Amori e Barricate
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Info su questo ebook
Sono le memorie di Benjamin "Ben" Morin.
Ormai vecchio racconta di quando, ragazzo, approda dalla campagna a Parigi. In piena Rivoluzione. Vive grandi amori e grandi avventure, "Ben" rischia più volte la vita, incontra celebri personaggi da Robespierre a Voltaire. Con Ben partecipiamo momento per momento, in diretta, alla storica svolta: non più sudditi ma cittadini. Discorso attuale.
Guido Sperandio
Guido Sperandio was born and lives in Milan. A freelance writer for some thirty national newspapers and magazines, he later became a creative-copywriter in advertising.A writer for adults, he has also published for children and young people with major national publishers and in the USA.He has also written comics, including the legendary Topo Gigio and Tiramolla.After a life spent practising the most unbelievable genres of writing, he has recently replaced the cult of the Word with a passion for the Image. He has been seduced by Pop Art, starting with Andy Warhol & Co and is now working on and publishing a whole series of albums under the 'Guisp Collages' label.Any special notes?He has no mobile phone, no car or microwave oven, but he does have a very affectionate and intelligent cat called Tatablu.Guido Sperandio è nato e vive a Milano. Free-lance per una trentina di giornali e periodici nazionali, diventa in seguito creativo-copywriter in pubblicità.Scrittore per adulti, ha pubblicato anche per bambini e ragazzi con le principali case editrici nazionali e negli USA.Ha scritto anche fumetti, tra cui i mitici Topo Gigio e Tiramolla.Dopo una vita trascorsa a praticare i generi più improbabili di scrittura, ha recentemente sostituito il culto della Parola con la passione per l'Immagine. A sedurlo, la Pop Art, a cominciare da Andy Warhol & Co e così ora ha in corso l'elaborazione e la pubblicazione di tutta una serie di album con l'etichetta "Guisp Collages".Note particolari?Non ha cellulare, nè automobile o forno a microonde, ma ha una affettuosissima e intelligentissima gatta di nome Tatablu.
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Anteprima del libro
Amori e Barricate - Guido Sperandio
Quel lontano febbraio del 1778.
Accadde inaspettatamente
Parigi apre le sue porte!
La tabacchiera cambia la mia vita...
Indago e scopro un mondo
Sabato, 30 Maggio 1778...
Il doppio colpo di scena dell'agosto 1787
Come un piccolo oggetto ti può...
Quando si dice toccare il cielo…
Le parole degli Illuministi fioriscono…
Parigi, Campo di Marte...
Nel buio di una notte lunga...
Quell'estate del '92...
Mai dire mai, c’è sempre una prima volta
Al peggio non c’è limite
Continua il calvario
Voltaire viene incoronato in Pantheon...
Quando mi fu chiaro che...
Voltaire
La Rivoluzione colpisce ancora?
È anche la Rivoluzione delle donne
omaggio al maestro Luciano Manara, autore delle illustrazioni
Le barricate
Robespierre e la ghigliottina
Quel lontano Febbraio del 1778
Nel fienile c’è il tepore confortevole che sale dalle stalle. Spio attraverso la parete d’assi, tra poco sarà l’alba. Uno spicchio di luna si sta spegnendo, sbilenco, dietro una collina. Abbaia un cane. Gli risponde un altro cane.
Si lamenta una civetta.
Lascio la paglia che per tante notti è stata il mio giaciglio. Scendo la scala di legno, scricchiola.
«Ciao, Chantal» saluto la cavallina bionda che mi viene incontro.
Scalpita.
«Ciao, Chantal, mia piccola grande dolce amica.»
Le accarezzo le ciglia dorate, e il ciuffo biondo che le scende sugli occhi intelligenti: «Sei bella, Chantal».
Lei mi nitrisce.
La trattengo: «Non puoi venire, vado lontano».
L’abbraccio.
*
Esco dal fienile, di fronte c’è la grande casa di pietra dove stanno dormendo mio padre e i miei fratelli. Mi figuro le loro facce quando si sveglieranno e non mi vedranno.
È vero che mi giudicano strano-selvatico perché dormo da solo nel fienile, e sto sempre per mio conto, ma non immaginano di certo quello che ho deciso.
Addio Malvoisine, mi dico: mentre ne attraverso l’aia.
*
La Malvoisine è un cascinale al centro di una tenuta che appartiene a certi Conti di Parigi, i de La Rochelle. Sorge poco fuori dal villaggio di Saint-Martin-du-Tertre, a cui è unita da un lungo viale di platani.
Lo imbocco.
Ho ancora una cosa che mi preme fare, e raggiungo il camposanto, raccolto intorno alla chiesa parrocchiale. Mi fermo al recinto. Non mi serve entrare. Distinguo tra le erbacce la piccola croce di legno sulla tomba di mia madre. «Tornerò ricco e importante, mamma, e ti farò una tomba grande come un monumento» le prometto.
Adesso posso partire.
Mi faccio il segno della Croce, e cammino.
Albeggia.
*
Lascio il villaggio alle mie spalle, la strada corre tra i campi. Infine sale. Circondata da filari di vigneti ordinatamente allineati come soldatini. Affronto l’ultima cintura di colline. La strada si inerpica. Curva dopo curva, raggiunge un varco che si apre sulla piana di Parigi.
Ancora un passo, e non potrò più vedere la mia casa.
È la prima volta che lascio il villaggio dove sono nato, e mi sento emozionato. Mi giro per un ultimo sguardo, e vedo la mia casa. Piccola. La Malvoisine è laggiù, sperduta nella distesa di campi e foreste. Il tetto d’ardesia, lucido di rugiada, brilla al primo sole. Il camino fuma, segno che i miei si sono alzati. Chantal galoppa nel recinto di fianco, la criniera bionda al vento.
Non riesco a trattenere una lacrima.
*
Parigi! Eccomi.
Osservo i barconi navigare sulla Senna. Portano materiali da costruzione, pietre e sabbia, e merci di ogni genere. Poi scopro palazzi da favola, e piazze con fontane, carrozze e abiti lussuosi in gran parata. E mi immergo nella folla dei boulevard.
Parigi mi appare perfino più splendida di quanto me l’ero immaginata.
Mi sento al settimo cielo, in paradiso. Viene la sera.
E svaniscono eccitazione e incanto, insieme al sole.
Sparisce la splendida vetrina di carrozze, abiti, e palazzi.
Restano solitudine e il vuoto.
È il momento della verità.
Mi rendo conto che qui, a Parigi, ciascuno pensa ai fatti propri. Nessuno ti degna di uno sguardo se non conti. E io sono soltanto un ragazzino. Che in più ha fame, non ha un tetto, né un soldo.
Sono contornato da migliaia di persone ed è come se fossi in un deserto.
*
La notte fu terribile.
Le strade vuote, passava ogni tanto una carrozza, preceduta e seguita dallo sferragliare delle ruote sul pavé. Tornava il silenzio, e a una certa ora anche le grosse candele nelle lanterne (appese alle corde, ai bordi delle vie) si esaurirono. E fu il buio.
Fui assalito dal terrore d’essere aggredito,