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Festa universale
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E-book132 pagine54 minuti

Festa universale

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Il libro dal titolo “Festa universale” si colloca nella sezione saggistica in forma di dialogo. È costituito da una serie di incontri tra Gesù e uomini della storia dell’umanità, filosofi, artisti e anche l’uomo “comune” rappresentato da Adamo. I dialoghi sono brevi e sintetici riprendendo il nocciolo del pensiero degli interlocutori di Gesù. Festa universale segue il libro già edito “Dialoghi sulla bellezza narrata nelle Scritture” (Gabrielli editore 2008) fondato a sua volta come contenuti sulla tesi di laurea in filosofia poi pubblicata sulla collana di ricerche filosofiche dell’Università Cà Foscari (Poligrafo 2004).
LinguaItaliano
Data di uscita28 gen 2015
ISBN9788891174222
Festa universale

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    Festa universale - Pierluigi Toso

    Pierluigi toso

    Titolo | Festa universale

    Autore | Pierluigi Toso

    ISBN | 9788891174222

    Prima edizione digitale: 2014

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

    Youcanprint Self-Publishing

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    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

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    IL GIUDIZIO UNIVERSALE

    INTRODUZIONE

    Queste righe seguono l’annuncio dialogico di bellezza svoltosi tra l’Arcangelo Gabriele e Adamo. Alla fine di tale annuncio restavano delle domande su quale giudizio ci sarebbe stato nei confronti dell’umanità da parte di Dio. Dante ha rappresentato in gironi d’inferno la sorte di molti, così come ha descritto luoghi di purgatorio e di paradiso. Tale visione però è poco divina e la sua commedia in tal senso è molto umana, in quanto le parole di Gesù non lasciano dubbi su un fatto, chi lo incontra entra nel regno di Dio, nel regno della Bellezza e il problema resta come poter vivere tale incontro. I vangeli narrano certamente di un giudizio finale, di un giorno in cui ci sarà una risurrezione di paradiso ed una di giudizio ed in tal senso nessun evangelista eccepisce, nemmeno Giovanni che scrive come Gesù disse di non essere venuto per giudicare, tanto che sarà la parola di ciascuno a giudicare chi la pronuncia. In tal senso Giovanni si allinea ai vangeli fratelli e il consiglio esplicito di non giudicare, dato da parte di Gesù ad ogni uomo e riportato nei vangeli di Matteo e Luca, resta la miglior via per evitare l’autogiudizio cui ogni uomo sembra ingenuamente andare incontro. Riflettere sul contenuto del giudizio di Dio, dunque su quell’inferno di fuoco e gironi che muove l’immaginario collettivo, non è lo scopo di queste pagine, perché purtroppo l’uomo produce molto bene l’inferno durante l’intera storia dell’umanità e fa molta fatica a cercare con perseveranza l’incontro definitivo con la Bellezza. Per tale motivo i dialoghi di questo piccolo libro saranno rivolti al come entrare nel regno della Bellezza e non a come evitare l’inferno incutendo timore al lettore. È la storia di sempre, bisogna amare per trovare la felicità e spendere la propria libertà in tale direzione; cercare di conservare se stessi seguendo regole puramente etiche, prive dell’orizzonte e del motore di bellezza, può far evitare l’inferno, ma sicuramente non permette di entrare nel regno di Dio. L’auspicio è che ogni uomo cerchi di realizzare quel compito d’origine che Dio gli ha dato e che consiste nella possibilità di essere artista e di comprendere la bellezza del Creato.

    PROLOGO

    Sull’inizio del vangelo ovvero sul tempo e sullo spazio in cui comincia il cammino verso la bellezza e l’estetica comunicata da Gesù non dovrebbero esserci dubbi, almeno in relazione ai testi che compongono il vangelo quadriforme; invece, ascoltando predicatori e parole pre-eucaristiche[1]

    [2] Mi riferisco alle omelie domenicali che succedono proprio alla lettura del vangelo, in una sua minima parte, e che chiudendo la liturgia della parola preparano la liturgia eucaristica.

    la confusione è grande oscillando tra chi legge eticamente il vangelo, cercando di dare un nuovo decalogo agli ascoltatori e chi, bypassando l’etica, divulga una bellezza effimera che si spegne non appena cade l’ultima sua parola.

    Quanto appena affermato rivela la non lettura dei testi evangelici, i quali, iniziano dal vangelo marciano proprio con le parole Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio (Mc 1,1). Tale inizio intitola innanzitutto Gesù Cristo stesso, ma riassume logicamente, nell’ordine temporale, l’azione di Giovanni Battista, il quale prepara eticamente l’avvento dell’estetica inaugurata pienamente da Gesù e già viva nelle parole di Isaia prima di lui. Dunque, il vangelo è riassumibile nel connubio etico-estetico di una parola che crea la bellezza e che si incardina in quella parola creatrice di bellezza presente in maniera particolare nei primi versetti del libro della Genesi. Ciò emerge in maniera formidabile nel prologo del quarto vangelo, dove Gesù si rivela immediatamente come parola creatrice la quale risulta comprensibile grazie anche alla non luce di Giovanni Battista, il quale risulta comunque imprenscindibile anche nel vangelo redatto dall’apostolo amato dal fondatore del cristianesimo. Ecco perché queste pagine d’intuizione di regno di cieli che vado a cominciare non possono

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