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Ultima notte al Cairo
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E-book249 pagine2 ore

Ultima notte al Cairo

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Info su questo ebook

Roberta, cinquantatreenne con un divorzio alle spalle, fatica ad ammettere che Magdy, un giovane e attraente bagnino egiziano conosciuto l'anno prima a Sharm El Sheikh, sia più di un'avventura estiva. Quando lo raggiunge al Cairo non immagina che di lì a poco scoppierà la rivoluzione conosciuta come la Primavera Araba, che costringerà il Presidente Mubarak a dare le dimissioni e le permetterà di entrare nel cuore dell'Egitto.
LinguaItaliano
Data di uscita3 dic 2023
ISBN9791222479866
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    Anteprima del libro

    Ultima notte al Cairo - marinella boccadamo

    Capitolo 1

    Roberta esce dall’ufficio e si avvia verso la metropolitana. È una bella sera di inizio autunno, il sole sta tramontando e l’aria è ancora tiepida.

    Percorre senza fretta il viale alberato dei platani mentre un vento leggero muove le foglie che cominciano a ingiallire quando sente alle sue spalle una voce maschile che la chiama per nome. La voce ha qualcosa di vagamente familiare e le provoca un sottile disagio.

    Istintivamente accelera il passo, ma l’uomo la raggiunge e le si para davanti. È Marco, leggermente ingrassato, coi capelli grigi e l’inconfondibile naso a patata.

    Lo guarda in silenzio, lui le prende la mano e con l’altra le stringe il braccio. Nonostante l’atteggiamento amichevole dell’ex marito lei prova un senso di fastidio che non si cura di nascondere. Lui sembra non accorgersi della sua ostilità ed esclama: «Che combinazione! Quanti anni sono passati dall’ultima volta che ci siamo visti?»

    «Dieci, credo. Non li ho contati.»

    «Non sei cambiata per niente.» L’avvolge con uno sguardo sorpreso, quasi inquisitorio.

    Tu invece sì .

    Roberta rimane in silenzio con un’espressione seria in volto, quasi corrucciata, che, anche stavolta, lui non coglie o forse preferisce ignorare. «Ti va di bere qualcosa insieme?» chiede con tono cordiale.

    «Mi spiace, sono di fretta.» Dopo una pausa: «Ho appuntamento dal dentista e sono in ritardo».

    «Ah, quand’è così… ti lascio andare.» S orride senza però lasciarle il braccio.

    E lasciami!

    Gli getta uno sguardo di sfida, poi fissa la mano come se volesse incenerirla e Marco finalmente abbandona la presa.

    «Buona serata.»

    Roberta si avvia a passo spedito senza voltarsi, scende di corsa le scale della metropolitana e sale sul vagone un attimo prima che si chiudano le porte.

    Si gira di scatto per assicurarsi che Marco non l’abbia seguita, ma la banchina è vuota. Tira un sospiro di sollievo, può rilassarsi e calmare i battiti accelerati del suo cuore, sono così forti che teme che i passeggeri intorno a lei possano sentirli; una donna seduta di fronte la osserva incuriosita, o forse no?

    Intravede un posto libero in fondo allo scompartimento e lo raggiunge, l’uomo seduto al suo fianco è immerso nella lettura del Corriere della sera e non la degna di uno sguardo. Perfetto.

    Si passa un fazzoletto sulla fronte madida di sudore ed estrae dalla borsa a tracolla il romanzo che ha comprato il giorno prima; inizia a leggere per darsi un contegno senza però riuscire a comprendere il significato delle parole. Ha altro per la testa.

    L’irruzione dell’ex marito nella sua vita dopo tanti anni l’ha fatta tornare indietro nel tempo, un tempo che lei ha cercato di dimenticare e ora, si sente… come dire? scoperta, insicura, vulnerabile.

    Si domanda se sia un caso averlo incontrato; Marco non ha il suo numero di telefono, né sa dove abita. Dopo il divorzio hanno interrotto i rapporti e lei ha cambiato casa, amici, praticamente tutto, però è sempre impiegata nella stessa azienda che occupa la stessa palazzina nella stessa via, dove lui talvolta, quando erano ancora sposati, veniva a prenderla per andare a bere un aperitivo.

    Una coincidenza? Forse. D’altra parte, proprio il mese prima, dopo più di quarant’anni, non ha forse incontrato una compagna di classe delle elementari? Quindi non c’è di che preoccuparsi, e poi Marco ha una moglie e un figlio.

    Ricorda il suo sorriso compiaciuto quando, davanti al tribunale subito dopo il divorzio le aveva mostrato la foto di un bambino e le aveva chiesto con sarcasmo: «E tu quando ti decidi a fare un figlio?»

    Aveva intravisto un bambino biondo coi capelli a caschetto abbracciato alla madre, una donna giovane, molto giovane, e aveva provato compassione per entrambi e per se stessa. Poverini… con un uomo così.

    L’ex marito le aveva tirato la stoccata finale: «Guarda che il tempo a tua disposizione sta per scadere».

    «Non preoccuparti per me, sai bene che non ho mai desiderato un figlio; con te poi meno che meno» lo aveva zittito Roberta.

    «Permesso, devo scendere.» L’uomo del giornale si è alzato.

    «Prego.»

    Roberta chiude il libro di scatto e si fa da parte.

    Basta pensare, è stata solo una coincidenza.

    Capitolo 2

    A casa apre il rubinetto della vasca e vi si immerge, chiude gli occhi e ripensa al mare di Sharm. Di colpo prova nostalgia, quasi sofferenza. Le manca quel mare, quella luce… ne ha bisogno per vivere.

    Durante l’estate quel bisogno si è affievolito, ma ora è ricomparso più forte che mai. Un’urgenza indifferibile. D’istinto prende il cellulare appoggiato sul ripiano della vasca e cerca la musica egiziana che Magdy le ha scaricato sul telefonino. Sono mesi che non l’ascolta.

    Chiude gli occhi e in un attimo si ritrova per le strade di Old Sharm, rivede il negozio di frutta con le ceste piene di manghi e arance e banane dove Magdy le ha scattato le prime foto e il caffè all’aperto di fronte al mare, calmo e scuro. Le scendono due lacrime. Cosa prova? Rimpianto.

    Il cellulare squilla. È Cristina.

    «Ciao, tutto ok?» risponde meccanicamente.

    «Tutto ok, cosa stai facendo di bello?»

    «Il bagno.»

    «Sai, stavo pensando al pranzo di Natale.»

    «Di già? Mancano ancora tre mesi!»

    «Lo so, ma quest’anno volevo fare qualcosa di nuovo, a te cosa piacerebbe?»

    «Qualsiasi cosa, purché non sia riso, sai che lo odio.»

    «Lo so, lo so, tranquilla, dammi qualche idea.»

    «Cristina sei tu la cuoca, io sono un cane in cucina, lo sai.»

    «Perché non ti applichi.»

    «Hai ragione, ora però devo lasciarti perché l’acqua si sta raffreddando, ci sentiamo più tardi.»

    Chiude la chiamata, sono le otto passate e l’aspetta una serata qualsiasi, cena, divano, televisione, mentre a Sharm andrebbe con Magdy a Naama Bay dove, seduti sul divano della terrazza del Panorama, lui le servirebbe il tè.

    Dio che nostalgia…

    Sospira mentre si infila l’accappatoio e come se l’avesse evocato, squilla il cellulare e sul display appare il suo nome. Sussulta mentre risponde alla chiamata.

    «Ciao Magdy.»

    «Ciao amore, come stai?»

    Le fa sempre effetto sentire la sua voce così vicina, nonostante la distanza che li separa.

    «Mi manchi.»

    Ecco l’ha detto.

    «Oh… mi manchi tanto anche tu.»

    Dall’altro capo del filo si sente una voce di donna che parla in arabo e Magdy che le risponde, in arabo, ovviamente.

    E questa chi è?

    «Con chi stai parlando?» Roberta si sforza di dare alla sua voce un tono indifferente, in realtà è stupita e anche preoccupata. Sì, lo è.

    «Con mia madre, sono a casa.»

    «Ah… non avevi detto che saresti andato a trovare la tua famiglia più avanti?»

    «Infatti, ma Ashref si sposa domani e non posso mancare al suo matrimonio, poi riparto per Sharm.»

    Ashref, il suo amico d’infanzia. Ora ricorda. Magdy gliene ha parlato spesso.

    «Be’, allora fagli gli auguri.»

    «Lo farò.» Lo dice con voce triste.

    «Che c’è Magdy, qualcosa non va?»

    «No, è tutto ok…»

    «Non mi pare.»

    Dall’altro capo del filo Magdy sospira: «Ti chiamo più tardi su Skype sperando che funzioni, ultimamente va a singhiozzo, ora devo lasciarti, è arrivata mia sorella Marwa con i bambini».

    «Ok, ma tu stai bene?»

    «Sì, sto bene, poi ti spiego.»

    Capitolo 3

    Magdy chiude la telefonata e a Roberta non rimane che preparare la cena. Si veste sopra pensiero, poi va in cucina e apre il frigorifero. Due cetrioli rinsecchiti e una carota dalla buccia annerita fanno compagnia a una confezione di insalata già lavata dall’aspetto poco invitante. Esamina la data di scadenza. Risale a una settimana prima. Fantastico. Prende le verdure ed esce sul balcone per buttarle nel contenitore dell’umido.

    Domani devo assolutamente andare al supermercato, pensa.

    Opta per un piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino. Quelli non tradiscono mai.

    Dopo cena si siede alla scrivania e accende il computer, pensierosa. Cosa deve dirle Magdy e perché le è sembrato triste? Dovrebbe essere contento di essere a casa, di rivedere i parenti, gli amici, invece le è parso strano, quasi preoccupato.

    In bagno si guarda allo specchio. È pallida, con un pennello applica un sottile strato di fard per ravvivare il colorito delle guance e, non contenta, inizia a disegnare il contorno degli occhi con un filo di kajal ; mentre si pettina i riccioli sente il suono inconfondibile della chiamata di Skype, corre al computer, clicca sull’icona ed ecco apparire il suo ragazzo.

    L’immagine è sfuocata, poi a poco a poco vede delinearsi i lineamenti del viso. Ha i capelli più corti del solito ed è seduto davanti al computer con un’espressione compunta, indossa una specie di camicia bianca senza colletto con ampie maniche senza bottoni.

    Che sia una nuova moda?

    Inforca gli occhiali e si avvicina allo schermo: «Scusa, ma come sei vestito?»

    «Così.» Magdy si alza.

    Oh cazzo!

    È infagottato in una galabeya , l’abito tradizionale egiziano.

    È esterrefatta. Ha sempre visto Magdy vestito all’occidentale e deve ammettere che la versione egiziana le fa un certo effetto. Per qualche secondo rimane in silenzio con un sorriso ebete stampato sul viso.

    «Non ti piace?» chiede Magdy, che nel frattempo si è riseduto davanti al computer.

    «Se devo essere sincera non molto, sembri in camicia da notte, non hai caldo?»

    «Veramente è più comoda dei pantaloni, ed è più fresca.»

    Su questo non c’è dubbio, però…

    «Ti vesti sempre così a casa tua?»

    «Quasi sempre» risponde con indifferenza.

    «A Sharm però non ti ho mai visto vestito così.»

    «Ti vedo preoccupata, hai paura che mi vesta così quando siamo insieme?»

    «Io? Figurati.»

    Certo che è preoccupata. Roberta ha un flash: lei con un vestito scollato e senza maniche e Magdy in camicia da notte mentre camminano per le strade di Sharm. Dio mio!

    È un’immagine decisamente buffa, ma non le riesce di ridere. Non è la prima volta che vede un uomo con la galabeya , a Sharm ne ha visti diversi camminare per le strade, però vedere Magdy conciato in quel modo… lo trova davvero imbarazzante. Si chiede cosa deve aver provato Magdy quando, ventenne, è partito dal suo paese sperduto nella valle del Nilo per andare a lavorare in un villaggio a Sharm, dove le turiste in spiaggia non indossano certo lo chador … Deve essere stato uno shock. Ora però ci sono cose più importanti su cui concentrarsi.

    «Magdy, cosa volevi dirmi prima al telefono?»

    «Hai mangiato?»

    «Sì, ma dimmi di te.»

    Lui esita, si morde il labbro inferiore.

    Forse ha un’altra .

    «Forza, dimmi cosa c’è che non va o non ti fidi di me?»

    «Certo che mi fido di te, è che…»

    «Parla, dunque.»

    «Non vedo l’ora di andarmene.»

    «Da casa tua?»

    «Non li sopporto più.»

    «Chi non sopporti più?»

    «La mia famiglia, i parenti.»

    «Perché?»

    «Vogliono che mi sposi.»

    «Ah!» e dopo una pausa, a bassa voce: «E tu cosa vuoi?»

    «Che domande fai? Secondo te?»

    Magdy è decisamente irritato. Lo intuisce non tanto dall’immagine sbiadita dello schermo , ma dal tono della sua voce che non lascia dubbi.

    «Non arrabbiarti Magdy, era solo una domanda. In fondo non ci sarebbe niente di strano.»

    «Parli come se non te ne importasse nulla.»

    «Non è vero e lo sai.»

    Lui tace e con la mano destra chiusa a pugno si batte il mento, poi sbotta: «Dicono che a trent’anni dovrei essere sposato da un pezzo. Figurati che oggi è venuto mio zio e anche lui mi ha fatto una testa così: " Io alla tua età avevo già moglie e due figli. Quando ti decidi a mettere su famiglia? " Non la finiva più».

    «E tu cosa gli hai risposto?»

    «Che non ho intenzione di sposarmi per far piacere a loro.»

    Giusto, coraggioso Magdy!

    Per la prima volta Roberta si rende conto di quanto possa essere difficile la vita in Egitto, non solo per una donna ma anche per un uomo che voglia ribellarsi alle convenzioni.

    «Magdy non farlo se non sei convinto. È la tua vita, non la loro.»

    Lui annuisce pensieroso e lei prova una profonda compassione per quel ragazzo, ma nel contempo è fiera e orgogliosa di lui, del suo coraggio. Ma forse Magdy ha bisogno di solidarietà, di sostegno. E se tornasse a Sharm? In fondo, a parte qualche weekend al mare con Mario, ha passato tutta l’estate a Milano a lavorare.

    Magdy sembra averle letto nel pensiero perché le chiede: «Quando torni? Ottobre è il mese migliore e non fa tanto caldo».

    Roberta lo interrompe: «Scusa, ma a ottobre non devi tornare dai tuoi?»

    «Ci andrò più avanti, preferisco fare snorkeling con te al Blue Hole, non ci siamo ancora andati, ricordi?»

    Sorride sornione e Roberta ricorda la reazione spaventata ed eccessiva che aveva avuto l’anno prima, quando Magdy le aveva proposto di passare due giornate insieme al mare. Aveva avvertito un senso di oppressione e aveva rifiutato. Lui c’era rimasto male e ne era nato un litigio.

    Com’era stata sciocca! Solo ora se ne rendeva conto.

    Magdy interpreta il suo silenzio come un possibile rifiuto: «Se non puoi…»

    Roberta lo interrompe di getto: «No, no! Fammici pensare» e dopo una pausa: «Domani chiedo le ferie e se le ottengo potrei raggiungerti tra una settimana».

    Magdy avvicina il volto allo schermo del computer e sussurra: «Non vedo l’ora di vedere mia moglie».

    Roberta taglia corto anche se, suo malgrado, prova un brivido di eccitazione. «Dai, sentiamoci domani sera.»

    «A quest’ora?»

    «Sì… sei contento Magdy?»

    «Sono felice.»

    Davvero lo è, glielo legge negli occhi.

    Ormai ha deciso. Partirà per Sharm per raggiungere il suo quasi marito che ha bisogno di lei.

    L’indomani chiamerà l’agenzia di viaggi per un preventivo e preparerà il bagaglio. Sospira per la contentezza.

    Capitolo 4

    La sera successiva esce d all’ufficio raggiante ed eccitata. Ancora pochi giorni e volerà a Sharm. Cammina spedita quando un assortimento di t-shirt di vari colori esposto nella vetrina di un negozio di articoli sportivi attira la sua attenzione. Quella blu a maniche lunghe di Robe di Kappa sarebbe perfetta per Magdy, ne è sicura.

    Senza esitare entra nel negozio e ne acquista una taglia XXL, poi esce mentre osserva soddisfatta il contenuto della borsa che porta al braccio.

    «Siamo in vena di shopping?»

    Stavolta ha riconosciuto subito la voce di Marco, difficile credere che anche stavolta si tratti di una coincidenza, quindi sarà meglio chiarire subito le cose. «Scusa, ma a te che t’importa?» lo guarda con aria di sfida e lui si stringe nelle spalle. «Niente, dicevo così per dire.»

    «Mi stai seguendo?»

    «No, cioè… ecco io ho bisogno di parlarti e siccome non ho il tuo numero di telefono...»

    «Senti, non ho tempo. Vieni al dunque, cosa devi dirmi?»

    «Perché sei così ostile? Ce l’hai ancora con me, dopo dieci anni?»

    Roberta fissa la vetrina senza vederla e riflette. In effetti Marco ha ragione, nonostante il tempo passato lei prova ancora avversione nei suoi confronti, soprattutto non si fida di lui e non ci può fare nulla perché è convinta che gli uomini come lui non cambiano.

    «Ehi, ci sei?» Marco sta sorridendo e Roberta si rende conto che se vuole chiudere la questione una volta per tutte deve ascoltarlo. Non ha alternative, quindi sfodera un sorriso conciliante.

    «Sì, dimmi.»

    Lui

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