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Nel cerchio del nulla
Nel cerchio del nulla
Nel cerchio del nulla
E-book49 pagine21 minuti

Nel cerchio del nulla

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Info su questo ebook

Libro autobiografico ambientato in un contesto rurale dell'entroterra marchigiano
LinguaItaliano
Editorestill
Data di uscita6 feb 2019
ISBN9788832509991
Nel cerchio del nulla

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    Nel cerchio del nulla - Mercuri Ivano

    niente

    1

    Rigagnoli, raccogliersi dalla neve luccicante di sole, scendere tra ciuffi d’erba breccia della rotta, sussurravano mormorii, ci mettevo barchette, erano gusci di noci, legnetti appiccicati cera gialla d’api, prenderla a mio padre, non si poteva sprecare.

    A ndavano, mari di Sandokan, s’impuntavano, capovolgevano naufragavano.

    2

    Campanelle azzurro dal cielo, stavano sugli steli, venute qui, a caso, zia mia forse, entrata in razza tempo prima.

    Tornavano a primavera, stavo con loro le toccavo, toccavo più forte più mie, r estavano gambi reclini, petali sgualciti morti.

    L’aria intorno addensava, ammantava, rattristata solitudine.

    3

    L’ombra d’estate a mezzogiorno, tagliava il selciato, pietre calde davanti ingresso di casa .

    Formiche avvilite gironzolavano a uffa, io spargevo molliche di pane, subito formiche piccole, formiche nere, formiche testa grossa, accalcavano affrettavano trasportavano, si contendevano.

    Per incanto cerchi bianchi, molliche radunate davanti ai loro buchi.

    Succedeva, schiacciate coi sassi, formiche ritorte, rinsecchite immobili morte, molliche, stesse di mio padre, raccogliere a tavola da non sprecare.

    Costavano fatica, sangue sofferenza sudore d’un anno, m'aveva una mattina spiegato.

    4

    Era il sud, accecanti raggi di sole portare cantilene, cicalio tra grandi querce. Arrampicavo, cortecce enormi rami, accorto scaltro prenderne una, farla mangiare, finiva fredda morta, appiccicata miele suo pasto.

    Eppure cicala da salvare, sul libro di scuola morta freddo e fame, io, lacrime di nascosto, aveva fatto solo cantare.

    5

    Improvviso scomparir d’ombre, guardavo al cielo, accalcavano bianche nere frettolose nubi.

    Tra scompiglio, vento a folate, v’accorrevo, raccogliere radunare riporre.

    Goccioloni, tonfi rimbalzare polverosi sull’aia, scoppio, crepa di tuono nella testa frantumarsi intorno, lampi squarciarsi il cielo, saette rinverdire chiome di gelsi, giorno sui campi, scrosci d’acqua tra frondose querce, ruscelli di breccia e foglie correre via nel freddo, aria di terra fieno stoppie.

    Mancavano all’ingresso lustre d’acqua, scongiuri

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