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Ridicoli si nasce umoristi si diventa: Saggio critico sull'intelligenza umoristica
Ridicoli si nasce umoristi si diventa: Saggio critico sull'intelligenza umoristica
Ridicoli si nasce umoristi si diventa: Saggio critico sull'intelligenza umoristica
E-book187 pagine2 ore

Ridicoli si nasce umoristi si diventa: Saggio critico sull'intelligenza umoristica

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Info su questo ebook

Per Bertrand Russell “ogni atto d’intelligenza è atto di umorismo” e per Pablo Neruda “l’umorismo è il linguaggio dell’anima”. Intelligenza e anima sono le componenti che ispirano il paradigma di questo libro che pone al centro dell’evoluzione umana il processo creativo dell’intelligenza umoristica, i suoi principi, i suoi stili e le sue funzioni. La tesi dell’autore è che ogni uomo, allenando quotidianamente la propria intelligenza umoristica, può diventare un buon humor terapeuta e un eccellente umorista riflessivo, aggirando l’inesorabile e ineffabile destino di rimanere un insignificante puntino ridicolo nell’universo. Come humor terapeuta può migliorare relazioni e comunicazione, sviluppare la creatività, alleggerire dolore e sofferenza, trasformare errori e difetti in punti di forza, superare sventure, governare conflitti, disinnescare odio e rabbia, stimolare il piacere della scoperta e risvegliare il gusto per la vita. Come umorista riflessivo può confortare lo spirito, esercitare ingegno e senso critico, scoprire nuovi punti di vista, convivere col dubbio e la complessità senza disperarsi o angosciarsi, osservare l’assurdità del mondo senza l’ansia dell’eroe tragico e proseguire con distacco e leggerezza il suo percorso di protagonista attento, curioso e divertito. Una cosa è certa: dopo aver letto questo libro, entrambi, l’humor terapeuta e l’umorista riflessivo, impareranno a coabitare nella mente e nell’anima di ogni lettore, per aiutarlo a “guardare le stelle senza aver bisogno di una botta in testa”, a impiegare consapevolmente e proficuamente l’ironia e l’autoironia e a sostenerlo nel suo sorprendente e affascinante cammino su questa terra. “Maestro, se è vero che riesci a vedere la retta via anche al buio, come mai hai preso quella pila?” “Per evitare che chi non la veda mi venga addosso”.
LinguaItaliano
Data di uscita11 mar 2019
ISBN9788894421538
Ridicoli si nasce umoristi si diventa: Saggio critico sull'intelligenza umoristica

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    Ridicoli si nasce umoristi si diventa - Rino Cerritelli

    Rino Cerritelli

    Ridicoli si nasce umoristi si diventa

    UUID: 094d379e-442c-11e9-bd7c-17532927e555

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write

    http://write.streetlib.com

    Indice dei contenuti

    INTRODUZIONE

    I PRINCIPI DELL'UMORISMO

    1.1 Il big bang umoristico

    2.1 Irridere o condividere?

    3.1 L'ossessione del divertimento

    4.1 L’umorismo rende ottimisti?

    5.1 L’umorismo è ovunque intorno a noi

    6.1 La palestra del senso critico

    7.1 L’umorismo come iniziazione sociale

    8.1 Trasfigurazione e distanza psicologica

    9.1 Gioco, finzione e immaginazione

    10.1 Distacco, sorpresa e travestimento

    11.1 La maschera psichica: l’atto e il gesto

    12.1 Riso come punizione e sanzione sociale

    13.1 Riso che riunisce i destini dell’uomo

    14.1 Il grande palcoscenico della vita

    15.1 L’incongruenza congrua

    16.1 Il dubbio: l’umorista riflessivo

    17.1 L’alter ego del tragico

    18.1 Dove risiede il senso dell’umorismo

    LE FUNZIONI DELL’UMORISMO

    1.1 A che serve l’umorismo?

    2.2 Umorismo senza precauzioni

    3.2 Dimensioni, piani e funzioni

    4.2 Finalità, obiettivi e applicazioni

    5.2 Humor come aggressione e autodifesa

    6.2 La competizione umoristica nella coppia

    7.2 Sarcasmo, satira e dileggio

    8.2 Umorismo responsabile e accordo ludico

    9.2 Umorismo come seduzione e persuasione

    10.2 Veicolare consumi, idee e terapie

    11.2 Umorismo, immaginazione e gioco

    12.2 Trasversalità e trasgressione

    13.2 Gioco ambivalente: creatività e ottusità

    14.2 Liberi di fare cose inutili

    15.2 L’umorismo come terapia e sostegno

    16.2 Il paziente che fa ridere il terapeuta

    17.2 La trascendenza ludica

    18.2 La via umoristica per la santità

    19.2 L’arguzia conciliante tra fede e realtà

    20.2 Autoironia e ricerca spirituale

    21.2 Meditazione, trascendenza e paradosso

    22.2 Senso dell’umorismo e senso della vita

    23.2 Trasversalità delle funzioni

    24.2 La doppia personalità umoristica

    25.2 Il paradigma del guarisci se fai ridere

    GLI STILI DELL’UMORISMO

    1.3 Umorismo statico e umorismo dinamico

    2.3 Dal palcoscenico alla vita reale

    3.3 Libertà vs dittatura dello stile

    4.3 Quando il gioco si fa… versatile

    5.3 Senza prestigio si raddoppia il beneficio

    6.3 Comunicazione circolare vs lineare

    7.3 Apprezzamento inoperoso vs fantasia

    8.3 L’umorismo è in pericolo: salviamolo!

    9.3 Umorismo interattivo: istruzioni per l’uso

    10.3 L’umorismo motivazionale supportivo

    11.3 Il linguaggio ludico dell’anima

    12.3 Humor terapeuta e umorista riflessivo

    ​Bibliografia

    l'Autore

    RIDICOLI SI NASCE UMORISTI SI DIVENTA

    Saggio critico sull’intelligenza umoristica

    di

    Rino Cerritelli

    Edizioni Scripta Volant

    Collana: Saggi in divenire

    Volume primo

    Edizioni Scripta Volant

    Telefono: +39 3334408793

    Email: scriptavolant@rinocerritelli.com

    Web: www.rinocerritelli.com

    Non esistono persone serie,
    Solo ridicoli inconsapevoli.

    1° edizione, Milano, 27 febbraio 2019

    Riproduzione vietata ai sensi di legge

    (art. 171 della legge 22 aprile 1941 n. 633)

    Copyright 2019 – Rocco (Rino) Cerritelli

    ISBN: 97888944215238

    Senza regolare autorizzazione è vietata la riproduzione

    di questo volume anche parzialmente o con qualsiasi mezzo,

    compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico

    INTRODUZIONE

    L’intelligenza umoristica è una risorsa straordinaria, complessa e trasversale che ogni uomo possiede e che andrebbe quotidianamente allenata. Questa forma d’intelligenza non è fine a sé stessa e non riguarda solo coloro che sanno o meno apprezzare l’umorismo, ma coinvolge l’intero essere umano, le sue competenze, le sue emozioni, la sua anima e il suo intelletto.

    L’umorismo ha sempre avuto una doppia e controversa natura: quella bigotta, conservatrice e competitiva e quella innovativa, proficua e supportiva. La prima favorisce sentimenti negativi come il dileggio del diverso, l’irrisione di chi sbaglia, l’aggressione sarcastica del nemico e delle sue idee, mentre la seconda è condivisione dei problemi, difesa dei deboli, antidoto all’egoismo, specchio delle distorsioni sociali, ricerca esistenziale, confronto e cooperazione.

    Saper condividere il senso dell’umorismo è una abilità che crea una particolare empatia umana capace di sintonizzare persone completamente differenti, ricodificare tragedie, arginare emozioni distruttive e favorire il dialogo con le parti più oscure di sé stessi. Grazie all’autoironia, inoltre, l’intelligenza umoristica esercita un ruolo di controllo degli eccessi, evitando la deriva che alcuni sentimenti individuali e collettivi possono prendere, quando abbandonati a sé stessi.

    In questo libro s’intende fornire strumenti teorici e pratici per allenare l’intelligenza umoristica, distinguendo le funzioni utili da quelle dannose e spronando l’humor terapeuta e l’umorista riflessivo che è in noi a interagire efficacemente con la propria e altrui esistenza.

    L’humor terapeuta sa che la realtà è complessa e imprevedibile e che può schiacciare l’uomo sommergendolo di difficoltà, sofferenze e impedimenti. Ma egli sa anche che con l’intelligenza umoristica ci si può proteggere, sviluppando la creatività, esercitando il senso critico, migliorando le relazioni, potenziando la comunicazione, trasformando errori e difetti in punti di forza, rovesciando le negatività, superando il dolore, gestendo i conflitti, disinnescando odio e rabbia, stimolando il piacere della scoperta e risvegliando il gusto per la vita.

    L’umorista riflessivo è cosciente del carattere problematico dell’esistenza e sente che c’è qualcosa di superiore che non riesce a capire. Costretto a prendere le distanze dal mondo, egli compie questo distacco senza disperarsi o angosciarsi, rimanendo sospeso, in bilico sull’orlo di un burrone dove regna l’incertezza e l’imponderabilità. Ma l’umorista riflessivo si colloca sul bordo di quel precipizio senza l’ansia dell’eroe tragico: egli osserva il passaggio della vita e constatandone l’assurdità, non si scoraggia affatto, ma anzi ne diventa testimone e protagonista attento, curioso e divertito.

    L’humor terapeuta e l’umorista riflessivo sono i modi migliori per applicare l’intelligenza umoristica aiutandoci a rigenerare il passato, riprogettare il futuro e rendere più strabiliante e prodigioso il nostro presente.

    I PRINCIPI DELL'UMORISMO

    Prima parte

    1.1 Il big bang umoristico

    N el Libro del Siracide (testo contenuto nella Bibbia, scritto intorno al 182 a.C., considerato apocrifo dalla tradizione ebraica e protestante) dal versetto 21 al 24 del capitolo 30 troviamo il seguente consiglio: Non abbandonarti alla tristezza, non tormentarti coi tuoi pensieri. La gioia del cuore è vita per l’uomo, l’allegria di un uomo è lunga vita. Distrai la tua anima, consola il tuo cuore, tieni lontana la malinconia. La malinconia ha rovinato molti, da essa non si ricava nulla di buono. Gelosia e ira accorciano i giorni, la preoccupazione anticipa la vecchiaia.

    Si narra che l’autore anonimo di un’’antico papiro alchemico (il papiro di Leida trovato in Egitto e risalente al III secolo) così descrivesse le origini del mondo: Non appena Dio scoppiò a ridere, apparve la luce. Rise di nuovo e fu acqua dappertutto. Alla terza risata apparve Ermes, alla quarta la generazione, alla quinta il destino, alla sesta il tempo. Poi, prima di scoppiare a ridere per la settima volta, Dio inspirò profondamente. Ma aveva riso talmente tanto che pianse: e dalle sue lacrime nacque l’anima.

    L’uomo, quindi, ha sempre saputo dell’esistenza dell’intelligenza umoristica, del ruolo che essa avrebbe assunto nel suo lungo cammino su questa terra e nell’aiutarlo non solo a comprendere la realtà e convivere con i suoi simili. ma anche a coabitare con il dubbio e le incognite della vita. E non è affatto escluso che la nascita dell’universo sia scaturita da un’enorme risata, una sorta di big bang umoristico, che con il suo fragoroso e trascinante slancio creativo avrebbe generato tutte le cose, le stelle, le galassie, fino a forgiare quell’essere che più in assoluto avrà fatto sbellicare di risate il suo Creatore: l’uomo. E con l’arrivo dell’uomo tutto ebbe a complicarsi. Tanto che lo stesso Creatore fu costretto a cambiare idea a proposito della sua stessa creazione: all’inizio era il nulla… poi qualcosa andò storto.

    Da allora, e cioè dalla sua comparsa come origine sacra (e un po’ profana) di tutte le cose, l’umorismo ha sempre accompagnato l’essere umano nel suo percorso. E durante questa viaggio a volte l’ha sorretto, altre l’ha piacevolmente intrattenuto, altre si è preso gioco delle sue debolezze e dei suoi fallimenti, altre ancora l’ha aiutato a rialzarsi e riavviarsi con più serenità e determinazione per la sua strada.

    Nel corso della storia, le società hanno subito trasformazioni epocali che hanno stravolto costumi, credenze, valori, procedure, modelli. E gli uomini che ne facevano parte hanno dovuto modificare radicalmente parecchie abitudini, come i modelli per produrre beni di consumo e organizzare il lavoro, le forme per gestire il potere politico e amministrare una comunità o i modi per apparecchiare la tavola all’ora pranzo o rinnovare il guardaroba nei cambi di stagione.

    Una delle prove più difficili che l’uomo ha dovuto superare è stata sicuramente il XX secolo. In questo periodo, infatti, si sono concentrate catastrofi di ogni tipo, la maggior parte volute e scatenate dall’uomo: due guerre mondiali, genocidi, dittature, campi di concentramento, crisi economiche planetarie, armi di distruzione di massa, integralismi religiosi, degradazione e distruzione dell’ambiente, esaltazione della competizione tra nazioni e odi razziali.

    La guerra genera più cornuti di quanto non la pace generi uomini, scriveva William Shakespeare. E Albert Einstein, interrogato nel ’48 su quali armi fossero potenzialmente utilizzabili nella Terza Guerra Mondiale, aveva avvertito: Non lo so, ma posso dirvi cosa useranno nella quarta: le pietre!.

    Nonostante la sua storia sia stata mutuata, rivoltata, sconvolta, l’uomo è sempre riuscito a mantenere accesa la fiamma originaria della creatività e di quell’elemento primordiale che pare avergli consentito fin dai tempi più remoti di accettare questa sua controversa presenza sul pianeta terra: l’intelligenza umoristica.

    Grazie all’umorismo l’uomo ha resistito a guerre, epidemie, carestie, saccheggi, dittature, censure ideologiche, pregiudizi razziali e culturali. E non solo. Grazie all’umorismo l’uomo ha superato ogni tipo di prova, dallo spostamento delle placche tettoniche, alla peste bubbonica, al tifo negli stadi. È sopravvissuto alle droghe più distruttive, come l’alcool, la cocaina e lo smartphone. È rimasto quasi indenne al tentativo di distruggere la sua psiche con il varietà televisivo, i dibattiti politici e i piani tariffari telefonici. Ed è riuscito a salvaguardare parte della sua ragione dai subdoli incantesimi di alcune divinità ingannatrici, come i vip mitologici del cinema e della televisione, i testimonial pubblicitari e gli eroi dei cartoni animati giapponesi.

    È grazie all’umorismo se ancora oggi egli riesca ancora a leggere i libri di storia sperando in un finale a sorpresa e a comprendere, come ci suggerisce il medico e scrittore tedesco Gerhard Uhlenbruck, che se un genio incompreso è un tragico errore, un idiota incompreso è una tragedia terribile.

    La vita dell’uomo, la sua intelligenza e la sua capacità di convivenza con i suoi simili e con il pianeta che lo ospita è stata dunque messa a dura prova, e ogni individuo e ogni comunità esistente sulla terra ha dovuto adattarsi a cercare gli strumenti più idonei a resistere alle sventure causate dai suoi simili. E tra questi strumenti emerge l’umorismo, grazie alla sua poliedricità e ambiguità, a volte sarcastico, prepotente o elusivo, altre aggregante, creativo e terapeutico. Il modo migliore, come ci ricorda lo scrittore francese Raymond Queneau, per scrostare i grandi sentimenti della loro idiozia.

    2.1 Irridere o condividere?

    Da sempre l’umorismo ha avuto una doppia e controversa natura: quella bigotta, conservatrice e competitiva e quella innovativa, proficua e supportiva. La doppia faccia dell’umorismo è anche lo specchio naturale di ognuno di noi, sempre in bilico tra il voler sostenere e voler distruggere l’altro. Non è che non voglio fare buone azioni, è che quelle cattive mi riescono meglio, scriveva Romano Bertola.

    La prima natura dell’umorismo manifesta sentimenti negativi come il dileggio del diverso, l’irrisione di chi sbaglia, la falsa trasgressione delle regole, l’aggressione sarcastica e competitiva dell’altro, mentre la seconda è condivisione dei problemi, difesa dei più deboli, antidoto contro l’egoismo e l’aggressività, specchio delle distorsioni del vivere sociale, confronto tra diversi modelli di vita, cooperazione e rappresentazione di altri mondi possibili.

    Questa doppia natura dell’umorismo è sempre esistita ed è stata il tema dominate

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