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Loveware: Volume III della trilogia "Creazioni F e altri racconti"
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E-book80 pagine48 minuti

Loveware: Volume III della trilogia "Creazioni F e altri racconti"

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Volume III della trilogia "Creazioni F e altri racconti"

Facendo leva sulle robuste reminiscenze prodotte dalla lettura di quasi tutte le opere di Asimov, la natura fantascientifica si evolve, nei racconti di Marcello Colozzo,  in modo esponenziale, grazie all’apporto della fisica quantistica, fino a prodursi in quei messaggi subliminali trasmessi dal transrealismo, di cui l’autore è uno strenuo fautore. Pur costituendo  una forma narrativa che viene da lontano, e che affonda le proprie radici nella metafisica di Bergson e di De Chirico, per poi confluire nell’arte surrealista di Salvator Dalì, e pur rievocando la potenza onirica e visionaria de “L’interpretazione dei sogni” di Freud, lo scopo principale del transrealismo è quello di superare la fase di transizione tra “mondo reale” e “mondo virtuale”, svolgendo una continua ed incessante opera di sovrapposizione.
[Pasquale Prisco]


Marcello Colozzo, nato e residente a Gaeta, esordì nel 1999 con "Artificial jail", per poi pubblicare: "Universe" (2002), "La ragazza del bar" e “La Cartomante” (2010), "Codice Rishi", "Lucky Star" (2011), "Joker" (2012), "Creazioni F e altri racconti" (2012), "Bootstrap! altri racconti" (2013), "Sette calze di seta"(2015), Il ludo di Iris (2015). Abigail o della Decadenza (2016).
Shutdown! (2016)
LinguaItaliano
EditorePasserino
Data di uscita9 ott 2017
ISBN9788893453653
Loveware: Volume III della trilogia "Creazioni F e altri racconti"

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    Loveware - Marcello Colozzo

    Marcello Colozzo

    Loveware

    The sky is the limit

    ISBN: 9788893453653

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice

    Parte prima

    1

    2

    3

    4

    5

    6

    7

    8

    9

    10

    11

    12

    13

    14

    15

    16

    17

    Parte seconda

    18

    19

    20

    21

    22

    23

    Parte prima

    1

    Svegliarsi alle 5.30 del mattino non era un’abitudine. Capitava solo il mercoledì, giorno di mercato. Il suo turno all’Albatros iniziava alle 6.30. A quell’ora i venditori ambulanti assediavano il piazzale della vecchia stazione con le loro bancarelle, per riversarsi subito dopo al bar dove avrebbero saccheggiato il reparto delle brioche e dei cornetti. E bisognava essere veloci nel preparare cappuccini e caffé a quell’orda affamata.

    Si gettò sotto l’acqua fredda della doccia che gli tolse di dosso il torpore e la sonnolenza. Indossò l’accappatoio asciugandosi rapidamente. Lo specchio gli restituì un volto abbronzato; i folti capelli castani gli ricadevano sulle spalle, come se volessero garantire una continuità con il corpo asciutto e altrettanto denso di melanina.

    Dopo una colazione frettolosa si vestì e uscì. Attraversò il corso principale con la mountain-bike, dove i primi raggi del sole settembrino riddavano, creando un singolare gioco di colori: il crepuscolo mattutino aveva appena ceduto il passo a una splendida giornata di fine estate.

    ***

    «C’è posta per te» disse una voce femminile.

    Si girò di scatto. Veronica lo guardava sorridendo, con i gomiti appoggiati sul bancone. In occasione del fidanzamento, la ragazza aveva cambiato pettinatura. Con i capelli corti che si distribuivano a ricci, era decisamente attraente.

    «Cosa c’è?» chiese Rudi asciugandosi le mani.

    «Questa lettera» rispose la ragazza, «è partita stamane dalla segreteria. Abbiamo deciso di consegnartela a mano»

    Rudi prese la missiva, l’aprì e lesse attentamente.

    «Sono stato reintegrato?»

    «Tu cosa dici?» chiese felice Veronica.

    «Non posso…»

    «Cosa?»

    «Non voglio essere reintegrato» aggiunse Rudi, posando la lettera sul bancone.

    Veronica si guardò alle spalle, come se cercasse aiuto.

    «Che ti ha preso? Ci siamo fatti in quattro per farti reinserire!»

    «Beh, nel frattempo sono cambiate molte cose…»

    «Ah sì?! E cosa sarebbe cambiato? Vorresti continuare a fare questa vita?» domandò allibita la ragazza, guardandosi attorno.

    «Non capiresti» rispose asciutto Rudi, buttando uno straccio vecchio nel bidone della spazzatura.

    «Già. Magari Renato e Marika capiscono benissimo. Specialmente quando ti vedono dietro il bancone a lavorare come uno schiavo»

    «È acqua passata. Marika non mi interessa più. Non è nemmeno tra le mie amicizie. Come ti dicevo, sono cambiate molte cose.»

    «E allora buon divertimento!» esplose la ragazza, prendendo la lettera e mettendola nella borsetta.

    ***

    «Continuerà a fare il barista??» chiese sbigottito Tino.

    «È quello che mi ha appena riferito» rispose Veronica, sedendosi alla sua scrivania.

    «Bisogna convincerlo… Tra l’altro, prima o poi il suo posto verrà preso da qualcun altro.»

    «Convincerlo?» fece la ragazza, scuotendo la testa. «È più facile vincere una lotteria.»

    «Ma cosa gli ha preso?»

    «Non lo so» rispose laconica Veronica. «Tuttavia è cambiato. Forse è successo qualcosa… O magari i tragici eventi dell’estate appena trascorsa…»

    «È a conoscenza dell’imminente matrimonio di Marika?» chiese all’improvviso Tino.

    «Ne dubito» rispose la ragazza, accendendo il climatizzatore. «Per lui Marika è acqua passata…»

    2

    «Puntuale come un orologio svizzero» disse Rudi alla barista, che era appena entrata.

    «Non tanto» replicò ironicamente quest’ultima, guardando l’orologio. «Sono le 14.01. Quindi sono in ritardo di un minuto»

    Rudi sorrise.

    «Beh, allora io vado…» disse, mettendosi lo zaino a tracolla. «Buon lavoro.»

    «Grazie! Ci vediamo tra un paio d’ore» disse la ragazza.

    Rudi uscì in fretta dal bar, dirigendosi verso il piazzale della vecchia stazione, dove aveva parcheggiato la mountain-bike. Con fare metodico liberò la bicicletta dalla catena che la vincolava ad un palo. Metaforicamente, tale operazione rappresentava un atto di liberazione. Guardò verso il piazzale che a quell’ora era deserto. La solitudine di quel posto gli regalava una sensazione bizzarra non esprimibile a parole. Montò sulla mountain-bike dirigendosi verso la spiaggia.

    ***

    «Ricorda di fare il pieno» disse Veronica. Stava parlando al cellulare con il

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