Energya
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Info su questo ebook
La seconda organizzazione, chiamata Energya, cerca di combattere il Governo e per farlo recluta giovani prescelti che abbiano le qualità per sconfiggere il male.
Energya è il primo di due libri fantasy dedicati alla ricerca del proprio io, dell'autostima, del credere in se stessi. Ambientato nel mondo reale contemporaneo, il romanzo vuole essere uno spunto di profonda riflessione tramite una storia che invita a guardarsi dentro per poi dare il meglio di sé.
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Anteprima del libro
Energya - Anna Di Donato
Indice
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Anna Di Donato
Rosa Anna Buonomo
Energya
C’è un mondo visibile a tutti e un mondo nascosto che tiene le fila del mondo reale
.
Youcanprint Self-Publishing
Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistite o esistenti è puramente casuale e il testo deve considerarsi frutto della fantasia delle autrici.
Titolo | Energya
Autrici | Anna Di Donato - Rosa Anna Buonomo
ISBN | 9788827836996
Foto copertina a cura di: Massimiliano Venditti,
Calù Fotografia
In copertina: Lorenzo Zappacosta e Aurora D’Isidoro
© Tutti i diritti riservati all'Autore
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.
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Ringraziamenti
A zia Rossana, zia Licia
e nonno Antonio
che avrebbero tanto voluto leggerlo.
Alle nostre famiglie, ad Aurora,
Francesca, Maria Stella
e a tutti gli amici
che ci hanno sostenuto
in questo progetto.
Capitolo 1
Il Cielo e la Terra sono molto più vicini di quanto tu possa immaginare. Cercami…
È iniziato tutto all’improvviso, in un giorno d’estate. Un biglietto trovato sulla sabbia, a pochi passi dal mare. Una frase che sembra indicare una via senza alcuna mappa, senza ulteriori indizi, soltanto… Cercami
.
Mi fermo un istante a pensare, non riesco a interpretare quelle parole, ma decido di conservare il biglietto e lo metto in tasca.
Il mare è calmo, l’aria sa di salsedine e un tramonto mozzafiato allieta il mio sguardo, incantato ad ammirare tale bellezza della natura.
Gioisco di tanta pace e continuo a camminare sulla spiaggia, assorta nei miei pensieri. Il rumore delle onde mi fa compagnia, mentre il mio sguardo si perde nell’orizzonte.
Ho un passo veloce che mi porta in poco tempo sul lungofiume della città, strettamente collegato al mare, da cui posso godere di un meraviglioso panorama: le prime luci si accendono e Truth Beach si colora di allegria. Il giallo si mescola all’azzurro, poi al verde, poi al viola. Mi sento parte di quello scenario avvolgente.
D’un tratto, in lontananza, avvisto un giovane in bicicletta che corre come una scheggia impazzita verso di me. Sembra essere sulla mia traiettoria, quasi mi travolge. Cerco di evitarlo, mi avvicino eccessivamente al bordo non protetto del fiume e cado in acqua. Il giovane si gira di scatto verso di me, lancia la bicicletta a terra e si tuffa per salvarmi. Ah, dimenticavo un piccolo particolare: non so assolutamente nuotare! L’acqua mi penetra nel naso, mi impedisce di respirare, mi sento mancare le forze e, nonostante tenti di stare a galla, non riesco a risalire in superficie. Lotto contro la voracità del fiume che sembra avere il sopravvento, sento che sto per cedere.
I minuti trascorrono inesorabili e capisco che ormai non c’è più molto da fare. Mi lascio andare, ma in quel momento il giovane mi raggiunge e mi solleva portandomi via.
Una volta in superficie, faccio fatica a respirare. Lui mi distende a terra, ho ingoiato tanta acqua.
«Non ti arrendere! Non ti arrendere!» lo sento gridare come un disperato.
Si avvicina, mi accarezza il viso e pone dolcemente le sue labbra sulle mie, praticando la respirazione bocca a bocca. Un minuto e mezzo che sembra un’eternità, sospesa tra un bacio e l’aldilà, tra la vita che chiama e l’ignoto destino.
Finalmente tossisco e butto fuori l’acqua, il giovane si allontana e sorride tirando un sospiro di sollievo. «È tutta colpa mia, perdonami» esordisce dispiaciuto. «Non so come scusarmi…».
Sono viva, gente, esisto ancora. È sensazionale essere salvati, sapere di avere nuove, infinite possibilità. Sono Blake Mirror, e da oggi vivrò ogni attimo della mia vita con intensità…non voglio perdere più nemmeno un minuto…
«Stai bene?» chiede il giovane, distogliendomi dai miei pensieri.
«Mai stata meglio» ironizzo.
«Sicura?!» mi guarda, sfoggiando un sorriso accattivante.
Cerco di alzarmi, lui mi aiuta ma non mi reggo in piedi e in men che non si dica mi ritrovo tra le sue braccia. Alzo la testa, appoggiata al suo petto nudo, mi allontano lentamente e lo osservo meglio. Fisso per qualche istante il suo fisico scolpito e mi rendo conto che è un ragazzo molto attraente, di una bellezza imbarazzante oserei dire. Lui fa lo stesso, mi scruta. Distolgo lo sguardo e dico: «Hai perso la camicia…».
«Ne comprerò un’altra» sorride.
Silenzio imbarazzante. Vorrei ammazzarlo in realtà. Per colpa sua ho rischiato di annegare ma…mi ha salvato la vita.
«Ce la fai a tornare a casa da sola?» chiede gentilmente.
«Sì, certo…» dico con quel fil di voce che mi è rimasto.
«Dall’aspetto non si direbbe…» risponde sottovoce il giovane sconosciuto.
«Che cosa hai detto, scusa? Mi stai prendendo in giro?» mi innervosisco.
«Calma, ragazza. Non volevo offenderti…».
«Questo aspetto è tutto merito tuo…» inizio a sbraitare, tirando fuori la leonessa che è in me.
«Avrei potuto lasciarti lì, ma non l’ho fatto. È così che mi ringrazi?».
Mentre lo dice si avvicina a me, superando un po’ troppo la distanza di sicurezza. Ci guardiamo negli occhi sfidandoci.
Si avvicina alle mie labbra guardandole come se volesse morderle, ma non è un vampiro, è il solito stronzo di turno. Uno di quei tipi da cui ho deciso di stare lontana e che, puntualmente, mi ritrovo davanti.
«Allontanati, mi stai dando fastidio!» gli dico stizzita.
«Sei un’ingrata, ragazzina…»
«Blake. Blake Mirror. E non sono una ragazzina. Ho 25 anni. Signor…?»
«Liam Morgan. Ora devo andare» taglia corto. Poi si allontana, dirigendosi verso la sua bicicletta.
«Spero di non rivederti mai più!» gli urlo in faccia incazzata nera.
«Non temere, non sono tanto facile da rintracciare» grida mentre sale sulla bici. Dalla sua tasca vedo cadere qualcosa, non so bene cosa. Sto per dirglielo ma lui sfreccia via come un pazzo, lasciandomi esterrefatta.
Non posso crederci! Correre via così, come se non fosse successo niente! Che cavolo starà cercando, un tesoro perduto? Probabilmente investirà qualche altra ragazza, che imbecille! Tutti a me!
Cosa avrà perso? Sembra uno stemma. Lo raccolgo. Chissà a che casata appartiene…non sarà mica un nobile? Ci penso un po’ su e poi mi dico: «No, è impossibile, è un cafone!» e mi avvio verso casa.
Il tragitto che va dal lungofiume a casa mia è di circa 15 minuti a piedi, i più terribili della mia vita. Sono dolorante e affaticata. Ripenso a quello che è successo, al biglietto trovato sulla spiaggia, ma soprattutto mi domando come possano esistere ragazzi come quel Liam.
Arrivo davanti casa, sono stremata. Ho perso tutto. Chiavi, soldi…per fortuna ho la cattiva abitudine di non portarmi dietro i documenti e ho dimenticato il cellulare a casa.
Mentre sto per suonare al campanello, mio fratello Andrew apre la porta.
«Blake, sei bagnata fradicia! Che ti è successo? C’è stato uno tsunami sulla spiaggia? Ho sentito Ted abbaiare e sono venuto ad aprire».
«Non me ne parlare, ti prego, è stato molto peggio…», entro come un razzo, cercando di glissare le sue domande e l’assalto del mio cane.
Ted mi segue fino in camera e anche Andrew.
«Blake, perché sembra che ci sia stato il diluvio universale sui tuoi vestiti? Sembri uno spaventapasseri…».
«Andrew, non ho voglia di parlare. È una lunga storia, poi ti racconto» gli dico, invitandolo a uscire, e gli chiudo la porta in faccia. Vado in bagno, ho bisogno di una bella doccia rilassante. Osservo lo scorrere dell’acqua e penso che solo mezz’ora fa avrebbe potuto uccidermi. Non devo più pensarci, però. Sono viva, è questo che conta.
Non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati. La vita è fatta di attimi, momenti che non torneranno più. Situazioni in cui abbiamo l’occasione di esperire, di forgiare noi stessi, di realizzare ciò che vogliamo. Perdiamo così tanto tempo che quando la vita ci chiede il conto, non siamo mai veramente pronti. Questo ho compreso oggi, in quell’acqua che, vorace, voleva portarmi via.
Esco dalla doccia, mi sento molto meglio. È stata una giornata pesante, mi butto sul letto stremata. Prima di addormentarmi, prendo lo stemma di Liam che ho messo sul comodino. Lo scruto con attenzione, lo annuso, riesco a sentire l’odore del fiume. Sul retro sono incise delle iniziali: E.C. Non sono le iniziali di Liam, di chi saranno dunque? A chi appartengono? Chi è veramente Liam Morgan?
Capitolo 2
Suono di onde che si infrangono sulla riva...i miei piedi bagnati dall'acqua, come fossero accarezzati da una poesia di freschezza. Io che cammino fino