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L'eredità perduta
L'eredità perduta
L'eredità perduta
E-book336 pagine4 ore

L'eredità perduta

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Info su questo ebook

Il Regno di Margal, una volta in pace e prosperoso, è diventato una terra difficile, dove le tasse inique mettono in difficoltà la popolazione. In questo Regno, la vita di Leth trascorre normalmente: nato sull'isola dei draghi, costretto a piccole truffe per sopravvivere, in continuo girovagare, egli si gode la semplicità della vita con il suo inseparabile cavallo Kein e il suo amico di sventure Kurk. Finché un giorno, un incontro inaspettato cambia la sua vita: Goldish, un vecchio amico del padre, gli rivela l'esistenza di un antico specchio magico in grado di esaudire ogni sorta di desiderio. Leth, Kurk e Goldish iniziano allora un viaggio all'interno del Regno che li condurrà in luoghi magici, ricchi di creature fantastiche, in cerca di indizi per trovare l'antico oggetto. Quello che però i nostri amici non sanno è che non sono gli unici a volere lo Specchio: forze malvagie si sono interessate all'oggetto magico. Chi lo raggiungerà per primo e con quale scopo? Un mondo ricco di insidie fa da scenario a una storia semplice ma al contempo originale, adatta a chiunque voglia viaggiare con la fantasia.
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2017
ISBN9788826070025
L'eredità perduta

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    Anteprima del libro

    L'eredità perduta - Fabrizio Bozzo

    sudest...

    Capitolo 1

    Solo un ragazzo!

    Nel cielo c'era una grossa luna splendente che illuminava la cittadina di Lengram.

    Situata in una zona boscosa di montagna, nella regione di Rider, Lengram era famosa per le sue attività legate alla lavorazione del legno, alla pastorizia, alla coltivazione e ad altre attività di questo genere. Seppur piccola, era una cittadina molto attiva e indipendente, e le casse della città possedevano una modesta ricchezza. Sotto la buona gestione del suo governatore, Lengram riusciva a prosperare e ad andare avanti, nonostante le tasse imposte dalla città di Duiller (la Capitale) e una recente crisi commerciale. Per la posizione e un forte spirito di preservazione, la piccola cittadina era riuscita, a differenza di altre, a mantenere un residuo potere autonomo che le permetteva di avere un minimo controllo delle proprie risorse.

    Il silenzio notturno fu spezzato da un ruggito terrificante e da un urlo di terrore. Tra gli alberi, nella foresta a un paio di chilometri dalla città, un ragazzo stava scappando, incredulo per quello che aveva appena osservato...

    Non è possibile! Non ho mai visto una simile creatura. continuava a ripetersi il ragazzo, ansimando mentre correva.

    Poi di nuovo un altro verso terrificante.

    Ahi, che male! il ragazzo era inciampato. Non riusciva più ad alzarsi, le sue gambe erano bloccate dalla paura di essere attaccato da un momento all'altro. Si voltò per guardarsi intorno, rassegnato dal fatto che ormai gli fosse addosso, ma vide solamente alberi e cespugli mossi dal vento; la creatura sembrava essersi dileguata.

    In questo momento di calma, il ragazzo riuscì a raccogliere le sue ultime energie, ad alzarsi in piedi con fatica, ad allontanarsi dalla foresta e a dirigersi zoppicando verso Lengram.

    Era ormai mattina inoltrata, quando il Governatore Garippa fu svegliato dal suo vice Vanrius.

    Governatore! Governatore! Svegliatevi! Esortò Vanrius agitato.

    Il governatore però fece finta di niente e continuò a dormire a pancia in giù, come faceva di routine.

    La luce del mattino irradiò tutta la stanza: Vanrius aveva scostato le tende per svegliare il governatore.

    Ma cosa fai! È presto Vanrius. Lo sai che odio essere svegliato di prima mattina. aveva sbraitato Garippa, svegliandosi di soprassalto.

    Signore, vi dovete svegliare subito. Davanti al palazzo c'è una schiera di persone, che protestano e che vogliono parlare con voi. replicò Vanrius.

    Ancora assonnato e in modo svogliato, Garippa si alzò, si mise una veste e si diresse al balcone che dava sul cortile per controllare.

    Eccolo! Eccolo! gridarono le persone radunate.

    Il balcone si affacciava sulla piazza principale di Lengram: una distesa semicircolare, contornata da case con tetti spioventi e da cui partivano una serie di vicoli che si propagavano per l'intera città. In lontananza s’intravedeva la torre principale di vedetta con una guardia appostata.

    Che cosa succede signori? chiese Garippa, leggermente preoccupato per quella confusione.

    Signor Governatore, ci siamo riuniti per dirle che siamo stufi. Sono giorni ormai che continuiamo a subire attacchi da una creatura sconosciuta nella foresta e non avete fatto ancora niente a riguardo.

    Vedendo tutte quelle persone infuriate, agitate e preoccupate il governatore rispose:

    State tranquilli. Ho già organizzato una squadra per catturare la creatura. Non mi sono dimenticato della faccenda. Vedrete che da qui a qualche giorno l'avremo presa. Garippa aveva spudoratamente mentito per calmare la folla, la quale sembrò credergli tranquillizzandosi.

    Il governatore sospirò, rientrò in casa e si rivolse a Vanrius: Dobbiamo organizzare una squadra di soldati e inviarli nella foresta a controllare, se non vogliamo che i cittadini si rivoltino.

    Lengram era una cittadina di montagna, non aveva grandi difese. Possiamo dire che il suo esercito contava non più di un centinaio di soldati.

    Vanrius! Raduna una decina di soldati e mandali a pattugliare la foresta, dove la creatura è stata avvistata per l'ultima volta. ordinò Garippa.

    Si signore! Una volta trovata, la devono catturare o abbattere? chiese Vanrius, per sapere quale ordine dare ai soldati.

    "Dobbiamo prima essere certi che esista veramente. Abbiamo, per ora, solo testimonianze di gente terrorizzata che è stata inseguita, ma per fortuna nessuno è rimasto ferito. È chiaro che questa situazione crea scompiglio e quindi sono obbligato a fare qualcosa.

    Ordina ai soldati di prendere viva la creatura, nel caso esistesse." ordinò Garippa.

    Vanrius obbedì e diede ordine ai dieci soldati che riteneva più validi, di iniziare le ricerche della creatura e una volta trovata, di catturarla.

    Erano passate due settimane di ricerche nella foresta, ma della creatura neanche una piccola traccia.

    Nollin, il capitano del gruppo di soldati, aveva già perso ogni speranza di trovarla; era arrivato alla conclusione che non esistesse nessun mostro orrendo, ma che si trattasse soltanto di allucinazioni collettive. Una foresta impervia e pericolosa come quella di Lengram era facile che suscitasse inquietudine e tensione.

    Probabilmente avranno visto un grosso lupo. continuava a ripetersi da un po' di giorni Nollin.

    Fece un segno ai compagni e gli ordinò di accamparsi: Ci fermiamo qui per riposarci. Facciamo un altro giro verso est, poi ritorniamo in paese a comunicare al governatore che non abbiamo trovato, neanche oggi, alcuna creatura.

    Un soldato si fece avanti e disse: Per noi va bene Capitano, ma non abbiamo più intenzione di ritornare nella foresta solo perché alcune persone hanno visto qualcosa che non esiste!

    Sarà il Governatore a decidere quando dovremo smettere le ricerche. aveva ribattuto Nollin, risentito da quell'affermazione.

    Quando torneremo, farò rapporto...

    Il capitano si fermò di colpo; gli altri soldati rimasero paralizzati da quello che sembrò un ruggito feroce e mostruoso.

    Preoccupati, si radunarono uno vicino all'altro creando un corpo unico.

    Guaaauurgh! un altro ruggito si propagò nella foresta, però questa volta molto più vicino. I dieci continuavano a voltarsi in tutte le direzioni, cercando di capire da che parte poteva spuntare la creatura. Una sensazione di inquietudine si impadronì subito dei soldati, che cominciarono a rimangiarsi le parole appena pronunciate.

    State pronti a tutto. avvisò Nollin ai suoi uomini. Siamo in dieci contro uno. Avremo la meglio! cercava di incoraggiare i compagni ma soprattutto sé stesso.

    In quel momento di tensione, qualsiasi rumore della foresta, anche quello più innocuo, si trasformava in un allarme; una lepre che uscì da un cespuglio fece agitare tutti, tant'è che uno dei soldati, per riflesso, scagliò subito una freccia, mancandola (fortunatamente).

    State calmi! La cosa importante è rimanere fermi e uniti. ripeteva di continuo Nollin.

    Appena un istante dopo si materializzò, con un balzo incredibile, quello che sembrava un grosso orso che con un colpo violentissimo mise a terra i soldati. Tutti persero conoscenza, tranne Nollin. Il capitano si rialzò in piedi, usando come appoggio la propria spada; nel frattempo lo scudo gli era volato a più di quindici metri di distanza.

    Barcollando e ancora stordito, cercò con lo sguardo il mostro che però, nel frattempo, sembrava si fosse dileguato come un fantasma. Dieci minuti dopo, quando l'adrenalina cessò, Nollin si sentì un calore addosso che cominciava a prendergli tutto il corpo e a fargli girare la testa; ricadde a terra e perse conoscenza come i suoi uomini.

    Passarono due giorni prima che Nollin e gli altri soldati riuscissero a riprendersi del tutto.

    Appena tornarono in città, il governatore li raggiunse per sapere cos'era successo, Nollin gli raccontò tutto quanto.

    Garippa ascoltò il racconto incredulo, perché fino a quel momento non aveva mai sentito parlare di una simile creatura.

    Mi descriva com'era fatta, Capitano. aveva chiesto Garippa con impazienza.

    Era molto alta, robusta, assomigliava ad un grosso orso ma con un pelo più spinoso, quasi come un lupo... è avvenuto tutto troppo velocemente, per essere più preciso. rispose Nollin, con una voce che rispecchiava il suo stato d'animo.

    Capisco! Allora è arrivato il momento di mettere una taglia per quel mostro. aveva deciso Garippa.

    Nei giorni a seguire le strade della città di Lengram furono tappezzate da cartelli con incisi:

    TURHUR

    VIVO O MORTO

    TAGLIA 1000 monete d'argento

    Sui cartelli vi era anche un disegno semplice della creatura: un orso-lupo.

    Gli abitanti passavano davanti ai cartelli e si fermavano a guardare allettati più dalla taglia dell'animale raffigurato. Consapevoli della brutalità di Turhur (il nomignolo che venne dato alla creatura dopo qualche giorno, che significava mostro nelle leggende della regione di Rider) furono pochi coloro che ebbero il coraggio di tentare; e di quei pochi, nessuno riuscì nell’impresa.

    No! Non ci credo. Ero sicuro che fosse lì esclamò Muil, il proprietario della locanda l'Amo.

    Aveva appena perso nel classico gioco del trova la pallina, che consisteva nel coprire una pallina con un bicchiere di tre, situati su un tavolo, i quali venivano mossi facendoli incrociare tra loro, dopo di che il giocatore doveva scoprire dentro quale bicchiere era presente la pallina.

    Muil aveva sbagliato; pagò la scommessa persa, al ragazzo che per tutto il giorno continuava a far giocare i clienti della locanda, riuscendo a strappare a tutti monete d'argento.

    Il suo nome era Leth, un ragazzo robusto, che portava una bandana color arancione in fronte, dalla quale uscivano una scompigliata capigliatura castana e un ciuffo che scendeva fino all'altezza degli occhi, le cui iridi erano di colore diverso: il destro verde e il sinistro azzurro. La cosa che colpiva di più, era una sorta di protezione a scaglie, aderente al braccio sinistro compresa la mano, che però non gli impediva la fluidità dei movimenti.

    Durante la giornata Leth aveva guadagnato abbastanza; stava decidendo di andarsene, quando un uomo si fece avanti e gli disse: Vorrei giocare una partita anch'io.

    Leth osservò il grasso uomo che si era messo dall'altra parte del tavolo: aveva una faccia tonda e uno sguardo serioso con atteggiamento di sfida.

    Leth prese la pallina nera, la fece vedere come sempre e la coprì con il bicchiere di legno.

    Nessun problema, cominciamo! disse Leth ammiccando all'uomo, che continuava a guardarlo fisso negli occhi.

    I bicchieri cominciarono a muoversi in maniera veloce e casuale.

    Le altre persone, che s'erano radunate, cercavano di seguire il movimento, provando a non perdere di vista il bicchiere con la pallina. L'uomo invece non guardava quasi i bicchieri ma osservava Leth.

    Stop! disse Leth fermando i bicchieri. A te la scelta.

    L'uomo dapprima guardò il tavolo con sufficienza, tirò in su il naso e poi si rivolse con tono deciso a Leth: Dico al centro, però alzo io il bicchiere.

    Accomodati. rispose Leth.

    L'uomo grasso alzò il bicchiere: Niente pallina. commentò uno dietro di lui che osservava divertito.

    Non ti preoccupare amico… succede. lo rincuorò Leth mentre stava per sgomberare il tavolo.

    Fermo lì con le mani! Sei furbo. aveva detto con voce ferrea il grosso uomo… Adesso, alzerò anche gli altri due bicchieri. Se non vi è alcuna pallina, non la passerai liscia.

    Tutti quanti erano in trepidazione in attesa che venissero alzati i bicchieri; l'uomo sollevò il primo a sinistra, ma non vi era alcuna pallina; lo sguardo di Leth era tranquillo, rilassato e guardava fisso negli occhi il suo avversario.

    Preparati! Adesso alzo l'ultimo bicchiere. lo aveva avvertito il grasso uomo, ma Leth era sempre tranquillo dall'altra parte del tavolo.

    Fu alzato il bicchiere e tutti rimasero a bocca aperta... Due palline?! Ma come ha fatto?

    Ma ne aveva una in mano!

    Hai ragione! Allora quando l’ha presa l’altra?

    Ci dev’essere un trucco sotto.

    Vuoi dire che ha fregato tutti noi?

    Le persone radunate iniziavano ad agitarsi.

    Mi hai preso in giro, ragazzo? Chi ti credi di essere?! aveva sbraitato l'uomo grasso con rabbia.

    E lo sapevo che dovevo fermarmi prima... pazienza. si disse Leth divertito.

    Mi avete scoperto. Riprendetevi pure i soldi. Leth lanciò il sacchetto di monete sul tavolo.

    Non penserai di risolverla così, ragazzo? Ti faccio vedere io cosa si merita un truffatore come te! sempre con voce alta rispose l'uomo, che nel frattempo aveva già estratto la spada dal fodero.

    Leth in tutta risposta gli lanciò una pallina, presa dalla tasca dei pantaloni, nell'orecchio sinistro, facendo barcollare il grosso uomo; con una capriola all'indietro rotolò sul tavolo che aveva alle spalle, mentre gli altri cercavano di acciuffarlo a loro volta; salì sul bancone, corse verso il fondo dove vi era una finestra aperta e saltò fuori dalla locanda atterrando con una capriola.

    Tutti si affacciarono ma non videro più nessuno; il ragazzo si era dileguato tra i vicoli [1] .

    Leth stava continuando a correre quando a un certo punto si fermò di colpo attirato da un manifesto, sotto il quale vi era un uomo incappucciato con una benda sull'occhio destro che dormiva.

    Il pezzo di carta attaccato al muro diceva:

    TURHUR

    VIVO O MORTO

    TAGLIA 1000 monete d'argento

    Guarda un po’. pensò Leth sorridendo.

    Garippa continuò a ricevere visite da parte di vari cacciatori di creature, ma nessuno di loro riuscì a riscuotere la taglia.

    Un giorno, mentre era nel suo ufficio a discutere di tasse e altre faccende commerciali, Vanrius entrò con un leggero ghigno in volto, e disse al governatore: Signor Governatore c'è un ragazzo che vorrebbe parlare con voi a proposito della taglia.

    Fallo entrare. rispose il Governatore.

    Garippa osservò il ragazzo e non gli fece un'impressione positiva: era indubbiamente robusto ma pur sempre un ragazzo, con una semplice maglia marrone a maniche corte e una bandana in fronte.

    L'unica cosa che lo colpì, era un braccio, per l'esattezza il sinistro, ricoperto da una specie di protezione di cotta di maglia flessibile, che ricordava quasi la pelle di un serpente; la sola arma in suo possesso era una spada che portava legata alla schiena.

    Leth, dopo aver letto della taglia da mille monete d'argento, si era immediatamente diretto all'ufficio del Governatore.

    L'ufficio era modesto, con vari scaffali pieni di libri, mobili in legno e due tende rosse aperte che scendevano ai lati di una portafinestra, dalla quale entrava la luce di una bella giornata autunnale. In fondo alla stanza c’era un tavolo, dove vi era seduto un uomo grasso, un po' diradato in testa, con due folte basette color castano, che arrivavano quasi al mento.

    L'uomo dietro la scrivania lo accolse subito... Salve! Sono il Governatore Garippa. So che sei qui per sapere come riscuotere la taglia.

    Esatto. rispose Leth guardando Garippa con sguardo fermo.

    Mi sembri un ragazzo con tanto coraggio, ma non credo che tu sia all'altezza... però è giusto che dia a tutti il beneficio del dubbio. disse Garippa sorridendo, guardando il ragazzo che aveva davanti.

    È molto semplice. Tu catturi o ci porti stecchita la creatura e noi ti paghiamo. gli spiegò in maniera concisa il governatore.

    Mille monete d'argento? chiese subito Leth.

    Mille monete d'argento. ribadì Garippa.

    Ne voglio almeno duemila! rispose Leth deciso.

    Ahahaha, senti un po' ragazzo...

    Leth interruppe il governatore, tagliando corto: Sappiamo entrambi come stanno le cose signor governatore. Ormai è quasi un mese che state dietro a questa creatura, e siete fortunati che non ci siano state ancora vittime. C'è gente che comincia a pensare di andarsene da Lengram per la paura. Leth guardava il governatore negli occhi con aria sicura.

    Sono l'unico in grado di catturarla, perciò vi ripeto... voglio duemila monete d'argento. Una piccola somma per mantenersi la sua città tranquilla, com'è sempre stata, signor Governatore... comunque se non vuole, può aspettare il prossimo interessato alla taglia.

    Leth si era girato e stava per andarsene, quando Garippa lo fermò: Va bene ragazzo, mi hai convinto. Il tuo atteggiamento deciso è un po' presuntuoso... mi piaci! La creatura sta seminando paura e agitazione. Se riuscirai a salvare Lengram da questa minaccia, ti darò quello che chiedi.

    Leth sorrise, strinse la mano a Garippa e uscì dalla stanza soddisfatto.

    Chiunque nella cerchia delle conoscenze del Governatore sarebbe rimasto molto stupito della facilità con cui Garippa aveva ceduto alle richieste del ragazzo. Normalmente il governatore era un abile diplomatico e sapeva bene come contrattare. Allora perché, questa mossa avventata? Vanrius non riusciva proprio a capacitarsene.

    Uscito Leth, si fece coraggio e chiese spiegazioni.

    Caro Vanrius, la strada da percorrere mi è sembrata molto semplice: se il ragazzo fallisce, come credo, offrire il doppio o il triplo non fa alcuna differenza. Ma se dovesse farcela, non credi che 2000 monete d’argento siano poca cosa rispetto a tornare ai tempi felici di pochi mesi fa?

    La notte dopo Leth si diresse nella foresta poco distante dalla cittadina, armato solo della sua spada che teneva legata dietro alla schiena all'interno del proprio fodero. Oltrepassò la casa di un contadino, che lo guardò con sguardo sospettoso dalla finestra, passò il ponte che attraversava il fiume e s’inoltrò all'interno della foresta, accompagnato dal silenzio notturno e da una luna in fase calante che emanava un leggero chiarore.

    La foresta di Lengram era molto fitta di alberi, di vegetazione di vario tipo, di animali selvaggi e in alcuni punti di zone paludose molto pericolose; non a caso era conosciuta anche come la Foresta Carmaga, che nella lingua antica significava impervia. Proprio per questo motivo la città non venne quasi mai attaccata da briganti e mercenari.

    Leth stava girando senza una meta fissa, aspettando che qualcosa segnalasse la presenza della creatura. Era molto semplice per una persona perdersi se non aveva esperienza e un buon orientamento.

    A un certo punto... Esci dal tuo nascondiglio. È tutta la notte che mi stai seguendo. aveva commentato Leth, apparentemente a nessuno.

    Forza esci! Non c'è bisogno che rimani nascosto. continuò Leth, senza che nulla si mosse, quando da dietro un grosso cespuglio si erse un uomo.

    Costui aveva un’armatura leggera con tanto di elmo, scudo e una spada che impugnava con la mano sinistra.

    Così ti sei accorto della mia presenza?... allora non sei un pivello come sembri, ragazzo. aveva asserito l'uomo, convinto di essersi nascosto bene.

    Chi sei, tu? Perché mi stavi seguendo? chiese Leth, che nel frattempo si era appena appoggiato ad un albero.

    Il mio nome è Nollin. Sono il capitano della guardia di Lengram.

    Leth lo guardò, incuriosito da quel pedinamento.

    "Stai tranquillo, ragazzo. Non ho cattive intenzioni.

    Ti seguivo solamente per osservare come te la saresti cavata con la creatura." disse Nollin per tranquillizzare Leth, che però sembrava tutto tranne che agitato.

    Sono sicuro che non volessi farmi alcun male; te lo leggo negli occhi che non sei il tipo di persona che attacca alle spalle. rispose Leth.

    Nollin rinfoderò la spada con decisione ed eleganza... Infatti! Mi sono già scontrato con quella creatura... è davvero pericolosa! Sono stato messo a terra in un istante, senza che riuscissi a capire da dove fosse comparsa...tu mi sembri un ragazzo che non ha ancora compreso con chi ha a che fare...

    Leth cambiò espressione e con sguardo deciso andò incontro a Nollin estraendo la propria spada.

    Ehi! Che cosa hai intenzione di fare? Non penserai... Nollin per istinto allungò la mano alla spada, pronto ad estrarla, ma Leth lo oltrepassò, si avvicinò ad un albero e si fermò a guardare la cima; inserì la mano destra dentro alla borsa a tracolla che pendeva dal fianco sinistro e cominciò a rovistarci dentro, dopo di che estrasse velocemente la mano e scagliò una pallina marrone ruvida in aria.

    Chiuse gli occhi e aspettò.

    Ci fu un'esplosione accecante che si propagò per parecchi metri; pochi secondi dopo si sentì un tonfo tremendo sul terreno e non appena il bagliore cessò, Leth aprì gli occhi, trovandosi di fronte un’enorme creatura sdraiata a terra, con aria stordita per la caduta dall'albero dove era nascosta.

    Era una specie di orso con un pelo spinoso e un muso che ricordava più un lupo, alto all'incirca due metri e mezzo con lunghi artigli all'estremità delle zampe superiori.

    Nollin continuava ad aprire e chiudere gli occhi per cercare di riacquistare la vista, mentre Leth impugnò con entrambe le mani la spada e la puntò in direzione della creatura.

    Affondò il colpo ma con una mossa velocissima la creatura evitò l'attacco, rimettendosi in posizione eretta su due zampe. Ancora stordito il Turhur (mostro secondo le leggende della regione di Rider) si allontanò sferrando un colpo violento, con i suoi artigli affilati, sfiorando Leth che evitò l'attacco accovacciandosi.

    Leth si accorse che il Turhur stava riacquistando completamente la vista e quindi si rimise in guardia con aria concentrata e attenta.

    Anche Nollin sembrava aver riottenuto la vista perduta.

    A quel punto la creatura emise un ruggito tremendo che scosse l'intera foresta, facendo scappare persino gli animali in zona.

    Stai indietro! Me ne occupo io. disse Leth a Nollin, che aveva già estratto la spada per aiutarlo.

    Nel frattempo il Turhur era appena scattato contro Leth per aggredirlo, sbracciando con le sue zampe superiori; Leth era molto agile e riuscì a schivare l’attacco senza problemi. Come contromossa tentò di sferrare un altro colpo con la spada ma fu bloccato dalla creatura che gli sottrasse l'arma scagliandola alle sue spalle.

    La spada cadde in un dirupo a strapiombo sul fiume Ulbilai, dove scorrevano violenti rapide, provocate dalla pioggia incessante del giorno prima.

    Leth si girò a guardare il dirupo e un pensiero gli sfiorò la mente. Il Turhur era troppo forte e grosso da poter sconfiggere con un attacco diretto, però forse c'era un modo.

    Fece due passi indietro mentre la creatura si avvicinava ringhiando sempre di più; a quel punto Leth raccolse una pietra e la lanciò in direzione del Turhur che venne colpito, infuriandosi ancora di più.

    Ci fu un altro ruggito ancora più assordante. La creatura era a quattro zampe e stava venendo contro Leth. Nollin, pronto ad intervenire, venne fermato da un cenno della mano del ragazzo. Decise così di non intromettersi pensando che il giovane potesse avere un piano; poi capì le sue intenzioni... Astuto!

    Leth era sempre immobile e osservava tranquillo il Turhur che si avvicinava sempre di più; la creatura poi si scagliò balzando contro Leth, che con abile tempismo evitò lo scontro eseguendo una capriola laterale verso destra...

    Il Turhur ora stava precipitando giù dal dirupo: una caduta di trenta metri al termine della quale lo attendevano le rapide violente del fiume.

    Un istante dopo Leth era inginocchiato sul bordo e guardava la creatura scomparire dalla sua vista inghiottito dall'Ulbilai in piena.

    Un bagliore di luce attrasse il suo sguardo: la sua preziosa spada, ormai ritenuta persa per sempre, era rimasta impigliata in un rampicante appena sotto il ciglio del dirupo. Leth si sporse leggermente e afferrò con forza il ferro amico.

    Tutto a posto, ragazzo? la mano di Nollin era sulla spalla sinistra di Leth che sembrava affaticato; si girò e fece un sorriso rassicurante... Non è stato così dura dopotutto.

    Sei incredibile! Per un momento avevo pensato che fossi spacciato, dopo aver visto con quale ferocia ti stava aggredendo quando gli hai lanciato quel sasso. commentò Nollin ancora incredulo dal fatto che la creatura fosse stata sconfitta da un ragazzo così giovane.

    Leth si rialzò ed entrambi guardarono per un ultimo momento il fiume che scorreva forte squarciando la foresta a metà, controllando se vi fosse qualche movimento strano tra le rive, ma non si mosse nulla; nel frattempo stava per ricominciare a piovere e i due si diressero verso la strada di ritorno per Lengram.


    [1] Lengram era caratterizzata da tante stradine strette e molti vicoli

    Capitolo 2

    La truffa

    Dopo qualche giorno, la notizia della scomparsa del Turhur si sparse per tutta la città; la curiosità di sapere chi fosse il famoso guerriero ad averlo sconfitto era grande.

    Vi erano persone che si vantavano d’averlo incontrato e di conoscerlo; Muil, il proprietario della locanda l'Amo, continuava a raccontare di quando Leth si esibiva nel suo locale, senza però accennare al fatto che imbrogliasse per guadagnare qualche moneta d’argento; altri s’inventavano completamente delle storie per avere una piccola popolarità.

    Si facevano anche allusioni sulla corporatura del ragazzo, che a detta di alcuni, era alto addirittura due metri e riusciva a brandire una spada pesantissima, lunga come un uomo normale.

    A Lengram erano ritornate la serenità e la tranquillità, ma soprattutto la voglia di divertirsi.

    Per tutta la città fervevano i preparativi per l'ormai imminente festa nella piazza principale, organizzata dal governatore Garippa per commemorare l'impresa riuscita.

    C’era chi allestiva grandi tavolate, chi palchi per la musica, gli attori si preparavano per le scene teatrali e ci sarebbe stato posto anche per fuochi d’artificio, giochi e tante altre attività.

    Quasi tutte le donne pensavano a farsi belle, con lo scopo di conoscere l'eroe che aveva salvato la città e i suoi abitanti.

    La settimana di preparativi era passata e la sera della festa tanto attesa era arrivata.

    Il corno della torre

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