ragione da chiunque sia in grado di usare veramente un mazzafrusto.

    Lui la ignorò e cominciò a contare, poi si spostò fuori dal ring.

    Kyrin, irritata, si voltò e si diresse verso gli alberi. Detestava non poter aiutare i Cavalieri con il loro addestramento, specialmente quando si trattava di insegnarli a usare la sua arma di elezione.

    Da quando Alric era partito il giorno prima con Finn, si sentiva inquieta e ora desiderava di aver scelto di accompagnarlo. Doveva restare lontano per una settimana, per partecipare all’investitura di un nuovo sindaco in una delle provincie di Valhara.

    Il tempio di Daemionis era al secondo mese di costruzione quindi oramai conosceva bene la strada attraverso gli alberi per arrivarci. Otto dei seguaci di Daemionis lavoravano senza soste e l’esterno era quasi completo.

    Mentre si avvicinava al tempio si sorprese di nuovo di quanto assomigliasse a una casa di pietra scura. Davanti, aveva un portico con alte colonne di pietra che arrivavano al secondo piano. La sola cosa che lo distinguesse da una normale casa era che non aveva finestre.

    Kyrin si avvicinò a uno dei lavoratori e lo osservò per un po’: Come sta andando?

    Lui le diede un’occhiata, poi tornò al suo secchio di malta. Sapeva che non avrebbe risposto. Daemionis aveva mandato degli eunuchi a curare il suo nuovo tempio a Paragoy. Non solo erano castrati, ma anche la lingua era stata rimossa, per servire meglio il demone. Kyrin non sapeva se fosse stata una punizione o una loro scelta ma spesso era contenta del silenzio che comportava.

    Kyrin aveva fatto fatica a spiegare ad Alric i diversi livelli dei seguaci di Daemionis. Gli eunuchi erano a un livello basso nel gregge di Daemionis, ma comunque a un livello abbastanza alto da affidare loro la cura dei templi nelle varie dimensioni. Kyrin li superava in rango, come membro attivo combattente dell’ordine e questo la poneva automaticamente come loro capo nel tempio.

    I seguaci di rango più basso di Daemionis erano i servitori nel suo palazzo. Erano per lo più troll o orchi e venivano maltrattati fino a non avere più il senso di chi fossero e finché erano incapaci di pensiero. Facevano quello che gli veniva ordinato e camminavano in giro come zombie, eseguendo qualunque ordine gli desse Daemionis.

    Kyrin una volta era entrata nel loro quartiere per errore e non era mai stata capace di cancellare dalla mente gli atti disgustosi che stavano compiendo sul pavimento. Non si fermarono quanto entrò ma le offrirono di unirsi a loro e continuarono con le loro azioni lussuriose. Perfino il ricordo la faceva rabbrividire ma le aveva fatto capire come mai Daemionis avesse tanti seguaci, ora sapeva che si riproducevano in quel modo.

    Alzò gli occhi quando si aprì la pesante porta di pietra e uno degli eunuchi si fece da parte in modo che lei potesse entrare. Cogliendo l’allusione, entrò e si guardò intorno all’interno del tempio. Non era mai stata all’interno, normalmente la tenevano fuori, dato che consideravano pericoloso entrare.

    La stanza in cui entrarono era enorme e occupava praticamente l’intero pianterreno. Una D piena di ghirigori era dipinta sul pavimento di legno e a ogni parete era appesa una coppia di manette. Aveva sempre visto delle manette sulle pareti dei templi di Daemionis ma non aveva mai avuto il coraggio di chiedere a che cosa servissero.

    L’eunuco tornò a una delle due porte nella stanza e la aprì. Kyrin entrò e si trovò in una grande stanza da letto. C’erano un letto singolo contro la parete senza finestre, soffici divani accanto al camino e due lettini in un angolo.

    Questa è la mia stanza? Chiese, passando la mano sulle soffici coperte sul letto.

    L’eunuco annuì, poi uscì dalla stanza. Kyrin lo seguì nell’angolo opposto rispetto alla sua camera, dove una scala di pietra conduceva al secondo piano. L’eunuco salì, seguito da Kyrin che si guardò attorno nell’area di soggiorno.

    È qui dove vivete tutti? Gli chiese.

    L’uomo annuì e poi si fece indietro perché lei potesse ispezionare il lavoro che avevano fatto. Kyrin entrò in ciascuna delle piccole stanze. Erano attrezzate con una coperta sul pavimento di legno, un tavolo e un’altra coppia di manette. Le stanze erano più fredde rispetto a quella al pianterreno e non offrivano nessuna comodità.

    Quanto uscì, Kyrin sorrise: È finito, allora?

    L’eunuco annuì.

    Ne parlerò a Daemionis, allora e glielo farò sapere. Sembra adeguato e sono sicura che ne sarà compiaciuto.

    L’eunuco la ricondusse giù dalle scale, dove gli altri sette aspettavano di sentire che cose ne pensava lei.

    Avete fatto un buon lavoro. Sono sicura che Daemionis verrà a ispezionarlo, ma glielo dirò comunque, disse Kyrin,

    Uno dei lavoratori cominciò a sballare una delle casse appoggiate alla parete. Conteneva diversi strumenti di tortura che cominciò ad appendere alla parete accanto ai ferri.

    Kyrin sperava di non aver mai niente a che fare con nessuno di quegli strumenti e tornò nella sua stanza. Si sedette sul letto morbido, si guardò attorno e sorrise al pensiero della faccia di Alric se avesse scoperto che non solo lei aveva una camera da letto, lì, ma che c’erano anche i lettini per i gemelli. Sapeva che Daemionis voleva darle un posto per allontanarsi dal castello quando le cose si facevano troppo difficili ed era lieta che la sua stanza fosse ben lontana da quella degli eunuchi.

    Si stese sul letto e dovette ammettere che era piuttosto comodo. Si stava abituando ai letti e questo era abbastanza rigido, con le coperte soffici. La stanza era silenziosa, diversamente dalla sua stanza nel castello dove pareva riverberassero tutti i rumori dei servitori che pulivano e dei Cavalieri che pattugliavano le scale.

    Kyrin alzò gli occhi quando sentì bussare alla porta: Avanti.

    Uno degli eunuchi entrò e si mise di fianco alla porta.

    Vuoi che esca?

    L’uomo si limitò a guardarla. Kyrin non riusciva a distinguerli. Indossavano tutti una lunga veste nera ed erano completamente glabri, un altro segno distintivo degli eunuchi di Daemionis. Si alzò e lo seguì nella grande sala centrale. Le indicò di mettersi accanto alla porta d’ingresso e quando si voltò, due eunuchi stavano sollevando la sezione di pavimento di legno con la ‘D’ dipinta.

    Sotto il pavimento c’era una scala che portava nell’oscurità.

    Che c’è là sotto? Chiese, avvicinandosi.

    Uno degli eunuchi cominciò a scendere le scale e Kyrin lo seguì. Camminarono nel buio più completo finché l’uomo non accese una lanterna e la tenne in alto in modo che lei potesse vedere. Nascosta sotto il pavimento c’era un’altra stanza. Era la replica esatta di quella che le era stata assegnata, ma in più c’era un tavolo, sedie e un’altra coppia di manette.

    Non so a che cosa serva, disse.

    L’eunuco la indicò.

    È mia?

    L’uomo annuì.

    Perché mi servono due camere?

    Il pavimento nell’atrio si chiuse di colpo e lei fu isolata dal resto del tempio: Alla fine annuì: È per nascondersi.

    Alzò gli occhi e si rese conto che se restava in silenzio, nessuno avrebbe saputo che lì sotto ma che lei poteva sentire che cosa succedere sopra di lei. Sorrise. Daemionis le stava offrendo il modo perfetto per allontanarsi dalla vita del castello e il posto più confortevole dove andare in caso di discordia tra lei e i Valhariani.

    Tornò di sopra e si diresse all’unica porta che portava fuori dalla sala principale. Si apriva su una piccola cucina con un solo fornello. Aveva un armadietto che conteneva esattamente 11 piatti, 11 ciotole e 11 tazze di pietra.

    Dove si mangia? Chiese a uno degli eunuchi.

    L’uomo si avvicinò a una delle pareti e tirò giù un lungo tavolo costruito in modo da nascondersi nella parete quando non era in uso.

    Ah, carino.

    Kyrin vide uno degli eunuchi che si toglieva la veste. Si incuriosì perché, sotto, era completamente nudo. L’uomo si avvicinò a una delle pareti con i ferri, con il volto verso la pietra fredda. Altri due si avvicinarono e lo ammanettarono.

    Che succede?

    Uno degli eunuchi prese un gatto dalle nove code dalla parete e glielo tese.

    Lei aggrottò la fronte: In realtà, non ho molta voglia di picchiarlo.

    Lui annuì e si voltò per fare lui il lavoro. Non avendo nemmeno voglia di guardare uscì dal tempio e ritornò al castello. La giornata estiva stava rivelandosi molto calda e prima di arrivare al castello si era tolta la casacca pesante ed era rimasta solo con la sottile camicia senza maniche che portava sotto.

    Fu sorpresa di vedere che i Cavalieri si erano tolti le cotte di maglia metallica e avevano indosso delle casacche da battaglia, più fresche del metallo ma comunque molto calde. Evitarono di guardarla, irritandola. Detestava come tutto dovesse essere irreprensibile e come cambiava il modo in cui la trattavano se indossava una casacca oppure un abito lungo.

    Salendo le scale, ignorò i Cavalieri che le giravano le spalle per non guardarla ed entrò in camera, dove Azimeth avrebbe dovuto occuparsi dei gemelli. Invece dell’elfa, trovò un Prete che guardava i bambini giocare sul pavimento.

    Chi sei? Gli chiese.

    Sono Gibson.

    Oh, dov’è Azimeth?

    Sta pranzando.

    Puoi andare, disse. Si inginocchiò e comincio a togliere gli abiti pesanti a Ryche. I piani superiori del castello erano ancora più caldi dell’esterno e d entrambi i gemelli erano sudati, e avevano i capelli appiccicati alla testa.

    Che cosa sta facendo? Le chiese Gibson.

    Li sto rinfrescando. Quando Ryche rimase solo con il pannolino, cominciò a svestire Sedomer.

    Sono Principi, dovrebbero restare completamente vestiti.

    Fa troppo caldo.

    Non è corretto.

    Ho detto che puoi andare.

    Lui la osservò: Visto che non c’è Re Alric, è compito mio avvertirla che sia lei sia i gemelli non siete vestiti correttamente.

    Kyrin sospirò e si alzò: Fa più caldo che all’inferno, qui dentro e non c’è nessun motivo per restare con le maniche lunghe.

    Eccetto che è provocante.

    Non è vero! Sto mostrando solo le braccia. Se vedere le braccia nude ti eccita, ti suggerisco di andartene.

    Non è così. Comunque, come Signora di Valhara è sua responsabilità mantenere le tradizioni e restare coperta per mostrare rispetto per le nostre tradizioni. Potrebbero farsi domande sulla sua moralità se altri dovessero vederla così poco vestita.

    Quindi, per il fatto di avere le braccia nude, penseranno che sto tradendo Alric?

    Forse, specialmente con gli uomini con cui passa tanto tempo.

    Gli eunuchi?

    Sono eunuchi? Il Prete rimase senza fiato.

    Ovvio. Questa conversazione mi sta irritando e ti chiedo nuovamente di andartene.

    Me ne andrò quando i principi avranno nuovamente un abbigliamento adeguato.

    Hanno quattordici mesi! Fa caldo. Stanno sudando e non c’è niente di male nel rinfrescarli.

    È immodesto.

    Fuori!

    No.

    Bene, non starò qui con questo caldo a farmi giudicare da quelli come te, Kyrin prese le mani dei gemelli e andò verso la porta.

    Non può uscire vestita a quel modo!

    Kyrin lo ignorò e scese le scale. L’uomo la seguì, continuando a cercare di convincerla che la sua fedeltà nei confronti di suo marito sarebbe stata messa in questione se non si copriva le braccia.

    Kyrin fu sorpresa di avere bisogno così presto della solitudine del tempio. Aveva immaginato che ci sarebbe voluto un po’ prima di doverci andare per allontanarsi dai Valhariani ma le insinuazioni insultanti del Prete le avevano fatto cambiare idea. Fuori, il sole batteva senza pietà ma Kyrin continuò a camminare verso gli alberi. Sapeva che sarebbe stato più fresco, una volta arrivati all’ombra.

    Camminare con gemelli era lento ma faceva troppo caldo per portarli in braccio. Invece, teneva strette le loro manine sudate e adeguò il suo passo al loro.

    Quando arrivarono agli alberi, altri due Preti si erano uniti a Gibson.

    Mia Signora Disse uno di loro con calma: Sono sicuro che Gibson si sia espresso male. Comunque i principini sono decisamente poco vestiti.

    Lei non rispose, guardando gli alberi che si avvicinavano lentamente.

    Kyrin sorrise quando raggiunse gli alberi e i Preti smisero di seguirla. Sospettava che non avessero il permesso di entrare nella parte di foresta che conduceva al tempio di Daemionis e ne prese mentalmente nota. Quell’informazione le sarebbe tornata utile.

    Quando raggiunsero il tempio, aveva cominciato a scendere una pioggia tiepida e l’intera foresta era umida e ancora più calda. Dal portico, sentì dei mugolii e aprì cautamente la porta per assicurarsi che non li avesse attaccati nessuno.

    L’eunuco appeso ai ferri stava ancora ricevendo delle frustate, quindi Kyrin entrò e chiuse la porta. Non sapeva che cosa avesse fatto, ma la sua schiena era una massa di segni di frustate sanguinati e i suoi mugolii angoscianti riempivano il tempio.

    Passò in fretta davanti a loro e andò in camera sua, dove tolse i pannolini ai bambini e poi si tolse pantaloni. Si stese sul letto, tutta sudata e ancora irritata coi Preti. Ai gemelli non sembrava desse fastidio sentire i gli urli strozzati di dolore che provenivano dalla stanza accanto e cominciarono a ispezionare la stanza.

    Con tutto quel caldo, Kyrin si appisolò mentre i gemelli giocavano sul pavimento. Le urla attutite finalmente smisero e nel tempio regnò il silenzio.

    Parecchie ore dopo si svegliò quando sentì bussare alla porta. Si sedette: Avanti.

    Uno degli eunuchi entrò e si mise di fianco alla porta. Lei guardò i gemelli e vide che stavano andando verso la porta. Decidendo che qui a nessuno importava che lei stesse indossando solo le mutandine e una camiciola sottile, li seguì di fuori.

    La tavola era pronta e la cena già pronta. Gli eunuchi aspettavano che lei prendesse posto e Kyrin sistemò i gemelli prima di prendere una sedia per sé. Gli eunuchi si sedettero dopo di lei e cominciarono a servirsi. Lei afferrò un bicchiere di acqua fresca e bevve prima di cominciare a mangiare. Vide un movimento con la coda dell’occhio e si voltò a guardare l’eunuco ancora appeso ai ferri con il sangue che gli scorreva dalla schiena e dalle gambe.

    Va tutto bene? Chiese, mangiando un boccone di bistecca.

    L’eunuco accanto a lei annuì e continuò a mangiare. Lei si chiese brevemente come facessero a mangiare senza lingua, poi decise di non pensarci e si godette il pasto. A nessuno di loro sembrava importare che ci fossero due bambini nudi a tavola né che lei mostrasse più pelle del solito.

    Sorrise pensando a come si sarebbero infuriati i Preti di Sithias e immaginò che sarebbero svenuti se avessero visto che cosa indossava. Il tempio era più fresco del castello, grazie alla densa copertura offerta dagli alberi ma faceva comunque troppo caldo per restare vestiti e aveva ancora i capelli bagnati di sudore.

    Il pasto proseguì nel silenzio più assoluto e perfino i gemelli sembravano inconsuetamente tranquilli. Il caldo era sfibrante e una volta finito di mangiare, tutti si ritirarono nelle loro stanze.

    Kyrin mise i bambini nei loro lettini, senza coperte. Lei si stese sopra le coperte del suo letto e si addormentò alla svelta. A notte fonda, sentì urlare di nuovo ma questa volta si sentivano delle parole. Si sedette, si stirò e poi controllò i gemelli prima di andare a vedere che cosa succedeva.

    Quando chiuse la porta dietro di sé, guardò una piccola creatura immobilizzata sul pavimento sopra la ‘D’ dipinta. Gridava e si dibatteva mentre gli eunuchi preparavano le armi. Immaginando che stessero preparandosi a fare un sacrificio, Kyrin controllò per assicurarsi che non fosse un Valhariano, poi si inginocchiò accanto a uno degli eunuchi.

    Lui la guardò, si alzò e le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Senza sapere che cosa stava succedendo, lasciò che la conducesse verso la parete più lontana, poi tornò al suo posto, accanto al nano che stava soffrendo.

    Non ho il permesso di partecipare a un sacrificio? Chiese Kyrin, irritata.

    Lui la guardò, poi tornò a guardare il nano. Sentendosi a disagio a restare nella stanza, senza poter aiutare, Kyrin uscì e andò a prendere un bicchiere d’acqua dal pozzo.

    Quando tornò dentro, il sacrificato era già morto e il suo cuore era stato estratto e gettato di lato. Lei appoggiò il bicchiere, poi raccolse il cuore e lo gettò fuori nella notte. Appena toccò il suolo, i lupi calarono sul cuore ancora caldo e lo portarono via.

    Camminando intorno al nano sacrificato, Kyrin notò che l’eunuco appeso ai ferri era sparito. Prese il bicchiere d’acqua e tornò in camera per vedere se riusciva ad addormentarsi con quel caldo.

    Si svegliò presto la mattina seguente, quando Ryche si svegliò piangendo. Kyrin si sedette e lo controllò, poi sospirò per il caldo che c’era nella stanza. Decise che valeva la pena arrivare fino al lago per rinfrescarli, si infilò un paio di pantaloni e prese in braccio entrambi i gemelli.

    Quando aprì la porta, il tempio era silenzioso e il punto dov’era avvenuto il sacrificio era perfettamente pulito. Uscì nell’aria umida, poi mise a terra i due bambini per andare verso il lago. I loro corpicini nudi e sudati erano troppo caldi per portarli in braccio e troppo scivolosi per tenerli senza rischiare di farli cadere.

    Ci volle un’ora per arrivare al lago trasparente. Kyrin si sedette a un metro dalla riva e lasciò che i bambini giocassero e si schizzassero nell’acqua bassa. Aveva sperato che l’acqua fosse più fresca, ma era comunque meglio che stare fuori, nel caldo asfissiante.

    Mentre i bambini giocavano, ripensò alla sua fuga dal castello verso il tempio. In effetti, non la considerava una fuga. Era fedele e si fidava, ma solo di Alric. Gli altri erano solo persone che doveva sopportare per poter stare con lui. Non provava lealtà nei loro confronti e non riteneva di dover accettare i loro insulti e le loro accuse quando Alric non era presente.

    Kyrin sorrise a Ryche, che assomigliava sempre di più ad Alric a mano a mano che cresceva. La sorprendeva ancora quanto amasse i gemelli. C’era voluto del tempo, se ne rendeva conto, ma era una cosa vera e sentiva un legame unico e fortissimo con loro. Non aveva mai pensato che si sarebbe fidata di un uomo, né che gli avrebbe dato dei figli, che amava. Ora era una sensazione confortevole e cominciò a desiderare che Alric fosse già tornato.

    Sedomer assomigliava anche lui ad Alric, ma non quanto Ryche. Entrambi i gemelli avevano i capelli biondi e ricci ma in qualche modo Sedomer era riuscito ad avere le fossette, che non avevano né lei né Alric. Mentre giocavano, si chiese come sarebbe stato avere un amico a un’età così tenera, o avere dei genitori protettivi e affezionati che ti curassero.

    Si rese conto che i suoi modi erano diversi e che molti nel castello ritenevano che le sue capacità di genitore fossero inadeguate e strane. Emerisa era l’unica che la sosteneva, ripetendole spesso che era la loro madre e poteva fare tutto quello che riteneva giusto. Alric era d’accordo con le idee di Emerisa ma gli abitanti del castello la guardavano male o sbuffavano quando prendeva una qualunque decisione riguardo i gemelli.

    Kyrin continuava a non trovare un motivo valido perché dei bambini di quattordici mesi dovessero restare completamente vestiti in un caldo così asfissiante. Sembrava una decisione logica spogliarli per tenerli più freschi. Non vedeva nemmeno motivi per restare con le maniche lunghe. Quello che indossava mostrava solo le braccia e non sembrava preoccupare gli eunuchi.

    Si rendeva conto che la camiciola senza maniche mostrava il tatuaggio del lupo sulla spalla, che portava in onore di Daemionis, che innervosiva i Preti.

    Un rumore nel sottobosco interruppe i suoi pensieri e si mise diritta, tesa. Il mazzafrusto era a portata di mano e lo stava afferrando quando apparve un lupo grigio, che si avvicinò all’acqua, si chinò vicino ai gemelli e cominciò a bere l’acqua tiepida.

    Kyrin si rilassò guardandolo. Nessun lupo si sarebbe avvicinato tanto a degli umani a meno di essere stato inviato da Daemionis. Si chiese perché pensasse che aveva bisogno della scorta di un lupo ma non osò chiederglielo. Quando finì di bere, il lupo si sedette, guardando il lago.

    ***

    Kyrin si rilassò e lasciò che l’acqua della cascata fluisse sopra di lei. Aveva scoperto qualche giorno prima che l’acqua che si versava nel lago dall’alto era più fresca del resto. Era splendido essere fuori dal caldo e chiuse gli occhi, alzando il viso verso l’acqua rinfrescante.

    L’eunuco era seduto nell’acqua con i gemelli, entrambi concentrati sulle piccole ranocchie nell’acqua e intenti a cercare di catturarle. L’eunuco non le prestava attenzione. Aveva ricevuto l’ordine di badare ai gemelli e non disobbediva mai a un ordine.

    Quando Alric uscì dalla radura accanto al lago, sorrise ai due bambini. Lo seguivano Finn e due Cavalieri che controllavano la zona per cercare segni di pericolo. I gemelli erano completamente nudi e Ryche si era appena inginocchiato nell’acqua cercando di prendere una rana. Sedomer lo guardava attento, con le mani a coppa su una ranocchia.

    L’eunuco alzò gli occhi su Alric quando si avvicinò, poi tornò a guardare i gemelli, completamente disinteressato. Alric vide del movimento e guardò verso la cascata. Spalancò gli occhi quando vide Kyrin. Finn si mise a ridere e si voltò quando vide che indossava solo le mutandine e la camiciola, quasi completamente trasparente per l’acqua.

    Alric cominciò ad arrabbiarsi vedendola in quello stato davanti a uno dei seguaci di Daemionis, poi si rese conto del completo disinteresse dell’eunuco nei suoi confronti. Quando si tuffò nell’acqua, Kyrin lo vide e gli sorrise, poi nuotò fino al bordo dell’acqua.

    Bentornato, disse, avvicinandosi ai suoi vestiti. Se li infilò sul corpo bagnato mentre Alric la guardava.

    Grazie, le rispose, non molto convinto di quello che Kyrin stava facendo.

    Kyrin si avvicinò in fretta a lui e lo baciò prima di rivolgersi all’eunuco: Asciugali e torniamo indietro.

    L’uomo annuì e tirò fuori i gemelli dall’acqua. Alric scosse la testa quando si avviarono verso il bosco, ancora completamente nudi.

    Niente vestiti? Le chiese, seguendoli.

    Kyrin sospirò, senza sapere se anche lui sarebbe stato d’accordo con i Preti: Fa troppo caldo per i vestiti.

    È per questo che hai litigato, quando sei scappata? Alric le prese la mano mentre camminavano verso il tempio.

    Non sono scappata.

    Bene, allora... era per questo che stavate litigando quando hai deciso di trasferirti?

    Kyrin sorrise. Sì, in effetti. Quello e il fatto che non volevo portare le maniche lunghe.

    Hai intenzione di trasferirti nel tempio tutte le volte che le cose diventano difficili?

    No, te l’ho detto, io non scappo dai confronti.

    Allora come lo chiami?

    Lo chiamo non accettare di essere insultata.

    Insultata?

    Sì, il Prete mi ha praticamente detto che se indossavo solo la camiciola, avrebbero pensato che sono di facili costumi.

    Davvero?!

    Sì. Non capisco come voler stare più fresca sia un segno che ho intenzione di tradirti.

    Gliene parlerò io.

    Si sentirono le urla soffocate quando si avvicinarono al tempio. Alric fu sorpreso che né l’eunuco né Kyrin si affrettassero per vedere se c’era qualche problema. Si fermarono appena fuori della struttura di pietra nera e i Cavalieri fecero per dirigersi verso le urla ma Finn li trattenne.

    Vuoi vedere l’interno? Chiese Kyrin.

    Non vuoi andare a vedere perché stanno urlando? Alric rispose con una domanda.

    So già di cosa si tratta. Non c’è niente che non vada. Ti farò fare un giro, però.

    No, non credo di poter entrare lì dentro

    Perché no?

    Alric sorrise: È così. Perché non raccogli le tue cose mentre ti aspettiamo qui?.

    Va bene, torno subito, gli disse e poi salì di corsa verso il portico. La porta si aprì prima che arrivasse e Kyrin scomparve all’interno, seguita dall’eunuco.

    È un tipo silenzioso, accennò uno dei Cavalieri, interrompendo un silenzio imbarazzato.

    Non ha la lingua, gli spiegò Finn.

    Signore?

    Lingua... è stata tagliata.

    Perché? Chiese il Cavaliere inorridito.

    Dovresti chiederlo a Kyrin. Sono eunuchi, senza capelli, peli e senza lingua.

    Che cos’è un eunuco, Signore?

    Alric si limitò a una risatina e si voltò a guardare la porta quando Kyrin uscì. Si era rimessa la casacca a maniche lunghe e aveva gli abiti dei gemelli su un braccio.

    Chiedilo a Kyrin.

    Lei non lo sa, Signore?

    Oh, io lo so.

    Pronta, allora? Le chiese Alric. Si sentiva ancora a disagio per le urla di dolore soffocate che arrivavano dall’interno.

    Sì, andiamo, gli prese la mano e si avviarono verso il castello. Finn prese uno dei gemelli nudi e un altro Cavaliere prese l’altro.

    Signora? La chiamò il Cavaliere, avvicinandosi a Kyrin.

    Lei lo guardò, sorpresa che le avesse rivolto la parola.

    Posso farle una domanda?

    Certo.

    Alric ridacchiò. La mano di Kyrin si strinse intorno alla sua quando il cavaliere parlò.

    Il Capitano ha accennato che quegli uomini nel tempio non hanno la lingua e i capelli e che sono quelli che ha chiamato eunuchi.

    .

    "Perché,

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