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1 Milione d'euro (estate calda, soldi che scottano per Salvatore e amici)
1 Milione d'euro (estate calda, soldi che scottano per Salvatore e amici)
1 Milione d'euro (estate calda, soldi che scottano per Salvatore e amici)
E-book82 pagine55 minuti

1 Milione d'euro (estate calda, soldi che scottano per Salvatore e amici)

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Info su questo ebook

Da una storia vera. Tre ragazzini si ritrovano con 1 milione di euro in banconote fruscianti fresche col profumo ancora della stampa. Ma nell’ombra c’è chi trama per recuperare il tesoro. Un genere di uomo dal cuore niente tenero. Tanto più che per questo signore mettere le mani su quei bigliettoni è una questione di vita o di morte.

LinguaItaliano
Data di uscita10 feb 2014
ISBN9781310000188
1 Milione d'euro (estate calda, soldi che scottano per Salvatore e amici)
Autore

Guido Sperandio

Guido Sperandio was born and lives in Milan. A freelance writer for some thirty national newspapers and magazines, he later became a creative-copywriter in advertising.A writer for adults, he has also published for children and young people with major national publishers and in the USA.He has also written comics, including the legendary Topo Gigio and Tiramolla.After a life spent practising the most unbelievable genres of writing, he has recently replaced the cult of the Word with a passion for the Image. He has been seduced by Pop Art, starting with Andy Warhol & Co and is now working on and publishing a whole series of albums under the 'Guisp Collages' label.Any special notes?He has no mobile phone, no car or microwave oven, but he does have a very affectionate and intelligent cat called Tatablu.Guido Sperandio è nato e vive a Milano. Free-lance per una trentina di giornali e periodici nazionali, diventa in seguito creativo-copywriter in pubblicità.Scrittore per adulti, ha pubblicato anche per bambini e ragazzi con le principali case editrici nazionali e negli USA.Ha scritto anche fumetti, tra cui i mitici Topo Gigio e Tiramolla.Dopo una vita trascorsa a praticare i generi più improbabili di scrittura, ha recentemente sostituito il culto della Parola con la passione per l'Immagine. A sedurlo, la Pop Art, a cominciare da Andy Warhol & Co e così ora ha in corso l'elaborazione e la pubblicazione di tutta una serie di album con l'etichetta "Guisp Collages".Note particolari?Non ha cellulare, nè automobile o forno a microonde, ma ha una affettuosissima e intelligentissima gatta di nome Tatablu.

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    Anteprima del libro

    1 Milione d'euro (estate calda, soldi che scottano per Salvatore e amici) - Guido Sperandio

    Notte

    L’auto era potente, di grossa cilindrata ma l’uomo alla guida sembrava non tenerne conto. Procedeva svogliato. L’andatura rilassata.

    Delle due mani, ne impiegava una soltanto per tenere il volante. D’altronde, la strada non impegnava. Correva piana. Senza curve. Né circolava anima viva.

    Era l’ora in cui la città dorme il suo grande sonno.

    Pasquale Garsìa, l’uomo al volante, torna a casa. È stanco. Sul punto di abbandonarsi a uno sbadiglio… Lo riscuote un fascio di luce.

    La luce saetta nell’oscurità. È una torcia elettrica. Sulla strada. Più avanti.

    Lo zig-zagare luminoso rivela la scritta «CARABINIERI» sul fianco di un’Alfa posta di traverso. L’Alfa sbarra la strada.

    È l’ultima cosa al mondo che Pasquale Garsìa si aspetta.

    Pasquale Garsìa impreca: «Un posto di blocco! Proprio adesso. Solo questo ci mancava!».

    Afferra una valigetta appoggiata sul sedile al suo fianco. Abbassa il finestrino. La lancia fuori, il più possibile lontano.

    La valigetta vola.

    Sparisce ingoiata dalla notte.

    Pasquale Garsìa respira fondo. Cerca di dominarsi, stare calmo. Raggiunge il posto di blocco. Si arresta all’ALT imposto dalla paletta di un carabiniere.

    Pasquale Garsìa è un pregiudicato: verrà tradotto per un controllo al Comando.

    mattina, qualche ora dopo

    Avevano la stessa età, più o meno.

    Erano tre ragazzini.

    Nicola, Ben e Salvatore.

    Le scuole erano finite, ma i loro genitori lavoravano. Fino ad agosto non andavano in ferie.

    Per i tre, mare e vacanze erano lontani. E per qualcuno di loro, forse, neanche ci sarebbero mai stati. Così nel frattempo, ogni mattina, si trovavano sotto-casa a inventarsi la giornata.

    Anche quella mattina…

    «Guardate qui cos’ho» Ben disse.

    Estrasse un animaletto di plastica dall’aspetto ributtante. E lo agitò sotto il naso di Nicola, che si ritrasse e gridò: «E piantala!».

    Salvatore sbuffò: «Puah! Mi sembra di essere all’asilo insieme a dei poppanti».

    Accompagnò le parole con una smorfia di disgusto. L’aria del duro, che certi giochetti li disdegna.

    *

    Era un quartiere di periferia, il loro.

    Le periferie delle città sono ormai tutte uguali. Qualsiasi sia la città. E quella periferia era – si può dire – uguale alle altre … più di ogni altra.

    Una serie di superfici incolte, ricoperte d’erba, si stendeva circondata da selve di palazzi di ogni altezza. Buona parte delle costruzioni erano alloggi dell’Istituto Case popolari, ma c’erano anche condomini di privati.

    In mezzo sorgeva un centro commerciale, con negozi, supermarket, bar, pizzerie e uffici. E accanto arrivava pure la metropolitana.

    Era un quartiere grande quanto una città dalle dimensioni di un capoluogo di provincia, ma soltanto pochi anni prima… lì si coltivavano verze e ortaggi, e grano. Ed era tutto un susseguirsi di campi irrigati da una ragnatela di fossi e da un piccolo fiume dalle acque trasparenti e limpide. Per la gioia dei pescatori. Di pesci, e rane.

    I campi facevano capo a grosse cascine. All’ombra di olmi giganteschi, secolari. E le cascine, dalla forma quadrata, incorniciavano vaste aie. Su cui si affacciavano le finestre di abitazioni e stalle.

    Le voci umane si intrecciavano con i muggiti delle mucche e il grufolare dei maiali. Il tutto punteggiato dai coccodé di stuoli di galline in libertà.

    Sovrastava il chicchiricchì dei galli.

    Puntuali all’alba.

    *

    Ben infastidiva Nicola con l’animaletto di plastica dall’aspetto ributtante.

    Nicola, spazientito, glielo afferrò e gettò lontano. Ben schizzò a recuperare l’animaletto volato dentro un cespuglio di sambuco.

    Il sambuco aveva i suoi anni.

    Era folto, si alzava fino a formare un ciuffo nutrito di alberelli. Ben si tuffò tra i rami, frugò e cacciò un grido: «Ehi… Venite!».

    «Hai trovato un tesoro?» Salvatore sogghignò. Neanche si girò. Fedele alla sua aria superiore. Da duro.

    «Venite!» Ben alzò il tono.

    Nicola accorse. Gridò a sua volta: «Salvatore… Guarda!».

    Salvatore decise che forse era il caso di degnarsi. Si mosse pigro. Puntò lo sguardo dove i due compagni gli indicavano.

    Qualcosa di scuro occhieggiava tra le frasche. Marrone com’era, si confondeva col colore della terra. Occorreva aguzzare lo sguardo. Solo allora si distingueva uno spigolo di cuoio, l’angolo di una valigetta. Squadrata, rigida e piatta. Del genere ventiquattrore.

    Ben allungò una mano, allargò un varco tra le frasche. La valigetta si delineò intera.

    «Fermo – Salvatore intimò –, nessuno la tocchi.»

    «Era solo per vedere meglio» Ben abbozzò.

    «Non sai mica cos’è… Cosa c’è dentro» disse Salvatore.

    I tre restarono in silenzio.

    Scrutavano.

    Attenti.

    Tesi.

    Ciascuno cercava di farsi un’idea: di spiegarsi il mistero della valigetta, elegante e nuova eppure abbandonata come spazzatura.

    Primo a parlare fu infine Salvatore. «Io dico che è piena di esplosivo. Pronta a scoppiare» disse.

    «Ti immagini che botto?» Ben sghignazzò. «BUUUUM!» esplose. E agitò le mani.

    Iniziò a saltellare. Spiccava balzi. Voleva imitare i loro corpi proiettati in aria

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