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Un giovane ufficiale. Patrick Cullivan
Un giovane ufficiale. Patrick Cullivan
Un giovane ufficiale. Patrick Cullivan
E-book111 pagine1 ora

Un giovane ufficiale. Patrick Cullivan

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Info su questo ebook

La prima guerra mondiale è stato un conflitto di dimensioni intercontinentali, combattuto tra il 1914 e il 1918. Una battaglia lunga e dolorosa con conseguenze abissali, innescata dalle pressioni nazionalistiche e dalle tendenze imperialistiche coltivate dalle potenze europee a partire dalla seconda metà del diciannovesimo secolo.
LinguaItaliano
Data di uscita1 set 2012
ISBN9788867514335
Un giovane ufficiale. Patrick Cullivan

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    Anteprima del libro

    Un giovane ufficiale. Patrick Cullivan - Daniele Zumbo

    Danile Zumbo

    Un giovane ufficiale

    Patrick Cullivan

    Youcanprint Self-Publishing

    Copyright © 2012

    Youcanprint Self-Publishing

    Via roma 73 - 73039 Tricase (LE)

    Tel. 0832.1836509

    Fax. 0832.1836533

    info@youcanprint.it

    www.youcanprint.it

    Titolo | Un giovane ufficiale

    Autore | Daniele Zumbo

    Illustrazione di copertina a cura dell’autore

    ISBN | 9788867514335

    Prima edizione digitale 2012

    Questo eBook non potrà formare oggetto di scambio, commercio, prestito e rivendita e non potrà essere in alcun modo diffuso senza il previo consenso scritto dell’autore.

    Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla legge 633/1941

    Table of Contents

    Un giovane ufficiale Patrick Cullivan

    Colophon

    Prefazione

    Capitolo 1 – Un ufficiale

    Capitolo 2 – Chiamati a combattere

    Capitolo 3 – Le ore prima della battaglia

    Capitolo 4 – Cos’era successo fino a quel momento?

    Capitolo 5 – La borgata distrutta

    Capitolo 6 – Battaglia di Bosco Beleau

    Capitolo 7 – Fronte tedesco

    Capitolo 8 – Meglio morire

    Capitolo 9 – Un francese traditore

    Capitolo 10 - La battaglia di Château-Thierry

    Capitolo 11 – Offensiva della Mosa

    Capitolo 12 – Il rapimento

    Capitolo 13 – La fine della guerra

    Note dell’autore

    Ingresso degli Stati Uniti

    Armi prima guerra mondiale

    Caratteristiche distintive della guerra

    BIBLIOGRAFIA

    Prefazione

    La prima guerra mondiale è stato un conflitto di dimensioni intercontinentali, combattuto tra il 1914 e il 1918.

    Una battaglia lunga e dolorosa con conseguenze abissali, innescata dalle pressioni nazionalistiche e dalle tendenze imperialistiche coltivate dalle potenze europee a partire dalla seconda metà del diciannovesimo secolo.

    La battaglia coinvolse circa vent’otto paesi.

    Di seguito vengono riportati i paesi che ne presero parte, entrando nel conflitto dietro tempistiche differenti.

    Forze dell’INTESA:

    - Francia

    - Gran Bretagna

    - Russia

    - Italia

    - Stati Uniti

    - Romania

    - Belgio

    - Giappone

    - Serbia

    - Grecia

    - Portogallo

    - Montenegro

    - Altri

    Imperi Centrali:

    - Germania

    - Austria – Ungheria

    - Impero ottomano

    - Bulgaria

    Assunse una dimensione mondiale anche dal punto di vista territoriale e strategico.

    La storia raccontata di seguito, rivive in parte e in modo narrativo, gli avvenimenti intercorsi durante la prima guerra mondiale.

    Il racconto si focalizza sulla figura immaginaria e totalmente inventata di Patrick Cullivan, ufficiale che prenderà parte alle battaglie connesse alla grande guerra.

    Attraverso un filo narrativo puramente storico, prendono vita una serie di avvenimenti che hanno rilievo non soltanto narrativo, al fine di dar vita ed alimentare la storia stessa, ma anche per riprendere in modo certo non casuale gli eventi più importanti che si successero durante quel periodo.

    Purché questo sia un saggio, è bene tener presente gli accadimenti e le morti che si ebbero durante le innumerevoli battaglie di cui tutti, ancora oggi, ricordano fatti ed evoluzioni.

    Riporto di seguito un verso di Voltaire che racchiude un pensiero diffuso ma forse, troppo sottovalutato e dimenticato.

    Tutti i vizi di tutte le età e di tutti i paesi del globo riuniti assieme, non eguaglieranno mai i peccati che provoca una sola campagna di guerra.

    Qualunque sia il motivo per cui si innesca una guerra, qualunque siano le persone che vi prendono parte, non cambia il fatto che essa è causa di dolore e morte.

    In nessun modo le si dovrebbe perpetuare, soprattutto laddove si cerca di giustificarla per motivi non solo etici, territoriali e di conquiste ma proferendo una parola di Dio.

    Capitolo 1 – Un ufficiale

    C’era un’atmosfera idilliaca nell’arena in quelle ore del mattino. Il primo sole filtrava attraverso la nebbia leggera per sfiorare la collina centrale e spandersi sui campi umidi di rugiada.

    Gli alberi erano rivestiti di nuove foglie verdi, e le foglie frusciavano ritmicamente al soffio dolce del vento. C’erano uccelli su quelle piante, e gli uccelli cantavano, perché era primavera, e godevano la gioia di vivere e lo splendore del mattino.

    Un gufo, con l’appetito soddisfatto da una recente preda, appollaiato su un ramo morto di un gran sicomoro, sprofondò il becco tra le penne preparandosi a dormire per tutta la giornata.

    Un crotalo lucente, sentendo l’avvicinarsi del sole e pregustando il dolce calore, scivolò da sotto la roccia piatta che gli aveva offerto riparo durante la notte per andarsi a distendere sul sasso preferito. Uno scoiattolo rosso squittì nervosamente osservando gli uomini che entravano nell’arena dalla porta nord e poi, temendo un pericolo, saettò verso un albero vicino per cercare rifugio nella sua tana.

    Erano in cento, alti e fieri nelle loro uniformi. Un movimento appena percettibile scuoteva le loro file, simili a spighe di grano sfiorate da una leggera brezza.

    Se sapevano quanto stava per accadere, non lo dimostravano. Ogni loro gesto mostrava assoluta disciplina.

    Erano stati semplici uomini, ma li avevano trasformati in belve da combattimento. Il sapore del sangue era come una necessità per le loro bocche. La passione per sopprimere era come una rabbiosa marea che li travolgeva. Erano armi appuntite e affilate, pronte a uccidere.

    Tra le fila di soldati pronti a combattere, assetati, desiderosi di infilare le loro armi nella bocca di qualche nemico e sparare, c’era un giovane molto alto, di estrema eleganza.

    Era Patrick Cullivan.

    Apparteneva ad una nobile famiglia che, visti i suoi capricci di giovane rampollo e la sua perfetta inattitudine al comando, lo aveva spedito nelle lontane pieghe di guerra affinché il ragazzo che era partito, abbandonasse i suoi, come li chiamavano, ridicoli sogni, per pensare alla guerra, all’onore e alla patria.

    Lui, dal canto suo, aveva preso le sue cose ed era partito. Si sentiva attratto particolarmente da ogni cosa che non conosceva, da quel brivido che ti procura l’assoluta novità.

    Così sedicenne si era recato nell’accademia, tra le flessioni, gli esercizi, le armi e i suoi compagni, erano passati gli anni, con le visite sempre più sporadiche della famiglia.

    Alla fine, era giunto il giorno che per anni aveva aspettato, ora, pronto ad uscire dall’accademia, sarebbe stato un ufficiale a tutti gli effetti.

    Capitolo 2 – Chiamati a combattere

    Il generale compì l’ultima ispezione. Mentre passava in rivista le file dei soldati, i comandanti di squadra impartivano secchi ordini e gli uomini si irrigidivano nell’assoluta immobilità.

    Il soldato Patrick Cullivan sentì gli stivali del generale che si stava avvicinando battere contro i sassi del terreno.

    Non si udivano altri suoni, neppure il respiro degli uomini. La lunga disciplina lo costrinse a mantenere lo sguardo fisso sul punto lontano che si era scelto e tenne gli occhi immobili anche quando il generale gli passò di fronte.

    Non lo vide neppure.

    Il soldato non stava pensando alla morte, anche se sapeva che, con ogni probabilità, le sue ore erano contate.

    Pensava al fucile che si sentiva pesare sulla spalla e all’impellente desiderio di scaricare le pallottole nella carne umana.

    La necessità di uccidere lo dominava, tuttavia si sentiva leggermente sollevato all’idea di non essere stato assegnato alla squadra d’assalto (squadra suicidio la chiamavano gli uomini), e aveva una possibilità, minima, di rimanere in vita.

    La squadra d’assalto era destinata a morte sicura.

    Venne dato un ordine, e il soldato Cullivan impose al proprio corpo irrigidito di distendersi.

    In lui c’era una tensione che il corpo rilassato non riuscì a scacciare. Durante il corso di addestramento gli avevano insegnato come fare a distendersi. Gli avevano insegnato una infinità di cose in quel periodo.

    Sapevo tante cose, eppure in quell’istante non ne ricordavo neanche una. Erano passati solo pochi

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