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Abbracciami!: Harmony Collezione
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E-book147 pagine2 ore

Abbracciami!: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Possibile che l'avesse già condannata? Judy Summers è rimasta senza parole davanti alla furia e alla presunzione con cui Curtis Greene, il fratello miliardario del compagno di studi con cui lei convive, è entrato in casa e l'ha accusata di essere una profittatrice senza scrupoli. Per convincerlo del contrario, lei propone...
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2016
ISBN9788858956366
Abbracciami!: Harmony Collezione
Autore

Cathy Williams

Autrice originaria di Trinidad, ha poi studiato in Inghilterra, dove ha conosciuto il marito.

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    Anteprima del libro

    Abbracciami! - Cathy Williams

    successivo.

    1

    «Ah, ti sei alzata finalmente! Non ho voluto disturbarti prima di uscire, ma volevo ricordarti che deve venire l'idraulico.»

    Judy infilò il ricevitore tra la spalla e la guancia e continuò a prepararsi il caffè. Dopo sei settimane si sentiva ancora un'estranea mentre si aggirava, come al solito in jeans e maglietta, in quella cucina alle nove e mezza della mattina. Sarebbe dovuta essere al lavoro. Era quello il primo pensiero che le veniva in mente la mattina, quando si svegliava e, socchiudendo gli occhi, guardava la sveglia che teneva sul tavolino da notte.

    A quell'ora sarebbe dovuta essere già sotto pressione perché solo così riusciva a liberarsi dai suoi pensieri ossessivi. Avrebbe dovuto già correre, la borsetta appesa alla spalla e la cartella in mano, verso la metropolitana londinese, rallentando il passo solo per fermarsi dal giornalaio vicino all'ufficio ad acquistare un periodico da leggere all'ora di pranzo.

    «Ma... certo che mi ricordo che deve venire l'idraulico!»

    Una calda risata risuonò all'altro capo del filo. «Mi pare di capire dal tono della tua voce che, invece, te ne eri completamente dimenticata. Oggi pomeriggio alle due.»

    «Molto ottimista, nella tua precisione.» Judy versò del latte nella tazza e si sedette al tavolo di cucina che, nonostante tutti gli sforzi per tenerlo sgombro, era ricoperto da tanto materiale di pittura da poter mettere in piedi una piccola impresa di lavoro a domicilio. «Tua madre non ti ha detto che gli idraulici hanno un senso del tempo diverso da quello degli altri mortali?»

    Judy bevve un sorso di caffè e sorrise soddisfatta al suono della voce di Andy, meravigliandosi ancora che fosse riuscito a farla sentir così sicura, così amata e desiderata. Lo conosceva da un anno, ma le sembrava di conoscerlo da sempre, come se in qualche modo fosse destinato a far parte della sua vita. Una delle prime cose che le aveva detto la sua psicologa era che aveva bisogno di aver fiducia in qualcuno, se voleva smettere di sentirsi colpevole. Andy era comparso nel momento giusto, quando aveva incominciato il doloroso e difficile processo di liberarsi dalle sue difficoltà. Era per questo che lo sentiva così vicino, come se fosse l'anima gemella che cercava disperatamente da due anni?

    «No» rispose Andy dopo un attimo di riflessione. «Mia madre non mi ha mai parlato degli idraulici. Pensi che questo abbia influito sul mio problema?» Ridacchiò e Judy gioì in silenzio. Durante quei due mesi Andy si era aperto in un modo insperato e lei pure. Per mutuo accordo avevano deciso di confidarsi i propri timori e dar voce ai loro incubi notturni, ed avevano ottenuto risultati notevoli. Avevano imparato ad aiutarsi vicendevolmente e, anche se lei non riusciva ancora ad accettare con fiducia la maggior parte delle persone, aveva compiuto grandi passi avanti.

    «Be', è possibile» rispose lei, stando allo scherzo e dando un'occhiata ai lavori che aveva fatto la sera prima. «Farò in modo di essere in ordine per le due anche se sarei pronta a scommettere qualunque somma che quell'uomo non sarà puntale. Vedrai che verrà questa sera, quando staremo per metterci a tavola e inventerà delle scuse per spiegare il suo ritardo.»

    «Forse, ma tu sai che devo prendermi cura di questa vecchia dimora.»

    «Lo so.» C'era stato un accordo fra loro fin dall'inizio. Dividere la casa comportava una serie di regole non scritte, ma precise. Niente disordine e manutenzione delle attrezzature domestiche. In cima all'elenco c'era la voce: Niente perdite d'acqua.

    L'acqua avrebbe potuto rovinare le tappezzerie di seta delle splendide stanze, ma soprattutto i quadri di grande valore, come i Picasso, che, sparsi un po' dappertutto con la noncuranza tipica di chi non ha preoccupazioni finanziarie, ornavano la magnifica dimora, situata in una zona tranquilla non lontana dal centro di Londra.

    La casa che Andy definiva il Mausoleo, era la testimonianza dell'opulenza della famiglia Greene e Andy, anche se parlava con disprezzo dei suoi antenati, vi si intonava perfettamente: biondo, elegante e bello come gli Adoni che scolpiva.

    Ancora adesso, ormai abituata a tanta ricchezza, Judy si chiedeva che cosa avrebbe provato se fosse stata allevata in simili condizioni. Una casa in campagna, un'altra in Scozia, un'altra ancora nel sud della Francia... le vacanze, in località esotiche. I genitori di Andy erano scomparsi da molti anni. Judy aveva scoperto delle loro fotografie e la sua fantasia aveva preso il volo vedendo la madre, la tipica bionda inglese, e il padre, il tipico magnate greco, bruno e simpatico. Le sembrava tragico, però, che i figli ricordassero della loro infanzia solo una schiera di balie, una serie di collegi e rari incontri con i genitori troppo occupati a partecipare ai tanti impegni sociali.

    Andy Greene era molto emotivo e Judy era contenta che i loro guai personali li avessero fatti incontrare.

    Due ore dopo la telefonata era ancora seduta al tavolo di cucina, l'unica stanza dove ci si poteva permettere di fare disordine senza timore di danneggiare i preziosi arredamenti, e stava ripassando con i pastelli degli schizzi per le illustrazioni di un libro per bambini. Aveva studiato arte per due anni, dopo aver terminato la scuola poi, dopo molto tempo, aveva rimesso piede nella scuola d'arte di Londra e a poco a poco, aveva ritrovato il suo talento e la voglia di lavorare. Con la testa reclinata e i lunghi capelli biondi che le piovevano sulle spalle, stava sollevando la mano per ripassare gli schizzi con gli acquarelli quando sentì suonare il campanello. Per mezzo minuto decise di ignorarlo, ma quando l'intruso cominciò a bussare alla porta, si ricordò dell'idraulico, lasciò cadere il pennello e si avviò verso la porta.

    Naturalmente quell'idiota aveva scelto il momento giusto per farsi vivo, molto prima dell'ora prevista, pensò, irritata. Aveva ragione quando pensava che gli idraulici vivevano in un altro emisfero e avevano una diversa concezione del tempo.

    «Vengo!» urlò sentendolo sferrare contro la porta un pugno che sarebbe riuscito ad abbatterla. Chiunque fosse, non si trattava certo di una persona debole di carattere, disposta a ritirarsi. «Vengo subito!»

    Fece scattare le tre serrature, spalancò la porta e fissò con aria severa il bruto che le stava davanti. I suoi occhi, color cioccolato, si focalizzarono su un torace possente poi, spostandosi rapidamente verso l'alto, fissarono il volto più espressivo e pericolosamente sensuale che avessero mai visto.

    L'uomo, alto e robusto, aveva capelli scuri e occhi chiari come un sereno cielo invernale.

    Judy provò una subitanea, fuggevole sensazione simile a una scossa elettrica. Fece un passo indietro, sorpresa e infastidita da quella reazione, e lo fissò con cipiglio, ma rimase sorpresa quando notò che lui faceva altrettanto. Che faccia tosta! Gli idraulici erano sì una merce rara tuttavia quello chi si credeva di essere? Notò che non portava la tuta, a meno che a Londra quella categoria di operai usasse lavorare in giacca sportiva, pullover beige e pantaloni color kaki. Santo cielo, forse era venuto solo per ispezionare il guasto e più tardi avrebbe mandato uno dei suoi dipendenti? L'acqua che continuava a cadere dal soffitto della camera di Andy dentro una pentola, non dava segni di volersi fermare.

    «Meno male che ha aperto la porta» osservò lui freddamente. «Non ha sentito il campanello la prima volta che ho suonato?»

    Judy era troppo indignata per rispondergli a tono e gli rivolse un'occhiata altrettanto gelida che lo lasciò del tutto indifferente.

    «Lei è in anticipo» gli disse a denti stretti. «E io stavo lavorando in cucina.»

    «Sono in anticipo?» Lui per un attimo smise di fissarla con occhio torvo e la guardò con un'espressione stupita che lo rese meno aggressivo e più attraente. Poi assunse di nuovo un atteggiamento severo e si permise di esaminarla.

    Judy si voltò di scatto e gli fece cenno di entrare. «Si pulisca le scarpe» gli ordinò, «altrimenti insudicerà i pavimenti. Potrebbe anche togliersi le scarpe e lasciarle vicino alla porta.» Gli guardò i piedi e rimase stupita vedendo che i suoi mocassini sportivi non avevano l'aspetto di aver camminato nel fango.

    «Chi è lei esattamente?» le chiese lui con gli occhi socchiusi, senza togliersi le scarpe.

    «Judy Summers» rispose sgarbata, «e se il mio nome non le dice nulla, sappia che sono la persona da cui doveva venire per eseguire la riparazione.»

    «Riparazione?» Lui continuò a fissarla e si massaggiò il mento con aria pensierosa.

    «Ah, adesso se ne ricorda, vero?» lo aggredì sarcastica. «Andy... il signor Greene, si è messo in contatto con lei ieri sera per dirle di venire a riparare una perdita d'acqua.»

    «Una perdita d'acqua...»

    «Le dispiacerebbe non ripetere tutto quello che dico?» Gli rivolse un'altra occhiata gelida che di nuovo non ebbe alcun effetto. «Incomincio a dubitare che lei sia in grado di svolgere questo lavoro, signor...» Judy inclinò la testa cercando di ricordare il nome che Andy le aveva detto la sera prima, «... signor Wilkins. Lei non è vestito in modo appropriato e, a quanto pare, non sa nulla delle perdite d'acqua. Non dovrebbe adesso farmi delle domande pertinenti? Come, Dov'è esattamente la perdita, signora? Le spiace aspettare che vada a prendere i miei attrezzi?» Judy incrociò le braccia sul petto e lo guardò socchiudendo gli occhi con sospetto. «So che lei è un idraulico qualificato...»

    «Se è per questo, ho un sacco di qualifiche» rispose l'uomo freddamente, fissandola in modo da costringerla a guardare dall'altra parte.

    «Bene. In tal caso» aggiunse lei, «le spiacerebbe sbarazzarsi della giacca e seguirmi al piano superiore?»

    «Sbarazzarsi della giacca? Che verbo complicato... Mi scusi, ho capito il suo nome ma non la posizione che lei occupa in questa casa.»

    Non aveva proprio l'aspetto di un idraulico, pensò lei, sembrava una persona colta, che avesse frequentato l'università.

    «Perché non gliel'ho detta e non mi sembra il caso di dirgliela. Sappia solo che sono responsabile di questa casa.» Si meravigliò di quella affermazione. D'altra parte era la verità. Lo era da anni, da quando aveva abbandonato la piccola ditta in cui aveva lavorato come segretaria del direttore e si era trasferita a Londra.

    «Mi segua» gli ordinò guardando il suo elegante abbigliamento. Era pronta a concedergli il beneficio del dubbio, si disse, ma se quell'uomo era venuto con l'intenzione di riparare una perdita d'acqua, si sarebbe mangiata il cappello, ammesso che ne possedesse uno.

    «La perdita è in una delle camere da letto» gli spiegò mentre, un po' a disagio, lo precedeva salendo le scale. Rabbrividì e mentalmente richiamò alla memoria quel volto cupo e sensuale, il tipo di volto che fa svenire le donne.

    Riparava i rubinetti quando entrava nelle case o era abituato a ricevere un altro genere di accoglienza da parte delle padrone di

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