Il Santo Evangelo meditato da un Bottegaio: Nuova edizione
Di Roberto Bera
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Un bottegaio, persona profondamente religiosa, di questa copia del Vangelo, che se ne fa? Lo legge, lo medita e fa interessanti scoperte.
Gli capitano anche dei clienti piuttosto eccentrici, Socrate e Adam Smith.
Scrissi questo breve testo in um periodo particolarmente difficile, un po' per scaricarmi, ma anche per fissare alcuni pensieri.
Aggiunto il capitolo mancante nel 2023
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I "Promessi Sposi" spiegati ad un *ager.: Planning, Coaching, Complex Systems e altre amenità tra le pagine del Romanzo. Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniI piu bei bachi software. Valutazione: 1 su 5 stelle1/5
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Il Santo Evangelo meditato da un Bottegaio - Roberto Bera
Roberto Bera
Il Santo Evangelo meditato da un bottegaio
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Indice dei contenuti
Il Santo Evangelo Meditato da un bottegaio
Excusatio non petita
Giovanni Lindo Ferretti e George Harrison affermano che io non sono cattolico.
Due libri che mi hanno suggerito di scrivere quanto poi seguirà.
Commento ad alcuni versi di un poeta romanesco.
Non di solo pane vivrà l'uomo
Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia....
Guardate gli uccelli del cielo...
Servant leadership
Guai a voi !
Vendita olio 24x7
Stolto!
XI ora.
Sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco
Un brano molto difficile per un salumiere
Parabola dei talenti
Sole, pioggia e maionese.
La cacciata dei mercanti dal Tempio.
Chi dei due volete che vi rilasci?
Io sono con voi tutti i giorni
Appendice: Costruendo Porcili.
Bibliografia
Il Santo Evangelo Meditato da un bottegaio
The ways we organize ourselves, the structures we create to order our lives, and our work, reflect our deepest theological understanding. (Arline Sutherland – Scrum in Church)
Excusatio non petita
Se un teologo, un vescovo, un prete, leggendo questo testo sbottassero: Quante stupidaggini!
, io non mi offenderei, non farei alcuna obiezione al loro disappunto. Io sono cattolico. Non credo nella Sola scriptura
. Per un cattolico il testo evangelico non viene letto ed interpretato individualmente secondo la propria ispirazione momentanea, ma nel solco del Magistero:
Sacra Scriptura principalius est in corde Ecclesiae quam in materialibus instrumentis scripta
, come afferma, traducendolo anche in italiano, il Catechismo della Chiesa Cattolica al punto 113.
Negli anni 80, per lavoro, rimasi un po' di tempo negli Stati Uniti, nazione che allora aveva un forte back-ground protestante. C'erano bibbie nelle stanze di ogni albergo, anche nei motel dei paesi più sperduti. In uno di questi motel di provincia, trovai ripiegato nella bibbia della mia stanza da letto, un foglio manoscritto con grafia da persona anziana. Suggeriva consigli sui brani da leggere. Una cosa del genere: Quando ti senti triste leggi il tale passo, quanto di senti lieto leggi il tale salmo, quando sei stanco leggi questo brano...
e via discorrendo. Per un cattolico è una autentica stramberia accedere al testo biblico in funzione del proprio stato d'animo. Alla fine dell'inverno, quando le avvisaglie della primavera risvegliano sensazioni sopite, e con l'avanzare degli anni questo effetto diminuisce di intensità, ma non cessa, e in quei giorni uno mediterebbe volentieri solo il Cantico dei Cantici e ne metterebbe in pratica certi passaggi, la Liturgia invece propone il tempo quaresimale. Per contro, nelle giornate di scarsa luminosità precedenti il solstizio d'inverno, quando il tuo umore è così basso che se leggessi il Qoelet ti sembrerebbe scritto da un buontempone, la Chiesa ti invita a ricordare la Promessa che Dio ha fatto al suo popolo e ti fa rallegrare perché Egli è fedele e mantiene la Promessa fatta.
Più ancora. Di Gesù ne hanno già fatto il primo socialista, una specie di guru esoterico, un ecologista ante litteram, un filosofo morale precursore di Kant e chissà cos'altro. Io, con questo testo, non vorrei mai tirare il Signore per i capelli, facendone un esperto di marketing o di management.
E allora perché mi accingo a scrivere quanto seguirà? Per togliermi, come suol dirsi, qualche sassolino dalla scarpa.
Sono almeno cinquant'anni che sento darmi del cretino. Orbene, accetterei anche di ammettere la mia inferiorità intellettuale se il mondo costruito contrariamente al mio parere, se questa civiltà occidentale ormai globale, nella quale non mi riconosco, fosse un mondo pieno di gente felice, dove tutti navigano nella prosperità e nessuno prova rancori, gelosie, invidie, frustrazioni... Ma non mi pare sia così. Su questo argomento mi soffermerò nei paragrafi successivi. Ora mi sorge un dubbio: che io, quando ero giovane ed ingenuo, avessi avuto ragione? Soddisfazione di Cassandra, ma che voglio comunque togliermela.
Citando Aldo Palazzeschi Lasciatemi divertire!
Giovanni Lindo Ferretti e George Harrison affermano che io non sono cattolico.
Ho appena affermato di essere cattolico, ma occorre precisare. Sono cattolico nel senso che sono battezzato nella Chiesa Cattolica, che frequento i sacramenti, la liturgia e tutto ciò che aiuta a fare memoria nella vita quotidiana della presenza di Cristo e seguire, con tutti i miei limiti che mi portano a fare frequenti deviazioni, la strada da Lui indicata attraverso la Chiesa Cattolica. Ma da un punto di vista sociologico sono molto lontano dal cattolicesimo italiano, almeno per quella che è la descrizione sociologica di cattolico correlata alle persone della mia generazione: frequentazione dell'oratorio da ragazzo, applicazione nello studio, famiglia tradizionale, nessun grillo per la testa...
Lasciando perdere il tema della famiglia, io ho sempre avuto problemi ad identificare il moto delle palle in movimento. Questo mi ha sempre bloccato in tutti i giochi, moltissimi, ove la palla era protagonista. Nel calcio questo aveva effetti gravissimi, ma meno gravi rispetto alla pallavolo, basket, tennis, poiché nel calcio c'erano anche i fattori corsa e contrasto, ma appunto, siccome ero basso e magro, nel calcio facevo figure pessime. Come pure era per me precluso il ping-pong. Nessuna esperienza oratoriale alle spalle. Nessun piacevole ricordo dell'infanzia che l'uomo emancipato verso altri lidi, ormai maturo e vissuto si concede, talvolta.
La più grande differenza ideologica con i sociologicamente-cattolici l'ho scoperta ascoltando su Youtube una testimonianza di Giovanni Lindo Ferretti. Parlava di sua madre. Raccontava delle grandi fatiche che fece questa donna nella sua vita, della immane quantità di lavoro, delle sue sofferenze. Tutto senza mai lamentarsi, senza mai incolpare nessuno. Ascriveva questo atteggiamento alla sua profonda cattolicità. Ecco, mi sono detto, io invece non sono cattolico! Per me davanti ad un problema la posizione giusta è quella di percorrere contemporaneamente due vie: una, come la madre di Giovanni Lindo Ferretti, quella di starci, accettare le condizioni, ma tenendone aperta anche un'altra: cogliere il disagio non solo come personale, ma anche come fatto sociale. Quindi capire le cause, trovare altri soggetti con lo stesso problema e risolverlo il più possibile comunitariamente. Negli anni sessanta e settanta io accusavo i cattolici proprio di questo chiudersi nel privato e consideravo migliore la posizione dei socialisti