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Heavy Metal
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E-book199 pagine3 ore

Heavy Metal

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Info su questo ebook

Blaize Silver, cacciatrice di mostri maledetta da un demone, combatte contro licantropi, chupacabra, vampiri, e molto altro in questa raccolta di storie brevi.

Savage & Silver
Blaize e sua cugina Grace affrontano un gruppo di licantropi a Tombstone, Arizona—e si ritrovano faccia a faccia con un problema molto più grande!

Hell’s Silver Bells
La cacciatrice di demoni Blaize Silver e Lupo, il suo nuovo compagno, seguono la maledizione fino a una piccola cittadina nelle montagne San Juan in Colorado, dove la fitta neve nasconde un segreto mortale. 

Decisioni
Blaize e Lupo incontrano MaddieAnne Honeycutt—e scoprono che potrebbe esserci una nuova cugina! 

Sorcery & Silver
Blaize e Lupo finiscono in un ranch abbandonato e devono scontrarsi con un nemico insolito! 

Include anche la storia Regali Indesiderati con protagonista Ruby Silver! 
Scopri come Ruby, l'antenata di Blaize Silver, è stata maledetta con la repulsione per l'argento e una compulsione per la caccia ai mostri. 

LinguaItaliano
Data di uscita12 gen 2020
ISBN9781071526187
Heavy Metal

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    Anteprima del libro

    Heavy Metal - Margo Bond Collins

    Savage & Silver

    1.

    ––––––––

    Fottuta Tombstone, Arizona.

    Non riuscivo a credere di trovarmi seduta nel mio furgoncino parcheggiato nel centro di Tombstone.

    Di nuovo.

    Tanto per essere chiari, io odio l’Arizona con ogni fibra della mia anima. È praticamente il posto peggiore che esista sulla faccia della terra, per quanto mi riguarda.

    Sicuramente è l’ultimo posto in cui vorrei trovarmi.

    Almeno ero più vicina alla mezzanotte che al mezzogiorno. La cosa peggiore delle facciate dei negozi di Tombstone in stile vecchio Far West di notte, è dover vedere quelle stesse facciate sotto al sole cocente, insieme alla miriade di turisti e le messe in scena quotidiane che riproponevano la sparatoria all’O.K. Corral.

    Non sapevo nemmeno cosa mi avesse portata in quel luogo – ero solamente consapevole del fatto di non aver smesso di guidare se non per fare benzina e per prendere qualcosa da mangiare da asporto in un fast food fino a quando avevo lasciato Santa Fe. Prima di allora, ero riuscita a dormire qualche ora a Trinidad, Colorado, senza avere chiaro in testa dove stessi andando.

    Tombstone, mormorai disgustata, aprendo la portiera e scendendo sul marciapiede polveroso. Gli stivali sembravano fare un rumore sconcertantemente alto nella notte calma. Scossi la testa e chiusi con delicatezza la portiera, in modo da farla chiudere senza fare troppo rumore. Avevo tolto la luce interna tre anni prima, sia per evitare di rovinare la mia visione notturna, sia per evitare che qualcuno mi vedesse quando uscivo dal veicolo. Quindi, a meno che qualcuno non mi avesse vista arrivare quindici minuti prima, era improbabile che qualcuno si fosse reso conto del mio passare davanti alla Chevrolet ed infilarmi sotto alla tettoia di un negozio.

    Fui felice di aver preso quella precauzione quando qualche secondo dopo sentii un fischio leggero nell’aria. Trattenni il respiro, mimetizzandomi all’ombra dello stipite di una porta ed alzai lo sguardo per osservare la strada.

    Un’ombra bassa e veloce sbucò da due palazzi all’angolo dell’isolato dove mi trovavo e si fermò proprio al bordo della Highway 80. Sbattei più volte le palpebre, cercando di capire meglio ciò che stavo osservando.

    Un cane, forse?

    La creatura fece un altro passo in avanti e la sua immagine divenne più chiara nella mia mente, proprio nel momento in cui alzò il muso in aria annusando.

    Inveendo tra me e me, cercai di mimetizzarmi ulteriormente nell’ombra dello stipite, sperando che il fortissimo odore dei turisti, cotti tutto il giorno dal sole, nascondesse la mia presenza al lupo nel centro della città di Tombstone.

    No. Non un lupo.

    Licantropo.

    Avrei anche potuto convincere me stessa del fatto che uno dei lupi grigi del Messico che gli agenti federali avevano faticato così tanto a reintrodurre nello Stato si fosse fatto strada così tanto a sud – se non fosse stato per quel fischio.

    E poi, la pressione che mi aveva portata a correre il più in fretta possibile dal confine canadese del Montana giù verso sudovest, stava crescendo nuovamente. La sentivo dentro di me, irrigidirmi i muscoli lungo la spina dorsale e riportare in vita i miei nervi – facendomi sentire abbastanza adrenalina da svegliarmi e prepararmi a combattere.

    Soppressi il bisogno di uscire allo scoperto. Non avevo gli strumenti giusti, non con me almeno. E a meno che non stessi sbagliando, erano almeno in due, ma io ero da sola.

    Un’altra figura uscì dall’ombra diretta verso la strada, la attraversò e si mise a trottare fino a raggiungere il suo – partner? Compagno? L’arrivo del secondo lupo avevo distratto il primo che aveva smesso di fiutare l’aria, ed io li vidi toccarsi il naso, voltarsi, e dirigersi lungo la strada illuminata dalla luna.

    Rimasi perfettamente immobile sotto allo stipite della porta per un lungo istante dopo la scomparsa dei licantropi, da una parte perché non volevo mi sentissero o percepissero il mio odore e tornassero – non fino a quando non sarei stata pronta, in ogni caso.

    Inoltre, stavo cercando di capire cosa fare.

    A quanto sapevo non c’erano affatto licantropi nel sud dell’Arizona. Io e le mie cugine avevamo estinto il branco di Phoenix ormai quasi quattro anni prima, comunque, quindi non avrei dovuto sorprendermi che qualcuno avesse deciso di iniziare a cercare di appropriarsi nuovamente di quel territorio.

    Il problema era che quello era il mio territorio.

    Beh, uno dei problemi.

    L’altro problema – e probabilmente la difficoltà maggiore per quanto mi riguardava, se proprio avessi dovuto ammetterlo – era che non avevo la minima idea di dove fossero le mie cugine.

    Senza di loro, era probabile che fossi molto meno efficace contro quei mutaforma, dato il fatto che un proiettile d’argento era il miglior modo per farli fuori. Ed io sono terribilmente allergica all’argento.

    Uscii allo scoperto dallo stipite della porta e feci un passo verso il furgoncino. Un ringhio basso mi fece fermare all'improvviso.

    Alzando le mani per far vedere al licantropo che ero disarmata, mi voltai lentamente, dando alla creatura tempo a sufficienza per avvertirmi qualora avessi dovuto fermarmi.

    Tempo a sufficienza anche per uccidermi.

    Scacciai con forza quel pensiero e cercai di mantenere l'espressione del mio viso perfettamente neutra quando mi ritrovai faccia a faccia col mostro che molto probabilmente mi avrebbe uccisa.

    Era nella sua forma di lupo, non in quella ibrida che si vedeva in tanti film dell'orrore.

    Se non l'avessi saputo - se avessi creduto che si trattasse di un vero lupo - avrei pensato che fosse stupendo. Il suo manto aveva una leggera sfumatura argentea alla luce della luna, accompagnato da un luminoso luccichio nei suoi occhi intelligenti che non smettevano di fissarmi.

    Me ne vado, dissi, facendo un passo indietro. Il ringhiare del lupo mi fece fermare una seconda volta. Non ho armi, tentai di fargli capire una seconda volta.

    Senza contare il coltello Bowie che avevo infilato nei jeans prima di uscire dal furgone.

    Probabilmente avevo mostrato quel pensiero con l'espressione del viso, poiché l'animale di fronte a me fece un passo avanti così che il suo muso fosse del tutto illuminato e sollevò il labbro per mostrarmi le zanne.

    Non ho armi che userei, dissi correggendosi. Ero certa che potesse sentire il cuore battermi nel petto, che potesse percepire l'odore del mio terrore mentre gocce di sudore scivolavano sul mio viso, lasciando dietro di loro una scia bagnata raffreddata dal vento.

    Senza distogliere lo sguardo, il lupo si ritirò nell'ombra perfettamente in silenzio.

    Non aspettai di assicurarmi che se ne fosse andato. Non appena non riuscii più a distinguere la sua sagoma tra le tenebre o vedere la luce della luna riflessa nei suoi occhi, abbassai le mani e corsi come una furia verso il furgone.

    2.

    Grace e Cassidy non si trovavano a Tombstone con me, quindi immaginai che le mie cugine non mi avrebbero aiutata.

    Cosa fottutamente stupida.

    Ma certo. Bene. Mandiamo l’unica non in grado di usare l’argento ad abbattere i licantropi, borbottai tra me e me.

    Lasciai un messaggio su ogni numero posseduto da entrambe, sebbene sospettassi che fossero stati cancellati da quell’innato senso col quale un demone aveva maledetto la nostra famiglia cinque generazioni prima. Probabilmente in quel momento si stavano occupando delle loro emergenze riguardo alla caccia di mostri.

    Chiamai addirittura mio padre, sebbene fossi certa del fatto che non avrebbe risposto.

    Lasciai a tutti lo stesso messaggio: Ehi. Sono Blaize. Ho visto dei licantropi stanotte a Tombstone. Mi farebbe comodo dell’aiuto con l’argento.

    Sapevo che papà avrebbe pensato a Silver – il mio cognome – mentre le mie cugine avrebbero pensato subito al metallo.

    Avrebbero subito capito perché stessi chiedendo aiuto.

    Tecnicamente, Grace e Cassidy non erano nemmeno mie cugine. Non di sangue, almeno. Condividevamo una maledizione.

    E si sarebbero fatte vive, se avessero potuto, cosa che me le faceva considerare più membri della mia famiglia rispetto ai miei parenti di sangue.

    Spensi il telefono e lo gettai sul sedile del passeggero del furgone, poi mi sfregai le mani sugli occhi.

    Dovevo trovare un posto dove passare la notte.

    Solitamente mi trovavo un parcheggio per camper o un campeggio e dormivo nel furgone, ma con i licantropi a zonzo nelle vicinanze e con poche armi o compagni, desideravo il senso di falsa sicurezza che sapevo avrei trovato nell’anonimato di una catena di motel a basso prezzo sull’interstate. Qualcosa che avesse una pubblicità radiofonica che mi assicurasse di tenere le luci accese – o qualcosa del genere comunque.

    Non appena fui in grado, salii sul furgone e mi diressi verso la grande città più vicina. Sierra Vista era a meno di 30 miglia e, sebbene non avesse uno sbocco autostradale, aveva i motel anonimi che mi servivano.

    Sapevo che fosse ridicolo essere terrorizzata com’ero – avevo già ucciso dei licantropi. Ma mai da sola. Andare a caccia con gli altri significava che ci fossero persone pronte a coprire la mia disabilità. Con Grace e Cassidy al mio fianco, il fatto che non potessi avvicinarmi all’argento non importava.

    Ma i licantropi erano davvero degli ossi duri. La leggenda di famiglia diceva che la mia bis-bis-e-qualche-altro-bis-ancora-bis-bisnonna, Ruby Silver, aveva ucciso un licantropo tutta da sola con nient’altro che un coltellino svizzero, una pietra e la sua magia – dopo che il demone ci aveva maledetto con l’avversione per l’argento.

    Non ero del tutto certa di credere a quella storia e, comunque, io non ero Ruby.

    Diamine, avevo meno paura di rintracciare quel demone e ucciderlo per porre fine alla maledizione piuttosto che dei due licantropi che avevo visto quella notte.

    Trovai un motel di mio gradimento – con un ascensore e stanze all’interno, ed un parcheggio abbastanza pieno – e parcheggiai il mio furgoncino sotto ad un lampione, il più vicino possibile all’entrata. Poi presi la mia borsa e quella delle armi e chiusi il furgone dietro di me.

    Non corsi dentro, ma nemmeno arrivai camminando all’entrata.

    Quell’incontro con il lupo sul marciapiede mi aveva scosso più di quanto mi fossi resa conto.

    Una volta arrivata nella mia stanza, chiusi la porta a chiave avendo cura di inserire anche la catenella, poi appoggiai la schiena alla porta.

    Feci il primo respiro profondo che riuscii a fare da quando avevo sentito il ringhio dietro di me a Tombstone.

    Anche in quel momento mi tremavano le mani.

    Perché il lupo mi aveva lasciata andare?

    Per essere più precisi, perché mi aveva lasciata vivere?

    Se mi avesse attaccata non sarei stata in grado di difendermi.

    Ma si era allontanato, sebbene fosse stato in vantaggio.

    Era un comportamento che non si addiceva per nulla a tutto quello che sapevo sui licantropi. E se ciò che sapevo sui licantropi non corrispondeva al vero, allora su cos’altro mi sbagliavo?

    Scossi la testa per scacciare quel pensiero.

    Non perdere la testa, Silver, mormorai tra me e me, scostandomi dalla porta e dirigendomi verso il condizionatore accanto alla finestra. Posai entrambe le borse su uno dei due letti, poi azionai l’aria condizionata il più fredda possibile, piombando nella stanza come a congelare il terrore bollente e squassante che avevo provato prima.

    Avevo fatto la stessa cosa guidando da Tombstone, azionando l’aria condizionata del van e puntandomela contro.

    Non aveva fatto nulla allora, ma in quel momento iniziai a calmarmi.

    Tenendo una gamba a penzoloni, mi sedetti sul letto e presi la borsa con le armi. Non mi sarei fatta sorprendere di nuovo – non senza le armi più mortali con me.

    Tirai fuori la mia Glock 9mm e la Colt .38, iniziando il rituale familiare della pulizia delle pistole, una alla volta.

    Mi addormentai a pancia in giù, un braccio sotto il mio cuscino e l’altro sotto al cuscino accanto a me.

    In ogni mano avevo una pistola.

    3.

    La storia della famiglia Silver su Ruby non era l’unica che avevamo sui licantropi. Solamente che le altre non finivano così bene. infatti, la maggior parte dei Silver – quelli che avevano ricevuto la Chiamata, almeno – morivano sempre per mano (o artigli, immagino) di un licantropo.

    Era quello il problema della maledizione: non si trattava solamente di una strana allergia ad un metallo, e non si trattava soltanto di un bisogno irresistibile di purgare tutti gli Stati Uniti sudoccidentali dai mostri. Erano entrambe le cose insieme – il bisogno di cacciare quelle creature che potevano essere uccise con più facilità dal metallo che uccideva anche me.

    Certo, altri mostri andavano comunque bene, e se uno di loro fosse finito sulla mia strada, sarebbe comunque andato bene al demone che aveva dato quella maledizione alla mia famiglia.

    Quel figlio di puttana aveva anche un macabro senso dell’umorismo, avendo preso spunto dal cognome della mia famiglia per maledirci.

    Successe a cavallo tra i due secoli – intendo il Diciannovesimo ed il Ventesimo. Ruby dava la

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