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La pergamena e lo scettro
La pergamena e lo scettro
La pergamena e lo scettro
E-book306 pagine4 ore

La pergamena e lo scettro

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Info su questo ebook

Tom Spencer, ventenne americano di origini italiane, è un ragazzo come tanti, un giovane alle prese con la tesi di laurea, un ragazzo pieno di interessi che vive in una delle città più affascinanti e caotiche del mondo:

New York.

La sua vita è molto simile alla vita di tanti suoi coetanei, finché un pomeriggio, mentre è intento a fare alcune ricerche nella biblioteca di famiglia, non incappa in un libro sull'Inquisizione, all'interno del quale rinviene una lettera molto particolare, che porta la firma del papa Urbano II.

Da quel momento la vita di Tom prende una piega inaspettata, tutto cambia dal giorno alla notte in un vorticare frenetico e inarrestabile. Il ragazzo, insieme alla sorella e al nonno, si troverà così coinvolto in un'avventura dai tragici risvolti.

La pergamena e lo scettro è anche una storia ricca di sapere, una storia che divide il palcoscenico con l'inventiva di una trama ricca di colpi di scena ma anche ricca di nozioni affascinanti: la storia di papa Urbano II e del suo famoso appello di Clermont, col quale ebbe inizio quella che fu definita la Prima Crociata; la caduta di Gerusalemme e la conquista della stessa da parte dei crociati nel 1099; il mito di Merlino e di Artù a cui è connesso il ciclo bretone; i viaggi nel tempo e le crociate in Terra Santa.

La pergamena e lo scettro è uno di quei romanzi che si trasformano in una porta verso un'altra dimensione, un momento di fuga dal quale sarà difficile prendere commiato.
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2018
ISBN9788827813775
La pergamena e lo scettro

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    Anteprima del libro

    La pergamena e lo scettro - Marco Siani

    11-12

    PREFAZIONE

    LA PERGAMENA E LO SCETTRO

    New York, 2011. Circondato dalla brulicante e vivace quotidianità della Grande Mela, Tom Spencer, ventiduenne di origini italiane, passa le sue giornate tra lo studio, l’università e la vita in famiglia.

    Giornate uguali alle altre, in cui la routine di gesti e abitudini diventa un sottofondo confortante e familiare.

    Tom, figlio di una professoressa universitaria e di un archeologo, è un ragazzo piuttosto acculturato che ama molto lo studio della storia. Questa sua passione lo impegna nella compilazione della sua tesi di laurea sui borghi e le abbazie medievali in Italia.

    Un pomeriggio, mentre i suoi genitori – come spesso accade – sono in giro per il mondo tra scavi e presentazioni, Tom decide di servirsi della immensa biblioteca di casa per cercare alcuni testi utili per ampliare la sua tesi.

    Mentre, annoiato, scorre lo sguardo tra i vari volumi che abbondano nella fornita libreria, gli cade l’occhio su un grande tomo di apparenti origini medievali che parla dell’Inquisizione.

    Dall’interno delle pagine, mentre il giovane Spencer sfoglia avidamente il libro, scivola una strana lettera che prontamente il ragazzo raccoglie e legge: sembra essere un’antica pergamena su cui in calce è riportata la firma del pontefice Urbano II.

    Oltre al nome del pontefice, l’unica altra parola che Tom riesce a decifrare è il nome di una piccola cittadina: Cava De’ Tirreni.

    Dopo aver riposto nuovamente la lettera all’interno del tomo, Tom continua a essere ossessionato dalla firma papale contenuta al suo interno: e se fosse un ritrovato importante?

    Impossibilitato a tenersi tutto dentro, il giorno seguente il ragazzo decide di parlare con la sorella maggiore, Maggie, di quanto accaduto il giorno prima.

    Mentre i due fratelli discutono sull’origine della missiva, alle loro spalle un uomo fa il suo ingresso nella biblioteca. Maggie e Tom si mettono subito all’erta: in casa è appena entrato uno sconosciuto. In quel preciso istante la vita dei due fratelli, in particolar modo quella di Tom, cambia drasticamente. L’uomo si presenta come Gustavo, il nonno dei due ragazzi.

    Nonno Gustavo comincia a fare delle incredibili rivelazioni ai due nipoti, sotto lo sguardo scettico e quasi arrabbiato tanto di Tom quanto di Maggie, blaterando di uno strano e imprecisato stemma, una sorta di mappa che dovrebbe essere tatuata sulla schiena del giovane Spencer, che viene chiamato da lui il prescelto, colui sul quale grava un’antica profezia; se quest’ultima non verrà realizzata, minaccia loro Gustavo, la vita di Tom avrà fine.

    «Quello che hai sulla tua schiena è una mappa, essa ci guiderà al luogo della profezia. Se riusciremo a trovarla e a sciogliere i suoi enigmi la tua vita riprenderà a scorrere normalmente, altrimenti lo stemma che ti è apparso al momento della nascita e che oggi tu hai risvegliato ti trapasserà il cuore, sei nato per compiere questa missione nipote mio, ed io sono qui per impedire che la tua vita vada perduta. Pazzo mi ha chiamato tua madre, pazzo e stolto, la verità è che pensava di proteggerti così. Ti ha impedito di entrare in quella biblioteca per non concederti al libro nero. Lei ha sempre negato ciò, ma nel suo animo non poteva non sapere. Ma tu non hai resistito al richiamo della lettera, no, non potevi capire il perché del tuo grande interesse a varcare la porta della biblioteca. Curiosità l’hai battezzata, ma era altro; entrato, sei stato attirato tra migliaia di libri da uno solo, così uguale agli altri eppure così diverso. In esso nulla hai trovato, ma la lettera ha trovato te».

    Nonostante l’iniziale resistenza e l’incredulità, la rabbia e l’angoscia, l’avventura di Tom, Maggie e Gustavo inizia con un viaggio: destinazione Italia, aeroporto di Napoli.

    Per andare poi in quel paesino, quella Cava De’ Tirreni di cui la pergamena papale parla, alla scoperta dei segreti contenuti all’interno di un convento benedettino: la Badia di Cava.

    In questa storia dove la fantasia fa da prepotente protagonista e catalizzatore, tra pagine ricche di avventura e carisma si snodano anche altri grandi temi cari alla letteratura, i rapporti familiari non sempre facili e idilliaci, la ricerca del proprio posto nel mondo, la scoperta dell’amore, ma non solo.

    La pergamena e lo scettro è anche una storia ricca di sapere, una storia che divide il palcoscenico con l’inventiva di una trama ricca di colpi di scena ma anche ricca di nozioni affascinanti: la storia di papa Urbano II e del suo famoso appello di Clermont, col quale ebbe inizio quella che fu definita la Prima Crociata; la caduta di Gerusalemme e la conquista della stessa da parte dei crociati nel 1099; il mito di Merlino e di Artù a cui è connesso il ciclo bretone; i viaggi nel tempo e le crociate in Terra Santa.

    La pergamena e lo scettro è uno di quei romanzi che si trasformano in una porta verso un’altra dimensione, un momento di fuga dal quale sarà difficile prendere commiato.

    New York 2011

    I raggi del sole irradiavano la grande metropoli, la inebriavano di una luce nuova, l’inverno era ormai alle spalle, e la stagione primaverile era giunta in tutto il suo splendore, la grande mela si presentava ancora più bella del solito, tra i mastodontici grattacieli e la vigile statua della liberà, il traffico scorreva tranquillo. Non una metropoli, ma la metropoli era incurante di ciò che le avveniva intorno, lei che tra tutte era la più grande accoglieva il cinguettio degli uccelli, come lo smog delle auto con naturale noncuranza. Tom era perso tra le migliaia di libri che custoditi nella sua enorme biblioteca celavano millenni di storia, la lunghissima storia della sua famiglia, già, la sua famiglia, egli conosceva vagamente la millenaria storia dei suoi avi, non che avesse mai mostrato particolare interesse circa le avventure dei suoi predecessori sul suolo Americano, ma adesso era diverso, diverso non perché in lui la fiammella della curiosità si era accesa, diverso perché tra quei libri che egli con poco garbo aveva custodito vi era tutto ciò che poteva servirgli per completare il suo corso di studi in storia, il percorso universitario lo avrebbe completato con la discussione della tesi su borghi ed abbazie dell’antico medioevo in Italia. Dopo aver infatti sostenuto tutti gli esami, era pronto a discutere la sua tesi di laurea. Per la verità più che a discuterla, egli era ormai pronto a completare il percorso storico che aveva scelto quale coronamento delle sue fatiche universitarie. L’agognata tesi di laurea per essere definita completa aveva ancora bisogno di un tassello, un piccolo tassello. Aveva infatti citato il Pontefice Urbano II, una semplice citazione, alla quale egli voleva però conferire maggiore autorità. Parlando con il suo Tutor, erano emerse delle lacune nel suo lavoro circa le postille o note di conoscenza degli attori citati nei suoi scritti. Per il docente insomma la tesi andava ancora completata. Tom non si era certo scoraggiato, egli ben sapeva che il grosso del lavoro era stato approvato dall’insegnante e che per conferire al suo impegno la lode che meritava era sufficiente un lavoro di limatura di alcuni angoli spigolosi. Avrebbe potuto effettuare delle ricerche mediante internet, e così in poche ore avrebbe saltato l’ostacolo, ma egli voleva di più, non dei semplici dati anagrafici, ma anche particolari curiosi che avrebbero conferito alla sua tesi la caratteristica di unica. Del resto gli strumenti per riuscirci erano numerosi. I libri non mancavano di certo nella sua enorme dimora, di testi medioevali era poi stracolmo il lato ovest della sua biblioteca. E già perché i genitori di Tom, il papà Archeologo ed Egittologo, la madre ricercatrice storica avevano adibito un’intera stanza di cento metri quadri a biblioteca. Ogni genere di libro vi era custodito in essa, con cura maniacale erano stati disposti in base ad un ordine cronologico, ma anche in base all’antichità, ed alla lingua nella quale erano stati scritti. La biblioteca, così maestosa era il fiore all’occhiello della famiglia Spencer e nessun libro poteva essere sottratto da essa senza l’autorizzazione dei genitori. Fortunatamente per Tom, il padre era in Egitto per uno dei suoi soliti scavi archeologici, la madre invece era in Italia per partecipare ad alcune conferenze sull’età augustea dell’antica Roma. Così l’enorme casa era tutta del ventitreenne. Pur studiando anch’egli le stesse materie della madre, non poteva non notare le enormi differenze con il genitore. La donna infatti era presa totalmente dal suo lavoro, egli invece cresciuto lontano dai suoi genitori aveva scelto di cimentarsi nello stesso campo di uno dei due, per conseguire maggiore autostima di sé e rendere orgoglioso almeno uno dei due familiari. La madre aveva ovviamente approvato la scelta del figlio, viceversa il padre l’aveva battezzata come una decisione priva del principale requisito: con la storia si mangia poco e si campa male. Provocazione che Tom non aveva certo raccolto, con tutto quello che i suoi avevano accumulato, avrebbe potuto vivere tranquillamente sia lui che la sorella senza compiere alcuna fatica, ipotesi che ad onor del vero non aveva del tutto scartato. Dal terzo scaffale estrasse tre volumi di storia medioevale, li portò fuori dalla stanza, salì la rampa di scale, percorse l’intero corridoio ed aprì la porta in fondo, la richiuse con cura, accese la lampada e si accomodò sulla soffice poltrona, con delicatezza poggiò sulla mensola due dei tre tomi che aveva tra le mani. Aprì il libro dalla copertina rossa, era tutto in latino. Lo studente iniziò a leggere lentamente, pur essendo americano, aveva imparato a leggere la lingua degli antichi padri fin da bambino, le ovvie difficoltà non lo scoraggiarono, dopo un po’ tuttavia si era già annoiato, pensò che l’idea di consultare volumi antichi di storia medioevale in lingua latina o italiana era quanto di più insano potesse aver pensato, così senza meditarci sopra si alzò accese il pc, avrebbe fatto il lavoro da internet, sarebbe stato meno faticoso e più fruttuoso senza ombra di dubbio. Mentre aveva lo sguardo fisso al monitor, si ricordò dei tre tomi da posare in biblioteca, li afferrò senza alcuna cura e con uno scatto da cestista puro sgattaiolò dalla stanza corse in biblioteca e li ripose nel prezioso luogo dal quale li aveva tolti, posò prima il volume rosso, quindi il blu, il terzo era di colore nero, lo stava già posando quando fu attratto dal bassorilievo che vi era impresso sulla copertina, era lo stemma pontificio, sotto di esso vi era una pira di legno che bruciava, più in alto vi era raffigurato un uomo legato ed avvolto tra le fiamme, pensò che l’uomo raffigurato potesse essere il filosofo campano Giordano Bruno. Incuriosito lesse il titolo: Santa Inquisizione.

    Per forza doveva essere un libro di colore nero.

    Proferì queste parole ad alta voce, stava per posarlo, quando la curiosità lo avvolse tra le sue braccia, e l’invito ad aprirlo fu irresistibile. La tesi avrebbe dovuto attendere qualche minuto, si accovacciò sul prezioso tappeto persiano che copriva il pavimento ed aprì il volume. Con sua sorpresa scoprì che era scritto in italiano, dunque come aveva immaginato il libro non era stato scritto e forse nemmeno approvato dagli uomini della chiesa romana. La Santa Chiesa Romana aveva infatti quale lingua ufficiale il latino e fino al recente Concilio Vaticano II anche gli atti più comuni quali battesimi, matrimoni erano scritti rigorosamente in latino. Che strano - pensò- un libro eversivo e proprio vicino a due libri chiaramente ufficiali. La cosa lo sorprese, ben sapeva infatti che in quella biblioteca, nessun testo era posizionato casualmente, tutt’altro, l’ordine vi regnava sovrano. Iniziò a leggere, il libro calamitò la sua attenzione quasi immediatamente, la lettura infatti ben ripercorreva storicamente gli eccidi che nel passato uomini abominevoli avevano commesso mascherando il tutto come volere di Dio. Lesse avidamente il contenuto delle prime pagine, nel girare pagina sette, fu colpito dalla differenza cromatica della pagina, sembrava che quella pagina fosse stata aggiunta in un secondo momento, la cosa era pressoché impossibile, riprese il libro, corse nuovamente in camera sua, ma mentre correva si arrestò, dal volume infatti era caduto un foglio, un foglio sbiadito dall’usura del tempo. Si spaventò e non poco, pensò infatti che fosse volato dal testo che stringeva tra le mani, ma fu subito tranquillizzato nel constatare che il volume era integro e che il foglio conteneva una chiara ed inequivocabile grafia, era

    una lettera, lo si vedeva chiaramente, ed in basso portava l’emblema del timbro pontificio. Il ragazzo rimase sconvolto nell’accorgersi che tra le sue mani stringeva la lettera di un pontefice.

    Le riga scritte centinaia di anni prima erano in lingua italica, Tom conosceva diverse parole in italiano, ma riusciva a comprendere e bene l’italiano corrente, non di certo quello dell’anno mille. Lesse e rilesse la missiva, ma alla fine dovette desistere, le scritture in essa contenute erano indecifrabili per lui. L’avrebbe fatta leggere alla madre non appena ella sarebbe tornata dall’Italia. La curiosità però gli impedì di ritrovare la concentrazione, decise allora di recarsi dal docente di storia medioevale, lei ben sapeva tradurre quello scritto arcaico.

    Il giovane si precipitò verso l’università. Giunto, parcheggiò l’auto nella zona riservata agli studenti e si diresse verso la sala dei professori. Fu rincuorato quando si accorse che quella della docente di storia era aperta. La professoressa era in facoltà. La donna, accolse felicemente il discepolo.

    Ciao Tom, come mai qui?

    Buongiorno professoressa avrei bisogno di una delucidazione.

    Certo ma accomodati, prego, sai ho sentito mamma questa mattina, mi ha relazionato su tutto ciò che sta facendo in Italia, non c’è che dire tua mamma è una donna unica.

    Già asserì il ragazzo scrollando le spalle se qualche volta si ricordasse di telefonare anche a casa io e mia sorella gli e ne saremmo grati.

    Ma voi siete grandi sapete badare bene a voi stessi!

    Fortunatamente si, tuttavia…. Stava bene almeno?

    Magnificamente, sai bene quanto conti per tua madre il lavoro che svolge.

    Su questo non ho dubbi professoressa, so bene anche quanto conti per mio padre, tuttavia penso che le persone così ambiziose, ambiziose al punto da mettere in secondo piano i propri figli, non debbano né sposarsi nè mettere al mondo altre vite.

    Sei ingiusto figliolo, non siete certo secondari rispetto a nulla, e tutti i sacrifici dei tuoi genitori ti permettono di vivere di gran lunga meglio dei tuoi coetanei.

    Sarà, ma per caso ha chiesto di noi?

    Certo voleva sapere a che punto eri con il lavoro della tesi.

    Interessante, solo questo?

    Non ti sembra sufficiente?

    Professoressa Sparo, io so che lei conosce mia madre dalla nascita, ma lei trova normale che la prima ed unica preoccupazione dei miei genitori sia quando mi laurei?

    Si parla del tuo futuro Tom, lo trovo normalissimo.

    Certo, il mio futuro come no, diciamo che sono il trofeo del loro vanto, del suo trofeo di vanto verso mio padre almeno.

    Sei troppo giovane per capire. Asserì la professoressa scrollando le spalle.

    O troppo grande per credere alle fiabe. Tom era furioso,

    Mi scusi, comunque le sto facendo perdere tempo prezioso. Tom si era alzato e si stava avvicinando alla porta

    Tom non volevi un consulto?

    E’ troppo amica di mia madre per darmelo, mi scusi.

    Il ragazzo aprì la porta e si allontanò. Ingenuamente aveva dimenticato che il profondo legame che legava la madre alla professoressa di storia, avrebbe impedito a quest’ultima di mantenere un qualsivoglia segreto, egli non avrebbe mai potuto rivelare alla madre che aveva tra le mani una lettera pontificia, e che quella lettera era stata trafugata poi dalla biblioteca di famiglia. La cosa se si fosse saputa sarebbe equivalsa ad un crimine, d’altra parte com’era possibile che la madre ne ignorasse l’esistenza? E se viceversa ella non ne aveva mai parlato volutamente? Interrogativi, tanti interrogativi ed alcuna risposta in merito. Fece ritorno a casa visibilmente contrariato, la lettera infatti aveva calamitato tutta la sua attenzione.

    Entrò nella sua camera, accese il pc, dopo aver effettuato la connessione cliccò sull’icona di Google Earth, gli apparve sullo schermo l’intero globo, digitò il nome della città che andava cercando, ed attese osservando il satellite, mentre in pochi secondi effettuava la ricognizione panoramica di tutto il pianeta, vide l’Europa, poi L’Italia, quindi la Campania, ed infine la piccola città che era oggetto della sua curiosità.

    Cava De’ Tirreni! Quale segreto custodisce questa piccola città?

    Continuò come inebetito ad osservare la cittadina ripresa dal satellite. Riosservò la lettera che stringeva tra le mani, non c’erano dubbi, in basso a sinistra vi era scritto Cava De’ Tirreni. Era l’unica cosa che aveva compreso, insieme al timbro pontificio che era apposto alla sua destra.

    Cosa ci faceva un Papa in quella città? E perché la lettera di quel Papa era adesso tra le sue mani? Pensò di sognare, si diede un pizzicotto sulla guancia, nell’avvertire dolore acclarò che tutto ciò che aveva visto e che stava facendo era reale, ma perché stava effettuando tutte quelle ricerche? E se quella lettera era semplicemente una scrittura privata di poca, se non nulla importanza? E se invece fosse stata di importanza vitale? Se anche lo fosse stato apparteneva al passato, non lo sarebbe certo stato ancora oggi. Decise di riporla nel testo e di rinchiuderla per sempre nella biblioteca. Spense il PC, posò il testo, accese la TV e cercò di distrarsi, dimenticò ben presto la lettera mentre seguiva lo sport, quindi preso dal ritorno a casa della sorella con la quale condivideva uno straordinario rapporto, dimenticò del tutto la missiva del pontefice. Nel tempo lui e Maggie avevano costruito il loro incrollabile rapporto, un rapporto cresciuto, alimentatosi e cementatosi ancora di più stante l’assenza dei genitori. Di notte però, Tom sfuggì all’abbraccio di Morfeo per farsi ancora una volta suggestionare dall’idea della lettera, si alzò dal letto e silenziosamente raggiunse la biblioteca, riprese tra le sue mani il libro nero, lo aprì e con grande sorpresa constatò che non vi era in esso nessuna lettera, lo sfogliò velocemente, lo rivoltò più volte, nulla, non c’era traccia di nessuna lettera. Possibile? Possibile che l’avesse davvero sognata? Cercò ovunque, a terra, in altri testi ma non riuscì a ritrovarla, ed allora sconvolto andò in cucina, si accomodò sulla sedia e si fermò a fissare il vuoto nel vano tentativo di riordinare le idee. Possibile che stesse impazzendo? Se non fosse stata piena notte, avrebbe già svegliato la professoressa di storia, si sentiva di impazzire, doveva parlarne con qualcuno, ma con chi? Si destò, si avvicinò alla camera della sorella, aprì lentamente la porta, il torpore ed il buio indicavano la pace dei sensi nella quale la ragazza era immersa, non gli sembrò giusto destarla per una sua fantasticheria e così richiuse la porta, nel suo letto trascorse la lunga notte a meditare sul da farsi.

    La lunga ed insonne notte non aveva portato con se alcuna risposta, intontito dall’aura di mistero che si era manifestata il giorno prima, Tom con sua grande sorpresa aveva scorto in cucina Maggie, la ragazza era seduta vicino la grande finestra, stringeva tra le mani una tazza di fumante caffè, non beveva ,era immobile, ferma a fissare l‘orizzonte che si parava innanzi ai suoi occhi, ma i raggi del sole che impetuosi attraversavano l’uscio della finestra aperta sembravano che la trasfigurassero, ad alta voce gli sfuggì dalle labbra un commento di ammirazione verso la sorella

    Come sei bella!

    Ella trasalì, si destò dallo stato di apparente ipnosi nel quale era inconsapevolmente precipitata e compiaciuta dall’affermazione del fratellino gli sorrise

    Buongiorno Tom, dormito bene?

    Il ragazzo scosse il capo, Non direi, non ho chiuso occhio!

    Già, si vede hai davvero una brutta cera. Vieni ti preparo la colazione.

    Tom le sorrise,

    Grazie, mi lavo, mi vesto ed arrivo, come farei senza di te.

    Si allontanò di corsa e mentre egli si preparava ad affrontare una nuova giornata, la ragazza preparò la prima colazione per il fratello. Quindici minuti dopo erano seduti uno di fronte all’altra.

    Solo dopo aver cominciato ad addentare le deliziose omelette che la sorella gli aveva preparato, il ragazzo si accorse di avere una gran fame, del resto la sera precedente non aveva mangiato nulla. Non aveva ancora terminato di addentare il delizioso piatto che si rivolse alla sorella.

    Mi è capitata una cosa a dir poco strana ieri.

    La ragazza sollevò gli occhi dal New York Times che stava avidamente leggendo, lo richiuse e volse lo sguardo con fare interrogativo al fratello minore.

    Dimmi pure, ti ho visto strano già da ieri, cos’è successo di così grave?

    Stavo cercando dei documenti in biblioteca per completare la tesi di laurea, in un testo sul medioevo, più precisamente sull’inquisizione ho trovato una lettera scritta in calce direttamente da un pontefice. La cosa mi ha incuriosito, mi sono posto mille domande sorellina, se dovessi dirti il perché mentirei, nemmeno io riesco a capacitarmi su come e sul perché quella lettera abbia in modo inconcepibile calamitato la mia attenzione. Folle sono stato, folle e stolto, perché sono andato dalla professoressa di storia medioevale per mostrargliela, ma poi ho desistito perché la nostra conversazione è scivolata sul ruolo poco materno di nostra mamma. Così sono ritornato a casa ed ho riposto la lettera nel libro.

    La ragazza si alzò e con fare affettuoso accarezzò la spalla del fratello, ben sapeva che Tom peggio metabolizzava l’insipienza e la nullità dei suoi genitori nell’adempire al ruolo di madre e padre, e così lei che da sempre era stata la più forte provò anche a rimproverarlo.

    Sai bene che mamma e papà non vogliono che noi entriamo in quella biblioteca. Se lo sapessero andrebbero su tutte le furie. E poi scusami, ma come hai fatto, la porta è sempre chiusa a chiave e l’antifurto è inserito sempre e solo mamma e papà ne conoscono il codice. Credo che tu mi debba delle spiegazioni, giusto fratellino?

    Il ragazzo sorrise verso la sorella, sapeva che non era un vero rimprovero, decise di assecondare la sua curiosità

    "le chiavi le ho duplicate, non è stato complicato capire dove mamma le nascondesse, e per l’antifurto è stato ancora più semplice. Ho lasciato il telefonino acceso in modalità videocamera, così ho potuto scorgere chiaramente quali tasti la mamma digitava. Vieni, ti faccio vedere. La ragazza non oppose alcuna resistenza, tutt’altro, era attratta dall’idea di entrare in quella sorta di camera dei segreti che le era stata da sempre preclusa. Seguì il fratello ed al colmo della curiosità dopo che Tom aveva svelato il codice lo precedette nell’entrare in quella sontuosa e maestosa stanza. Ella rimase priva di fiato, non riuscì a pronunciare alcuna parola se non solo una semplice e banale affermazione di meraviglia, la meraviglia che si addice ai bambini si intende

    E’ magnifica, perché non possiamo entrarci?

    "Non

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