Abbie Evans
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Info su questo ebook
Quanto sangue costa una vita? In ogni caso Abbie pagherà quel prezzo.
Abbie Evans è un’insegnante di scuola elementare. A causa delle percosse ricevute dal marito durante un litigio, non solo perde il bimbo che ha in grembo, ma diventa sterile. Una notte, in sogno, si congiunge carnalmente con un demone che le fa una proposta: un bambino crescerà nel suo grembo solo se lei raccoglierà per il demone il sangue di dieci creature innocenti. Sogno e realtà si intrecciano in questo racconto, in cui niente è come sembra.
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Anteprima del libro
Abbie Evans - Antonio Venezia
Cover
PROLOGO
Il cellulare sul comodino di Tania Rogers cominciò a squillare insistentemente. Era uno di quei telefoni vecchi, appartenenti a un’era dove il touch screen e gli mms erano solo un progetto troppo lontano da inseguire. Tania si svegliò di soprassalto e guardò l’ora proiettata dalla sua sveglia a caratteri rossi: erano le cinque del mattino. Prese il suo telefono e lesse il nome sul display: Michael Dempsey.
«Pronto?», la sua voce era ancora impastata dal sonno.
«Tania! Scusami l’ora ma ho un lavoro urgente da assegnarti e non c’è un minuto da perdere. Lo sai com’è nel nostro campo: appena abbassi la guardia, altri avvoltoi vanno a banchettare con la tua carogna», la voce di Michael era euforica.
«Che succede, Michael?» chiese.
«Senti, cerca di arrivare un’ora prima oggi qui in redazione. Ti spiegherò tutto a quattrocchi. Per farmi perdonare ti offro la colazione, ok?» disse affabilmente il suo datore di lavoro mentre la salutava e agganciava.
«Stronzo…» bisbigliò Tania rimettendo il suo Nokia sul comodino di fianco al letto.
Tania Rogers era una ragazza di ventisette anni, bassina di statura e con i capelli castani tagliati a caschetto. Era un tipo molto impulsivo e tenace: quando si metteva in testa una cosa, non c’era verso di fermarla. Abitava a New York, in un palazzo signorile nel quartiere TriBeCa, nella parte sud di Manhattan. Aveva preso quell’appartamento in affitto due anni prima, appena laureatasi a pieni voti alla Columbia University in psicologia criminale. Amante della scrittura, aveva trovato un impiego come giornalista presso il New York Post in attesa di un lavoro più consono ai suoi studi, anche se pensava che la carriera giornalistica potesse essere davvero la sua strada.
Si alzò con calma dal letto e si andò a preparare per un’altra lunga giornata in redazione. Michael Dempsey, il capo redattore, la voleva vedere con urgenza. Per quale motivo? Non stette più di tanto a pensarci su e dopo aver bevuto una tazza di caffè, uscì dal suo appartamento e si diresse alla redazione del New York Post. Parcheggiò la sua Toyota Corolla davanti all’ingresso ed entrò nell’edificio. Ad attenderla sulla porta c’era proprio Michael Dempsey che le diede un bacio e l’abbracciò. Avevano instaurato un buon rapporto da quando lei era entrata al giornale, anche se battibecchi e controversie non erano mancati.
«Buongiorno, Tania! Oggi è il tuo giorno fortunato per diventare famosa!» disse Dempsey sorridendo
«Non capisco il perché di tanta urgenza, Michael.»
Tania era un po’ contrariata, ma non poteva far altro. Era pur sempre il suo datore di lavoro.
«Dai, seguimi nel mio ufficio. Ti spiegherò tutto lì.»
Tania lo seguì per tutto il primo piano, fino agli ascensori, sempre senza dire una parola. Presero l’ascensore che li portò al terzo piano ed entrarono nell’ufficio di Dempsey. Ad aspettarli sulla scrivania, c’erano due cornetti in un vassoio e due tazze di caffè.
«Cornetti!» esclamò Tania con finto entusiasmo.
«La colazione è servita, madame!» disse Dempsey esibendosi senza successo in una mossa simile ad un presentatore televisivo che annuncia un ospite famoso. Si sedettero entrambi e Dempsey prese un fascicolo giallo da un cassetto.
Su di esso c’era scritto un nome in blu: Abbie Evans. Lo diede a Tania incominciando a bere il suo caffè.
«Cos’è?» chiese Tania agitando il fascicolo in aria con la mano.
«Aprilo e vedrai», disse con soddisfazione Dempsey mentre addentava il suo cornetto, sbriciolando la sfoglia davanti a lui.
Tania aprì il fascicolo e vide subito una foto segnaletica: una signora anziana la squadrava con occhi di ghiaccio, la bocca come se fosse cucita con ago e filo. Aveva i capelli corti, rossi e crespi.