I Figli Di Mayhem
Di Nikki Pink
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Seguiamola in questo eccitante viaggio con I Figli di Mayhem.
Nikki Pink
Nikki Pink dejó su hogar y ahora es profesora de inglés en una universidad pequeña en Asia. A ella le gusta cocinar, salir a correr entre los campos de arroz y hablar con su ingenioso gato.
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Anteprima del libro
I Figli Di Mayhem - Nikki Pink
lettura?
CAPITOLO UNO
Fu un rumore di elicotteri,sirene e urla proveniente dall’esterno della finestra della mia camera a svegliarmi. Con l’adrenalina che scorreva nelle vene e sfregandomi gli occhi cisposi con la mano chiusa a pugno, balzai giù dal letto e mi diressi verso la finestra per vedere qual era la causa di tutta quella confusione.
Guardando in strada vidi che in realtà non erano elicotteri, ma circa una dozzina di motociclette dai motori assordanti e due vetture della polizia del campus. Potevo vedere i poliziotti gesticolare come mimi in modo concitato, ma non sentirne le voci che erano completamente coperte dai ruggiti delle potenti motociclette. I centauri ridevano di fronte alle gesta selvagge degli agenti.
Stavo osservando attonita quella scena quando una ragazza con uno striminzito paio di calzoncini, scese d’un balzo dal sedile posteriore di una delle motociclette. Premette il suo volto contro quello del barbuto centauro, che, come se niente fosse, fece scivolare una mano sotto la sua camicetta e sembrò strizzarle un seno.
Per tutta risposta, la ragazza bionda ricambiò la pressione appoggiando una mano sul cavallo dei pantaloni prima di alzare lo sguardo in direzione del dormitorio. Quando si voltò dalla mia parte inspirai profondamente e sogghignai: era Lucy. La mia compagna di stanza, Lucy. La mia pazza compagna di stanza conosciuta da tutti come "tu-non-puoi-immaginare-che-cosa-ho-combinato-la-scorsa-notte.
Il capo dei motociclisti levò in aria il pugno guantato e con l’indice al cielo disegnò un cerchio in aria. A quel segnale le motociclette si allontanarono rombando lasciando gli agenti nella loro rabbia impotente.
Aspettando che Lucy trovasse la strada per arrivare al secondo piano, indossai i calzoni della tuta sudati e ingrigiti e mi sedetti sul nostro piccolo divano.
Un minuto dopo la sentii armeggiare con la serratura della porta, mentre tentava di inserire la chiave nella toppa, una, due, tre volte. Finalmente la porta si spalancò e la bella e arruffata Lucy irruppe nella stanza.
Arricciai il naso quando lei inciampò e rovinò sul divano accanto a me. Puzzava come uno che avesse partecipato a un festino della confraternita; la sola differenza era che lei puzzava di pessimo whisky invece che di birra a buon mercato. Appoggiò la testa sul mio grembo.
Tu non puoi immaginare che nottata stupenda ho trascorso
La guardai bene in faccia per la prima volta quella mattina. Il mascara era sbavato, il rossetto quasi completamente sparito e sulle spalle i segni giallastri dei lividi facevano capolino dalla maglietta troppo stretta. "Cosa diavolo è successo Lucy? Se questo è il tuo aspetto dopo una bella nottata, non oso pensare come saresti conciata dopo una brutta.
Ho passato la serata con i Figli di Mayhem. È stato tutto dannatamente incredibile.
I suoi occhi non riuscivano a restare aperti e avrei potuto giurare che fosse a un passo dalla morte. Volevo portarla a letto prima che tentasse di farlo da sola. Ma più di tutto, volevo sapere cosa accidenti aveva combinato la notte precedente.
Quel semestre ero piombata nella routine. Tutti i giorni sempre la stessa storia.
Persino il mio fidanzato era diventato noioso per me. Lucy era la mia valvola di sfogo; vivevo attraverso di lei, la invidiavo perché riusciva a divertirsi, riusciva a cavalcare gli eventi, a vivere mentre io mi stavo semplicemente facendo trasportare.
Non saresti dovuta uscire con Jamie ieri sera?
le chiesi.
Oh lui?Già. Era ieri sera? Quello è un perdente. Con lui ho rotto. Poi ho incontrato i Figli...beh, in realtà loro mi hanno solo dato un passaggio per tornare qua in dormitorio.
Si. Li ho sentiti
Oh li hai sentiti da qua, davvero?
Lucy sembrava sorpresa. O forse stava solo fingendo. Oppure era semplicemente troppo ubriaca per dire qualcosa di sensato.
Certo che li ho sentiti! Vi si poteva sentire fino a due isolati di distanza. Avevate anche le sirene della polizia dietro. Avete dato spettacolo.
Lei ridacchiò, e muovendo la testa ancora appoggiata sul mio grembo disse Li hai visti allora? Non sono favolosi?
Ho visto che uno ti molestava.
Dissi ripensando alla mano guantata del motociclista che si faceva strada sotto la sua camicetta, davanti agli altri motociclisti e ai poliziotti. Tremai leggermente. Avrei voluto fosse capitato a me. Era passato troppo tempo da quando qualcuno mi aveva fatto sentire attraente. Non che io fossi il tipo di ragazza che voleva essere palpeggiata in pubblico, ma almeno un abbraccio caldo, in grado di farmi sentire attraente e desiderata, mi sarebbe bastato.
Se quello significa essere molestata, voglio essere molestata ogni dannato giorno.
Disse Lucy ridacchiando di nuovo e schiaffeggiandosi una coscia. Sembrava trovasse divertente la mia affermazione o forse era ancora ubriaca.
Lo trovai divertente e anch’io feci una piccola risata.
Quindi, uscirai con quel tipo che ti toccava il seno?
Il rapporto che aveva instaurato con quelle persone m’incuriosiva non poco.
Con chi, Brodie? Oh no. Lui mi ha solo dato un passaggio fin qui. La nottata l’ho passata con un altro paio di ragazzi, non con lui.
Ero confusa. Fin dove era arrivata la scorsa notte?
Continuai con le domande, nonostante non fossi del tutto sicura di voler sapere ogni dettaglio.
dunque ora...loro...ti...hai capito, no?
Cosa?
i suo occhi cominciavano di nuovo a chiudersi. Sembrava che stesse quasi per svenire.
Hai intenzione di unirti alla banda dei motociclisti per caso?
Unirmi alla banda? Sono una ragazza, stupida.
Rispose, spalancando gli occhi e sottolineando così l’assurdità della mia domanda.
E che differenza fa?
chiesi candidamente. Non sapevo niente di loro. Infatti, guardarli dalla finestra poco prima era stato il contatto più ravvicinato che avessi mai avuto con una di quelle bande.
Il suo tono divenne serio. In quel momento non sembrava nemmeno più ubriaca. Solo i ragazzi possono farne parte. Ma ci sono due tipi di donne che si possono associare.
Associare? Che parolona pronunciata da lei alle sei di mattina, Ci sono le pollastre e le vecchie signore.
Pollastre e vecchie signore? Ti prego, non mi dire che tu fai parte delle vecchie signore!
mi misi talmente a ridere che persino Lucy sogghignò.
Ha ha! Bhe potrei esserlo! Cioè, non potrei ma potrei se capisci quello che intendo dire.
No
risposi anche se lei probabilmente pensava che il suo discorso avesse un senso.
Mi spiego meglio, una vecchia signora è paragonabile a una vera fidanzata o a una moglie. Vuol dire che tu appartieni a un solo uomo. Io invece sarò una pollastrella non appena verrò inis...
Incespicò sulla parola inisciata...volevo dire iniziata
Annuii sempre più incuriosita Ah..e allora di che cosa si tratta? Che cosa è una pollastrella?
Essere una pollastrella significa che puoi...
rifletté un momento prima di proseguire, partecipare alle loro feste. Bazzicare all’interno del loro circolo e festeggiare.
Mi sembrava di capire che lei volesse dire qualcosa d’altro, che intendesse qualcosa di diverso, un tipo di festa molto più interessante. Continui a parlare di feste. Ma ti riferisci a una di quelle stupide feste organizzate dalla confraternita alle quali volevi trascinarmi lo scorso semestre?
Continuando a ridere, rispose Loro si divertono di più! I ragazzi della confraternita sono dei bambocci! Queste feste invece sono molto più...ummmm...
Ero talmente eccitata dall’idea delle feste organizzate da questi uomini veri che dovetti controllare la mia voce. Cercai di non apparire così interessata, sebbene lo fossi. Molto di più in che senso?
Adulti
Adulti?
Smisi quasi di respirare; volevo che mi raccontasse di più. Dallo stato in cui si trovava sicuramente non si era limitata a ballare,ma aveva fatto qualcosa di molto più interessante.
E va bene, te lo dirò visto che sono ubriaca.Ok?
e senza attendere la mia risposta continuò. Quei ragazzi e le pollastrelle...sono dei selvaggi, ma veri selvaggi. Pensa che ho assistito all’ini- ho visto la trasformazione in pollastrella di una ragazza e indovina che cosa le ho visto fare?
Accidenti era davvero eccitante e io che avevo trascorso la prima parte della serata col mio flaccido fidanzato che forse era anche gay prima di tornare in camera da sola e insoddisfatta. Volevo sapere tutto e se Lucy fosse stata sobria, avrebbe percepito l’eccitazione nel tono della mia voce Che cosa hai visto?
Avevo sempre chiesto a Lucy di raccontarmi cosa aveva combinato ogni volta che era rientrata dalle sue notti selvagge, quindi la maggior parte delle mie fantasie si basava sulle sue avventure notturne.
Due ragazzi!ho visto questa ragazza fare sesso con due ragazzi contemporaneamente. Era meraviglioso!e tutti che li incitavano!
Lei ridacchiò. Io ero sempre più turbata; desideravo saperne di più ma ero troppo imbarazzata per fare altre domande.
Lucy?
incalzai
Si?
chiese, sempre tenendo gli occhi chiusi.
Vorrei,
feci una pausa prima di continuare, talmente ero terrorizzata dal pronunciare quello che mi stava passando per la testa, vorrei essere come te, anche solo per una notte. Voglio scoprire cosa si prova a lasciarsi andare. Mi porteresti con te la prossima volta?
Queste ultime parole uscirono così velocemente dalla mia bocca che gli occhi finalmente aperti di Lucy iniziarono a scrutarmi.
––––––––
CAPITOLO DUE
Lucy mi guardò preoccupata. Sei sicura di volerlo? Voglio dire, sono dei tipi rozzi. E’ vero che per te erano rozzi anche i ragazzi della confraternita, ma ti avviso che questi se li mangerebbero a colazione
e disse queste ultime parole con un tono derisorio.
Ti ho detto di si
Era sconvolta nel sentire che io, la studentessa perfetta col massimo dei voti, volessi partecipare a una festa dei centauri. Ma non mi conosceva così bene, anzi nemmeno io mi conoscevo bene.
Trascorsi tutta la settimana successiva a convincerla che volevo davvero uscire con loro. Lei mi guardò aggrottando la fronte.L’hai detto a Mark?
No! Ti ho detto che abbiamo rotto. Non è affar suo.
Ed era vero; ci eravamo lasciati la notte precedente. Credo che sia stato l’umiliante finale della mia relazione a spingermi ancora di più verso Lucy. Sebbene le avessi detto che volevo andare con lei, mi sarei probabilmente tirata indietro se non fosse finita in quel modo.
Stavamo camminando verso la cancellata posteriore del campus. La Lucy sobria era molto più assennata della Lucy ubriaca ed era preoccupata del fatto che i centauri tornassero al dormitorio. Parlavamo di ragazzi e ragazze mentre camminavamo lungo il sentiero nella luce del tardo pomeriggio sembrando davvero sudice. Ma per una volta nella mia vita, mi piaceva.
Malgrado avesse imparato cosa voleva dire essere una party girl
per una notte, Lucy sembrava conoscere tutto quello che riguardava il loro stile (o la loro mancanza di stile). Quel pomeriggio lei aveva dato un colpo di forbici ai miei jeans, non solo accorciandoli ma ricavando anche delle fessure e dei buchi. Guardandomi allo specchio sobbalzai non appena vidi parti delle cosce e del sedere spuntare dalla stoffa lacerata (o come diceva Lucy migliorata).
Lei aveva squarciato anche una parte della mia t-shirt, lasciando così nuda una fetta della mia pancia. Quando smise di occuparsi del mio guardaroba, la maggior parte del mio abbigliamento era più nella spazzatura che sul mio corpo.
Nonostante ciò, dovetti ammettere che stavamo bene. Non eravamo certo il tipo di ragazze che il figlio di un ministro avrebbe portato a casa per farle conoscere alla mamma, ma stavamo bene al punto che un maschio arrapato avrebbe potuto fare sesso con noi fino a farci gridare dall’estasi.
Oh merda!
sussurrai. Dall’altra parte del viottolo c’era il mio ex fidanzato, Mark. Non volevo assolutamente parlare con lui (non) vestita com’ero e così mi voltai di lato in modo che i capelli mi coprissero il viso e finsi di interessarmi agli alberi dall’altro lato del sentiero, sperando che non mi riconoscesse. Stranamente mi andò bene.
Davvero, deve essere gay.
Sentenziò Lucy dopo che ci ebbe superate senza nemmeno degnarci di uno sguardo.
Lo pensi veramente?
le chiesi.
Come può non esserlo? Tutti gli altri ragazzi che abbiamo incrociato,ci hanno guardato affamati. Lui invece non ci ha proprio viste; non ti ha nemmeno riconosciuta e si suppone che tu sia la sua fidanzata.
Ex fidanzata.
Una cosa era sicura: con la sua frase, Lucy aveva sottolineato il senso di colpa che avrei provato ad uscire coi motociclisti.
Arrivammo alla cancellata e restammo ferme ad aspettare. Non trascorse molto tempo e udimmo il rombo lontano delle motociclette, percepimmo quel boato pochi secondi prima del loro apparire.
Sono felice che tu venga con me questa volta. E’ bello avere con me un’amica
disse Lucy sorridendomi, e io ricambiai quel sorriso. Ma mentre il mio viso era sorridente, il mio stomaco era in subbuglio. Non ero mai andata a un simile appuntamento; anche se, ovviamente, non si trattava di un vero appuntamento. In pratica avevo acconsentito a incontrare un gruppo di motociclisti arrapati e avrei probabilmente fatto sesso con uno di loro. O perlomeno questo era ciò di cui avevo fantasticato quasi ogni sera nell’ultima settimana. Merda. Sto veramente per salire su una moto per farmi scopare da un motociclista. Cosa c’è che non va in me?
Nel momento in cui iniziai a realizzare quello che stava per accadere, la mia fantasia cominciò a trasformarsi in una realtà poco affascinante e molto più inquietante.
Stavo per dire a Lucy che non avrei proseguito, che sarei tornata al dormitorio a mangiarmi un gelato davanti al mio portatile, quando le motociclette apparirono in fondo alla strada. Era troppo tardi ormai per andarsene in modo dignitoso, inoltre non ero abituata a correre con gli stivali a tacco alto che Lucy mi aveva fatto indossare.
Mi morsi nervosamente le labbra mentre mi chiedevo come avrei potuto uscirne; fortunatamente erano solo in due, non c’era il gruppo che avevo visto dalla finestra il fine settimana precedente. Erano entrambi a cavallo delle loro lucide motociclette. Presumo fossero delle Harley anche se, devo ammettere, non ero in grado di distinguere una Harley da una Fisher Price.
Il ragazzo davanti aveva dei capelli sporchi e biondi che spuntavano dal casco. Potevo notare che sotto la giacca di pelle e i guanti si delineava un uomo dal corpo ben sodo;non era grasso e nemmeno un gigante, ma sodo come chi ha svolto per tutta la propria vita un lavoro manuale e faticoso.
Signore.
Fece un cenno col mento e lasciò con la mano sinistra il manubrio della moto per salutarci. Salutai, tentando di apparire sicura di me.
Come va?
Il secondo centauro era appena arrivato; era enorme, in tutti i sensi. Aveva un folta barba che scendeva fino a un torace ampio tanto quanto il manubrio della sua motocicletta.
Lucy mi sussurrò all’orecchio. Sembra che ti piaccia Jase! Lui è un VP!
Non sapevo che cosa questo significasse, ma prima che io potessi comprenderlo, lei stava già correndo verso questa montagna di uomo gridando e gongolando. Brodie!
Dolcezza!
ruggì lui di rimando. Quando Lucy gli si avvicinò, lui allargò le braccia per avvolgerla in un abbraccio, la sollevò da terra e la fece scivolare contro il cavallo dei suoi calzoni avvicinando il suo volto a quello di lei.
Io li osservavo senza sapere cosa fare. Non badare a loro.
Disse l’altro motociclista allungando una mano per presentarsi. Jase.
Lo guardavo come un idiota mentre lui sogghignava e afferrando la mia mano disse: Forza, di solito non mordo!
Inalai il forte odore della pelle mischiato a quello della benzina e involontariamente mi leccai il labbro. Mi sorrise mostrandomi i denti bianchissimi e sentii un fremito. Cosa c’è che non va in me? Normalmente sono fredda e sicura di me con gli uomini, a volte faccio persino la sostenuta, mentre ora stavo tremando come una ragazzina. Ah quell’odore...
Respirai profondamente quando mi prese la mano. Potevo distinguere il suono dei baci furiosi proveniente dall’altra motocicletta senza dovermi voltare per guardare. Il desiderio di fuggire per tornare al dormitorio aveva abbandonato la mia mente, mentre mi scoprii a guardare gli occhi blu ghiaccio di Jase e le sue labbra carnose. Immaginai come sarebbe stato bello baciarle, mordicchiarle e sentire le sue forti braccia avvolgermi...
Il mio sogno fu interrotto dalla sua voce. Va tutto bene?
Da quanto tempo lo stavo osservando? Deve aver pensato che sono una stupida. Oh, scusami. Si, certo!
Non avevo niente di meglio da dire?
Inarcò le sopraciglia lasciando la mia mano e ricordandomi così che era ancora nella sua. Hai anche un nome?
Stupida, mi dissi mentalmente e cercai di sorridere con spavalderia. Nicole.
Nicole? Mi piace. Ti va di fare un giro?
disse indicando il sedile dietro di lui.
Certamente!
Stavo tentando di apparire disinvolta, ma in realtà ero terrorizzata ed eccitata. Ancora intontita, decisi di salire sulla moto. Vidi un piolo che sbucava da un lato della motocicletta e pensai di utilizzarlo per salirci. Mi ci appoggiai per scavalcare la sella, appoggiando le mani sul sedile, ma sfortunatamente, non sapendo quello che stavo facendo, la mano mi scivolò nel momento in cui spostai su di essa tutto il mio peso e la mia testa andò a sbattere contro la sua schiena.
Lo sentii ridere e con il braccio mi afferrò facendomi salire dietro di lui. Mi ritrovai velocemente contro di lui, e il forte profumo della pelle mista a fumo mi diede alla testa. Tutto bene?
chiese di nuovo.
Percepii la gentilezza nella sua voce, anche se un po’ rozza. Sto benissimo!
Girai la testa e vidi Brodie che abbracciava Lucy e la faceva salire dietro di lui. Sbirciò verso di me, aveva gli occhi infiammati e lo sguardo acceso. Il rossetto era sbavato ma a lei non importava.
Jase afferrò un casco che era legato dietro al sedile del passeggero e mi disse di indossarlo.
Non appena ebbi bloccato la cinghia, Jase premette il tasto di accensione dando vita alla motocicletta.
Si parte!
mi gridò da sopra la sua spalla. Non tentai nemmeno di rispondere dal momento in cui il rombo del motore avrebbe coperto le mie parole e semplicemente annuii sorridendo e circondando il suo torace con le mie braccia. Le mie mani afferrarono saldamente il davanti della sua giacca per essere sicura di non cadere. Lui si voltò e mi guardò divertito prima di girarsi nuovamente in avanti.
Sentii partire anche l’altra moto dietro di me e subito dopo Jase levò in aria il pugno dando il segnale di partenza. Inspirai profondamente e schiacciai le mie cosce contro la moto. Le vibrazioni penetravano nel mio corpo e io persi il controllo dei miei muscoli facciali. Merda!
Ridevo fra me e me mentre procedevamo lungo la strada con le unghie affondate nel giubbotto in pelle e percependo il suo corpo sodo contro il mio. Udii il rumore dell’altra motocicletta