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L'albero del Diavolo
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E-book270 pagine3 ore

L'albero del Diavolo

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Info su questo ebook

Le radici del male sono più profonde di quanto possiate mai immaginare.

Lucas Sawyer e sua moglie Tamsen si ritrovano abbandonati nel cuore di una foresta selvaggia della metà del XIX secolo. Vengono salvati da Jonah Duvall, un misterioso boscaiolo che dimora in quella strana valle con sua moglie Jezebel e il figlio Cord. L'albero del Diavolo incombe cupamente su tutto - un enorme, diabolico pino che li ha attirati nella valle per nutrirsi delle loro emozioni collettive e della loro prole innaturale. In parte spirito della terra, in parte antico demone - l'albero intende tenerli tutti per sé.

I protagonisti si ritrovano serrati nel cappio di un destino che non lascia scampo. Con l'inverno che incalza dovranno affrontare la furia empia dell'albero in un finale assolutamente orribile.

L'ALBERO DEL DIAVOLO è una storia che vi trascinerà nelle viscere di un orrore inimmaginabile.


 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita5 dic 2019
ISBN9781071519202
L'albero del Diavolo
Autore

Steve Vernon

Everybody always wants a peek at the man behind the curtain. They all want to see just exactly what makes an author tick.Which ticks me off just a little bit - but what good is a lifetime if you can't ride out the peeve and ill-feeling and grin through it all. Hi! I am Steve Vernon and I'd love to scare you. Along the way I'll try to entertain you and I guarantee a giggle as well.If you want to picture me just think of that old dude at the campfire spinning out ghost stories and weird adventures and the grand epic saga of how Thud the Second stepped out of his cave with nothing more than a rock in his fist and slew the mighty saber-toothed tiger.If I listed all of the books I've written I'd most likely bore you - and I am allergic to boring so I will not bore you any further. Go and read some of my books. I promise I sound a whole lot better in print than in real life. Heck, I'll even brush my teeth and comb my hair if you think that will help any.For more up-to-date info please follow my blog at:http://stevevernonstoryteller.wordpress.com/And follow me at Twitter:@StephenVernonyours in storytelling,Steve Vernon

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    Anteprima del libro

    L'albero del Diavolo - Steve Vernon

    UN

    ROMANZO

    STORICO

    DELL'ORRORE

    DI

    STEVE VERNON

    Stark Raven Press

    Di cosa tratta questo libro

    Le radici del male sono più profonde di quanto possiate mai immaginare.

    Lucas Sawyer e sua moglie Tamsen si ritrovano abbandonati nel cuore di una foresta selvaggia della metà del XIX secolo. Vengono salvati da Jonah Duvall, un misterioso boscaiolo che dimora in quella strana valle con sua moglie Jezebel e il figlio Cord.  L'albero del Diavolo incombe cupamente su tutto - un enorme, diabolico pino che li ha attirati nella valle per nutrirsi delle loro emozioni collettive e della loro prole innaturale. In parte spirito della terra, in parte antico demone - l'albero intende tenerli tutti per sé.

    I protagonisti si ritrovano serrati nel cappio di un destino che non lascia scampo. Con l'inverno che incalza dovranno affrontare la furia empia dell'albero in un finale assolutamente orribile.

    L'ALBERO DEL DIAVOLO è una storia che vi trascinerà nelle viscere di un orrore inimmaginabile.

    Cosa dice la gente di Steve Vernon e dell'Albero del Diavolo

    Un viaggio affascinante in un'impensabile oscurità, L'ALBERO DEL DIAVOLO mostra Steve Vernon all'apice della sua potenza espressiva e il risultato è un romanzo provocatorio, profondamente inquietante, che non dimenticherete mai. - Greg F. Gifune, autore di THE BLEEDING SEASON.

    L'ALBERO DEL DIAVOLO è lo spaventoso racconto dell'uomo contro la natura in ogni possibile senso. Vernon ha scritto una storia di omicidio, infedeltà, morte e depravazione. Piena di orrore e oscurità – un racconto soprannaturale diverso da ogni altro. DARK RIVER PRESS.

    Se state cercando una storia che vi spaventi, l'ALBERO DEL DIAVOLO è un'ottima lettura. - SIZZLING HOT BOOK REVIEWS

    Una storia ben scritta che attirerà sia i fans del grottesco che quelli del realismo magico. Dovrete avere uno stomaco forte per poter affrontare questo racconto. - OPINIONS OF A WOLF

    Con l'horror biologico alla Cronenberg, una sottotrama che richiama il mito dei Wendigo e un albero malvagio che metterebbe in fuga anche la vegetazione dell'originale EVIL DEAD, L'ALBERO DEL DIAVOLO è la scommessa migliore per i fans dell'horror stanchi di non essere spaventati dai romanzi dell'orrore. - THE HORROR FICTION REVIEW

    Questo genere ha bisogno di sangue fresco e Steve Vernon fornisce un'ottima trasfusione. - Ed Lee

    Steve Vernon è nato per scrivere. È un vero affare e siamo fortunati ad averlo. - Richard Chizmar

    Per il mio amore Belinda

    Ti ho letto questo libro mentre ancora ci corteggiamo

    capitolo per capitolo

    seduto accanto a te in quel reparto di ospedale

    Le radici dell'amore sono piantate in profondità

    e spesso

    impiegano tempo per crescere.

    Prologo

    Alcuni viaggi erano simili ai fiumi. Affidavi la tua canoa alla corrente e ti reggevi forte lasciandoti semplicemente trasportare. Altri erano come gli oceani - profondi, immensi e insondabili. Quelli erano i viaggi in cui era necessario avere l'abilità di navigare a vista.

    E se sbagliavi a fare i conti molto probabilmente finivi morto.

    Abraham Golightly aveva impiccato un uomo, una volta. In verità quell'uomo aveva meritato di essere impiccato più di tanti altri, ma certe notti vedeva ancora i suoi piedi scalciare contro la morte, lontano, in alto sull'albero.

    Abraham aveva attraversato il paese in lungo e in largo per le ultime due settimane, aveva risalito il fiume Greensnake aprendo la strada ad un'imminente invasione di immigrati. Aveva studiato ed esplorato quelle regioni per gran parte della sua vita. Pensava di aver visto tutto quello che c'era da vedere.

    Non era tutto.

    Non ancora.

    Che cosa ci aspetta, Abraham? Chiese Wilson.

    Wilson era un dilettante che aveva la mano comodamente infilata in parecchie paia di pantaloni foderati di verde. In parole povere, era ricco. Aveva molti amici - grassi, eleganti banchieri europei i cui sogni erano costituiti da dollari e denso inchiostro nero.

    Wilson aveva assunto Abraham Golightly perché trovasse un percorso lungo il Greensnake. Wilson aveva un sogno. Voleva gestire una via commerciale diretta su cui incanalare tutto ciò di cui i viaggiatori avessero avuto bisogno per sopravvivere e usarla per spedire la carne, il pesce e le verdure che si trovavano in quelle terre.

    Ad Abraham il piano di Wilson sembrava dannatamente folle, ma Wilson aveva quelle sue infernali tasche profonde e non era male poter attingere da quel pozzo.

    Siamo tutti assetati, ciascuno a suo modo.

    Laggiù, disse Abraham. Quello che ci aspetta è il Paese di Laggiù. Luoghi che non ha mai visto e in cui non è stato mai. Questo è tutto ciò che posso dire. In queste terre la vegetazione cresce terribilmente densa e terribilmente in fretta. Nessuna mappa mai disegnata può sperare di tenere il passo.

    Wilson fissò Abraham con un cipiglio e un'occhiataccia tagliente come vetro incandescente. Tasche profonde o no, il vecchio Wilson non aveva mai sviluppato un gran senso dell'umorismo.

    Forza, abbaiò Abraham. Tenga il passo.

    Abraham Golightly aveva deciso già da qualche tempo che Wilson non era altro che un ambizioso uomo di città. Lì fuori l'ambizione poteva portare un uomo solo fino a un certo punto, ma il buon senso arrivava molto più lontano.

    Two Bear e Rabbit Eye erano più avanti, esploravano il territorio mentre Abraham e Wilson li seguivano, cavalcando i cavalli da soma di ricambio. Two Bear e Rabbit Eye erano degli esploratori dannatamente bravi. Conoscevano la regione meglio di entrambi i bianchi. Se ci fossero stati dei problemi quei due l'avrebbero scoperto e li avrebbero risolti.

    Abraham aveva iniziato ad avvertire un desiderio che gli trafiggeva il cuore, acuto come uno stormo di oche in formazione a freccia che emigravano verso sud per l'inverno. Non sapeva come esprimerlo a parole. Sentì qualcosa che lo chiamava, appena un po' più avanti.

    Abraham aveva provato lo stesso sentimento sei anni prima quando un branco di corvi aveva puntato il suo pony e tutto ciò che portava - incluso lui stesso. Arrivati al punto di sparare o affogare, Abraham aveva sparato per uccidere.

    Solo che quella volta la sensazione era diversa.

    Ho un prurito, disse a Wilson. Però non ho idea di come fare per grattarlo.

    Crede che avremo problemi?

    Me lo chiedo anch'io, rispose Golightly. Finora non ne vedo, ma mi si è messa addosso questa sensazione che non se ne vuole proprio andare.

    Gli scout, Two Bear e Rabbit Eye arrivarono a cavallo. Two Bear era un tipo gioviale. Di solito aveva sempre la battuta pronta, ma in quel momento non c'era niente di allegro nel suo sguardo. Rabbit Eye era un uomo silenzioso, un profondo pensatore, e aveva in viso un'espressione persino peggiore.

    Ci sono problemi, Golightly, fece segno Two Bear. Tu vieni. Vedi.

    Rabbit Eye non aveva ancora detto una parola.

    Abraham proseguì su per la collina, seguendo un sentiero che attraversava la terra come una specie di serpente strisciante, tutto contorto e sfuggente. Salì dal fiume fino alla cima di una cresta e guardò giù verso la valle che aveva la forma di una profonda scodella.

    Poteva sentire un odore di cenere stantia provenire dal ventre di quella depressione. Vecchie ceneri sporche. Qualcosa di oscuro era bruciato nel profondo. Qualcosa che sarebbe dovuto rimanere morto - ma non aveva ancora imparato a farlo.

    Dovremmo scendere? Chiese Wilson.

    Abraham Golightly non avrebbe voluto cavalcare in quella valle ma Two Bears non ne volle sapere.

    Vieni, gesticolò di nuovo. Vedi.

    Waugh, disse Abraham in segno di assenso e iniziò a scendere.

    Il sole si fece un po' più alto nel cielo e si nascose dietro una nuvola come se non volesse vedere cosa stavano facendo gli uomini nel profondo di quella conca inesplorata. La valle puzzava di vegetazione vecchia, pini e funghi, marciume secco e morte. Puzzava, ed era come cavalcare nella bocca di un cimitero putrescente.

    Al centro della conca Abraham vide un cerchio di cenere di almeno un paio di miglia di circonferenza. Il suo pony si impennò prima di scavalcarne il bordo e si rifiutò di proseguire. Abraham non lo biasimava nemmeno un po'.

    Resti qui con i cavalli, disse a Wilson.

    Guardò Rabbit Eye che era silenzioso, il più delle volte, ma sapeva tenere una canna di fucile dritta e colpire il bersaglio quando il gioco si faceva più duro di quanto avrebbe dovuto essere. Abraham riuscì a capire dalle linee profonde attorno alla bocca di Rabbit Eye e dal suo gelido sguardo di granito che l'indiano avrebbe potuto voltarsi e fuggire se gli avessero fatto ulteriormente pressione.

    Rabbit Eye, tu rimani con Wilson.

    Abraham guardò Two Bear.

    Andiamo? Chiese.

    Two Bear annuì. I due uomini entrarono a piedi nel cerchio di cenere. Abraham non sapeva cosa egli stesso si aspettasse di trovare, ma aveva la sensazione che ci fosse qualcosa lì fuori, in attesa. C'era qualcosa che doveva vedere. Il sole picchiava duro e implacabile come un maglio per la carne. Abraham non riusciva più a sentire né uccelli né grilli cantare.

    C'era qualcosa in tutta quella quiete che lo infastidiva.

    Il fatto era che non aveva mai sentito un bosco così dannatamente silenzioso come quello.

    Il fatto era che quel silenzio quasi lo spaventava.

    Nonostante ciò camminò ugualmente dritto verso il centro di quello spiazzo annerito dalla cenere e fu lì che trovò il bambino.

    Il bambino e l'albero.

    PRIMAVERA

    I primi coloni consideravano il Pino di Banks un albero malvagio – probabilmente

    perchè il loro raccolto non riusciva a sopravvivere sul terreno sterile dove talvolta questo albero cresce.

    Native Trees of Canada di R.C. Hosie

    Copyright del Ministero per Forniture e Servizi Canada 1979

    Il Pino di Banks, Pinus banksiana, ha le pigne rivolte verso l'esterno ed esse rimangono chiuse fino a che non diventano grigie, piene di licheni e si trasformano in corteccia, e serve del fuoco perché l'albero possa spargere i propri semi.

    Guida agli alberi del Canada e del Nord America di Alan Mitchell

    Copyright Dragon's World 1987

    E l'albero morto non offre rifugio.

    −  T. S. Eliot 1888-1965

    ––––––––

    Capitolo Uno

    La corrente era infida. L'acqua scorreva con forza lentamente crescente, acquistando velocità, finché alla zattera non restò tanta voce in capitolo su dove andare, quanta ne aveva un piccolo seme trasportato dal vento.

    Lucas Sawyer appoggiò il peso del corpo contro l'asta di noce del timone. Sentì il legno vibrargli tra le mani mentre combatteva la corrente che ribolliva in profondità. 

    Il fatto era che al fiume Greensnake non piaceva essere preso alla leggera.

    A fondo con tutta la nave, mormorò Lucas, facendo eco alla paura che sussurrava nel profondo della sua mente. Era spaventato e ne era consapevole. Provò a ridere della propria preoccupazione. Si stava comportando come un dannato idiota e lo sapeva. Il fiume era a centinaia di leghe dall'oceano.

    Non aveva importanza.

    Le vecchie paure agivano nel profondo e ce ne voleva perché morissero.

    Continua, si disse appoggiandosi con forza al timone. Stai perdendo tempo.

    Lucas era magro come un fuscello, con il naso a forma di un grosso becco che puntava in avanti, come la prua di una nave. Si asciugò il sudore sulla fronte con un braccio, strofinandosi il suo stesso umore salmastro sugli occhi. Faceva caldo e il fatto che fosse vestito di nero non era particolarmente d'aiuto.

    Questo è un posto infernale in cui ritrovarsi, se sei un ex predicatore travestito da corvo, pensò tra sé e sé.

    Strattonò il piccolo anello di canapa che aveva attorno al collo - un incantesimo contro l'impiccagione. La canapa arrotolata nascondeva un'escrescenza che aveva alla gola, delle dimensioni e del colore di una piccola prugna. Il suo dottore lo aveva avvertito che sarebbe stata la sua morte, ma era solo un mucchio di vecchie convinzioni, sciocchezze e fandonie.

    Indosserò questa corda come un incantesimo contro la morte, aveva detto al dottore.

    Gli incantesimi sono stupidaggini, gli aveva risposto il medico. Un uomo di fede dovrebbe dare ascolto ad un uomo di scienza. Non dia troppo credito ai racconti delle vecchie donne. La verità risiede nei libri, non nella fantasia.

    Un giogo è buono come un altro, aveva ribattuto Lucas.

    Lucas aveva letto la sua buona dose di libri. Sembrava sempre che le sue mani annaspassero nell'aria, come se non si sentisse a proprio agio senza poter afferrare le parole di altri uomini. Aveva preso più di qualche tomo da librai, insegnanti e compagni di seminario.

    E, naturalmente, da suo padre.

    Tra tutti loro suo padre era l'unico responsabile per l'eliminazione di altrettanti libri. Suo padre credeva in un libro solo.

    Il Signore offre riparo e ombra in luoghi difficili, era solito predicare il padre di Lucas.

    Un giogo era buono come un altro.

    Lucas aveva girato i tacchi e se n'era andato.

    Si era diretto verso l'acqua e non si era più guardato indietro.

    Il Signore è il mio pastore, mormorò. Non dovrò desiderare null'altro.

    La sto perdendo, pensò.

    Si sforzò inutilmente di mantenere la zattera sulla giusta rotta. Piccole lacrime causate dal vento gli si erano formate agli angoli degli occhi. Cercò di interpretare la corrente in superficie, ma era lo stesso che essere ciechi. Tre anni per mare e non era diventato un marinaio migliore del gatto del capitano.

    Aveva lavorato come carpentiere di bordo. Aveva imparato quanto aveva potuto, ma nessuno si era mai offerto di aiutarlo. Gli altri marinai lo avevano lasciato solo.

    Fallito, sussurrò. Mezz'uomo.

    L'unica a credere in lui era sua moglie Tamsen. Se ne stava accovacciata accanto alla pecora, con le ginocchia piegate su un cuscino di ruvida lana intrecciata, cercando di calmare l'animale semplicemente con la propria presenza.

    Tamsen, chiamò Lucas, alzando la voce per coprire il rumore della corrente del fiume. Riesci a vedere qualcosa?

    Lei scosse la testa.

    Alberi, disse con un sorriso. Vedo solamente alberi. Secondo me siamo nel bel mezzo della foresta.

    A Lucas scappò da ridere. Sua moglie era una donna coraggiosa e autosufficiente, con il cuore saldo come il tronco di una quercia. Nascondeva delle cose, ma non in senso negativo. Le nascondeva dietro un sorriso, e lo faceva così bene che lui non sapeva mai davvero quali potessero essere le sue difficoltà.

    Gli alberi si muovono? Chiese sorridendole di rimando.

    Avanti e indietro, disse Tamsen. Oscillano avanti e indietro.

    Forse vogliono solo fare amicizia, le rispose.

    Forse, disse la donna.

    Era una persona orgogliosa e non si perdeva mai d'animo.

    L'orgoglio precede la distruzione, aveva predicato spesso il padre di Lucas – e uno spirito altero conduce al precipizio.

    Lucas sputò.

    Non era come suo padre, lui. Gli piaceva guardare Tamsen lottare contro le difficoltà, mordersi il labbro e trattenere la lingua con silenziosa e ostinata determinazione, tenendo a bada qualunque pensiero la turbasse.

    Quella era la sua forza e a Lucas piaceva proprio per quello.

    Tieni gli occhi aperti, l'ammonì. Non siamo ancora fuori dal bosco.

    Riesci a portare questa cosa a riva?

    È la terza volta che mi fai la stessa domanda.

    E per tre volte non ho avuto risposta.

    Ce la farò...

    Il timone vibrò tra le sue mani come un serpente inferocito. Lucas cadde in ginocchio sulle assi di legno.

    Lucas! Tamsen si precipitò da lui. Il corso del fiume era così tortuoso che la fece cadere. Rotolò verso il bordo della zattera afferrando le corde di sicurezza disposte lungo tutto il perimetro.

    Mentre Lucas cercava di raggiungerla la zattera andò alla deriva.

    Dannazione, dovette faticare per riportare l'imbarcazione sulla sua rotta. Combatté la corrente centimetro per centimetro, pregando che il timone scricchiolante non si spaccasse.

    Tamsen arrancò verso di lui nel tentativo di aiutarlo.

    Stai giù, le gridò Lucas.

    La donna si trascinò in avanti ma una corda le si era attorcigliata intorno alla caviglia.

    La zattera girò lentamente su sé stessa come una ruota dentata portata dalla corrente.

    Lucas, chiamò Tamsen.

    Lucas aveva lo sguardo fisso su una forma oblunga che era comparsa alle spalle di lei, qualcosa che sembrava sorgere, simile a un drago, dalle profondità davanti a loro.

    Un serpente d'acqua! Gridò.

    Tamsen si voltò a guardare e lanciò un grido. Si stagliava su di lei la punta smussata di un tronco impantanato nel fango che si era innalzato dalla sua tomba nel letto del fiume. La sua superficie insozzata da chiazze melmose scivolò verso l'alto, al di sopra della zattera, sovrastandola, mentre la corrente spingeva insieme sia la zattera che il ceppo.

    La zattera si inclinò in avanti sotto il peso del tronco. Lucas mollò il timone e afferrò Tamsen correndo verso il bordo, sperava che il peso del suo corpo, insieme ad un salto tempestivo, potesse condurli alla salvezza.

    Salta, urlò.

    Un attimo prima del balzo la zattera decise di arrendersi al suo assalitore. Tutta la massa del tronco si abbatté su di essa. L'imbarcazione si inclinò verso l'alto e si spaccò. Quel movimento improvviso catapultò sia Lucas che Tamsen nel fiume, facendoli volare per aria come una coppia di angeli alati.

    Dall'alto del suo volo Lucas guardò verso la riva.

    Un grosso cervo dalle corna scure li stava guardando arrivare tranquillamente.

    Poi si ritrovò sott'acqua. Lo shock di quella gelida immersione fu uno schiaffo che lo riportò alla realtà. Il fiume sembrava più profondo di diverse braccia rispetto a quanto aveva mostrato la sua ultima indagine. Lucas si sentiva confuso, incapace di distinguere la superficie dal fondo mentre cercava la luce e tratteneva il respiro stringendo la piccola mano bianca di sua moglie.

    Lei non stava nuotando. Forse a causa dello shock o forse non ne era capace.

    La sentì andare a fondo.

    La tenne stretta. Il fiato trattenuto a forza spingeva contro i polmoni implorando di essere lasciato andare. Lucas intravide la luce del giorno che lo scherniva attraverso l'acqua che lo sovrastava. Sembrava che il fiume non avesse fondo. Continuò ad affondare, ogni suo tentativo di nuotare veniva reso vano dal peso morto del corpo di sua moglie.

    Stava respirando anche lei?

    Non poté stabilirlo.

    Gettò uno sguardo attorno e riuscì così a scorgere la corda che si trascinava dietro la donna.

    Lasciala andare, gli sussurrò una voce invisibile.

    Non le avrebbe dato ascolto. Scalciò e si dimenò. Il sangue pulsava e batteva dietro le sue tempie, mandandolo giù a colpi di martello. Nella sua mente si scatenò il panico. Sentì un canto – la bassa voce di suo padre suonava come una nenia funebre che intonava Lavato nel Sangue, mentre il vecchio teneva dei bambini sotto le sacre acque immobili del suo fonte battesimale di pino.

    Lasciala

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