Doppia entità
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Anteprima del libro
Doppia entità - Angelo Pagano
Pagano.
Cap.1°- Il nuovo lavoro.
Ore 11 di un giorno d’agosto; il caldo opprimente costringe la gente a tenere le finestre aperte, dopo il turno di notte dormivo nel mio letto stanco, ma il rumore di un tram di passaggio, mi svegliò, guardo la luce rossa della radiosveglia e mi rendo conto di aver dormito solo circa 4 ore, mi rigiro dall’altro lato tentando di riaddormentarmi ma il suono del citofono mi costringe ad alzarmi per andare a rispondere. Barcollando ancora intontito dal sonno, riesco a raggiungere il citofono, lo tiro su e domando, chi è. Da giù mi rispondono: posta, c’è una raccomandata per lei da firmare, può scendere per favore? Si certo un attimo e sono giù. Metto addosso una tuta ginnica leggera di cotone, prendo le chiavi, apro la porta, esco la richiudo dietro di me e scendo le scale fino al portone dietro il quale vi era il postino con la raccomandata da consegnarmi, mi chiede : siete voi il signor Andrea Romanazzi? Gli rispondo di si, sono io. Questa raccomandata è per lei, deve firmare qui per ricevuta, firmo dopo aver verificato che fosse indirizzata a me, ed il postino mi saluta dicendomi : bene, a rivederla. Risalgo in casa e vedo che la raccomandata era stata inviata dall’Ufficio Personale di un istituto di vigilanza privata, la poggio sul tavolo della cucina con l’intento di aprirla e leggerla dopo aver preparato la moka per il caffè. In attesa che il caffè venisse su, aprii la raccomandata, mi sedetti sul divanetto che avevo in cucina e lessi il contenuto della raccomandata; in poche parole mi comunicavano che avevo superato le prove preliminari alla assunzione per un lavoro come guardia giurata e mi convocavano per le pratiche e la relativa firma del contratto di assunzione. Quel periodo stavo lavorando come barista presso un bar nei pressi di Porta Venezia a Milano, per cui accettare di lavorare come vigilantes significava un aumento di stipendio ed una maggiore continuità lavorativa. In considerazione di ciò, vi erano abbastanza motivi per cambiare ed accettare, l’unico neo era che avrei perso la rassicurante presenza di Dora, la mia collega esperta, single con cui avevo stabilito anche un rapporto di amicizia che andava oltre, nel senso che era capitato già diverse volte che uscimmo assieme e lei approfittando della giovinezza che scorreva nelle mie vene, più di una volta eravamo finiti a casa sua a fare sesso sfrenato con un vigore tale da restare entrambe estasiati ed appagati. Lei però fu chiara fin dall’inizio dichiarando che non voleva legami sentimentali, per cui se mi stava bene così ok, altrimenti nisba e saluti e amici come prima. Io naturalmente accettai le sue condizioni, infondo non avevo nulla da perdere ( o almeno credevo ). Quando al turno successivo di lavoro assieme gli parlai della eventualità che andassi a lavorare presso un istituto di vigilanza come guardia giurata, lei non fece una piega e si limitò a dirmi:
- Bene, una buona cosa per te o no!! Potrai fare nuove esperienze professionali guadagnandoci anche dal punto di vista economico.
- Certo, tenendo presente questi aspetti, indubbiamente la cosa è positiva; ma vorrei pensarci un po’.
- Tempo per farlo ne hai, quindi pensaci, ma fossi in te, io accetterei.
Poi il lavoro ci prese entrambe badando ad essere esaustivi verso i clienti che arrivavano e chiudemmo il discorso concludendo che avrei accettato l’incarico che mi proponevano. Appena potetti, mi recai all’Ufficio del personale dell’istituto di vigilanza per chiedere informazioni circa le possibilità che dessero alloggi ai fuori sede; la responsabile mi rispose che una volta accettato l’incarico e firmato il contratto, avrei potuto fare richiesta di usufruire di alloggio e che vi erano buone possibilità che la richiesta fosse positiva. Allora le chiesi se si poteva fare in modo che l’inizio del lavoro presso di loro, coincidesse con la disponibilità di un alloggio, mi rispose che non dipendeva