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Il sentiero nel bosco intricato
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E-book228 pagine2 ore

Il sentiero nel bosco intricato

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Clearing The Tangled Wood: Poetry as a way of seeing the world -  è stato pubblicato dalla prestigiosa Academica Press negli Stati Uniti nel 2009. La meditazione di Lawless tenta di rivendicare la poesia nella nostra vita e confuta il ragionamento di Platone per bandire i poeti dalla sua Repubblica ideale che definiva i poeti  irrazionali o persino effeminati. Il lavoro è uno sguardo globale alla poesia moderna e Lawless fornisce le sue traduzioni di versi dall’ irlandese allo spagnolo. Il bosco intricato è una “sequenza emozionante di rivelazioni, un lavoro splendidamente scritto con amore, piacere e intuizione” Brendan Kennelly. 'Un balletto linguistico, dotto e vivace,  in favore della poesia' John Montague

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita8 ago 2014
ISBN9781633393745
Il sentiero nel bosco intricato

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    Il sentiero nel bosco intricato - James Lawless

    Il sentiero nel  bosco intricato: La poesia, un modo per guardare il mondo-  è stato pubblicato in inglese dalla prestigiosa Academica Press negli Stati Uniti nel 2009. La meditazione di Lawless tenta di rivendicare la poesia nella nostra vita e confuta il ragionamento di Platone per bandire i poeti dalla sua Repubblica ideale che definiva i poeti  irrazionali o persino effeminati. Il lavoro è uno sguardo globale alla poesia moderna e Lawless fornisce le sue traduzioni di versi dall’ irlandese allo spagnolo.

    Il sentiero  nel bosco intricato è una sequenza emozionante di rivelazioni, un lavoro splendidamente scritto con amore, piacere e intuizione. Brendan Kennelly.

    Un balletto linguistico, dotto e vivace, in favore della poesia. John Montague.

    a Brendan Ryan

    CONTENUTO

    1  INTRODUZIONE

    2  UN ELEVATO STATO DI COSCIENZA

    3  TESTIMONIANZE ORIGINARIE

    4  VEDERE COSE NASCOSTE

    5  LA SCOPERTA DEI SEGNI

    6   VEDERE LA GRAMMATICA

    7  VEDERE TRA I TESTI

    8  L’OCCHIO COMPOSTO

    9  VEDERE SPIRAGLI

    10  IL DESPOSTISMO DELL’OCCHIO

    11  VEDERE VOCI

    12  VEDERE MESSAGGI

    13  VEDERE L’INGRANAGGIO CHE AVANZA

    14  VEDERE IL GHIACCIO PER LA PRIMA VOLTA

    15  SGUARDO AL MERCATO

    16  VEDERE LA DUALITA’

    17  VEDERE MONDI SENZA BARRIERE

    18  CONCLUSIONI E DISCUSSIONE

    BIBLIOGRAFIA

    INDICE

    PREMESSA

    La poesia non è tanto una fuga dalla realtà, bensì un confronto intenso con essa. Le parole di un artista confluiscono in un accentuato senso della vita, anche se rivelano il genio di un determinato linguaggio. Il poeta può iniziare come un sognatore, ma il momento dell’arte è quello in cui la pressione del reale è contenuta in una forma inaspettata ma appropriata.

    In questa meditazione luminosa e di ampio respiro, James Lawless esamina la dinamica della creazione. Per lui il poeta è chi, riconnettendoci con i nostri io sepolti, inventa anche un nuovo modo di vedere il mondo.

    Se l’energia della vita è un desiderio di forma, l’artista cerca quindi un linguaggio con il quale catturare tutta questa novità. Quando si tenta di definire qualcosa di ancora sconosciuto, si deve lavorare necessariamente con un idioma conosciuto, ma la loro originalità fa sì che questo idioma possa essere usato in maniera strana, inconsueta. Ciò richiede spesso una trascendenza di nozioni ereditarie e bipolari del mondo, della sessualità, di classe ed anche di se stessi.

    James Lawless scrive con l’autorità di chi sa che un artista non riporta solo idee o sentimenti: colei o colui devono anche inventarli o, per lo meno, offrirne una nuova denominazione. Si parla di autori russi, spagnoli o irlandesi, e lui ci ricorda continuamente che il poeta è quella persona che può sopravvivere la confusione e riportarcela con chiarezza.

    James Lawless sa che la poesia arriva a quella zona della psiche, che un’analisi più razionale non riesce a raggiungere: e questo raggiungimento è necessario se si vuole ricostruire il nostro mondo.

    Declan Kiberd

    PREFAZIONE

    L’uomo è più irrazionale che razionale. Il linguaggio letterale non riesce a riconoscerlo pienamente. La poesia, tuttavia, per le sue licenze grammaticali e qualità anarchiche, riesce a dare un indirizzo a quest’aspetto delle nostre vite. Offrendo un modo alternativo di vedere il mondo, ci permette di penetrare più profondamente la realtà e ci aiuta a vedere altro. Per penetrare il mondo della poesia, si deve innalzare il proprio stato di coscienza e cedere ai suoi metodi di osservazione. Quest’opera si prefigge di dare dei suggerimenti su come raggiungere questo stato, e si discute sul processo stesso di creatività. Sono delimitate le influenze di altre discipline e di altri testi, come pure è tracciata l’evoluzione della poesia nelle sue varie forme, da orale a scritta fino a quella visiva. Vengono riportati alcuni esempi di come la poesia illumini i nostri mondi ordinari, ideologici e tecnologici. Qualche attenzione è data anche al ruolo del poeta nella società. Sono citati estratti di opere di vari poeti contemporanei, tra cui un capitolo sulla poesia irlandese moderna. Tuttavia, al fine di illustrare pienamente l’arricchimento semantico, psicologico ed estetico che deriva dalla poesia, e nel tentativo di discostarsi – anche se solo temporaneamente – dall’egemonia inglese, è presa in considerazione la poesia di tre poeti non-inglesi (Salinas, Lorca e Pasternak). Il lavoro termina con una rivendicazione del valore della poesia nel ventunesimo secolo, non solo come forma d’arte in sé, ma come strumento essenziale e indicativo in un mondo frammentario.

    RINGRAZIAMENTI

    Desidero ringraziare con gratitudine i poeti e gli scrittori, viventi e non, che cito e cui faccio riferimento in questo lavoro. Spero che siano tutti elencati nelle note, nella bibliografia e nell’indice. Un ringraziamento speciale a mia moglie Margaret, alla nostra famiglia e poi a Brendan Ryan, Declan Kiberd, Brendan Kennelly, John Montague, Nuala Ní Dhomhnaill, Michael D Higgins, Katie Donovan, Pat Boran, Gerald Dawe, Joe Woods e lo staff di Poetry Ireland e dell’Istituto Cervantes, Dublino; e negli Stati Uniti un ringraziamento a Thomas Kinsella, Eamon Grennan, George O’Brien, Robert Redfern-West, Tiffany Randall e Ginger McNally.

    1 INTRODUZIONE

    Il suo sguardo fisso, oltre quelle sbarre in continuo movimento,

    è così appannato di stanchezza, da non riuscire più ad accettare niente.

    Si sente come se esistessero mille sbarre,

    e non più un mondo come prima, oltre queste.

    Questa strofa tratta da The Panther (1964) di Rilke raffigura un animale, potente ma limitato ed esterrefatto dalle sbarre della gabbia. Talvolta appare un’immagine, ma è subito repressa dal suo cuore intrappolato e frustrato. Il poema è una buona metafora del conflitto tra la visione interna del poeta e il mondo esterno, distruttivo.

    La poesia non è solo mera scrittura come molti vorrebbero farci credere,¹ ma in molti casi è l’unico mezzo con il quale l’animale parlante riesce a oltrepassare i limiti del proprio involucro (Kristeva, 1980:33).

    Freud riconosce alla poesia il potere di liberare l’inconscio (Cheselka, 1987:70). Il suo ruolo era di trasformare lo studio dell’inconscio in una scienza, ed egli, in effetti, ha reso l’uomo in maniera molto efficace più irrazionale che razionale. Nel linguaggio letterale ci sono limitazioni per esprimere il nostro io interiore. I nostri pensieri girano ma il nostro linguaggio è lineare, come rileva Bergson (1910). Se prendiamo la definizione di Nabokov della poesia come il mistero dell’irrazionale percepito con parole irrazionali (Winokur, 1989:78), vediamo che l’importanza della poesia è come una chiave per svelare alcune delle complessità della nostra psiche più intima.

    Più ci abituiamo a vedere, o meglio, a intravedere le cose in un certo senso a metà, più siamo riluttanti a vedere la diversità. Watzlawick et al (1974) ha illustrato quanto sia difficile per le persone fare dei cambiamenti nella società, quando sono accecate da paraocchi dovendo lavorare in strutture concettuali ristrette. E Whiting (Rogers, 1982:113) rileva:

    Le persone hanno un insieme di comportamenti latenti e alternativi che possono essere attivati con il mutare delle condizioni.

    Sono dell’opinione che la poesia offra un modo alternativo di vedere il mondo (specialmente con la crescente standardizzazione impostaci dai mezzi multi mediali e dall’informazione tecnologica). Utilizza una grammatica diversa per esporre idee e significati che normalmente si sono perduti nel linguaggio letterale.  Ha l’effetto di scuotere il nostro sistema di attese di significato prevedibile e di attivare la nostra visione in aree prima inattive.²

    Se potessimo sviluppare il senso di altro, immaginiamo le meravigliose ripercussioni che si potrebbero avere per la comprensione reciproca del mondo.

    Per penetrare il mondo della poesia, si deve accantonare la credenza (o incredulità come alcuni sostengono) di un’esistenza concreta e di fiducia nel suo metodo di osservazione, con l’obiettivo di un arricchimento semantico e spirituale.

    Questo lavoro si propone di esaminare alcuni dei modi in cui la poesia immagina il mondo, e dei significati che riesce a trovare o tenta di farlo. Per raggiungere questo scopo, sono necessarie alcune condizioni che propongo di discutere nelle pagine seguenti:

    un elevato stato di coscienza;

    una qualche conoscenza di cosa implica creare una poesia ed il ruolo del lettore in questo;

    una certa comprensione del contenuto semiotico della poesia

    capire che una poesia è parte di una trama di altri testi e di altri mondi;

    un apprezzamento dell’interconnessione o conflitto di altre discipline, in particolare filosofia e scienza; un’introspezione di metodiche poetiche, sia orali sia visive, o combinazioni delle stesse; una coscienza del ruolo del poeta nella società, come miniaturista di mondi quotidiani, ideologici e tecnologici.

    Vorrei gettare un breve sguardo alla moderna poesia irlandese e mostrarla come una fusione di visualità binarie tra maschio e femmina, con un doppio patrimonio di lingua irlandese e inglese, che si arricchiscono a vicenda.

    Vorrei anche dimostrare come, in un’epoca agnostica, siano ancora maggiori le esigenze spirituali di poesia, e come questa ha assunto il ruolo di strumento interpretativo per scoprire il significato e il . In questo modo, spero di confutare le critiche di coloro che, da Platone in poi, hanno denigrato la poesia come illusoria e i poeti come esseri instabili o persino effeminati.

    E alla luce della crescente contaminazione del mondo per mano dell’uomo, spero di dimostrare che la poesia, che non è cosa effimera, può aiutarci a vedere noi stessi in maniera ecologicamente più consapevole come ospiti (secondo Pasternak), piuttosto che come proprietari o conquistatori dell’esistenza.

    Sebbene faccia riferimenti a vari poeti nel corso dell’opera, intendo però terminare con l’individuazione di tre poeti non-inglesi in particolare: Salinas, Lorca e Pasternak.

    Ho scelto questi tre poeti per il loro valore intrinseco e perché rappresentano tre approcci distinti alla poesia che spero di chiarire con questo lavoro.

    Li ho scelti anche perché offrono l’opportunità di viaggiare oltre la nostra percezione linguistica egemonica, nel tentativo di vedere altro.

    Ho scelto Pedro Salinas perché la sua ricerca del significato è così forte, così essenziale, sempre in continuo mutamento, come se ci portasse attraverso lo specchio della realtà, facendoci vedere con occhi nuovi.

    Includo Federico García Lorca per la doppia codifica nella sua poesia, per le metafore profonde della grammatica della poesia stessa e il simbolismo onirico più profondo per nascondere il suo orientamento sessuale.

    ––––––––

    Infine, Boris Pasternak appare come il poeta puro, la poesia della vita; anche la sua prosa incorpora riflessioni sulla poesia. Egli non poté fare a meno di vivere la sua vita come un’opera d’arte tragica. La sua poesia è ricca di simbolismi e visioni.

    Spero che questi, e altri poeti potranno mostrarci le ricchezze, semantiche, psicologiche ed estetiche che derivano dalla poesia. 

    Data la natura multi - sfaccettata della poesia e poiché copre uno spettro così ampio, delimiterò le mie argomentazioni per lo più ai poeti del ventesimo e ventunesimo secolo, ad eccezione di altri riferimenti en passant.

    Le traduzioni dallo spagnolo e dall’irlandese sono mie, eccetto dove diversamente specificato.

    NOTE

    1 J.M.G. Le Clezio disprezza le arti scritte eguagliando tutte le forme di scrittura:

    Poesie, romanzi, racconti brevi sono antichità notevoli che non ingannano più nessuno. Poesie, narrazioni. qual è il loro uso? Non c'è nient’altro che la non-scrittura (Barthes, 1987:64).

    2 P. Bürger (1992:20), facendo riferimento a Walter Benjamin (vedi nota), precisa che

    Il compito della nuova arte è di disturbare il modello automatizzato di percezione attraverso la vera organizzazione del materiale artistico, forzando così il destinatario del lavoro ad adottare un nuovo modo di vedere. 

    3 Don Marquis paragonò la pubblicazione di un volume di versi alla caduta di un petalo di rosa lungo il Grand Canyon in attesa della sua eco (Winokur, pag.168.)

    2 UNO STATO DI COSCIENZA ELEVATO

    I nostri pensieri sono spesso resi nebulosi e contorti dall’ambiente circostante; la nostra concentrazione e i nostri sentimenti sono influenzati molto dal nostro stato d’animo, dall’atteggiamento degli altri ecc. E quindi come possiamo liberarci la mente e renderla idonea alla recettività poetica?

    La propensione meditativa, di cui parla Wordsworth nella sua introduzione alle Ballate Liriche (1798) come modo per acquisire conoscenza poetica, potrebbe anche essere d’ispirazione per il lettore come una sorta di preparazione alla ricezione di un testo. Barthes (1967) parla dell’utilizzatore di poesia che s’imbatte frontalmente con la parola, non è più guidato in anticipo dall’intenzione razionale. La parola raggiunge una condizione in cui, come in un dizionario, può vivere senza il suo articolo, cioè è ridotta a norma zero. La parola è una categoria, avvia il discorso. La poesia è piena di lacune, di discorsi discontinui, piena di luci, piena di assenze (pag. 38).

    Secondo il pensiero indiano, la conoscenza è diversa secondo i vari stati di coscienza. Non può essere rimossa dallo stato cognitivo. Rilke rappresenta la coscienza come una piramide, con le percezioni letterali quotidiane al suo apice e il trascendentale alla base (Yarrow, 1985:2). Uno stato di coscienza elevato ci permette di creare forme, modelli e significati, così come loro appaiono al momento dell’accadimento. E’ una condizione in cui l’azione si svolge in

    equilibrio, come il bilanciamento di un trapezista. Lascia aperti a una ricettività totale. E’ ciò che intendeva James Joyce quando parlava di epifanie.

    Come si raggiunge questo stato? Yarrow suggerisce un metodo che comporta una progressiva riduzione di sforzo, fino a quando si è semplicemente consapevoli di essere consapevoli, una sorta di preavviso che non include alcuna attività. Egli cita la Meditazione Trascendentale come un modo per realizzare questa coesione¹. Tuttavia egli si affretta a rilevare che la condizione d’inattività raggiunta non è quiescentema piuttosto un modo vitale di ravvivare il meccanismo con cui interagiamo con il

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