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La strada morta: Vol. 1 - Isolamento
La strada morta: Vol. 1 - Isolamento
La strada morta: Vol. 1 - Isolamento
E-book45 pagine36 minuti

La strada morta: Vol. 1 - Isolamento

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Info su questo ebook

Avrebbe dovuto essere una vacanza rilassante. Si è rivelata l’esatto opposto...

Un campeggio nelle montagne del Vermont viene interrotto quando un gruppo di amici scopre che c’è stata un’invasione di zombie. Dopo essere rimasti separati dal mondo per l’ultima settimana, e con uno di loro che è già stato morso, gli amici devono farsi strada tra le montagne verso la salvezza.

Riusciranno a  percorrere miglia di foreste buie a piedi cercando di evitare di essere sopraffatti dai non morti? Cosa ha causato l’invasione? Ci sono altri sopravvissuti?

LinguaItaliano
Data di uscita14 giu 2017
ISBN9781507138748
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    Anteprima del libro

    La strada morta - Robert Paine

    ~ Volume Primo: Isolamento ~

    Quando Jake vomitò sul sedile posteriore, non puzzava di vomito. Quell’odore di animale marcescente, che a volte permea i cumuli di rifiuti negli angoli dimenticati di parcheggi dietro supermercati sull’orlo del fallimento, ecco di cosa puzzava. Aprii il mio finestrino, stringendo più forte la canna del fucile con la mano destra. Sembrava passata una vita da quando stavamo montando il campo, da quando il mondo era ancora un posto normale, e tutti sapevamo quale fosse il nostro posto in esso. Da predatori in cima alla catena alimentare a prede indifese in un solo, lungo passo.

    «Sbrigati, bello! Penso stia morendo!» Eli era sul sedile posteriore. La voce gli tremava, come fosse stato sull’orlo del panico. A me il cuore batteva all’impazzata, e sentivo il sudore accumularsi in fondo alla schiena, ma non stavo andando nel panico. D’altra parte, non avevo il vomito di Jake sulle scarpe.

    «Sto andando più veloce che posso!» Roger era alla guida. Il SUV saltava e sobbalzava scendendo lungo la strada di montagna, e lui girava freneticamente il volante per evitare buche e massi. Avevamo percorso quella strada in auto decine di volte all’anno, per sei anni. Il nostro campeggio annuale, sulle montagne del Vermont. Roger guidava sempre. Addirittura salivamo con il suo SUV malandato, lasciando la Jeep nuova di zecca di Eli ai piedi della montagna, perché lui voleva guidare. Un tempo era venuto qui ogni estate coi suoi genitori. Suo zio gli aveva insegnato a guidare su quelle strade, dove non poteva urtare altre auto. Guidava 4x come fosse stato agli X-Games. Conosceva la strada. Sono certo che fosse l’unica ragione per cui eravamo ancora vivi a quel punto.

    Jake grugnì e rabbrividì, stringendosi lo stomaco, con un misto di bile e sangue che gli usciva dall’angolo della bocca. La ferita al polpaccio, dove la cosa nel bosco l’aveva morso, si stava infettando e suppurava. Avrei potuto giurare di sentire l’odore della malattia nella ferita, nonostante la pozza maleodorante di vomito. Niente sembrava più essere a posto.

    Eli teneva la mano sulla schiena di Jake e gli dava pacche sulla spalla. «Resisti, amico. Altri quindici minuti alla città. Il dottore ti sistemerà per bene. Ti farà un’iniezione e... OH MERDA!»

    Eli si interruppe quando Jake ringhiò e si voltò di scatto come un animale ferito, serrando i denti a pochi millimetri dalla sua mano. Jake emise un suono come il soffio di un gatto e prese a contorcersi, cercando di liberarsi dalla posizione in cui l’avevamo assicurato e finendo con l’intrecciarsi nelle cinture di sicurezza incrociate sopra di lui. Continuava ad aprire la bocca e chiuderla di scatto, ringhiando e mugolando, come se stesse morendo di fame ed Eli fosse l’unica bistecca rimasta sul pianeta.

    «ACCOSTA ACCOSTA ACCOSTA!» stava strillando Eli, schiacciandosi contro la portiera mentre armeggiava con la fibbia della cintura di sicurezza. Le sue parole disperate venivano fuori in un flusso continuo di sillabe.

    Roger si guardò oltre la spalla. «Ma che...?»

    Spalancò gli occhi vedendo Jake

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