Il Cavaliere di Merveill
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Anteprima del libro
Il Cavaliere di Merveill - Vincenzo Moccia
Ringraziamenti
NUOVA ENTITA'
In principio tutto andava bene, tutti erano felici, ognuno aveva il suo compito, quando un giorno, un brutto giorno gli equilibri andarono perduti, tutto quello che era stato costruito fino a quel giorno andò distrutto, il miglior amico divenne il peggior nemico.
L’uomo quando vuole sa essere una creatura molto malvagia, la sete di potere gli fa compiere gesti folli pur di raggiungere l’obiettivo prefissato.
Il mondo di Merveill era in pericolo, bisognava fare qualcosa e qualcosa fu fatta. Il re che era una persona saggia e prudente aveva lasciato nel suo testamento precise istruzioni su come salvare il mondo di Merveill in caso di emergenza.
Sarecom collaboratore stretto di sua maestà ed intenditore di magia bianca riuscì a creare un varco segreto che conduceva sino alla terra. Nessuno sapeva dell’esistenza di esso, per accedervi bisognava pronunciare delle parole magiche, era una forma di precauzione, se le persone sbagliate avrebbero fatto uso del varco sarebbe stata la fine per Merveill.
Bisognava decidere chi mandare sulla terra, scelta non facile, ma fortunatamente per Sarecom sua maestà nel testamento aveva inserito anche il nominativo, si trattava di Aiccom, grande cavaliere di Onagra e servitore fedele. Aiccom senza esitare un attimo decise di prendere parte alla missione, per lui sarebbe stato un gran sacrificio lasciare Merveill, del resto non è facile lasciare il proprio paese natale per trasferirsi in un'altra città o nazione per motivi di lavoro figuriamoci passare da un mondo all’altro completamento diverso, ma allo stesso tempo Aiccom era orgoglioso e lusingato di essere stato scelto, non poteva e non voleva deludere le aspettative riposte su di lui.
Una cosa era certa Aiccom non poteva partire sulla terra così su due piedi senza conoscere nulla di questo pianeta, sarebbe stata una cosa da folli. Sarecom che era una persona molto responsabile e precisa qualche giorno prima della partenza chiamò Aiccom ed insieme si recarono nella torre del vedere, al centro di questa stanza poggiata su un grosso muro di pietra vi era una grande sfera di vetro, simile a quella che usano i maghi per vedere il futuro solo che questa era di una grandezza spaventosa. Aiccom provò a guadarvi all'interno ma non si vedeva nulla, la sfera era di colore nero, Sarecom pronunciò delle strane parole:
Abra
sapes
sapere
inculchits
abra
sapes
sapere
inculchits
alienus
catecus
abra
sapes
Pronunciate queste parole la sfera di colpo si illuminò al suo interno di un colore viola roseo, poi Sarecom continuò:
oh sfera
sono io che ti parlo
ti chiedo il tuo aiuto
per una giusta causa
mostrami come vivono
gli abitanti della terra
come si vestono
come mangiano
cosa fanno durante il giorno
Dopo qualche secondo la sfera cominciò a mostrare delle immagini della terra, Aiccom rimase stupito, fino a quel momento non aveva mai messo piede in quella stanza e non sapeva e nemmeno immaginava dell'esistenza di una sfera capace di mostrare delle immagini che avvenivano addirittura in un altro pianeta.
Concentrati sulle immagini, osserva bene come si comportano e come vivono gli abitanti della terra, tu dovrai essere uno di loro, non dovrai mai farti riconoscere
disse Sarecom
Dopo circa un oretta Sarecom pronunciò delle altre parole strane:
abra
sapes
sfera del sapere
riposare
ora tu puoi
La sfera di colpo si spense ritornando ad essere nera scura.
Forte non sapevo fino ad oggi dell'esistenza di questa sfera
disse Aiccom
Non devi farne parola con nessuno di quello che hai visto
Stai tranquillo, con questa puoi vedere il futuro?
No, non è una sfera magica. La sfera è una enciclopedia, mi mostra delle cose che io non so, nulla di più
Peccato, se poteva mostrare il futuro potevamo sconfiggere Noru con molta facilità
disse Aiccom
Aiccom, il futuro dobbiamo costruirlo noi, in base alle nostre decisioni giuste ho sbagliate creiamo gli avvenimenti che ci circondano, la magia bianca non può e non deve fare certe cose, non tutto può essere risolto con la magia.
Hai ragione, altrimenti sarebbe stato tutto troppo facile
Ora memorizzati bene le immagini che hai visto, se hai bisogno fammi pure qualche domanda
E' tutto chiaro
Lo so che non né facile catapultarsi sulla terra, loro stanno avanti anni luce rispetto a noi, con tutti quegli arnesi tecnologici all'inizio non sarà per niente facile abituarsi
caro Sarecom ti confesso che vedendo quelle immagini non li invidio a fatto gli abitanti della terra, preferisco il nostro regno
Anche io, purtroppo non possiamo fare altrimenti
Lo so, lo so, speriamo solo di farcela
Per uno in gamba come te sarà un gioco da ragazzi
grazie Sarecom
E' la verità, non a caso sua maestà ha scelto te
Dopo essersi salutati Aiccom ritornò nella sua stanza a meditare su quello che aveva visto, quelle poche immagini gli bastarono per fargli capire che lui sulla terra non si sarebbe trovato a fatto bene, alla fine decise di non pensarci più, altrimenti sarebbe già andato contro voglia, questo avrebbe potuto compromettere la sua missione quindi decise di guardare la cosa dal lato positivo, si sarebbe fatto una bella vacanza ed avrebbe vissuto nuove esperienze che avrebbero arricchito il suo bagaglio culturale.
Arrivato il giorno della partenza Aiccom si recò nel punto esatto indicatogli da Sarecom, pronunciò le parole magiche:
Irpa
Varcus
Io voglio vagare
nell'immenso mare
portami dai
dove tu sai
irpa
Varcus
celestes nubes
vengus at me
Irpa
varcus
all'improvviso apparve un immensa luce celeste dalla forma circolare, Aiccom si lanciò all’interno e dopo qualche secondo immerso in quella luce si ritrovò sulla terra. Il varco si aprì su una strada di periferia di New York, Aiccom si guardò intorno per qualche secondo incantato, i suoi piedi posavano su una strada di colore nero senza buche, intorno a se sui due lati della strada vi erano dei palazzi molto grandi fatti con dei mattoni di colore marrone, poco più avanti vi era un edificio dalla forma più strana degli altri, era rettangolare con il tetto a punta, sulla facciata vi erano tre porte d’ingresso quella centrale era molto più grande delle altre due laterali, accanto aveva una strana torre molto alta in cui vi erano appese delle campane, si trattava di una chiesa ma questo Aiccom non poteva saperlo. Ad un certo punto le campane iniziarono a suonare, Aiccom d’istinto si andò a nascondere dietro un albero mettendosi sulla difensiva, con la mano destra cercò di estrarre la sua spada dalla custodia ma si ricordò di non averla portata con se, sulla terra non poteva certo andarsene in giro con una spada dietro, lo avrebbero subito arrestato. Nel suo mondo il suono simile a quelle delle campane veniva usato per dare l’allarme quando il regno veniva attaccato da intrusi, dopo qualche istante si ricordò di essere sulla terra e vedendo che intorno a se era tutto tranquillo decise di rimettersi sulla strada. Mentre camminava si guardava continuamente intorno per osservare il territorio, ad un certo punto giunse un camion a tutta velocità suonando il clacson, Aiccom si spostò giusto in tempo con un grande balzo, Aiccom rimase sbalordito nel vedere quel camion, per lui fu come vedere un mostro che camminava, dopo qualche istante passò una macchina, anche essa a grande velocità, Aiccom decise di spostarsi da quella strada era troppo pericolosa, poi osservando le altre persone che camminavano tutti al bordo della strada decise di fare altrettanto. Aiccom era molto stordito, lui aveva già visto nella sfera che cosa lo attendeva, ma un conto era guardarlo in una sfera un conto e costatarlo dal vivo, inoltre la sfera non era dotata di una parte sonora, ad Aiccom gli venne un forte mal di testa e un dolore alle orecchie nel sentire tutti i rumori della città a cominciare dal rombo dei motori dei camion fino in ultimo al mormorio emesso da tutti i passanti che parlavano.
Mentre camminava si accorse che molti passanti si giravano a guardarlo e ridevano, Aiccom in un primo momento non riusciva a capire il perché, poi capì che ritrattava dei suoi vestiti, stava camminando con gli abiti di Merveill, aveva un pantalone di stoffa aderente nero, una casacca verde con una tracolla di stoffa, a Merveill i vestiti erano molto simili a quelli che si usavano nell’ottocento sulla terra, non essendo carnevale era normale che le persone si giravano a guardare quello strano signore con abiti ottocenteschi. Aiccom si ricordò che Sarecom nella tracolla gli aveva messo dei vestiti simili a quelli della terra e che appena sarebbe arrivato sulla terra li doveva indossare, Aiccom talmente preso dal guardare il posto se ne era dimenticato. Trovò una traversa non molto affollata e si andò a cambiare. Le sarte gli avevano cucito un pantalone marrone con una maglia di pura lana di colore bianco, anche con questo nuovo abbigliamento c’era sempre in lui qualcosa di diverso rispetto agli altri abitanti ma per lo meno adesso dava meno all’occhio.
Continuando a camminare il suo sguardo cadde sulle case, erano completamente diverse rispetto alle casette di pietra e paglia presenti a Merveill, Aiccom aveva davanti a se palazzi giganti alti trenta, quaranta piani tutti in vetro, gli abitanti della terra li chiamavano grattacieli in effetti sembravano che toccassero il cielo.
Vagò senza meta, doveva trovarsi un posto per dormire, trovò un immenso parco che gli ricordava molto Merveill, decise di passare la notte sdraiato sotto un albero.
L'indomani si ricordò che Sarecom gli disse che doveva trovarsi un lavoro, altra cosa non facile, lui aveva sempre fatto il cavaliere, sulla terra certo non serviva a molto questa esperienza lavorativa, lui non aveva per niente dimestichezza con le attrezzature tecnologiche che ormai venivano usate in tutte le fabbriche, questo avrebbe ostacolato non di poco la sua assunzione, si sa gli imprenditori tendono sempre ad assumere gente con esperienza.
La fortuna presto girò dalla sua parte, un giorno trovandosi a passare davanti ad un officina di un fabbro che produceva letti, cancelli ed oggetti in ferro battuto, vide un cartello con su scritto: cercasi personale
, lui pensò che quello poteva essere un lavoro adatto a lui dal momento che aveva una certa dimestichezza a lavorare il ferro, lui a Merveill si dedicava anche alla produzione di spade. Fece una prova e venne subito assunto, il suo datore di lavoro rimase molto colpito dalla sua capacità di modellare con cura e abilità il ferro, anche questo problema fu risolto. Ora bisognava trovare una sistemazione, non poteva certo dormire per sempre sotto un albero, ben presto anche questo problema venne risolto, un suo collega di lavoro era alla ricerca di un coinquilino con cui dividere l'appartamento, Aiccom si fece avanti e lui accettò con molto piacere.
I primi tempi la vita sulla terra non fu facile, il ritmo della vita era talmente frenetico e stressante che Aiccom disperato voleva gettare la spugna, aveva dei grossi problemi di respirazione, nel suo mondo l’aria era pulitissima non c’erano macchine e fabbriche che emettevano nell’aria lo smog, non c’erano nemmeno tutti quegli arnesi tecnologici ad incominciare dalla televisione, Aiccom non riusciva a capire come quella scatola quadrata potesse parlare e mostrare immagini, la luce, Aiccom rimase incredulo vedendo che bastava spingere un bottone e di colpo la stanza veniva illuminata per non parlare poi del fuoco bastava girare e spingere una manopola della cucina ed il fuoco usciva, per farli funzionare all’inizio uscì pazzo, poi con il passare del tempo le cose migliorarono. La cosa che lo colpì di più e quando vide tutte le persone dai più piccoli ai più grandi parlare con uno strano oggetto dalla forma per lo più rettangolare, pensò che erano tutti pazzi, poi capì che si trattava di un telefonino, gli abitanti della terra non se ne distaccavano mai, in qualsiasi luogo andava c’era sempre qualcuno con questo oggetto in mano. Del resto noi siamo così abituati ad usare questi oggetti tecnologici e tutti i confort che abbiamo che non ci chiediamo neanche come sono nati e non pensiamo mai al duro lavoro di ricerca e prove continue che ci sono volute per arrivare alla loro creazione, diamo tutto per scontato quando di scontato non c’è niente.
Un'altra impresa fu prendere confidenza con i soldi, dalle sue parti non c’erano, loro erano una grande famiglia, tutto quello che producevano andava alla principessa che lo ridistribuiva equamente a tutti gli abitanti del regno.
Col passare del tempo Aiccom si mise ad osservare e studiare il comportamento degli abitanti della terra, si accorse che gli esseri umani erano troppo attratti dalla passione e poco dalla ragione, questo gli faceva commettere un sacco di errori creando discordie e guerre il più delle volte inutili. Aiccom rimase molto colpito nel vedere in tv che in alcune zone della terra c’erano delle popolazioni che morivano dalla fame, mentre invece dove si trovava lui la ricchezza regnava sovrana ed il mangiare alcune volte veniva pure buttato perché era troppo, pensò che questo era veramente ingiusto, la cosa lo intristiva, voleva fare qualcosa ma purtroppo non era il suo mondo non poteva fare niente, ma allo stesso tempo era contento che a Merveill queste situazioni non c’erano, grazie soprattutto al lavoro svolto dalla principessa con tutti i suoi collaboratori compreso lui. Facendo un paragone fra tutto quello che succedeva a Merveill e quello che succedeva sulla terra, Aiccom pensò che loro forse erano pure fortunati ad avere solo Noru assetato di potere, sconfitto lui i problemi sarebbero stati risolti, invece sulla terra c’erano tanti Noru, sconfitto uno c’era subito un altro pronto a prendere il suo posto.
Il tempo passava, lui doveva portare a termine il suo compito e purtroppo per quanto non fosse facile non aveva tanto tempo a disposizione a Merveill le cose stavano cambiando in fretta. Il colpo di fulmine non era ancora scattato, lui doveva innamorarsi non prendersi una donna a caso e naturalmente l’amore doveva essere corrisposto, tra le donne che aveva conosciuto fino adesso c'era chi voleva farsi una semplice avventura chi voleva fare solo nuove amicizie e chi non era proprio compatibile caratterialmente. Trovare l’anima gemella non è cosa facile per nessuno figuriamoci per Aiccom che fine a poco tempo fa conduceva una vita totalmente diversa e per quanto si è potuto adattare si vedeva sempre che in lui c’era qualcosa di diverso rispetto agli altri esseri umani, cosa che rendeva ancora più difficili le cose.
Di tanto in tanto ritornava a Merveill per qualche giorno per aggiornare la principessa e Sarecom sull’esito della sua missione e per aggiornarsi della situazione a Merveill, ma era anche un momento di riposo, aveva bisogno di staccare la spina dalla terra per respirare un po’ d’aria di casa sua. La principessa era contentissima di rivederlo, sapeva benissimo il grande sacrificio che stava facendo per salvare il suo regno dal perfido Noru. Ogni volta prima della sua partenza la principessa prima di salutarlo gli diceva sempre qualche bella parola di conforto, Aiccom era contentissimo di sentirsi dire quelle parole, lo facevano stare meglio e gli davano una forza dentro che lo facevano ripartire con una grinta sempre maggiore.
Un bel giorno la sua vita cambiò, era una splendida giornata di sole con una temperature primaverile nonostante era pieno inverno, Aiccom passeggiava in un parco vicino casa sua, lui andava spesso a passeggiare in questo posto gli ricordava un po’ il suo mondo ricco di verde e di animali. Al centro di questo parco c’era un laghetto pieno di papere e di cigni che quando vedevano avvicinarsi qualcuno al bordo del lago lo seguivano e si mostravano in tutta la loro bellezza con la speranza di avere in cambio qualcosa da mangiare. Mentre passeggiava lungo il bordo del lago e gettava di tanto in tanto un po’ di pane agli animali, si accorse che poco più avanti era scivolata nel lago una donna, Aiccom subito si precipitò per aiutarla, era così bella, aveva dei grandi occhi verdi che si rispecchiavano nell’azzurro del lago, dei lunghi boccoli d’oro e un vestito di seta sottile che con la luce del sole in trasparenza faceva notare le sue sinuose e graziose forme. La donna alzò gli occhi sentendo lo sguardo di Aiccom, i loro sguardi si incrociarono, la donna subito abbassò lo sguardo e sorrise con un sorriso malizioso e innocente allo stesso tempo. Aiccom si avvicinò ancora un po’ senza distogliere nemmeno per un attimo lo sguardo dalla donna, la prese per mano e l’aiutò ad uscire dall’acqua, vedendola tutta bagnata e tremante si tolse la giacca e la mise sulle spalle della donna. Lei arrossì e timidamente lo ringraziò poi si presentarono Aiccom disse di chiamarsi Federico Rossi inventando questo nome perché sulla terra non poteva usare il suo vero nome altrimenti lo avrebbero preso di certo per pazzo, lei disse di chiamarsi Asia, scambiarono insieme qualche parola, Aiccom si offrì volontario per accompagnarla a casa, Asia accettò, durante il tragitto ebbero modo di conoscersi meglio, giunti sotto casa Asia lo ringraziò e gli diede un bacio sulla guancia e se andò, Aiccom arrosì di colpo e rimase in mobile senza spiccicare una parola a stento riuscì ad alzare la mano accennando un timido ciao. Da quel momento continuarono a vedersi ogni giorno e si accorsero da subito che tra loro c’era qualcosa di speciale, andavano d’accordo su quasi tutto, certo c’era qualche lite ogni tanto ma sempre per delle sciocchezze poi si faceva pace subito e sempre. Così dopo un anno insieme convogliarono a nozze, andarono a vivere in una splendida villa a tre piani tutta in legno, insomma in una delle classiche ville americane quelle che siamo abituati a vedere nei film.
Ben presto arrivò per loro il lieto evento, lei aspettava un bambino il loro primogenito, dopo nove mesi esatti venne alla luce Tom, era uno splendido maschietto come Aiccom avrebbe voluto, la notizia a Merveill fu accolta con grande gioia, il loro piccolo cavaliere era nato, la prima parte della missione era compiuta.
INASPETTATI EVENTI
Tom cresceva a vista d’occhio e senza nemmeno accorgersene arrivò il giorno del suo diciottesimo compleanno.
Buongiorno cavaliere
Quante volte ti ho detto che non devi più chiamare Tom cavaliere, ormai è cresciuto oggi compie diciotto anni
disse Asia
"Lascia stare