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Favola di Ferragosto
Favola di Ferragosto
Favola di Ferragosto
E-book30 pagine26 minuti

Favola di Ferragosto

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Info su questo ebook

Come sarebbe la favola di Charles Dickens “Canto di Natale” ambientata a Ferragosto e per di più in Terra di Lavoro nei primi anni del Novecento?
LinguaItaliano
Data di uscita4 ago 2016
ISBN9788822828361
Favola di Ferragosto

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    Favola di Ferragosto - Giovanna Pimpinella

    Ferragosto

    Favola di Ferragosto

    Don Vito guardò il mare, era lucido sotto i raggi del sole delle sette del mattino e azzurro pallido, perché l’alba non aveva ancora ceduto del tutto il passo al giorno. Si lasciò sfuggire un mezzo sospiro mentre dal mare passò al panorama della vallata che si stendeva sotto di lui. Guardava i campi coltivati, le file ordinate di ulivi, le stradine sterrate che li attraversavano e arrivavano alla litoranea, parallela alla linea del mare e a quell’ora altrettanto lucida. Gli occhi caddero su un altro oggetto lucido perché nuovo, l’intonaco del palazzo che affacciava sul mare e che lui aveva fatto costruire in modo che fosse in linea d’aria dritto davanti al suo sguardo quando si affacciava dalla sua terrazza della casa in paese.

    - Il caffè.- disse alle sue spalle la voce asciutta di Titina, e si sentì un rumore secco di vasellame che cozza. Lui si voltò verso la cameriera, piccola, anziana, con le mani incrociate sul ventre magro ma con due occhi neri che lo fissavano con un sguardo che non riusciva a contenere la stizza. Uno sguardo che lui ricambiò senza timore aggiungendo un gesto della testa che voleva dire Ho capito, te ne puoi andare.

    Prese la tazzina e si portò il caffè alle labbra stando attento a non insozzare i baffi, non mise zucchero perché lo zucchero costava e faceva pure male alla salute, ma soprattutto costava, e secondo lui era un lusso inutile.

    Sorseggiò la bevanda calda tornando a guardare il mare e godendosi quella brezza mattutina che sarebbe sparita nel giro di pochi minuti. Certo, al paese non avrebbe fatto caldo come al mare, era il 14 di agosto del 1911 e non poteva pensare di scendere a buttare sudore per verificare quello che facevano i mezzadri, ma sapeva che era suo dovere e che se non lo avesse fatto nessuno gli avrebbe ridato indietro il denaro che quei disgraziati avrebbero potuto fargli perdere. Il suo denaro. Istintivamente buttò un occhio verso l’armadio di ciliegio scolpito, il rifugio segreto di una parte del suo contante, ma subito distolse lo sguardo, temendo di essersi tradito anche se era solo, infatti aveva

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