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Il Ventunesimo Libro ovvero Il Mondo
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E-book119 pagine1 ora

Il Ventunesimo Libro ovvero Il Mondo

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La XXII Lama dei Tarocchi o Arcano Maggiore 0, Il Matto, rappresenta il punto di arrivo o di ripartenza dell’uomo alla ricerca del Vero ossia della Conoscenza. E’ la follia del genio o la ignorante demenzialità del presuntuoso? O in un caso o nell’altro l’ “assurdo” guida il Matto nella sua ricerca. L’Autore riporta qui in gran parte il testo pubblicato nel primo libro della prima trilogia (“La commedia”) e cioè Il Serpente incoronato, quasi a voler chiudere in un cerchio la sua “vena” compositiva esoterica. L’Autore con questo libro conclude un ciclo di pubblicazioni dodecennale, cominciato appunto nel 2008 (anno cinese del Topo) e terminato nel 2019 (anno cinese del Maiale), di pari durata del ciclo dodecennale astrologico cinese!
LinguaItaliano
Data di uscita30 lug 2019
ISBN9788831633024
Il Ventunesimo Libro ovvero Il Mondo

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    Anteprima del libro

    Il Ventunesimo Libro ovvero Il Mondo - Giovanni Sergio

    Saint-Phaille)

    I.  LA SFIDA

      Non passarono neanche quattro mesi dall’azione purgativa⁴ a cui il dottore fu sottoposto, nei quali Giorgio continuò a svolgere il suo dovere in maniera sovrabbondante (prescrizione di ausilii sanitari, prenotazione di visite mediche specialistiche domiciliari… oltre trecento telefonate e registrazioni telematiche!), che non poté non scoppiare un’ulteriore crisi istituzionale! A seguito dell’ esenzione imposta dal capo a partecipare alle riunioni di équipe settimanali, in cui varie figure professionali (la responsabile del Servizio, il medico internista, la fisiatra, i fisioterapisti, l’infermiera) intervenivano nella formulazione di un piano assistenziale individuale domiciliare di soggetti (per lo più anziani ultraottantenni), a seguito di questa esenzione, dicevo, Giorgio aveva reagito con una protesta vibrante, motivata dal fatto che, senza motivazione, mi si passi il bisticcio di parole, non solo gli veniva precluso il diritto a una sua attività consultiva di tutto rispetto e importanza, ma anche veniva precluso agli anziani gravi domiciliari l’apporto di quei consulti e indicazioni sicuramente utili al loro trattamento assistenziale, dacché provenienti proprio da uno specialista a loro dedicato, un geriatra, quale era appunto Giorgio. Di fronte alla perseveranza del capo (errare humanum, perseverare diabolicum), il dottore aveva fatto appello al sindacalista suo amico, che però non aveva ottenuto soddisfazione, Non restava altro che rivolgersi, a questo punto, all’avvocato suo amico, un Perry Mason del Foro romano, affinché con una diffida inducesse il capo a ragionare! La diffida, corposa e ben motivata, partì… e finì …! Nessuna risposta dall’altra parte! Sull’orlo di perdere la pazienza, Giorgio accelerò i tempi: indusse la sua responsabile ad avvisare il capo che, se non avesse immediatamente contattato l’avvocato, avrebbe sporto querela contro di lui. Niente… Anzi ottenne l’ingiunzione a una convocazione urgente presso di lui, pena provvedimenti sanzionatori! A cotanta sfrontatezza, Giorgio  oppose un’improvvisa malattia, dichiarata come crisi nervosa! Timbrò l’uscita dalla ASL e si recò al Commissariato, dove depositò appunto la sua querela contro il capo! La malattia, scatenata in quell’infausta mattina, si sarebbe protratta a lungo senza possibilità di recupero fino alla soglia del pensionamento!

    ***

    Nel frattempo Giorgio si era appassionato a un programma televisivo, che ricostruiva i momenti salienti della caduta dei Cavalieri Templari. Nel 1291 rimaneva in Terra Santa l’ultimo baluardo templare a San Giovanni D’Acri, dacché il feroce Saladino aveva prima annientato le migliaia di Cavalieri, attaccandoli coi suoi trentamila soldati e decapitandoli tutti! e poi aveva assediato e conquistato il Tempio di Gerusalemme nel 1187. I mamelucchi, guidati dal sultano Al-Ashraf, che avevano subito l’onta di un assalto di mercanti facinorosi, assediarono Acri per quindici giorni. Il Gran maestro dei Templari, Guglielmo di Beaujeu, fu ucciso, e gli Ospitalieri⁵ presenti in città, insieme con una decina di Templari rimasti, fuggirono verso le imbarcazioni nella rada,

    Mappa di San Giovanni d'Acri nel 1291 (da https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_San_Giovanni_d%27Acri_(1291)

    tentando di approdare a Cipro, dove rimanevano ancora alcuni torrioni cristiani. Probabilmente i Templari riuscirono a portare con loro le sacre reliquie del Tempio di Gerusalemme, e a trasferirle poi in luogo sicuro a Parigi. Tutto questo accadeva quand’era papa a Roma il francescano Niccolò IV: alla sua morte sarebbe seguito un biennio di sede vacante, fino a che Pietro Angelerio di Morrone non sarà prelevato dal suo eremo, e proclamato papa, il 29 agosto 1294, a L’Aquila nella basilica di S. Maria di Collemaggio, fatta costruire da lui.

      Il 13 ottobre 1307, a un mese circa di distanza da quando il re di Francia Filippo IV il Bello aveva dato segni di voler colpire i Templari, per impossessarsi delle loro ricchezze, detenute prevalentemente nel grande e poderoso castello Il Tempio a Parigi, circa diecimila Cavalieri, compreso il loro Gran Maestro Jacques de Molay, asserragliati nella cattedrale di Notre Dame, furono ivi arrestati e tratti prigionieri. Ne seguirono torture, processi, condanne a morte, e lo stesso de Molay, dopo essere rimasto per sette lunghi anni nel castello di Chinon, fu messo al rogo insieme al precettore di Francia, Geoffroy de Charney, sotto Pont Neuf all’Ȋle-de-la-Cité: era il 18 marzo 1314.   Nel mese che precedette l’arresto dei Cavalieri ci fu tutto il tempo (i Templari erano ben organizzati nella loro rete connettiva di castelli e postazioni europee) per mettere in salvo la maggior parte del loro tesoro materiale profano (ori, preziosi di vario genere, monete ecc.) e sacro (reliquie provenienti dalla Terra Santa e portate un secolo prima da San Giovanni d’Acri a Parigi. Fra queste molto probabilmente non v’era l’Arca dell’Alleanza (che leggendariamente si dice fosse stata sottratta dalla Regina di Saba al re Salomone intorno all’anno Mille⁶ e portata in Etiopia), e non v’era neanche il Sacro Calice, ossia il Santo Graal, che, se pure volessimo accettarne un’esistenza materiale (in realtà il riferimento alla linea del sangue di Cristo, il Sang Real, è ormai accettato dai più), dovremmo immaginarlo in Inghilterra a Glastonbury nel cosiddetto Chalice Well , il pozzo del Calice, leggendariamente ivi trasferito da Giuseppe di Arimatea dopo la crocefissione di Gesù. In verità i Cavalieri avrebbero potuto detenere lì nel loro Tempio il sacro telo di lino che avvolse il corpo martoriato di Cristo dopo la deposizione dalla croce: un telo nettato, custodito per dodici secoli, e poi utilizzato, proprio in questo terribile frangente di persecuzione, per avvolgere il corpo flagellato del loro gran Maestro de Molay! Possibile… Orbene, questa e altre reliquie, nonché i tesori profani che strada presero? Da un programma televisivo Giorgio venne a sapere che

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