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La Svolta
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E-book39 pagine28 minuti

La Svolta

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Info su questo ebook

Mbiga è giunto in Inghilterra quando era appena un ragazzo, sopravvivendo a un tormentato viaggio della speranza che lo ha condotto a Londra. Nella città capitale del regno attraversa varie peripezie che lo condurranno a una vita di strada e all'alcolismo. La monotonia della sua miseria viene improvvisamente stravolta un mattino, quando a Mbiga giunge un'offerta di parecchi zeri.

Racconto liberamente ispirato all'omicidio di Roberto Calvi, "il banchiere di Dio", e vincitore della menzione d'onore all'edizione Campiello Giovani della Regione Lazio 2004/2005.
LinguaItaliano
Data di uscita12 lug 2017
ISBN9788894242560
La Svolta

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    Anteprima del libro

    La Svolta - J. R. Forbus

    SVOLTA

    I

    È in un angolo buio di un anonimo sottoponte di Londra che questa storia ha inizio. Un uomo di colore se ne sta seduto pensieroso ad osservare i grigi riflessi dello sporco Tamigi.

    «Ehi, Mbiga! A cosa diavolo pensi? Vieni vicino al fuoco a scaldarti le budella con dell’ottimo gin, offre la casa!».

    Mbiga si alza avvicinandosi al rudimentale falò, alimentato perlopiù da cartacce varie e cassette di polistirolo recuperate nel retro del poco distante mercato del pesce.

    Di tanto in tanto, un po’ di quel gin schifoso che il vecchio barbone si butta in corpo spappolandosi il fegato finisce per colargli lungo il collo rugoso e ispido da topo. Lui non sembra farci caso e solo ogni tanto, quando la gelida brezza del fiume soffia sulle gocce di gin facendolo rabbrividire, si preoccupa di asciugarsi la bocca con il bordo lurido della manica.

    «Avanti, siediti su questo cartone ragazzo! Non siamo mica a Buckingham Palace qui, har, har, har! Buurp!».

    «Non c’è bisogno che me lo ricordi ogni maledetta volta».

    «Ehi, era solo per fare dello spirito! Fatti un sorso di questo, mi è costato 15 dannatissime sterline, ma ne è valsa la pena…» e passandogli la bottiglia aggiunge «… è davvero una notte da cani».

    Si, è davvero una notte da cani. È giugno ma fa freddo, non del tipo che si può affrontare sedendo vicino ad un fuoco ma quel freddo umido che ti entra nelle ossa, facendoti desiderare una casa calda e accogliente con una bella mogliettina da telefilm che ti prepara una cenetta deliziosa e ti aiuta a infuocare le lenzuola quando il buio cala sulle strade. Mancando tutto questo ci si adegua e stavolta un po’ di squaglia budella andrà benissimo, pensa Mbiga nel portarsi il collo della bottiglia alla bocca. Di quello che beve, però, un quarto lo sputa nauseato.

    «Ehi! Se non sopporti il gin va’ a comprarti una birra, mammoletta!».

    Forse è quel sorso di gin trangugiato poc’anzi o forse la rabbia repressa di anni di miseria e ingiustizia che, alle parole velenose del vecchio, fanno scattare in piedi Mbiga. Il nero non ci pensa su due volte e in un attimo afferra il barbone per il sudicio colletto della camicia, sollevandolo da terra.

    «Un’altra parola come questa e ti fai una nuotata nel Tamigi. Intesi?».

    «C-c-chiaro. Scusami, io

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