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PTSD In cammino verso la guarigione: la storia di un soldato
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PTSD In cammino verso la guarigione: la storia di un soldato
E-book127 pagine1 ora

PTSD In cammino verso la guarigione: la storia di un soldato

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Info su questo ebook

La maggior parte dei libri sul disturbo da stress post traumatico (PTSD), non importa quanto sembrino solidali con chi ne soffre, rimangono aridi e impersonali. Questo stimolante libro è un’eccezione!

L'autore Bob Bray ha percorso un sentiero difficile, affrontando il disturbo da stress post traumatico (PTSD) nella sua stessa vita. Il PTSD è un qualcosa che perdura da molto tempo. È stato conosciuto con molti nomi, quali nevrosi da guerra, sfinimento da battaglia o vento degli obici.
Oggi questa nozione si è espansa oltre i campi di battaglia in cui le armi vengono utilizzate per annientare il nemico. Ora ci si riferisce al trauma emotivo sperimentato quando le persone vengono esposte a situazioni orribili al di là della loro capacità di comprensione. Arriva con uragani, incendi boschivi, inondazioni e attacchi terroristici come l'attentato di Boston. Questo libro è unico nel suo genere in quanto va oltre le osservazioni sintomatiche esteriori di medici e ricercatori. È una visione dall'interno di qualcuno che è stato sopraffatto, ma è anche sopravvissuto ed adesso comincia a rinascere dopo il PTSD.
 

L'autore è uno scrittore avvincente che mostra le lotte interiori e le conseguenze esterne di coloro che hanno vissuto gli orrori della guerra. Per loro, troppo spesso, il tornare a casa non significa la fine della guerra.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita16 gen 2019
ISBN9781547564491
PTSD In cammino verso la guarigione: la storia di un soldato

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    Anteprima del libro

    PTSD In cammino verso la guarigione - Bob Bray

    PTSD

    In cammino verso la guarigione: la storia di un soldato

    Bob Bray

    Seconda Edizione

    Traduzione di Gabriele Gabe Andrei

    Indice 

    PREFAZIONE

    Introduzione (importante)

    Capitolo uno

    Capitolo due

    Capitolo tre – Relazioni distruttive

    Capitolo quattro – Cosa fare

    Conclusioni

    Un estratto da disturbo da deficit di attenzione nell’adulto di Bob Bray

    Bibliografia

    PREFAZIONE

    Quando ho saputo dei racconti di Bob riguardo alle sue esperienze relative a incidenti traumatici, l’ho incoraggiato a metterli per iscritto. Credo di poter affermare che Bob abbia una comprensione approfondita di ciò che significa soffrire di disturbo da stress post-traumatico (Post-Traumatic Stress Disorder, PTSD), e sappia anche cosa sia necessario fare per superare il trauma di questa patologia.

    Ho scelto di utilizzare la parola patologia deliberatamente perché le cause e gli effetti di tale condizione sono noti con svariati nomi da molto tempo. Lasciate che vi spieghi.

    Per come la vedo io il disturbo da stress post-traumatico, o PTSD, è una denominazione nuova per una patologia abbastanza antica. Ai primi del Novecento era conosciuto come nevrosi da guerra, sfinimento da battaglia o vento degli obici. Prima di allora non aveva nemmeno un nome. Si definisce PTSD quando un testimone o una vittima di un evento terribile o di una tragedia viene così inesorabilmente segnato da tali ricordi che la sua salute e la sua personalità ne risentono.

    In questo saggio Bob rende semplice rapportarsi al PTSD attraverso un approccio di tipo narrativo invece di un’asettica lezione o conferenza.

    Sebbene vi siano ormai svariate ricerche sull’argomento, ciò che sembra mancare è una terapia pronta all’uso. Ciò fa di questo libro non solo un testo azzeccato per quelli che ne soffrono, ma anche una buona lettura per tutti coloro che desiderano saperne di più riguardo i sintomi, i segnali, gli effetti e il trattamento del disturbo da stress post-traumatico.

    George Bissett

    Le vignette in questo libro non intendono assolutamente offendere o sminuire la gravità di un argomento come il disturbo da stress post-traumatico. Sono solo un’interpretazione delle mie esperienze personali.

    Si è optato per mantenere le vignette nell’originale inglese, in quanto una traduzione non avrebbe reso loro piena giustizia.

    ––––––––

    Se non ci ridessimo un po' su, diventeremmo tutti quanti matti.

    Robert Frost

    Introduzione (importante)

    Apprezzo ciò che George dice sul disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Quando ripenso al mio contesto, alla mia situazione di soldato e di poliziotto, di persona che ha bisogno di aiuto in relazione al PTSD, riesco a mettere a fuoco il susseguirsi degli eventi che hanno portato all’origine di tale disturbo.

    Inizialmente volevo solo pubblicare questo libro, con gli esercizi che lo accompagnano e parlare della mia storia. Da allora ho effettuato diverse modifiche per includere maggiori informazioni riguardo tutte quelle idiosincrasie che scattano di fronte ad una complessa terapia riguardante i traumi. Onestamente non posseggo tutte le risposte e chiedo alla fine che ognuno contribuisca con la sua storia ad aiutarmi a migliorare la qualità delle informazioni che offro.

    Vedo il PTSD come un trauma complesso che coinvolge una serie di comportamenti inusuali che si complicano con ricordi dolorosi accompagnati da altrettanto complicate terapie di cura. Credo fermamente che una guarigione sia possibile.  L’uso delle strategie qui esposte aiuterà coloro che ne soffrono a far fronte, a gestire e reagire a questo disturbo portando sollievo e offrendo una tregua a un tormento che distrugge noi e le nostre famiglie. Lavorando assiduamente con il nostro libro di esercizi si possono davvero ottenere risultati eccellenti.

    Come parte del nostro sforzo di perfezionare e rendere più efficace questo programma rilasceremo a breve una versione online. Dovrebbe essere disponibile per il Natale 2015.

    Desidero fornire delle informazioni contestuali poiché ritengo che la maniera in cui viviamo le nostre vite prima di un episodio di PTSD o un evento critico (Critical Incident), prepari il terreno per lo sviluppo di tale sindrome. Sto parlando di quelle che ritengo essere le cause del PTSD.

    Ho scoperto che molti, tra coloro che ne soffrono, cominciano con il disturbo da deficit di attenzione (Attention Deficit Disorder, ADD) o co-dipendenza (dipendenza affettiva), che ha origine sia alla nascita che durante l’impegno scolastico o l’apprendistato, come meccanismo di difesa e reazione. Essendo io stesso affetto da ADD/ADHD parlo di co-dipendenza e di come abbia influito su di me. Ho un amico di buona famiglia. Non ha avuto un passato come il mio ed è stato cresciuto in maniera esemplare. Eppure ha cominciato a consumare alcolici a otto anni per calmare il suo disturbo da deficit di attenzione, al cui test era risultato positivo. Venne fuori che il nonno era un gran bevitore (l’ADD può anche essere ereditato). Puoi avere un sistema nervoso affetto da ADD e poi soffrire di una qualche forma di abuso emotivo, ma l’ADD ce l’hai sempre. Diventa solo più complesso quando si tratta di ripararne il danno. Poi ti ritrovi con il PTSD, la co-dipendenza, la dipendenza, l’abuso emotivo e forse con un altro tipo di evento critico. A questo punto non sei più in grado di liberartene.

    Peggioriamo il problema con l’addestramento militare o quello di polizia e lavorando in una sottocultura che aggrava ulteriormente la formazione. Ci troviamo con un soldato che sicuramente mostra caratteristiche di ipervigilanza ed è eccezionale in guerra, ma, se lo riportiamo alla vita civile, l’ipervigilanza si trasforma in ansia. Una persona deve riuscire a liberarsi dal PTSD, ma allo stesso tempo deve anche sbarazzarsi di tutto il ciarpame che si annida nella sua vita. Può essere fatto, ma ci vuole del tempo. La parte etica però non è compito delle forze armate. Esse non hanno creato il passato del singolo soldato, ma lo hanno certamente aggravato con l’addestramento e lo stile di vita. Si crea così una certa co-dipendenza in un individuo addestrato a far affidamento sui superiori per le sue necessità di cibo, vestiario, accasermamento, sicurezza e azione. Poi però può accadere che ti sbattano fuori, soprattutto se mostri un problema comportamentale.

    Non sono sicuro di come gli altri sperimentino i flashback, ma io li ho vissuti attraverso alcune esperienze, le più dolorose. Quelle esperienze sembrano ripetersi all’infinito come se fossi sempre in uno stato di disturbo associato. Sentivo tutto (al tatto), vedevo tutto, udivo tutto e percepivo le emozioni. Ero catturato da quel momento. Non ne soffro più adesso, almeno che non si tratti di una nuova esperienza. La differenza è che ora so come affrontarlo, rimuovendo la parte emotiva dal ricordo. L’aspetto peggiore però, a parte il rivivere quell’esperienza, è il mio stato, l’umore in cui mi trovo dopo. Mi sento aggressivo, iperattivo verso qualsiasi cosa succeda intorno a me, come se volessi colpire qualcuno. Poi subentra la depressione. 

    Vi racconterò la mia storia, che è quella di un soldato e vi dirò quando, secondo me, la situazione ha cominciato a prendere una brutta piega. Racconterò il modo in cui noi, affetti da PTSD, ci comportiamo e a cosa assomigliamo. Ho provato a guardare il mondo attraverso ciò che facciamo agli altri e per quello che possiamo fare per operare dei cambiamenti. Vedo che le sfide sono visibili a tutti meno che a noi che ne siamo affetti. Quando finalmente prendiamo consapevolezza di come siamo diventati e come ci comportiamo, scopriamo che abbiamo bisogno di aiuto e di una precisa strategia per cambiare noi stessi.

    Alcuni termini che userò nel testo sono importanti. Spesso si tratta di definizioni abbreviate. L’epinefrina, detta anche adrenalina, è considerata l’ormone della rabbia. Prepara il nostro corpo al combattimento o alla fuga. È l’energia che determina la maggior parte dei nostri stati emozionali: paura, rabbia, ansia, gioia e gelosia. La rabbia è prodotta da una combinazione di epinefrina e norepinefrina (noradrenalina). Questi due ormoni insieme determinano l’emozione di un sentimento, il formicolio, l’eccitazione e l’energia e agiscono su tutti gli organi. Stimolano il cuore, comprimono i vasi sanguigni per portare il sangue là dove ce n’è più bisogno in caso di emergenza. Possiamo utilizzare la loro combinazione per apprendere, per sviluppare la memoria, per concentrarsi e migliorare le prestazioni. Se però il corpo viene invaso da tali sostanze, il pensiero razionale, la concentrazione e la performance diminuiscono e sono i riflessi e la reazione a dominare il campo. La dopamina ha un ruolo chiave nello sviluppo di un comportamento motivato dal cosiddetto sistema di ricompensa. Prima o poi durante la nostra vita produrremo dopamina non appena stabiliamo che un qualcosa possa costituire una ricompensa. Se decidiamo che ci piace o non ci piace guardare qualcosa, il nostro cervello produce dopamina. Per alcuni può essere la pornografia, per altri l’avere una guida molto sportiva.

    A quanto pare tutti siamo dotati di un ego.

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