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Tempesta: Uno scottante caso per il sovrintendente Jeff Barton
Tempesta: Uno scottante caso per il sovrintendente Jeff Barton
Tempesta: Uno scottante caso per il sovrintendente Jeff Barton
E-book169 pagine2 ore

Tempesta: Uno scottante caso per il sovrintendente Jeff Barton

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Info su questo ebook

In un quartiere nella periferia est di Manchester diversi membri di una gang criminale vengono uccisi in maniera raccapricciante. Si tratta di una vendetta? La lista dei potenziali sospettati è lunga, e il sovrintendente con funzioni investigative Jeff Barton e il suo team devono convincere gli abitanti di un quartiere storicamente ostile verso la polizia a collaborare. Come se non bastasse, una donna anziana è morta sull'ambulanza che la stava trasportando d'urgenza in ospedale. Una ragazza bianca che aveva dei rapporti con la banda è sparita senza lasciare tracce. Perché? Il numero delle vittime cresce in maniera esponenziale, e Jeff Barton sospetta che diverse perone gli stanno nascondendo delle informazioni vitali per il proseguimento delle indagini. Sua sorella si rifà viva dopo una lunga assenza in seguito ad un incidente avvenuto tra il suo datore di lavoro e il nipote di Jeff. Mentre Jeff e la sua squadra cercano di trovare una pista per individuare gli assassini, devono farsi strada attraverso una rete intricata di domande scomode circa l'appartenenza razziale e gli abusi sessuali, in quello che sembra essere qualcosa di più che un semplice caso di omicidio.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 ago 2015
ISBN9781507117712
Tempesta: Uno scottante caso per il sovrintendente Jeff Barton

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    Anteprima del libro

    Tempesta - David Menon

    Indice

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    Dedico questo romanzo a Maddie, la presenza costante nella mia vita. Lo dedico inoltre a tutti gli uomini e le donne vestiti di rosso con cui ho lavorato questa estate, e alla nostra famiglia allargata di Squires Gate. Siete stati davvero fantastici.

    Una dedica speciale a coloro che non sono mai stati un mare blu piatto, ma che piuttosto si sono sempre sentiti come un mare in tempesta.

    Ancora una volta voglio ringraziare Paul Barker per la professionalità con cui mi ha aiutato a far sì che questa nuova edizione vedesse la luce.

    1

    ––––––––

    Leroy si dimenò cercando di liberarsi dalle manette. Stava seduto con le gambe divaricate su quella che doveva essere una panca o qualcosa del genere. Aveva un palo di metallo freddo come il ghiaccio puntato contro la schiena, e uno spesso collare di acciaio intorno alla gola che gli impediva di abbassare la testa. Sentiva qualcosa che lo punzecchiava alla base del collo. Non riuscì a capire di cosa si trattasse, ma sentì che doveva essere sempre di metallo. Le sue braccia erano state tirate all'indietro e i suoi polsi erano stati saldamente ammanettati dietro la schiena. Le mani erano state forzate in una posizione che impediva loro di toccarsi, cosa questa che gli stava provocando un dolore lancinante alle spalle. Le ginocchia erano state piegate all'ingiù e le caviglie legate con una corda. Gli avevano strappato di dosso i vestiti, e cominciava a sentire freddo. Un freddo insopportabile. Aveva del nastro adesivo sulla bocca e sugli occhi. Riusciva quasi a sentire l'odore della propria paura.

    Fu la voce di un uomo a trasformare la paura in terrore.

    Non riconobbe il timbro, ma in qualche modo sapeva che si trattava di un bianco.

    Dovresti risparmiare le energie, disse l'uomo. Ne avrai bisogno, credimi.

    Leroy sentì che l'uomo si avvicinava e si accendeva una sigaretta.

    Affronta la realtà, Leroy. Non uscirai di qui vivo. Sei venuto a morire, amico mio. O meglio, sei qui perché io possa giustiziarti. Ed è lì che comincerà il divertimento. Be', almeno per me. Non sono sicuro che anche tu lo troverai altrettanto divertente. Temo che sarà più, come dire, un supplizio infernale. Credi di poter spadroneggiare sulle strade. Credi di poter prendere quello che ti pare senza dare niente in cambio. Lascia che ti dica una cosa, Leroy, non succederà più, perché sto per prendervi tutti, uno ad uno, e insegnerò a voi Gorton Boys una preziosa lezione. Occhio per occhio, dente per dente, hai presente?

    L'uomo si fermò per fare un tiro di sigaretta. Leroy respirava affannosamente. Era completamente sfiancato dalla paura.

    Lo sai, Leroy? Ero così concentrato a portarti quaggiù e a metterti al corrente di quanto sta per succederti nelle tue ultime ore su questa terra che mi sono dimenticato di prendere un portacenere. Ma è pur vero che esistono altri modi di spegnere una sigaretta.

    L'uomo afferrò il pene di Leroy, abbassò il prepuzio e spense il mozzicone sull'estremità. Tenne il mozzicone lì, rigirandolo dentro la carne. Leroy si dimenò come un ossesso. La disperazione si impadronì di lui mentre cercava di sfuggire a quel dolore improvviso. Sapeva che era inutile, e non riuscì a trattenere le lacrime. Provò a urlare, ma il nastro adesivo attutì il suono.

    Cerca di dormire un po' adesso, da bravo, disse l'uomo. Avrai bisogno di essere in forma per contemplare la tua ultima notte nel mondo dei vivi.

    Leroy aveva fame, ma il bisogno di cibo e soprattutto di acqua era stato represso ferocemente dalle fitte che provava in tutto il corpo. Sentiva come se qualcosa stesse strappandogli via i muscoli dalle ossa. Era riuscito a malapena a chiudere gli occhi nel momento in cui il suo fisico si era arreso al bisogno di una pausa, ma poi si era risvegliato di colpo e aveva ricominciato a piangere quando si era ricordato in che razza di guaio si trovava.

    Era tutto vero naturalmente, a suo tempo era stato una vera canaglia. Ma i Gorton Boys erano stati la sua squadra. Erano stati la sua famiglia, e il suo futuro.

    Aveva picchiato delle persone. Aveva pestato dei ragazzini che non avevano rispettato i codici della banda. Gliela aveva fatta vedere, e aveva riempito di paura i loro cuori. Adesso avrebbe pagato qualunque prezzo per poter essere di nuovo sulla strada insieme ai suoi compagni.

    Ogni volta che provava a muoversi, anche un leggero scatto delle gambe o delle braccia, il suo corpo diventava preda del dolore. Si era pisciato addosso. Doveva farla. Non era riuscito a trattenersi. C'era una pozza di urina proprio sotto di lui. Riusciva a sentirne la puzza. Faceva un freddo glaciale, qualunque fosse il tugurio in cui l'avevano portato, eppure stava sudando. Era come se le gambe dovessero sganciarsi dal corpo da un momento all'altro. I legamenti delle spalle sembravano dei tizzoni ardenti mentre lottavano per tenere le braccia attaccate al tronco.

    Sentì la porta che si apriva e subito avvertì un brivido corrergli lungo la schiena. 

    Allora, come hai passato la notte? chiese l'uomo. Era la stessa voce di prima. Perdonami. Era veramente una domanda stupida. Prometto che me ne starò zitto d'ora in poi, e mi concentrerò sugli ultimi preparativi per il tuo trapasso.

    Leroy sentì l'uomo che camminava dietro di lui. Cristo, che cosa gli avrebbe fatto? Non riuscì a trattenersi e si pisciò di nuovo addosso.

    Oh, un problema con l'impianto idraulico, disse l'uomo. D'altronde non posso dire di biasimarti. Devi essere terrorizzato. Fai bene ad esserlo, perché farà davvero male.

    Leroy cominciò a piagnucolare. Le lacrime gli riempirono gli occhi e gli scivolarono sulle guance passando sotto il nastro adesivo.

    Penso che tu voglia la tua mamma adesso, non è vero? Non preoccuparti. Vedi, sto filmando tutto questo, e manderò una copia del dvd alla tua cara, dolce mammina. Ovviamente nel dvd non sarò presente io. Ogni volta che entro in questa stanza fermo il filmato. Ora, nella migliore tradizione delle esecuzioni, ti concedo la possibilità di dire le tue ultime parole.

    L'uomo gli strappò il nastro adesivo dalla bocca. Leroy si lasciò sfuggire un gemito. Riusciva a malapena a respirare.

    Ho fatto un buon lavoretto, nessuno può sentirti, disse l'uomo. Allora, che cosa vuoi dire?

    Per favore... la prego, non mi faccia del male. Farò qualunque cosa...

    Hai mai dato alle tue vittime la possibilità di dire le loro ultime parole? Non credo che tu lo abbia fatto.

    Mi... mi dispiace.

    Temo che sia un po' troppo tardi, amico mio.

    Perché mi sta facendo questo?

    Perché tu e la tua banda siete andati troppo oltre.

    La supplico, signore, implorò Leroy.

    Dannazione, stai diventando noioso! disse l'uomo mentre rimetteva il nastro adesivo sulla bocca di Leroy. Lo guardò mentre si dimenava sulla sedia, e trasse grande godimento mentre assaporava la frustrazione e la paura della sua vittima.

    Leroy udì qualche specie di meccanismo che si muoveva dietro di lui, e poi l'oggetto metallico freddo che aveva avvertito tutto quel tempo alla base del collo cominciò a muoversi, spingendolo contro il collare d'acciaio. Ebbe un sussulto. Non riusciva a respirare.

    Lo sai che cos'è una garrota, Leroy? Vedi, sei legato ad una di quegli aggeggi infernali proprio ora. Io giro questa ruota qui sotto, l'asta metallica spinge il tuo collo contro il collare, e dopo quattro o cinque giri il tuo bel collo si spezza e tu muori. Ad ogni giro sentirai aumentare il dolore e ti contorcerai cercando di respirare. Addio, Leroy. Avresti potuto condurre una vita più, come dire, profonda. Ma come si è visto la tua non era che un'esistenza insignificante. Buona fortuna con la prossima. Secondo giro. Ecco, ora sei un po' più vicino alla fine.

    2

    ––––––––

    Il sovrintendente con funzioni investigative Jeff Barton si stava rivolgendo ad un gruppo chiamato Le Madri dei Ragazzi di Gorton, a Gorton, nella periferia est di Manchester. Il gruppo era stato formato dopo che un membro della gang giovanile comunemente nota come i Gorton Boys, Leroy Patterson, di soli diciassette anni, era stato rapito, assassinato, e il suo corpo era stato lasciato a marcire davanti alla strada dove viveva. I residenti volevano sapere cosa stesse facendo la polizia per prendere l'assassino, e allo stesso tempo lanciavano accuse perché, secondo loro, non si stava impegnando abbastanza visto che Leroy Patterson era un giovane ragazzo di colore che per di più aveva alle spalle una lunga lista di violenze e minacce.

    Posso assicurare a tutti i presenti qui che il Corpo di Polizia di Manchester sta svolgendo le indagini in maniera professionale, senza che venga discriminata in alcun modo l'identità della vittima, disse il sovrintendente Barton cercando di sovrastare i mormorii di malcontento della folla. Ma come ho detto prima, una delle ragioni per le quali non abbiamo ancora scoperto nulla di rilevante è la ritrosia da parte della comunità a parlare con noi.

    Una donna anziana si alzò in piedi. La sua età pareva non avesse affievolito affatto la sua rabbia. Stiamo parlando con voi adesso! Ma non capiamo a cosa serva, quando alle parole non seguono le azioni.

    Ma è esattamente questo il motivo per cui non stiamo andando da nessuna parte, ribatté Jeff, sebbene con un tono di voce più calmo e composto di prima. Indossava un completo con camicia e cravatta invece della solita giacca di pelle, i pantaloni di cotone e una discreta varietà di camicie a quadretti. Aveva pensato che sarebbe stato importante cercare di essere in linea con lo stile adottato dalla comunità, in particolare con questa, dove tutte le signore parevano dare una grande importanza al proprio aspetto.

    Ogni volta andiamo a sbattere contro questo muro di mattoni che viene continuamente eretto contro la polizia. Capite bene come sia complicato per noi fare il nostro lavoro. Leroy Patterson non è semplicemente scomparso da un giorno all'altro. Ha lasciato la casa del suo amico Tyrone Peters alle 23.30 della notte del 17, e ha percorso a piedi il quarto di miglio che lo separa dalla propria abitazione in Millgate Drive. Sappiamo che non l'ha mai raggiunta. Ma qualcuno deve pur aver visto o sentito qualcosa, non so, un rumore qualsiasi che possa avere attirato la sua attenzione. Questa è un'area ad alta densità abitativa con pochi spazi aperti, e non riesco a convincermi del fatto che nessuno ha notato qualcosa di sospetto, né che due notti dopo non si sia accorto del cadavere abbandonato alla fine di Millgate Drive. Uno sconosciuto non passa inosservato qui. Ecco perché sono certo che qualcuno ha notato qualche movimento quella notte.

    Alla riunione con Jeff partecipava il rappresentate del partito laburista locale, Royston Albright, un uomo che viveva ad un tiro di schioppo dal centro sociale dove si stava svolgendo l'incontro. In mezzo al pubblico si scorgeva la figura pensierosa di Melanie Patterson, la madre di Leroy. Si erano incontrati la prima volta quando Jeff l'aveva informata della sorte del figlio. Non poté fare a meno di notare che fosse una donna attraente. Quel giorno si era lisciata i capelli neri, e aveva scelto un taglio all'altezza delle spalle. Chiaramente era una donna che teneva al proprio aspetto, aspetto che quel giorno veniva messo in risalto dall'abito aderente e dal trucco, delicato ma accattivante.

    Bastava un'occhiata per rendersi conto che non mancavano i sospetti del rapimento e della barbara uccisione di Leroy Patterson. La lista dei criminali che nutrivano dei rancori verso i Gorton Boys era lunga quanto un

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