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Il 1989 e la transizione italiana
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E-book57 pagine46 minuti

Il 1989 e la transizione italiana

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La crisi istituzionale che stiamo vivendo non è nata dall’oggi al domani. A partire dagli anni ‘70 è cominciato un lungo processo di disfacimento delle istituzioni. Sono tanti i momenti storici che hanno portato al crollo del sistema politico e partitico in Italia. Il crollo del muro di Berino coincise con la fine del dualismo tra i grandi avversari storici: la Dc e il Pci, i quali per anni avevano basato la loro politica sulla contrapposizione tra cattolici e comunisti, tra i due mondi: il mondo dell’est e il mondo dell’ovest. L’Italia oltre ad essere stata una Repubblica dei partiti è stata anche una Repubblica della Guerra fredda. La crisi della cosiddetta Prima Repubblica cominciò dal crollo del ruolo di Roma come garante dell’equilibrio tra i due grandi schieramenti mondiali. La prima Repubblica si esaurì definitivamente con lo scandalo Tangentopoli, che ha avuto grande impatto dal punto di vista mediatico e morale sulla già malandata politica italiana. Tangentopoli cominciò con la scoperta di tangenti nella campagna elettorale del 1992 e la chiusura delle urne dopo lo scoppio degli scandali. Il 17 febbraio, a Milano, il socialista Mario Chiesa venne colto in flagrante mentre riscuoteva una tangente. Chiesa rivelò che il sistema delle tangenti era molto più esteso di quanto i pm si aspettassero. Secondo le sue dichiarazioni, la tangente era diventata una sorta di “tassa” richiesta nella stragrande maggioranza degli appalti. A beneficiare del sistema erano stati politici e partiti di ogni schieramento, specialmente quelli al governo: la DC e il PSI. Nacquero così i “nuovi partiti”, i quali si imponevano all’opinione pubblica uscendo dagli schemi delle grandi ideologie e del blocco cattolico-comunista che aveva governato per tutta la durata della Prima Repubblica. Nelle elezioni del 1992, i nuovi partiti, in particolare PDS e Lega, conquistavano consensi, cavalcando l’onda della protesta dei cittadini contro i vecchi partiti e contro la corruzione dell’intera classe governante. In questo sistema in crisi emerse la figura di Silvio Berlusconi, un imprenditore già noto ai più per l’aver fondato i canali televisivi Mediaset, che si proponeva di cambiare una classe politica corrotta e inefficiente. Berlusconi riuscì a vincere le elezioni nel 1994, ma il suo governo durò poco e cadde per via di indagini giudiziarie, non scrollandosi di dosso quell’aria di corruzione che aveva fatto crollare la “Prima Repubblica” dopo le proteste del popolo e dell’opinione pubblica. Dopo il governo dell’imprenditore di Arcore si apre così un periodo storico definito di transizione, ovvero quegli anni tra Prima e Seconda Repubblica, che si caratterizzarono per la presenza di Ciampi come Presidente della Repubblica e per l’alternanza tra i governi di centrodestra e di centrosinistra. Un periodo in cui Ciampi si dimostra un garante dell’equilibrio tra due schieramenti in guerra violenta tra loro, ancora una volta incapaci di risolvere i problemi del Paese.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mag 2015
ISBN9786050381436
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    Anteprima del libro

    Il 1989 e la transizione italiana - Luca Michetti

    Signor Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità per l'unione Sovietica e l'Europa dell'est, signor Gorbaciov venga a questa porta, apra questa porta e abbatta questo muro

    Ronald Reagan

    Il momento era maturo per arrivare a Tangentopoli, che era dovuto a una cosa molto più complessa che era questa: che ci fosse la corruzione in Italia si è sempre saputo, la classe dominante promanava questo puzzo di fogna che tutti sentivano, il famoso turarsi il naso. Soltanto che fin quando l'alternativa di questa classe politica allora al potere era un Partito comunista, che era un fac-simile di quello sovietico, basato sui carri armati, sulla polizia segreta, sulle delazioni, sui processi, finché c'era questo spettro noi non potevamo prenderci il lusso di mettere sotto processo e mandare in galera la classe politica dirigente allora. Fu quando, col Muro di Berlino, crollò questo incubo che i tempi furono maturi perché questo avvenisse

    Indro Montanelli

    Prefazione

    La crisi istituzionale che stiamo vivendo non è nata dall’oggi al domani. A partire dagli anni ‘70 è cominciato un lungo processo di disfacimento delle istituzioni. Sono tanti i momenti storici che hanno portato al crollo del sistema politico e partitico in Italia. Il crollo del muro di Berino coincise con la fine del dualismo tra i grandi avversari storici: la Dc e il Pci, i quali per anni avevano basato la loro politica sulla contrapposizione tra cattolici e comunisti, tra i due mondi: il mondo dell’est e il mondo dell’ovest. L’Italia oltre ad essere stata una Repubblica dei partiti è stata anche una Repubblica della Guerra fredda. La crisi della cosiddetta Prima Repubblica cominciò dal crollo del ruolo di Roma come garante dell’equilibrio tra i due grandi schieramenti mondiali. La prima Repubblica si esaurì definitivamente con lo scandalo Tangentopoli, che ha avuto grande impatto dal punto di vista mediatico e morale sulla già malandata politica italiana. Tangentopoli cominciò con la scoperta di tangenti nella campagna elettorale del 1992 e la chiusura delle urne dopo lo scoppio degli scandali. Il 17 febbraio, a Milano, il socialista Mario Chiesa venne colto in flagrante mentre riscuoteva una tangente. Chiesa rivelò che il sistema delle tangenti era molto più esteso di quanto i pm si aspettassero. Secondo le sue dichiarazioni, la tangente era diventata una sorta di tassa richiesta nella stragrande maggioranza degli appalti. A beneficiare del sistema erano stati politici e partiti di ogni schieramento, specialmente quelli al governo: la DC e il PSI. Nacquero così i  nuovi partiti, i quali si imponevano all’opinione pubblica uscendo dagli schemi delle grandi ideologie e del blocco cattolico-comunista che aveva governato per tutta la durata della Prima Repubblica. Nelle elezioni del 1992, i nuovi partiti, in particolare PDS e Lega, conquistavano consensi, cavalcando l’onda della protesta dei cittadini contro i vecchi partiti e contro la corruzione dell’intera classe governante. In questo sistema in crisi emerse la figura di Silvio Berlusconi, un imprenditore già noto ai più per l’aver fondato i canali televisivi Mediaset, che si proponeva di cambiare una classe politica corrotta e inefficiente. Berlusconi riuscì a vincere le elezioni nel 1994, ma il suo governo durò poco e cadde per via di indagini giudiziarie, non scrollandosi di dosso quell’aria di corruzione che aveva fatto crollare la Prima Repubblica dopo le proteste del popolo e dell’opinione pubblica. Dopo il governo dell’imprenditore di Arcore si apre così un periodo storico definito di transizione, ovvero quegli anni tra Prima e Seconda Repubblica, che si caratterizzarono

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