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L'arciereo: racconto (tradotto): Versione filologica a cura di Bruno Osimo
L'arciereo: racconto (tradotto): Versione filologica a cura di Bruno Osimo
L'arciereo: racconto (tradotto): Versione filologica a cura di Bruno Osimo
E-book38 pagine25 minuti

L'arciereo: racconto (tradotto): Versione filologica a cura di Bruno Osimo

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Info su questo ebook

Nella nostra scuola dell'obbligo, dovendo dare ai ragazzi rudimenti di testo, di lettura, di scrittura, ricorriamo a categorie rozze, dividendo i testi nei cosiddetti "generi" o, peggio ancora, "generi letterari", perché riteniamo che solo banalizzando la realtà sia possibile tramandarla alle generazioni future. Ma per chi conosce bene un autore, per chi conosce bene un singolo testo, generi e correnti possono badare a sé stessi e restare completamente fuori dal discorso. Cerchiamo di parlarci seriamente, io e te, lettore, lettrice, di cose che sappiamo perché siamo lettori, perché siamo lettori attenti, sensibili.
Ogni racconto di Antòn Pàvlovič è poesia, è poesia in prosa. Qui contano le sillabe, contano le ripetizioni, le anafore. Il racconto čehoviano è un meccanismo delicatissimo che il traduttore accorto affronta con cautela, pronto a ricreare – ove possibile – quell'intelaiatura di rimandi intratestuali, allusioni, sensibilità reciproche tra parti del testo, pronto insomma a toccare meno possibile, lasciando al lettore l'oneroso – e godurioso – còmpito di decodificare, di capire, se necessario di vedere spiegato in nota.
LinguaItaliano
Data di uscita1 ago 2020
ISBN9788898467693
L'arciereo: racconto (tradotto): Versione filologica a cura di Bruno Osimo

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    Anteprima del libro

    L'arciereo - Anton Čechov

    Antón Pàvlovič Čechov

    L’arciereo

    versione filologica del racconto

    (1902)

    a cura di Bruno Osimo

    Copyright © Bruno Osimo 2020

    Titolo originale dell’opera: Архиерей

    Traduzione dal russo di Flavia Casini Francesca Gatti Alessia Gigli SaraBianca Mauri Alessandra Varini

    Bruno Osimo è un autore/traduttore che si autopubblica

    La stampa è realizzata come print on sale da Kindle Direct Publishing

    ISBN 9788898467709 per l’edizione cartacea

    ISBN 9788898467693  per l’edizione elettronica

    Contatti dell’autore-editore-traduttore: osimo@trad.it

    Traslitterazione

    La traslitterazione dei nomi è fatta in base alla norma ISO 9:

    â si pronuncia come ‘ia’ in ‘fiato’ /ja/

    c si pronuncia come ‘z’ in ‘zozzo’ /ts/

    č si pronuncia come ‘c’ in ‘cena’ /tɕ/

    e si pronuncia come ‘ie’ in ‘fieno’ /je/

    ë si pronuncia come ‘io’ in ‘chiodo’ /jo/

    è si pronuncia come ‘e’ in ‘lercio’ /e/

    h si pronuncia come ‘c’ nel toscano ‘laconico’ /x/

    š si pronuncia come ‘sc’ in ‘scemo’ /ʂ/

    ŝ si pronuncia come ‘sc’ in ‘esci’ /ɕː/

    û si pronuncia come ‘iu’ in ‘fiuto’ /ju/

    z si pronuncia come ‘s’ in ‘rosa’ /z/

    ž si pronuncia come ‘s’ in ‘pleasure’ /ʐ/

    L’arciereo

    I

    Per la vigilia della domenica delle Palme nel monastero Staro-Petrovskij si stava celebrando la vsenoŝnaâ[1].

    Quando iniziarono a distribuire i rametti di salice erano passate le nove, le fiammelle divennero fioche, gli stoppini si consumarono, tutto era come nella nebbia. Nella penombra della chiesa, la folla ondeggiava come il mare, e il reverendissimo Pëtr, che da tre giorni non stava bene, sembrava che tutti i volti, sia vecchi sia giovani, sia uomini sia donne, si assomigliassero, tutti quelli che gli si avvicinavano per il rametto di salice avevano la stessa espressione negli occhi. Nella nebbia non si vedevano le porte, la folla si muoveva tutta e sembrava che non avesse e non avrebbe mai avuto una fine. Il coro femminile cantava, una monachella leggeva il canone. 

    Come si soffocava, che caldo! Quant’era lunga la vsenoŝnaâ ! Il reverendissimo Pëtr era stanco. Aveva il respiro pesante, corto, secco, le spalle gli dolevano dalla stanchezza, le gambe gli tremavano. E si preoccupava in modo spiacevole che dal coro, di tanto in tanto, si alzassero le grida di uno ȗródivyi [2]. E qui all'improvviso, proprio come in un sogno o in un delirio, al reverendissimo parve che dalla folla gli

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