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A caccia del Marchese: Sirena sotto copertura
A caccia del Marchese: Sirena sotto copertura
A caccia del Marchese: Sirena sotto copertura
E-book57 pagine42 minuti

A caccia del Marchese: Sirena sotto copertura

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Info su questo ebook

Continua l'avventura della Sirena più strampalata del mondo.

Gli episodi sono tutti autoconclusivi. In ordine di lettura:
L'inizio (episodio 1)
LinguaItaliano
EditoreLedra
Data di uscita10 dic 2018
ISBN9788829571666
A caccia del Marchese: Sirena sotto copertura

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    Anteprima del libro

    A caccia del Marchese - Ledra

    chiacchiere

    Ledra

    Sirena sotto copertura

    A caccia del Marchese

    Avviso ai lettori

    Questo racconto è opera di fantasia.

    Ogni riferimento a fatti, luoghi e persone esistenti, o esistiti, è puramente casuale e frutto dell’immaginazione dell’autrice.

    ©Ledra 2017

    Cover: Mela Rossa Graphics

    Progetto Grafico: Eadon Servizi Editoriali

    L’opera, comprese le sue parti, è protetta dalla legge sul diritto d’autore. Sono vietate e sanzionate (se non espressamente autorizzate) la riproduzione in ogni modo e forma nei limiti della legge e la comunicazione (ivi inclusi a titolo esemplificativo ma non esaustivo: la distribuzione, l’adattamento, la traduzione e la rielaborazione, anche a mezzo di canali digitali interattivi e con qualsiasi modalità attualmente nota o in futuro sviluppata).

    I marchi menzionati in questo racconto sono proprietà dei legittimi possessori.

    1

    Okay, ce la poteva fare. Sì, ce l’avrebbe fatta. Doveva solo stabilire una strategia. Qualcosa di sublime e, nello stesso tempo, semplice. Era necessario catturare l’attenzione del pubblico, avere successo e portare a casa un grande risultato. Insieme alla sua vendetta.

    Porca trota e la scrofa incinta! Il capo la faceva semplice: Trovati un lavoro e raccontalo alla gente. Un par de cojones. Avrebbe voluto strozzarlo con il suo pisello, altro che. Si mise a ridere: sempre che ce l’avesse così lungo!

    Okay, ce la poteva fare. Sospirò. Inspirò. Continuò a ripetersi il mantra altre dieci volte. L’undicesima decise di chiudere il computer e precipitarsi sul set fotografico.

    Corse a perdifiato lungo le quattro rampe di scale. Entrò nello studio fotografico e fece un respiro profondo. Il cuore in gola, la pancia che tremolava. Vide Jessica che, vestita da Koala, stava divorando un vasetto di cioccolata e nocciola grande quasi quanto lei.

    Cercò di ristabilire la respirazione in modo da apparire calma e tranquilla. Nulla, si precipitò dalla pseudo amica e le si piazzò davanti incrociando le braccia, con in volto un’espressione gelida. L’altra la imitò.

    «Sono in pausa e non voglio parlare con te. Ti ricordo che da ventitré ore e dodici minuti io non ti rivolgo più la parola, quindi puoi girare il deretano e tornare ai tuoi alloggiamenti» le disse, voltandosi dall’altra parte, dopo averle lanciato uno sguardo sdegnato.

    «Senti, Koala, per sembrare convincente dovresti perlomeno essere vestita da iena e, soprattutto, non avere la cioccolata spiaccicata sul mento e in ogni punto della faccia raggiungibile dalla lingua. Sei proprio un disastro» dichiarò risoluta.

    Jessica la guardò con la coda dell’occhio, ma non smise di leccare il cucchiaio.

    «Okay, okay, okay, mi dispiace molto averti detto di lasciarmi in pace per un po’» continuò come se parlasse a una bambina piccola. «Converrai con me che regalarmi un bagnoschiuma all’essenza di sesso, perché non ne faccio, non sia stata un’idea molto illuminata.»

    Jessica la guardò negli occhi e tuffò il cucchiaio in quella bontà.

    «Era un’idea geniale, invece. Sei tu che sei ottusa, ecco. E non so perché ho deciso di essere tua amica, quindi adesso o mi chiedi scusa o mi chiedi scusa» le intimò, ficcandosi in bocca quasi tutto il cucchiaio ricolmo e strabordante.

    Le venne da ridere. La situazione era talmente buffa da apparire surreale. O meglio lei era surreale. Perfetto, voleva il suo aiuto? Le scuse sarebbero state il meno. Avrebbe fatto di meglio.

    «Io, nel pieno possesso delle mie poche facoltà mentali, ti chiedo umilmente scusa. Ti prometto che stasera mi farò il bagno con il tuo splendido dono e che, se a pranzo sei libera, pagherò io per qualsiasi cosa oserai mangiare.»

    Jessica sgranò gli occhi e annuì.

    «Affare fatto. Ti perdono. Qui ne ho per un

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