Attimi di vita
Di Ruby Moss
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Anteprima del libro
Attimi di vita - Ruby Moss
Attimi di vita
by
Ruby Moss
Published by StreetLib
Copyright © 2016 by Ruby Moss
Immagine in copertina by Pexels.com
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o inserita in un sistema di recupero, o trasmessa, in qualsiasi forma, e con qualsiasi mezzo (elettronico, meccanico, di fotocopiatura, registrazione o altro) senza previa autorizzazione scritta del proprietario del copyright e dell’editore sopra citati di questo libro.
Questo è un lavoro di finzione. I nomi, i personaggi, i luoghi, i marchi, i media, e gli avvenimenti sono il prodotto della fantasia dell’autore o sono usati fittiziamente.
Non ho mai amato molto la metropolitana, eppure sto qui seduto accanto ad un finestrino ad aspettare.
Non ho mai amato molto la cocaina, eppure sto qui seduto accanto ad un finestrino ad aspettare il mio spacciatore.
Non ho mai amato molto la mia vita, eppure sto qui seduto accanto ad un finestrino ad aspettare il mio spacciatore, pentendomi e chiedendomi perché aspettare su questa metropolitana. Si aspetta, si aspetta e basta. Non c’è scelta, non c’è logica, c’è solo bisogno intenso. C’è destino, c’è l’euforia del durante, lo sconforto del dopo. Non sto più aspettando, ma sognando. La belva bianca si tramuta in quella nera. Continuo a viaggiare sulla metropolitana, no, scendo, a una stazione qualunque, non so realmente dove sono, essere senza controllo perso nella mente, nelle strade buie di New York. È allora, forse, quando arriva la belva nera, che, ironia delle contorsioni della mente, sei più lucido, che la tua mente compone pensieri che mai avrebbe il coraggio di comporre. Quando è iniziato tutto questo? Perché è iniziato? Tutto si perde nella notte dei tempi, nelle innumerevoli strade della mia adottiva vita, ti ritorna a flash, spezzoni di vita, videoclip di passato. Il Montana, semplice terra natia, la nuova New York, immagini di scuola sempre uguali, di tempo cazzeggiato con gli amici, gli sballi, le tue due belve, bianca e nera, una dopo l’altra senza poterne volere fare a meno. Un dolceamaro circolo vizioso. Ambientazione: il caro e vecchio Bronx. Destino. Torno a casa, un piccolo appartamento proprio accanto ai binari della metropolitana. Non ho mai amato molto la metropolitana.
L’interno è buio, accendo la luce. Lei non c’è. Vado in cucina, cerco di prepararmi qualcosa, ma non ci riesco, le mani mi tremano ancora e bevo del latte da un cartone del frigo. Mi sposto in salotto e dormo, crollando sul divano, chissà per quanto, sognando.
Tonfi sordi rimbombano nella mia mente riportandomi alla realtà. Qualcuno bussa, ma quel che resta del mio cervello assimila solo percussioni sul dolore lancinante e cupo che lo pervade. Mi alzo barcollando cercando di ritrovare i nervi per sciogliere la catenella e bofonchiare:
- Chi è? -
- Louden -
- Entra - è lui ad aprirsi la porta ed entrare. Louden Targerson, amico mio, inquilino del piano di sopra. È un tipo strano, di ventidue anni, sprecati, occhi chiari penetranti e ironici da consumato psicopatico, sorrisetto da pericolosa presa in giro perennemente stampato sulla bocca morbida, il