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L’ospite. Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile
L’ospite. Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile
L’ospite. Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile
E-book70 pagine1 ora

L’ospite. Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile

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Info su questo ebook

È la storia vera, autobiografica, dell’esperienza da malato di M. di Parkinson giovanile. Si narra il dramma della diagnosi non accettata, il tunnel della disperazione, la metamorfosi personale e il ritrovamento di se stesso, fino alla rinascita a nuova vita e l’accettazione dell’ospite (il Parkinson).
LinguaItaliano
Data di uscita19 mag 2020
ISBN9788855128575
L’ospite. Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile

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    L’ospite. Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile - Giuseppe Santoro

    Giuseppe Santoro

    L’ospite

    Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile

    Copyright© 2020 Edizioni del Faro

    Gruppo Editoriale Tangram Srl

    Via dei Casai, 6 – 38123 Trento

    www.edizionidelfaro.it

    info@edizionidelfaro.it

    Prima edizione digitale: maggio 2020

    ISBN 978-88-6537-527-3 (Print)

    ISBN 978-88-5512-857-5 (ePub)

    ISBN 978-88-5512-858-2 (mobi)

    http://www.edizionidelfaro.it/

    https://www.facebook.com/edizionidelfaro

    https://twitter.com/EdizionidelFaro

    http://www.linkedin.com/company/edizioni-del-faro

    Il libro

    È la storia vera, autobiografica, dell’esperienza da malato di M. di Parkinson giovanile. Si narra il dramma della diagnosi non accettata, il tunnel della disperazione, la metamorfosi personale e il ritrovamento di se stesso, fino alla rinascita a nuova vita e l’accettazione dell’ospite (il Parkinson).

    L’autore

    Giuseppe Santoro è nato nel 1964 a Bocchigliero, piccolo paesino della Sila calabrese. Si è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Cardiologia presso l’Università di Bari. Lavora come cardiologo ospedaliero presso il Policlinico di Bari. Oltre alla passione principe di aiutare il prossimo con il suo lavoro, ha un grande amore per la chitarra, la fotografia e la lettura. Scrivere è il suo sogno nel cassetto da sempre che ha concretizzato quest’anno con un testo di esperienza professionale (in stampa) e con questo secondo scritto autobiografico

    "La vita è breve, l’arte è lunga,

    l’occasione è fugace, l’esperienza è fallace,

    il giudizio è difficile.

    Bisogna che non solo il medico sia pronto

    a fare da sé le cose che debbono essere fatte,

    ma anche il malato, gli astanti, le cose esterne.

    Ippocrate

    Ai miei figli, a mia moglie

    …e anche a me

    L’ospite

    Uscire dal tunnel del Parkinson è possibile

    Premessa

    A tutti è capitato di ricevere in casa una visita di un q ua lcuno/a inatteso e poco gradito. Si entra in un avvicendarsi a catena di sensaz io ni tumult uo se q ua li disag io , impaz ie nza, frenes ia . Si avverte un bisogno impellente di porre fine a tale visita, cercando a denti stretti di non fare trasparire q ue sto disag io all’interlocutore non gradito del momento. Finalmente l’ospite non gradito va v ia , subentra fisicamente un rilassamento muscolare spontan eo e si v ie ne invasi da una sensaz io ne di benessere che pone termine al disag io .

    Provate ora a immaginare un ospite non atteso, non voluto, che si intrufola e prende possesso del nostro corpo dominandolo progressivamente sempre più fino a vincerlo definitivamente. A nulla può la propria integrità mentale nel contrastare e contenere questo dominio parassitario e arbitrario del proprio corpo. La mente può solo farci rendere conto di ciò che sta avvenendo e può solo buttarci in un tunnel ove sono di casa disperazione, sconforto, angoscia e soprattutto voglia di porre fine a tutto con il compimento di gesti estremi. In contrasto, però, la mente può, sotto lo stimolo di input positivi, arrivare a uno stato di accettazione e di convivenza con l’ospite che alberga il proprio corpo. Si arriva a stipulare un rapporto di simbiosi amichevole con l’ospite, inatteso e non cercato.

    Tutto ciò è accaduto a me. Ebbene si sono albergatore di un ospite-amico che porto dentro di me da circa 10 anni. Voglio condividere, in questo scritto, con chi leggerà l’impatto disastroso che ho avuto con l’arrivo dell’ospite inatteso. Voglio condividere la disperazione, le ansie, le ambasce, i sentimenti contrastanti e le tante lacrime versate in solitudine dentro le mura di una stanza, scaturite dalla consapevolezza di essere schiavo a vita di un ospite inatteso. Voglio condividere la metamorfosi che l’ospite non gradito ha determinato in me non solo nel fisico ma soprattutto nel mio essere uomo pensante e razionale. Voglio condividere l’egoismo che l’ospite mi ha portato come dono della sua presenza e voglio condividere le decisioni e le scelte avventate e frettolose che hanno dato benessere apparente e transitorio solo al mio ego. Voglio condividere la scia di dolore che ho arrecato nei miei cari accecato da miraggi che mai avrei accettato nel mio modus vitae prima dell’avvento dell’ospite. Voglio condividere la certezza che può esserci un giro di boa positivo per rinascere, anche se profondamente feriti, a vita nuova riparando quanto più possibile i danni fatti a sé stessi e agli altri, e fare tesoro del vissuto non conforme ai propri principi morali cercando di vivere al meglio perché la vita è bella.

    Ebbene vi state chiedendo chi è questo ospite non gradito e di cui sono ormai amico, anche se in una convivenza che non sempre è serena. Il mio amico è il M. di Parkinson giovanile. Del mio connubio con lui discorrerò in questo scritto.

    Ah! Non ho ancora parlato di me come persona sociale. È necessario farlo per rendere più fluida la comprensione degli eventi che narrerò.

    Ho 52 anni. Faccio il lavoro che ho sempre desiderato dal quando avevo 5 anni e cioè il medico ma soprattutto il cardiologo.

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