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Islanda: terra, acqua, aria, fuoco
Islanda: terra, acqua, aria, fuoco
Islanda: terra, acqua, aria, fuoco
E-book416 pagine4 ore

Islanda: terra, acqua, aria, fuoco

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Info su questo ebook

Quando si pensa all'Islanda si immagina un luogo situato in cima al mondo, un'isola che vive per conto proprio, dove l'uomo è quasi assente e la Natura si è divertita a sfogare le sue energie come meglio non avrebbe potuto. La mente disegna immagini con immense masse di ghiaccio bianco e vulcani che sputano fiamme e cenere, rosse e scure; la memoria scava tra i racconti ascoltati e rievoca cascate imponenti; gli occhi ritornano a proiezioni di documentari con protagonisti migliaia e migliaia di uccelli che si dividono scogliere perpendicolari. Ma una volta che si raggiunge l'isola ci si accorge che ... è esattamente così!
L'Islanda è una terra lontana solo poche ore di volo dalla caotica Europa, ma ancora selvaggia. Il perimetro dell'isola propone un susseguirsi di panorami incantevoli e indimenticabili: i maestosi ghiacciai Mýrdalsjökull e Vatnajökull; le innumerevoli cascate, dall'imponente Dettifoss all'elegante Seljalandfoss; spiagge nere, lunghe e deserte che si alternano a fiordi stretti e profondi; campi di lava a perdita d'occhio come quello del Krafla, dove si cammina tra rocce nere da cui fuoriesce vapore incessantemente; le bizzarre forme del lago Mývatn; le lande desolate e selvagge della penisola di Hornstrandir; l'irregolarità dei remoti fiordi occidentali con le colonie di uccelli marini più numerose del mondo; l'inquietante mole del Snaefellsjökull e, infine, l'atmosfera informale di Reykjavík. Ma la sorpresa maggiore è, forse, rappresentata dall'entroterra, un altopiano aspro e inospitale ma ugualmente ricco di fascino. Chi ama la natura e chi cerca un luogo dove disintossicarsi dalle città e rilassare la mente non può scegliere un posto migliore.
LinguaItaliano
EditorePOLARIS
Data di uscita9 set 2014
ISBN9788860591289
Islanda: terra, acqua, aria, fuoco

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    Anteprima del libro

    Islanda - Massimo Cufino

    ISLANDA

    terra, acqua, aria, fuoco

    Di

    Massimo Cufino

    Foto

    Massimo Cufino

    CC/Stig Nygaard (SN)

    CC/Thomas Leth-Olsen (TL)

    CC/Nick Rissell (NR)

    CC: licenza Creative Commons Attribution_ShareAlike 4.0

    http://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/legalcode

    Prima edizione ebook: 2014

    Copyright ©2014 Polaris

    ISBN 9788860591289

    La guida è disponibile anche in formato cartaceo

    Casa Editrice Polaris

    www.polariseditore.it

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte dell’opera può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in alcuna forma o con alcun mezzo, o registrata in database, senza il permesso scritto dell’editore.

    Benché sia stata prestata la massima attenzione nella raccolta delle informazioni contenute nella guida, nessuna responsabilità per eventuali danni o inconvenienti occorsi a cagione del suo utilizzo potrà essere imputata all’autore, all’editore o a chi, sotto qualsiasi forma, la distribuisce.

    Sommario

    Cenni di storia, geografia e geologia

    ... Storia

    ... Geografia

    ... Geologia

    Fauna e flora

    ... Fauna

    ...... Mammiferi

    ...... Uccelli

    ...... Pesci

    ... Flora

    Gli Islandesi

    ... Le origini

    ... La lingua

    ... La trasformazione

    ... Islandesi celebri contemporanei

    La capitale e i dintorni

    ... Reykjavík, la capitale del nord

    ... La penisola di Reykjanes

    ...... Un po’ di trekking

    ... Il circolo d’oro

    ... Informazioni pratiche

    ...... Reykjavík

    ...... Reykjanes

    ...... Circolo d’Oro

    Il sud tra cascate, villaggi e ghiacciai

    ... La costa sudoccidentale

    ... La strada dei ghiacciai

    ...... Un po’ di trekking

    ... Informazioni pratiche

    L’est, fiordi e praterie selvagge

    ... I fiordi orientali

    ... Remoto nordest

    ... Informazioni pratiche

    Il nord tra canyon e villaggi di pescatori

    ... Il canyon Jökulsárglijúfur

    ...... Un po’ di trekking

    ... Húsavík e le balene

    ... La lava di Mývatn

    ... Akureyri, riferimento del nord

    ... Nordovest, alici e cultura

    ... Informazioni pratiche

    Il selvaggio ovest

    ... Snæfellsnes, l’ingresso al centro della Terra

    ... I fiordi occidentali

    ...... Un po’ di trekking

    ... La selvaggia Hornstrandir

    ...... Un po’ di trekking

    ... Informazioni pratiche

    L’arcipelago Vestmannæyar

    ... L’isola di Heimæy

    ... Informazioni pratiche

    Le piste interne

    ... Kjölur, la pista sicura

    ... I colori di Landmannalaugar

    ... Sprengisandur, avventura vera

    ... Askja e Kverkfjöll

    ... Informazioni pratiche

    Estensione in Groenlandia

    ... Introduzione

    ... Regione meridionale

    ... Regione orientale

    ... Regione occidentale

    ... Regione settentrionale

    Letture

    ... Approfondimenti

    ...... Il gufo delle nevi

    ...... Non è vero ma ci credo

    ...... La saga di Njall

    ...... L’esplosione dell'Eyjafjallajõkull

    ...... Uno spettacolare velo di luce

    ...... I folletti del Natale

    ...... L’argento del mare

    ...... L’isola che non c’era

    ...... Un cimitero maestoso

    ... Esperienze

    ...... L’intrepido Einar

    ...... Un assaggio molto particolare

    ...... Pescatore d’Islanda

    ...... Il cimitero delle case

    ...... Meraviglioso interno

    Notizie utili

    ... Organizzazione del viaggio

    ... Informazioni generali

    Glossario

    Perché un viaggio in Islanda

    I sogni colorano il buio.

    Carl Jung

    Ah, vai in Islanda... Ma cosa c’è da vedere?

    Mi sono sentito ripetere più di una volta questa domanda e sempre ho impiegato qualche secondo prima di rispondere. Non sarei stato credibile se avessi cercato di passare per un cultore dell’arte e dell’architettura o per un patito della tintarella, così come non potevo bluffare rispondendo che volevo dare soddisfazione al mio palato in un tour gastronomico. Mi sarei potuto limitare a descrivere le bellezze assolute che si possono ammirare già nelle zone più facilmente accessibili, come paesaggi costieri meravigliosi, campi di lava scuri, cascate spettacolari, vulcani minacciosi, villaggi isolati e ghiacciai maestosi. Avrei potuto disegnare i colori che si possono osservare: il verde dei prati, l’azzurro del mare, il bianco dei ghiacciai, il nero dei campi di lava, le tonalità di ocra, marrone e verde con cui gli incredibili fenomeni del sottosuolo tinteggiano le pareti delle montagne. Avrei potuto stupire con il vapore delle fumarole e con l’acqua sulfurea delle pozze circondate dalla neve, descrivere le tante specie di uccelli che affollano isolotti e promontori oppure ricordare che Verne scelse un vulcano islandese come ingresso nelle viscere della Terra. Sarei potuto passare per Indiana Jones descrivendo come avrei studiato il tratto giusto dove guadare il fiume con il fuoristrada, come avrei mangiato carne di squalo putrefatta, come sarei andato a caccia fotografica di balene. Avrei potuto affermare con decisione che in Islanda la Natura è protagonista nel bene e nel male: se in molte zone del pianeta l’uomo può illudersi di essere più forte e di poterla dominare, qui ci si rende conto che la realtà è esattamente l’opposto, la Natura è sovrana e ha potere di vita e di morte, è ammaliatrice e regala emozioni uniche, è bellissima e attira con viste mozzafiato, è sincera e ricorda quanto possa essere drammaticamente fatale. Con molto più impegno mi sarei potuto aprire spiegando perché in mezzo al nulla avverto la sensazione di libertà, perché non temo di guidare per chilometri e chilometri incrociando solo un paio di auto, perché le sferzate del vento mi danno energia, perché non mi sento solo anche se attorno a me non c’è nessuno; perché, in Islanda, si riacquista la vera proporzione tra Uomo e Natura.

    Ma, dopo esserci stato la prima volta, ho realizzato che non sarei stato capito. Solo al ritorno dal viaggio si può comprendere veramente perché si va in Islanda.

    Così me la cavavo con un semplice C’è la Natura!.

    *** vai a mappa ... Islanda (poi clicca sulla mappa per ritornare qui) ***

    Cenni di storia, geografia e geologia

    L’Islanda, un’isola circondata dal vasto oceano,

    una terra inospitale che tuttavia merita considerazione

    per il verificarsi di eventi prodigiosi e inauditi.

    Qui esiste una sorgente che per la virulenza dei suoi vapori

    distrugge l’esistenza di ogni cosa.

    anonimo Sassone

    Storia

    Alcuni testi scritti raccontano che, nel corso dell’VIII secolo, pochi monaci irlandesi raggiunsero le coste dell’Islanda diventando i primi a stabilirsi nell’isola, anche se nessun ritrovamento archeologico ha mai confermato quella che rimane solo una teoria. Molti avvenimenti di quel tempo sono descritti dettagliatamente nel Landnámabók del XII secolo, il Libro della Colonizzazione; il testo sostiene che l’Islanda fu scoperta dal navigatore scandinavo Naddoddr, approdato sulle coste orientali dopo essersi perso durante il viaggio dalla Norvegia alla isole Fær Øer, e che il primo a insediarsi fu nell’874 Ingólfur Arnarson, un capo tribù salpato assieme alla famiglia e alla servitù verso nuove terre, stabilendosi nella baia dove ora sorge Reykjavík. Negli anni successivi numerosi scandinavi seguirono l’esempio di Arnarson abbandonando la patria e le isole britanniche di residenza e facendo dell’Islanda l’ultima terra europea a essere colonizzata. Nonostante molti fatti siano ripresi da libri antichi, il lavoro degli archeologi ha confermato buona parte dei racconti, anche se rimangono ombre sui motivi che spinsero gli scandinavi alla ricerca di nuove terre: alcuni studiosi propendono per una fuga dalla tirannia del re norvegese Harald, alcuni puntano sulla scarsità di terreni per le nuove fattorie (in quel tempo i ghiacci coprivano buona parte della Scandinavia), altri ancora, infine, trovano spiegazione nel dna vichingo di esploratori.

    Durante l’estate del 930 un’ampia vallata fu sede di un avvenimento storico per l’Islanda e, forse, per l’intera Europa. L’Alþingi di quell’anno, infatti, fu sicuramente la prima assemblea organizzata con lo scopo di declamare nuove leggi ed emettere sentenze su dispute, e per questo motivo è da molti considerato come il parlamento più antico. L’assemblea continuò a ripetersi con cadenza annuale e la partecipazione di uomini provenienti da ogni parte dell’isola rese quegli appuntamenti eventi straordinari, ottime occasioni d’incontro per concludere affari ed essere aggiornati sulle vicende delle aree lontane. La decisione più importante della storia dell’Alþingi fu sicuramente la conversione dal paganesimo al cristianesimo, avvenuta nell’anno 1000 in modo del tutto pacifico, evento piuttosto raro nella storia mondiale.

    Dopo un paio di secoli relativamente tranquilli, il paese diventò scenario di numerosi conflitti a partire dal 1220, causati dalla sete di potere di alcune famiglie. Gli scontri sempre più violenti richiesero l’intervento del re norvegese Haakon IV, che nel 1262 completò l’annessione dell’Islanda al proprio paese. Nei decenni seguenti, inoltre, fu introdotto lo Jónsbók, un codice monarchico che lasciò all’Alþingi solo funzioni marginali cedendo gradualmente il potere alle autorità ecclesiastiche, come sottolineato dall’acquisizione delle terre appartenenti ai vecchi capi tribù da parte dei due vescovi di Skálholt e Hólar. Quando Norvegia, Svezia e Danimarca siglarono l’Unione di Kalmar nel 1397, l’Islanda passò sotto il controllo della corona danese.

    Il XV secolo iniziò nel peggiore dei modi a causa della peste che decimò la popolazione tra il 1402 e il 1404. Tuttavia, durante gli anni successivi marinai e commercianti inglesi intrapresero diversi viaggi verso l’Islanda, attirati dalle acque pescose e facendo conoscere il paese anche ad altre popolazioni oltre a quelle scandinave. Nel 1540 il vescovo di Holar, Jón Arason, introdusse la stampa pubblicando il Nuovo Testamento e dopo pochi anni fu protagonista di una terribile sorte. Il 1550, infatti, segnò il passaggio obbligato dal cattolicesimo al luteranesimo per volontà del re danese Christian III, che diventò il capo della Chiesa: i beni ecclesiastici divennero proprietà danese e l’ultimo vescovo cattolico, Jón Arason appunto, fu decapitato. La Danimarca aumentò sempre più il proprio potere nel paese fino a imporre nel 1602 il monopolio commerciale a favore dei mercanti danesi. Compagnie, cooperative e potenti uomini d’affari si suddividero il territorio islandese sfruttandone al meglio le risorse e decretando l’inizio della crisi economica del paese. Alle estreme decisioni della corona si aggiunsero le rigide condizioni meteorologiche con una forte riduzione delle temperature nel XVI e XVII secolo e la conseguente crisi nell’approvvigionamento di cibo per gli animali e per gli uomini. Il XVIII secolo, poi, fu davvero duro a causa dei diversi disastri naturali che colpirono buona parte dell’isola. La popolazione diminuì significativamente di numero sia per gli effetti diretti di eruzioni e terremoti sia per quelli indiretti, come la scarsità di cibo e la difficoltà riscontrata dagli aiuti inviati. Nel tentativo di avviare la ripresa, la corona danese eliminò il monopolio lasciando libertà di commercio a tutti i sudditi della Danimarca nel 1787 e riaprendo anche agli stranieri nel 1855. In questo lasso di tempo, l’Alþingi fu prima abolito e poi ripristinato come assemblea consultiva nel 1843. La Danimarca concesse al paese una propria costituzione e il controllo dell’economia nel 1874 e 30 anni dopo fu introdotto un governo autonomo con la nomina di un ministro con responsabilità verso l’Alþingi. Il primo passo verso l’indipendeza si ottenne nel 1918, quando il governo danese accettò di limitare il proprio intervento solo nelle decisioni di politica estera e nel controllo militare delle coste. L’accordo cessò il 10 aprile 1940, quando la Danimarca fu invasa dalle truppe tedesche e l’Islanda da quelle britanniche, queste ultime spinte da motivi precauzionali. I 25.000 militari stranieri furono richiamati in patria dopo un anno e il governo islandese accettò la presenza statunitense quando ancora Pearl Harbour non era stata attaccata. L’esercito americano inviò ben 40.000 unità, un numero maggiore agli uomini islandesi e pari a un terzo dell’intera popolazione. Con la conclusione della guerra, proprio nel luogo del primo parlamento, fu proclamata la Repubblica d’Islanda il 17 giugno 1944. Gli anni del conflitto bellico si rivelarono assai prosperi per l’Islanda e i fondi accumulati furono impiegati per rinnovare la flotta di pescherecci, costruire impianti per la lavorazione del pesce e rimodernare l’agricoltura. Nel 1949 l’Islanda diventò uno dei membri fondatori della NATO e due anni dopo firmò un trattato bilaterale con gli Stati Uniti per la difesa, che prevedeva il ritorno delle truppe straniere nella stazione di Keflavík. Anche dopo la chiusura della base avvenuta nel 2006, gli Stati Uniti mantengono l’impegno di difendere il territorio islandese da eventuali attacchi militari, anche perché l’Islanda è tuttora priva di un proprio esercito.

    Il popolo islandese si è sempre contraddistinto nella navigazione e uno dei meriti principali è senz’altro quello di aver scoperto l’America intorno all’anno 1000, attraversando l’oceano Atlantico con imbarcazioni piuttosto primitive a una sola vela e orientandosi con il sole, le stelle e il volo degli uccelli. L’avventura alla scoperta del continente americano iniziò nel 985 grazie all’impresa di Eiríkur Rauði, Eric il Rosso, il primo a stabilirsi in Groenlandia; in realtà Eric non fu spinto da romantici ideali di avventura, bensì dal bando di esilio emesso contro di lui da Islanda e Norvegia, paesi in cui aveva commesso diversi crimini. Nello stesso anno il mercante Bjarni Herjólfsson navigò verso la Groenlandia, ma perse la rotta e fu costretto a ritornare in patria, non prima però di aver avvistato terra a ovest. Qualche anno dopo, Leifur Heppni, Leifur il Fortunato figlio di Eric il Rosso, partì con l’intento di raggiungere le terre viste da Bjarni e scoprì l’area che chiamò Vinland, un territorio dal clima mite, dove coltivare il grano e la vite, diventando il primo europeo a mettere piede in Nord America. Spinto dal successo del fratello, Þorsteinn e la moglie Guðríður Þorbjarnadóttir tentarono di raggiungere Leifur, ma senza successo. Rimasta vedova e sposatasi nuovamente con Þorfinnur Karlsefnin, Guðríður riuscì a stabilirsi nel Vinland, dove partorì Snorri, il primo europeo nato in America. Alcuni studiosi ritengono che nel 1477 un giovane italiano visitò l’Islanda venendo a conoscenza del Vinland e dando inizio alla fantastica storia di Cristoforo Colombo.

    Geografia

    L’Islanda, il cui significato in lingua locale è terra del ghiaccio, è per dimensioni la seconda isola d’Europa dopo la Gran Bretagna (considerando la Groenlandia americana dal punto di vista geografico) e la 18sima del mondo, si trova in posizione piuttosto isolata, distante circa 1.000 km dalle coste occidentali della Norvegia e 300 km da quelle orientali della Groenlandia, ed è appena al di sotto del circolo polare artico. La sua superficie misura poco più di 100.000 kmq essendo in media 450 i km da ovest a est e 250 quelli da nord a sud. Le numerose attività vulcaniche, i terremoti e la forte erosione di fiumi, mare e vento hanno reso il profilo della costa e dell’altopiano interno molto irregolare; il litorale è per lo più segnato da fiordi con pareti rocciose ed è basso e sabbioso solo al sud, salvo rare eccezioni nelle altre regioni, mentre l’interno è assolutamente aspro e roccioso e non consente alcuna forma di vita. In generale, oltre la metà del territorio supera i 400 m di altezza e il punto più elevato è la cima del Hvannadalshnjúkur, che raggiunge i 2.119 m. In Islanda si trova una concentrazione di elementi geografici difficilmente riscontrabile in altri paesi grazie alla presenza di ghiacciai, cascate, campi di lava, deserti rocciosi, spiagge, fiordi, scogliere, fiumi e laghi, con le acque di questi ultimi prive di tracce di inquinamento per la scarsa presenza di industrie e l’energia geotermica. Il 70% del territorio è privo di vegetazione, solo l‘1% è coperto da boschi e il 20% è considerato abitabile. Significativi sono anche gli altri numeri che riconoscono il 12% del suolo occupato da ghiacciai, l’11% dai campi di lava, il 4% da sabbia, il 3% da acqua e solo l’1% da pascoli.

    Ghiacciai

    I ghiacciai più grandi d’Islanda si estendono vicino alla costa meridionale e negli altopiani interni, regioni investite da maggiori precipitazioni rispetto a quelle settentrionali. Al tempo dei primi insediamenti le dimensioni dei ghiacciai erano inferiori e raggiunsero le misure massime alla fine del Medio Evo e al termine del XIX secolo, quando iniziò un processo di ritiro dei ghiacci conclusosi solo nel 1988. L’attuale temperatura media annuale è di 5°C e consente ai ghiacciai di conservare le dimensioni piuttosto stabili, con un naturale aumento durante i mesi freddi e un ritiro in quelli più caldi. Non bisogna aspettarsi un colore esclusivamente bianco: le cavità interne attribuiscono alla massa di ghiaccio sfumature azzurre a volte molto intense e il costante movimento dei ghiacci raccoglie detriti che costituiscono strisce scure note con il termine di morene; inoltre, la cenere rilasciata dalle eruzioni vulcaniche si deposita sulla superficie dei ghiacciai vicini provocando un velo nero, a sua volta ricoperto dalla bianca neve nell’inverno successivo, processo che giustifica strati orizzontali bianchi e neri. Una caratteristica dei ghiacciai islandesi è il gran numero di lingue di ghiaccio in costante movimento: dopo essere avanzate piuttosto rapidamente, si sciolgono e si ritirano fino a trovare il giusto bilanciamento. Il ritiro, inoltre, forma laghetti cristallini dove si sciolgono lentamente piccoli iceberg staccatisi dalla massa a monte.

    I 10 maggiori ghiacciai:

    1 Vatnajökull: 8.300 kmq (il più grande d’Europa), 2.109 m slm, sud

    2 Langjökull: 953 kmq, 1.360 m slm, interno

    3 Hofsjökull: 925 kmq, 1.765 m slm, interno

    4 Mýrdalsjökull: 596 kmq, 1.493 m slm, sud

    5 Drangajökull: 160 kmq, 925 m slm, nordovest

    6 Eyjafjallajökull: 78 kmq, 1.666 m slm, sud

    7 Tungnafellsjökull: 48 kmq, 1.535 m slm, sud

    8 Thórisjökull: 32 kmq, 1.350 m slm, interno

    9 Eiríksjökull: 22 kmq, 1.672 m slm, interno

    10 Thrándarjökull: 22 kmq, 1.236 m slm, sudest

    Geologia

    La dorsale medio-atlantica è una catena vulcanica sottomarina che si estende dal Polo Nord fino all'isola Bouvet, sperduta nell'oceano Atlantico a una latitudine appena al di sotto del Sud Africa. Lunga circa 10.000 km, è una conseguenza dell'attività vulcanica delle zone centrali della crosta oceanica atlantica: i vulcani sottomarini eruttano lava che si solidifica a contatto con l’acqua innalzando il fondale marino di circa 2,5 cm ogni anno. Pochi tratti sono talmente alti che fuoriescono dalla superficie del mare dando vita ad alcune isole, tra cui le note Azzorre, Jan Mayen nell'oceano Artico, Bouvet, Gough e Tristan da Cunha nell’oceano Atlantico meridionale, e l’Islanda, la maggiore del gruppo. Qui il fenomeno è visibile molto chiaramente: lo spessore dello strato di roccia solida della faglia è relativamente basso, dando modo al magma proveniente dal sottosuolo di farsi spazio piuttosto facilmente e raggiungere la superficie provocando l’allargamento della frattura e il conseguente allontanamento delle placche tettoniche nordamericana ed eurasiatica con una media di 2 cm l’anno.

    L’Islanda si formò circa 20 milioni di anni fa a causa di intense attività vulcaniche; ulteriori eruzioni, ghiacciai, erosioni e movimenti tellurici, poi, ne plasmarono il paesaggio nei millenni successivi. Dal termine dell’Era Glaciale, quindi da circa 15.000 anni, si stima che siano stati attivi circa 200 vulcani, di cui una trentina dopo l’insediamento umano e 18 vivi ancora oggi. Una delle caratteristiche principali del vulcanismo islandese è rappresentata dalle eruzioni lineari che si verificano quando la lava fuoriesce non da un singolo cono, ma da una fessura che può raggiungere diversi chilometri di lunghezza. Un altro fenomeno molto comune è quello del jökullaup (eruzione sotto la calotta glaciale): essendo alcuni vulcani sepolti da un ghiacciaio, l’eruzione provoca un rapido disgelo con conseguenti inondazioni di un misto tra acqua, lava e altri materiali vulcanici.

    Le maggiori eruzioni vulcaniche degli ultimi 100 anni:

    1 Grímsvötn 1910: nuvole di cenere sulle aree limitrofe per sei mesi

    2 Katla 1918: imponenti fiumi di lava dal ghiacciaio Mýrdalsjökull

    3 Askja 1921-1923: quattro eruzioni in tre anni

    4 Hekla 1947-1948: un’eruzione lunga 13 mesi

    5 Surtsey 1963-1967: eruzione sotto la superficie del mare

    6 Hekla 1970: la cenere investì anche le regioni nordoccidentali

    7 Heimaey 1973: 400 abitazioni distrutte

    8 Kröflueldar 1975-1984: nove eruzioni consecutive

    9 Gjálp 1996: fiumi di lava dal ghiacciaio Vatnajökull

    10 Eyjafjallajökull 2010: problemi al traffico aereo mondiale per le ceneri vulcaniche

    11 Grímsvötn 2011: rilevanti cadute di cenere nell’area sudorientale con ritardi ai voli

    La tettonica a placche è una teoria che spiega le deformazioni geologiche ed è necessaria per comprendere la storia, la struttura e le dinamiche della crosta terrestre. La teoria si basa sull’osservazione che la crosta è suddivisa in una dozzina di placche, i cui confini rappresentano zone di terremoti ed eruzioni vulcaniche.

    Nonostante si sia giunti a molte conclusioni solo negli anni Sessanta e Settanta, numerose osservazioni e studi risalgono anche al XIX secolo: è il caso, per esempio, del geologo americano James Hall, che scoprì come lo strato di sedimenti accumulati nelle montagne costiere sia molto più spesso rispetto a quello delle zone interne continentali, e della scoperta della frattura medio-atlantica. Durante i primi anni del Novecento il geologo tedesco Alfred Lothar Wegener notò il perfetto incastro tra i margini continentali e sostenne il distacco delle parti sottolineando la coincidenza di età, tipologia e struttura delle formazioni rocciose della costa brasiliana e africana, dove, tra l’altro, furono scoperti fossili di creature terrestri comuni che non avrebbero potuto assolutamente attraversare l’oceano. Dopo gli anni Venti, grazie alle nuove tecnologie, fu possibile approfondire gli studi dei fondali marini e scoprire che le rocce sui due lati della frattura producono un percorso geomagnetico simmetrico. In particolare, le rocce basaltiche più vicine alla frattura sono evidentemente più giovani e la superficie della frattura stessa è priva di sedimenti marini. Tutto ciò portò alla convinzione che la frattura è il luogo dove si forma la nuova crosta oceanica, creata dai fiumi di lava incandescente che si raffredda rapidamente a contatto con le gelide acque delle profondità oceaniche. Per far spazio alla nuova massa le placche di entrambi i lati si muovono lentamente ma costantemente con una velocità di circa 1 cm nel Nord Atlantico e di 4 cm nel Pacifico, costituendo il fenomeno conosciuto come deriva dei continenti.

    In Islanda il movimento laterale delle placche è nettamente superiore rispetto a quello longitudinale, il che lascia supporre che le aree orientali e occidentali del paese siano le più antiche dell’isola, dove si trovano le rocce più vecchie. Il centro, invece, è

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