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Nel letto del playboy: Harmony Collezione
Nel letto del playboy: Harmony Collezione
Nel letto del playboy: Harmony Collezione
E-book156 pagine2 ore

Nel letto del playboy: Harmony Collezione

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Info su questo ebook

Quando l'architetto Alex Fitzgerald scopre che l'arredatrice con cui deve lavorare, Merrow O'Connell, altri non è che la splendida ragazza con cui ha passato una notte di sesso sfrenato a Galway, alcuni mesi prima, è determinato a mantenere i rapporti esclusivamente su un piano professionale. Ma più la guarda, e più è convinto che sarebbe perfetta come amante.

Merrow O'Connell ha imparato a tenere gli uomini a una certa distanza. E nonostante il rapporto di lavoro con Alex comprenda spesso incontri passionali, lei rimane determinata a non perdere la propria libertà e a rimanere single. Allora come reagirà quando il suo capo, e playboy milionario, d'un tratto si metterà in testa di volere molto di più da lei di qualche notte di fuoco?

LinguaItaliano
Data di uscita11 nov 2013
ISBN9788858916629
Nel letto del playboy: Harmony Collezione
Autore

Trish Wylie

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Nel letto del playboy - Trish Wylie

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    His Mistress, His Terms

    Harlequin Mills & Boon Modern Heat

    © 2008 Trish Wylie

    Traduzione di Claudia Cavallaro

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-662-9

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Merrow O’Connell?»

    Cha razza di nome era? Alex inspirò a fondo, aveva cose migliori da fare che non girare per Dublino alla ricerca di una donna con un nome così ridicolo. E in quei giorni la sua pazienza aveva già raggiunto un limite per colpa di un certo cliente! D’altronde, se non fosse stato per quel cliente, adesso non sarebbe stato lì.

    La vita, un tempo, era stata più semplice. Non che fosse passato molto tempo, solo che sembrava tanto...

    «Quassù.»

    Riconobbe la voce femminile per averla sentita al telefono, così indietreggiò di un passo e inclinò la testa per vedere da dove proveniva. In cima a un ponteggio, distesa sulla schiena mentre applicava una foglia d’oro a un elaborato disegno marocchino nel soffitto, c’era la sua preda. E che fosse una preda non c’erano dubbi... se avesse dovuto fare un patto con il diavolo, l’avrebbe coinvolta nel suo progetto.

    Rivoleva la versione più semplice della sua vita.

    «Ci siamo già parlati al telefono.»

    «Le sarà di certo piaciuto. Pare che la mia voce al telefono sia molto sexy.»

    In effetti, al telefono la voce era sexy, almeno Alex lo aveva pensato al momento. Certo, prima che lei riattaccasse bruscamente. Gli abitanti di quella città non riattaccavano il telefono in faccia a un Fitzgerald. Non se volevano avere successo. Ed era rimasto a fissare con rabbia il telefono per almeno dieci minuti, prima di riattaccare a sua volta.

    «Ha detto che era troppo occupata per venire in ufficio, così ho deciso di venire di pers...»

    «E, come può vedere, sono ancora occupata. Non capisco tanta fretta. Si può rimandare tutto al giorno dopo, fatta eccezione per un trapianto di organi, signor Fitzgerald.»

    Fantastico, proprio quello che gli ci voleva. «In linea di massima, sarei d’accordo con lei, ma il mio cliente è insistente e, se non riesco ad avere un’arredatrice, presto l’intero progetto salterà in aria.»

    Be’, non era del tutto una bugia... Si limitò a tacere che probabilmente avrebbe dovuto uccidere il cliente. Anche se tecnicamente sarebbe stata autodifesa, il fatto stesso di averlo contemplato lo rendeva omicidio premeditato.

    «Un altro giorno non avrebbe cambiato molto e avrei potuto finire questo.»

    Lui guardò le sue lunghe dita applicare delicatamente l’ultima foglia con un attrezzo apposito. «Be’, adesso sono qui, però. C’è qualche possibilità che riesca a scendere cinque minuti prima di ricominciare con un’altra foglia?»

    «C’è, sempre che me lo chieda gentilmente.»

    Lui inspirò a fondo e, a denti stretti, disse: «Per favore».

    «D’accordo, scendo.»

    Indietreggiando, Alex si guardò intorno nella stanza mentre lei scendeva dal ponteggio. Trovò l’arredo un po’ opulento per un ristorante, ma il cliente aveva sempre ragione, no? Il mosaico sul pavimento doveva essere stato un lavoro di grande pazienza, perciò forse lei sapeva già come trattare con clienti difficili.

    Quando due stivali polverosi apparvero nel suo campo visivo, lui alzò lentamente lo sguardo e vide una tuta di almeno due taglie troppo grande e altrettanto polverosa, poi raggiunse la faccia.

    E rimase a bocca aperta. E Alex non restava mai a bocca aperta. Era troppo educato per farlo.

    Lei sgranò gli occhi verdi. «Sei tu

    «Tu sei Merrow O’Connell?»

    «E tu sei Alexander Fitzgerald?» Allargò le labbra in un sorriso. «Bene, bene, molto interessante.»

    Alex strinse i pugni nelle tasche dei pantaloni e ricambiò il sorriso con cipiglio, determinato a restare serio. L’ultima volta era stato preso all’amo proprio con un sorriso, no?

    «Non è possibile che tu sia Merrow O’Connell.» Certo, non gli aveva detto come si chiamava la volta precedente e alla fine lui ricordava di averla chiamata Red.

    Merrow incrociò le braccia e inclinò la testa, una lunga ciocca di capelli rossi le ricadde sul collo. «E perché no?»

    «Perché non passerò i prossimi nove mesi a lavorare con te dopo...»

    «Una notte di sesso sfrenato e senza complicazioni?»

    La domanda fu accompagnata da un luccichio negli occhi e lui serrò le labbra. No, non era possibile, doveva essere stato davvero cattivo nella sua vita precedente.

    Ma era un adulto, in grado di gestire situazioni imbarazzanti, allora perché aveva problemi con lei?

    Be’, perché nel millisecondo in cui si era reso conto con chi stava parlando si era ricordato ogni attimo di quell’unica notte. E, a giudicare dall’afflusso di sangue dal suo cervello verso la parte inferiore del corpo, non avrebbe avuto difficoltà a ripetere l’esperienza. Una notte intera, lenta e appassionata, magari con accessori diversi... anche se la sciarpa di seta aveva funzionato egregiamente, ma forse qualcosa di più vellutato o magari delle piume o...

    Ecco, era esattamente quello a preoccuparlo.

    Come diavolo poteva concentrarsi sul lavoro dovendo affrontare una simile situazione tutti i giorni? Lei sarebbe stata una distrazione continua. E lui aveva già abbastanza problemi.

    «Comunque» disse Merrow, guardandolo a fronte alta, «non ho ancora accettato di lavorare con te. Sei sempre così presuntuoso? Il famoso nome dei Fitzgerald dovrebbe bastare a convincermi? Adesso dovrei inginocchiarmi davanti a te?»

    Lei stava balbettando, ma, con l’immaginazione, Alex vide un sacco di possibilità a quell’idea. Chiuse per un momento gli occhi e inspirò. «Stai prendendomi in giro?»

    «Chi, io?» replicò Merrow, sorridendo. «Oh, non oserei mai.»

    Mentre lui stava ancora cercando di capire se fosse sarcastica o no, lei lo superò. «Al telefono ti ho detto che, prima di accettare l’incarico, avrei dovuto vedere il progetto.»

    «Hai detto che avevi una finestra nel tuo programma. E quando lo vedrai, non potrai rifiutare.»

    «Non puoi saperlo.»

    «Sì, invece, perché qualunque designer che ami il proprio lavoro resterebbe estasiato davanti a un progetto di queste dimensioni.»

    Lei lo guardò al di sopra delle spalle e nei suoi occhi brillò di nuovo una luce maliziosa. «Nessuno ti ha mai detto che le dimensioni non sono importanti?»

    Alex increspò le labbra e guardò il soffitto, inspirando a fondo per dare al cervello abbastanza ossigeno perché funzionasse al meglio. Alla veneranda età di trent’anni, gli uomini non avrebbero dovuto avere la pressione alta, no?

    «Be’, che ne dici di darci un’occhiata prima di prendere una decisione? Il mio cliente apprezza molto il tuo lavoro.» Inutile aggiungere che andava pazzo per lo stile vagamente marocchino che lui aveva creato per il Pavenham. Soprattutto perché gli ci erano voluti otto progetti preliminari per convincere Mickey D e i suoi soci.

    «Il Pavenham potrebbe rappresentare per te il grande lancio...»

    Con una borraccia in mano, Merrow si voltò. Soffiando, cercò di liberarsi dei capelli sulla faccia, poi lo guardò direttamente negli occhi. «Il Pavenham Hotel? Quello che è appena stato acquistato dall’Apocalypse

    «Proprio quello.» Quella volta, il sorriso di Alex fu sincero, perché sapeva di averla finalmente colpita. Del resto, il progetto era già sulla bocca di tutti. «E non lesinano sui costi. Sarai pagata molto bene per il tuo lavoro.»

    «Camomilla?» chiese lei, mostrando la borraccia.

    Alex scosse il capo. «Oh, no, grazie.»

    E lei sorrise di nuovo, accidenti! Quell’accenno di sorriso malizioso le donava molto quando portava una tuta polverosa, ma, con degli striminziti calzoncini bianchi e una giacca nera a un bottone che rivelava chiaramente come sotto non ci fosse nessun reggiseno... be’, in quel caso il messaggio era stato diverso. Era una delle prime cose che lo avevano attirato in lei in quell’afosa notte di settembre a Galway. Gli aveva sorriso in quel modo e il suo corpo si era messo sull’attenti. Letteralmente.

    Persino ricordarlo ora gli faceva lo stesso effetto.

    «Visto come sei teso, potrebbe farti bene» disse Merrow con voce bassa e seducente.

    Alex si accigliò di nuovo, togliendosi le mani dalle tasche per incrociarle sul petto. «Teso?»

    «Forse Mickey D ti sta facendo passare un inferno.»

    Ah, si riferiva a quello. «Pensi che non sia in grado di gestire una rock star che ha visto tempi migliori?»

    «Penso che non mi avresti inseguito per tutta Dublino, se non avessi lui alle calcagna. Va famoso per i suoi atteggiamenti da primadonna...» Merrow gli rivolse un altro sorriso malizioso. «Sono stata concepita proprio mentre ascoltavano una sua canzone, sai.»

    «Per la verità, avrei preferito non saperlo. Ma sono sicuro che, quando glielo dirai, lui ne sarà contento.»

    Lei agitò la borraccia. «Davvero, la camomilla fa miracoli... ed è tutta naturale.»

    «Sto bene così, grazie.»

    Merrow scrollò le spalle e si concentrò sulla borraccia, versando nel tappo il liquido dorato, e Alex ne approfittò per esaminare la sua tenuta. Forse la prima volta non aveva prestato molta attenzione a quello che indossava, ma, sapendo anche troppo bene che cosa celava, all’improvviso trovò la tuta un indumento molto seducente.

    La maglia verde acido e viola che portava sotto metteva in risalto tutte le curve. Ricordò che la pelle incredibilmente morbida emanava un lieve profumo di lavanda quando le aveva preso fra le mani il seno piccolo e sodo e...

    Deglutì a fatica. E portava biancheria intima di pizzo che sembrava uscita dalle fantasie sessuali di qualsiasi maschio dal sangue caldo... il che lo spinse a chiedersi che cosa avesse addosso ora.

    «Che ne è stato del tuo ultimo arredatore?»

    «Quale?»

    Perplessa, lei domandò: «Quanti ce ne sono stati?».

    «Quattro.» Sempre quattro meno del numero dei suoi progetti, comunque... «Mickey D è piuttosto esigente.»

    «Perciò sono la tua ultima spiaggia, giusto?»

    «Per la verità, lui aveva pensato a te fin dall’inizio.»

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