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Un amorevole inganno
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E-book62 pagine49 minuti

Un amorevole inganno

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Info su questo ebook

Un innamoramento quasi liceale cambia la vita a Guido che escogita una ingarbugliata situazione per far cadere nelle sue braccia l'adorata donna.
LinguaItaliano
Data di uscita4 dic 2023
ISBN9791222710358
Un amorevole inganno

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    Anteprima del libro

    Un amorevole inganno - Riccardo Alberto Quattrini

    Dall’ampia vetrata del suo ufficio Guido Boyles vedeva le guglie della Madonnina. Le dita intrecciate sotto il mento, lo sguardo che fissava senza realmente vedere i numerosi palazzi che popolavano quell’angolo di Milano. Era da tempo che pensava a quell’idea, ma l’aveva sempre rimandata. Gli sembrava un intento azzardato, che richiedeva troppa fantasia e tanto impegno. No, si disse, no, non ci riusciresti mai. E scosse la testa. Era tanto coinvolto in quei pensieri che, quando squillò il telefono, faticò a staccare le dita incrociate.

    «Sì. Pronto», disse con un tono seccato. «Ah, sei tu Alessandro. No. Dimmi pure. Sì, la pratica l’ho esaminata, mi sembra vada tutto bene... I disegni e i calcoli li ho fatti io personalmente, per essere sicuro. Tutto secondo i nostri standard. Sì, ora ti faccio avere tutto l’incartamento.» E riagganciò. Quella telefonata lo aveva risvegliato dai suoi pensieri, al contempo gli aveva dato il vigore necessario per parlare di quella cosa che rimuginava da tempo.

    Quando la signorina Prudenzi entrò dopo che l’ebbe chiamata, la invitò a sedersi. Vania era una di quelle donne che, se pur dall’aspetto piacevole, passava inosservata. C’era in lei un qualcosa che le mancava per essere ammirata. Era priva di femminilità̀, un po’ ingenua e asessuata, almeno così gli pareva, ma andava bene per il piano che aveva pensato.

    «Siediti un momento, ti devo parlare», le disse indicandole la poltroncina davanti alla sua scrivania. Vania si accomodò con un viso preoccupato e tutte quelle lentiggini di cui era punteggiato il viso, sparirono perché era arrossita. Rossa, come rossi erano i suoi capelli tirati indietro in uno chignon fissato con una forcina d'argento. «Quello che devo chiederti non è pertinente con il nostro rapporto di lavoro. Si tratta di un favore che vorrei chiederti.» Il suo rossore persisteva. Si era seduta in punta della poltroncina, il suo corpo snello era rigido, in una posa contratta. Guido proseguì. «Ma non vorrei parlarne qui. Tu mi capisci…» Lei annuì appena. «Allora se sei d’accordo, quando finirai, ci vediamo in Galleria, al bar Zucca. Siamo d’accordo?» Lei non disse nulla, si limitò ad annuire con la testa. «Bene. Ora parliamo di lavoro.» E le consegnò la pratica.

    Guido Boyles la cercò con lo sguardo mentre si faceva largo dentro il bar, che a quell’ora era assai pieno. Tutti intenti a sorseggiare aperitivi, gustare spuntini e conversare, chi appoggiato al lungo bancone, chi seduti ai tavolini. Vania sedeva a uno di questi, sullo sfondo del locale, quando Guido la scorse.

    «Ah, eccoti», le disse. «Cosa prendi? è meglio vada io a ordinare altrimenti qui...»

    «Un bitter»

    «Un bitter», ripetè e si allontanò verso il banco. Tornò qualche minuto dopo seguito da un cameriere che teneva in una mano un vassoio. «Ecco, posa lì», disse. Il cameriere depose due bicchieri e un paio di piattini di stuzzichini. «Allora, salute», disse e le porse il bicchiere ghiacciato. Una volta fatto il brindisi di rito Guido si decise a metterla al corrente di quell’inusuale appuntamento.

    «Allora Vania ora ti dirò del perché́ di questo incontro. Chissà cosa mai avrai pensato. Non è così?» chiese ironizzando lei scosse la testa in un sì indotto. «Stai tranquilla, vedrai che non è come potrebbe sembrare. A proposito perché Vania?» le chiese per rompere quel suo mutismo.

    «Mia madre è serba è nata a Belgrado e ama molto gli scrittori russi: Čechov, Kolokolov, Tolstoj...»

    «Va bene, va bene. Ho capito», disse e mise le mani avanti. Questa finisce che me li elenca tutti e mi recita pure i fratelli Karamazov. «Allora Vania devo dirti che ho pensato molto prima di decidermi a confidarti ciò che ti dirò...»

    «Cominci dalla fine», disse candidamente mentre sorseggiava dal bicchiere e i cubetti di ghiaccio le sfioravano le labbra gelate.

    «Come?» domandò stupito.

    «Sì, salti tutti i preliminari e mi dica cosa vuole che faccia per lei.»

    «Accidenti Vania... Hai ragione. Vado subito al sodo», disse avvicinandosi un poco a lei, poiché il chiasso nel locale si era fatto frastornante. «Ecco, tu dovresti recitare la parte dell’amante», disse e le guardò gli occhi verdi che le si erano spalancati.

    «Amante? Amante di chi?»

    «Mia.

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