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Caccia alla Chimera
Caccia alla Chimera
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E-book235 pagine2 ore

Caccia alla Chimera

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Info su questo ebook

Il racconto è ambientato nel fatidico 2012, all'interno di una televisione privata globale di ultima generazione, nata proprio nei primi mesi dello stesso anno in seguito all’unificazione di due importantissime multinazionali operanti sul web e sulle reti satellitari. Proprio il regista dell'innovativo telegiornale di questa TV è la voce narrante, mentre i protagonisti principali sono: il più celebre lettore del TG, la sua compagna di vita e lavoro e un misterioso scienziato svedese, malato terminale. Prima di morire il dottore fa una clamorosa dichiarazione pubblica, che sconvolgerà la vita dei due giornalisti e del loro staff. Verranno tutti coinvolti nell’interpretazione di una profezia di Nostradamus, mai spiegata in passato. Diverse figure si muovono all'interno del romanzo, caratterizzato da numerose foto originali ed esplicative, funzionali al racconto, realizzate con attori in carne e ossa. Una versione multisensoriale dell’opera è visionabile sul blog http://blog.figuccia.com o sul network www.pittorica.com Tuttavia l’intera storia, insieme al suo inatteso e sconvolgente finale, è raccontata solo in questo libro.
LinguaItaliano
Data di uscita13 apr 2013
ISBN9788898017669
Caccia alla Chimera

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    Anteprima del libro

    Caccia alla Chimera - Sergio Figuccia

    PROLOGO

    Milano 21 dicembre 2012

    Mi chiamo Giuseppe Pastrone, sono un dirigente della divisione italiana di YouGlobe, il più importante network televisivo mondiale, nato dalla fusione del leader fra i motori di ricerca di internet con una delle TV statunitensi più influenti nel settore dell’informazione.

    Quando, dopo il solito periodo di praticantato, fui assunto a tempo indeterminato in una emittente privata di livello nazionale, non pensavo certamente di fare tanta carriera.

    Dopo una ventina d’anni di gavetta, mi si è presentata l’opportunità di rivestire il ruolo di regista all’interno della nuovissima e innovativa YouGlobe Television, proprio nell’anno 2012, quando tutti i network televisivi del mondo hanno deciso di trasmettere due TG separati in ogni rotazione editoriale.

    Uno denominato TG-black, si occupa esclusivamente delle notizie riguardanti vittime di qualsivoglia evento: incidenti, omicidi, calamità naturali, attentati terroristici, ecc. ecc.

    L’altro invece, chiamato TG-white, è specializzato nelle news di cronaca ordinaria: politica, disservizi segnalati dagli spettatori, novità scientifiche, notizie sportive ecc. ecc.

    In poche parole sono state separate tutte le notizie di eventi che comportano vittime umane da quelle di ordinaria amministrazione;

    questo perché la diffusione di avvenimenti luttuosi, che aveva in precedenza occupato ormai l’80% di ogni TG, aveva trasformato ogni notiziario in una sorta di ansiogeno bollettino di guerra, causando una caduta degli indici d’ascolto e ripetute proteste da parte di milioni di telespettatori.

    Un certo target di utenti non ne poteva più di morti spiattellati sullo schermo a ora di pranzo e di cena, così le maggiori emittenti, e YouGlobe prima fra tutte, hanno deciso di optare per il doppio TG.

    Da quest’anno infatti i nuovi telegiornali, che per ogni edizione vengono diffusi con mezz’ora di intervallo uno dall’altro, riportano nei titoli di testa specifiche avvertenze sui contenuti, un po’ come accade sui pacchetti di sigarette o su quelli dei medicinali, e la soluzione si è rivelata alquanto valida; niente più suicidi fra gli utenti più a rischio per eccesso di emotività e buoni indici di gradimento per i TG black destinati agli assetati di sangue.

    Quello che vedete nella foto è Walter Mastrelli, il lettore del TG-white da me diretto.

    Non sono mai riuscito a capire né come né perché, ma sta di fatto che in poco tempo il nostro Mastrelli è diventato una vera star mediatica. Il pubblico lo apprezza e lo segue in ogni sua apparizione televisiva ed è invidiato e ammirato dai colleghi e da una gran parte

    dei telespettatori dell’emittente.

    È la punta di diamante di YouGlobe, anche se il suo alter-ego del TG-black, Franco Sereni, insegue a breve distanza la leadership degli ascolti.

    Anche lui ha un altissimo indice di gradimento, ma su un target di teleutenti ben diverso. I due comunque, pur rivaleggiando dietro lo schermo televisivo, si rispettano nel privato, anche se non nutrono alcuna simpatia l’uno per l’altro.

    In ogni TG-white, accanto a Walter Mastrelli, è sempre presente Cinzia Forestieri, una giornalista d’assalto che ha iniziato la carriera come redattrice nell’ambito della moda all’interno di una rivista specializzata; poi, anche grazie al buon rapporto fra la direttrice del periodico e l’Amministratore Delegato di YouGlobe, la Forestieri è stata affiancata a Mastrelli nella lettura del TG-white.

    Il passaggio di Cinzia al network televisivo, non è stata un’operazione indolore per la rivista di moda, ma la direttrice ha

    preferito privarsi con rammarico di un ottimo redattore pur di favorirne il rilancio professionale, anche perché Walter Mastrelli, oltre ad essere il suo compagno di lavoro, è anche il suo compagno di vita e l’accoppiata, priva di rivalità da protagonismo, non può che far bene all’immagine del nostro prodotto televisivo.

    Walter Mastrelli, a sua volta, ha accettato con piacere l’incarico nel TG-white sia per la presenza al suo fianco della compagna, sia perché le news della testata gli consentono una lettura più serena e distaccata rispetto al TG-black.

    Leggere notizie riguardanti le beghe politiche nazionali o internazionali e le news dello sport, dello spettacolo e delle nuove scoperte scientifiche non lo coinvolge emotivamente e, secondo me, sta anche in questa disinvoltura la probabile origine del suo successo.

    Walter e Cinzia sono diventati in breve dei veri idoli televisivi del giornalismo italiano, ma anche mondiale perché, visto il favorevole consenso popolare, il TG-white italiano di YouGlobe viene replicato giornalmente in tre continenti e tradotto in cinque lingue diverse, con un’audience stellare in ogni parte del mondo in cui il telegiornale viene trasmesso. Mastrelli e compagna, che parlano correntemente tre lingue, presentano anche la versione inglese dello stesso TG, che poi è anche la più diffusa nel mondo.

    Tutto bene quindi… fino a quella dannata sera in cui fra le notizie che Walter doveva leggere capitò quella strana vicenda che in seguito avrebbe agitato la vita a lui e a tutti noi dello staff del TG-white.

    Quando tutto si chiuse, io raccolsi le confidenze e le emozioni che i protagonisti della vicenda mi vollero esternare, permettendomi così di raccontare questa storia condita di tutti i suoi più piccoli dettagli, proprio come sto facendo ora.

    Una storia che in un primo momento ci era passata addosso come una folata di fredda brezza marina, non potevamo di certo prevedere che in seguito la stessa faccenda ci sarebbe tornata di sopra con la forza di un tornado dalla potenza distruttiva, una sorta di tsunami globale che tutto cambia e tutto travolge.

    Capitolo 1

    Quella sera Walter Mastrelli e Cinzia Forestieri si erano presentati negli studi di YouGlobe con qualche minuto di ritardo.

    Erano dei seri professionisti e raramente incappavano in ritardi, anche perché prima della messa in onda della trasmissione davano sempre una sommaria lettura alle notizie della edizione del TG-white per dividersi i comunicati ed evitare così fastidiosi accavallamenti negli attacchi dei testi.

    Ma proprio quella sera, quel piccolo ritardo non permise la pre-lettura delle news e le notizie vennero ripartire a caso fra i due, con una veloce ed approssimativa separazione fisica dei fogli, non senza un intervento di velato e ironico rimprovero che il mio ruolo imponeva.

    «Vi ricordo» dissi al microfono dietro il vetro della sala di regia, «che avete la responsabilità, ben retribuita, di un telegiornale internazionale che ha un discreto seguito; non sono ammessi ritardi nelle partenze come per i treni delle ferrovie dello Stato.»

    Mastrelli non subì passivamente la mia frecciatina e rispose alla mia battuta con una schiacciata vincente che rientrava perfettamente nel suo carattere equilibrato ma pur sempre combattivo.

    «Caro Pastrone, ti ricordo che la tua retribuzione è pari alla somma di quella mia e di Cinzia e che non sei pagato per fare il Capo-Stazione… quindi se vuoi fischia e fai partire il convoglio e non ci rompere i vagoni. Vedi quante rime in one ti ho fatto!»

    Sinceramente mi dava un po’ fastidio essere fregato nei rimbalzi e replicai con uno scherzo estemporaneo.

    «Cazzo! Ma sei già in diretta!»

    La faccia annichilita di Walter fece scoppiare me e i tecnici in una fragorosa risata che si propagò nello studio tramite gli altoparlanti della sala di regia.

    Cinzia si chinò divertita sorridendo sui fogli che avrebbe letto da lì a poco e Walter, rasserenato dalla mancata brutta figura in diretta, si limitò a scandire una nota frase di invito di valenza mondiale: «V-a-i a f-a-r-e i-n c-u-l-o!»

    Lesse tutto con la solita disinvoltura: dalla notizia relativa al nuovo avvento della democrazia in Libia, dopo un anno dalla rivoluzione contro Gheddafi, ai risultati della Champions League di Calcio, dalle previsioni meteo-continentali, alla presentazione del primo Festival Cinematografico di Nancy.

    Poi come sempre venne il momento delle news scientifiche e si ritrovò a leggere questo comunicato: «Lo scienziato svedese Samuel Magnusson, noto per le sue scoperte in ambito bio-genetico, ha fatto alla stampa una clamorosa dichiarazione. Ha detto di aver clonato se stesso in un esperimento della fine degli anni ‘60 ma che il proprio figlio, al quale aveva dato il nome Richard, è stato misteriosamente rapito nei suoi primissimi giorni di vita. Magnusson ha dichiarato di non aver mai sporto denuncia perché conscio delle proprie responsabilità legate all’illegalità dell’esperimento, e che in tutti questi anni ha sofferto spaventosamente per la sorte di suo figlio, soprattutto per un’altra sua caratteristica biologica unica al mondo che, se ancora in vita, potrebbe portarlo alla morte proprio nel 2012. L’uomo ha comunicato di essere malato terminale, pertanto ha ritenuto doveroso, a questo punto, rendere nota all’umanità la vera natura del bambino del quale non ha più notizie. Dalla nostra sede di Stoccolma ce ne parla la nostra collega Lisa Betty Foster.»

    Seguì un servizio in video, registrato poche ore prima tramite collegamento satellitare che Walter vide per la prima volta e seguì con particolare interesse, tanto da risultare un po’ troppo meditabondo al momento della sua conclusione e del conseguente ritorno all’inquadratura del suo volto. Nel breve filmato veniva spiegato che il bambino, improvvisamente sparito dall'abitazione-laboratorio dello scienziato, era stato concepito in provetta per clonazione, come frutto di un esperimento genetico che aveva previsto anche l’inserimento di geni di un essere non umano nel DNA del feto.

    Lo scienziato non aveva specificato di quale animale si trattasse e lanciava comunque un appello al mondo intero invitando chiunque avesse avuto notizie di suo figlio di comunicarle nel più breve tempo possibile.

    Alla fine del servizio la mia collega aveva specificato che quello strano ibrido veniva scientificamente definito una chimera, e che non poteva comunque avere lunga vita per le proprie caratteristiche fisiologiche di instabilità. Magnusson però, in base alle sue ultime scoperte, era in grado di poter intervenire sul DNA di suo figlio, che se ancora in vita doveva essere già un uomo adulto, annullando così i pericoli dell’invecchiamento cellulare e donandogli quelle possibilità di sopravvivenza che trent’anni prima non erano ancora possibili. Lo scienziato però era allo stato terminale della sua malattia e gli restava ormai poco tempo a disposizione per agire in tal senso, ecco il perché di quel suo accorato appello televisivo.

    Vista la mia reazione dopo la sigla finale, al di là dell’altoparlante di regia, Mastrelli capì di aver chiuso il telegiornale con un’espressione evidentemente troppo perplessa per lo standard tradizionale. «Ma che cazzo ti è successo? In chiusura sembravi un ebete rincoglionito» gracchiai dal dispositivo acustico.

    «Porco cane! Risultavo così tanto imbarazzato in video?» rispose Walter.

    «Più che imbarazzato sembravi centrato da un fulmine.»

    «Scusami! L’ultima notizia era piuttosto inquietante e mi ha

    coinvolto emotivamente.»

    «Se devi continuare a fare questo mestiere devi imparare a sopprimere le tue emozioni, caro Walter, almeno in quella mezz’ora di lettura delle notizie. Dopo puoi anche farti suggestionare liberamente… il poi è di tua pertinenza, ma il durante è solo di proprietà di YouGlobe, ricordalo!»

    «Uuhhh! Che esagerazione! È stata solo una breve perplessità di qualche secondo, non accadrà più. C’è bisogno di spargere tutto questo paternalismo?»

    «Prendo atto dei tuoi buoni propositi per il futuro e ora ti mando a cagare perché il mio turno sta terminando. Ci vediamo domani, ciao ciao.»

    Avevo sempre con tutti questo atteggiamento di massima professionalità e di rispetto verso l’azienda, tanto da risultare qualche volta anche un po’ antipatico in trasmissione. Ma si trattava solo di pochi scatti nervosi e peraltro anche improntati ad una buona dose di ironia e umorismo, comunque accettabili. Quella volta però Mastrelli era stato effettivamente troppo poco accorto nel farsi condizionare fino a quel punto; avevo proprio ragione io. Ma la notizia era di quelle che non facevano dormire la notte, almeno uno come Walter tanto patito di leggende, mitologia, presagi e profezie.

    Già da ragazzo Mastrelli era stato un grande appassionato delle predizioni di Nostradamus; trascorreva pomeriggi interi a studiare le quartine del celebre indovino per tirarne fuori possibili indicazioni soprattutto su eventi futuri.

    Il suo era una specie di giornalismo esoterico che però non era mai riuscito a utilizzare professionalmente, occupato com’era solo nel leggere le notizie preconfezionate da altri colleghi; e questa cosa non l’aveva mai digerita.

    Walter era proprio affascinato dalla particolarità delle parole dell’indovino, come diceva lui: messe una dietro l’altra, quasi fossero effetto di una sequenza di estrazioni a caso da un recipiente virtuale contenente tutti i vocaboli e i verbi del mondo.

    La caratteristica delle sue profezie era proprio quella di permettere ai posteri di interpretare a piacimento quelle composizioni; e la gente, nel corso dei secoli, aveva sempre trovato una relazione precisa fra ogni quartina e un pertinente evento storico.

    Ma le interpretazioni date in passato ai misteriosi versi lo interessavano poco, voleva essere lui a convincersi di cosa potessero effettivamente indicare, non

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