Il Liceo musicale di Bologna 1915-16. Quando il Carlino sollevò il vespaio
Di Laura Fusaro
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Anteprima del libro
Il Liceo musicale di Bologna 1915-16. Quando il Carlino sollevò il vespaio - Laura Fusaro
633/1941.
Introduzione
Era il 1806 quando Gioacchino Rossini, allora tredicenne, venne ammesso al Liceo Musicale di Bologna, dove avrebbe studiato contrappunto con padre Stanislao Mattei, violoncello con Vincenzo Cavedagna, e pianoforte, per un solo anno, con Callisto Zanotti.
Era il 1810 quando il giovane musicista pesarese si risolse ad abbandonare l'istituzione, prestigiosa fin che si volesse, ma arida, noiosa, convenzionale e rigorosa, molto più di quanto l'intemperante e geniale Rossini potesse o, comunque, fosse disposto a tollerare.
Il suo non fu un abbandono definitivo: vi fece ritorno, infatti, nel 1838 in qualità di Direttore o, meglio, di Consulente onorario, carica proposta "in apposita sessione consigliare con pienezza ed unanimità di voci e di applausi solennemente acclamata", accettata "con vera esultanza" e mantenuta fino al 1848.
Quando il tredicenne Gioacchino venne accolto in quello che era considerato un vero e proprio tempio degli studi musicali, Padre Mattei, che ne era il sommo sacerdote, era convinto d'aver per le mani un nuovo Mozart. Questi, nel 1770, era giunto a Bologna, trascinatovi dal padre Leopoldo, per essere aggregato all'Accademia Filarmonica.
<1 – era trascrivere una composizione a memoria. La scelta di Mozart del Miserere di Allegri fu audace, perché lo Stato della Chiesa aveva rifiutato il permesso di far uscire copie di quella partitura, pena il carcere. La sublime composizione di Gregorio Allegri (1582-1652), scritta per il Salmo 51, il più straziante, era cantata tradizionalmente il Mercoledì delle ceneri nella cappella buia reggendo una candela, e quando l'intero coro si era riunito, l'oscurità si tramutava in luce: solo allora la voce del soprano (voce bianca) si innalzava nel Do di petto, raggiungendo e superando il soffitto di Michelangelo.
Chiuso in una stanza del Liceo Musicale di padre Martini, Mozart, pur avendo ascoltato il Miserere una sola volta a dodici anni, lo trascrisse a memoria. Non venne punito; fu persino ammirato per la sua impudenza e abilità musicale, così come Rossini lo era stato per aver memorizzato clandestinamente l'aria dell'opera di Portugal alla stessa età e nella stessa città.2>>
E'obiettivamente difficile, per chiunque assurga a un ruolo di direzione o di guida, reggere al confronto di un predecessore geniale, raccoglierne l'eredità senza esserne schiacciato, sviluppare un seguito che possa essere all'altezza di chi è venuto prima, senza perciò stesso rinunciare ad imprimere un segno personale e distintivo. E non è un caso se, dopo la direzione Rossini, per quasi quarant'anni il Liceo bolognese non ebbe un direttore stabile. Se commissioni di volta in volta rinnovate in uno o più componenti si avvicendarono nella sua conduzione, almeno sino all'epoca Martucci, che sembrò rinverdire la storia gloriosa e gli illustri trascorsi di questa istituzione ambita e contesa. Esaurita, tuttavia, la seconda stagione aurea, e fatti salvi gli intermezzi Bossi e Busoni, il Liceo musicale bolognese tornò ad essere orfano o, come disse qualcuno, acefalo
.
Nessuno dei pur valenti e titolati musicisti nostrani, aspiranti alla nomina, sembrava sufficientemente degno di occupare il posto che era stato di Rossini e, in seguito, di Giuseppe Martucci. L'ansia di individuare il grande nome
, la celebrità, privò il Liceo, per almeno un'altra quindicina d'anni, di una direzione stabile, rendendolo vulnerabile, scatenando gli appetiti dei concorrenti alla sua successione, facendo passare ingiustamente inosservate se non oscurandole, mentre si era in cerca del preteso colosso
, alcune figure del panorama musicale di allora, che avrebbero potuto meritatamente esercitare quel ruolo, con competenza, impegno, continuità e dedizione.
In piena estate 1915, fu il giornale di Bologna a porre in evidenza la questione del Liceo cittadino e dell'atteso e sospirato suo successore, sollevando per così dire il vespaio e scatenando un'autentica bagarre. Dalle colonne dello storico quotidiano in molti levarono la propria voce, lanciandosi in una discussione accesa e serrata, confrontandosi in un vivace ed appassionante dibattito, fatto di botte, risposte e contraccolpi.
Sfogliando Il Resto del Carlino di quella tumultuosa estate e dei non meno caldi autunno ed inverno che ne seguirono, si ricava un quadro inedito ed interessante, per certi versi persino esilarante del clima dell'epoca, dell'ambiente chiuso e pettegolo di provincia, che, a Bologna non più che altrove, non rinuncia alle sue beghe anche se sullo sfondo già infuria la prima guerra mondiale.
Tanti i protagonisti, i pretendenti, i partigiani e i detrattori degli uni e degli altri, a testimonianza delle meschinità, delle piccinerie, delle invidie, dei malcelati rancori e delle rivalità artistiche che da sempre, immancabilmente, contrassegnano il mondo della musica e dei musicisti.
Quadro sinottico: 140 anni di Direzione del Liceo Musicale Rossini
di Bologna
1804/05 – 1807/08: Deputazione presieduta dall'Accademia Filarmonica
1808/09 – 1814/15: Savio municipale
1815/16 – 1816/17: Crescentini Girolamo
1817/18 –1837/38: Assunteria di Pubblica Istruzione composta di un magistrato presidente e sei consiglieri
1838/39 (da gennaio 1939) – 1847/48: Gioacchino Rossini, consulente onorario
1848/49 – 1862/63: Assunteria comunale
1863/64 – 1865/66: Beretta Giovanni Battista
1866/67 – 1867/68: Dell'Olio Cesare, direttore onorario
1868/69 – 1869/70: Commissione composta di tre professori: Busi Alessandro, Parisini Carlo, Verardi Carlo
1870/71: Commissione composta di tre professori: Busi Alessandro, Gaspari Gaetano, Verardi Carlo
1871/72: Commissione composta di tre professori: Busi Alessandro, Dallari Federico, Parisini Federico
1872/73: Commissione composta di tre professori: Busi Alessandro, Parisini Federico, Verardi Carlo
1873/74: Commissione composta di tre professori: Cristani Enrico, Tofano Gustavo, Trombetti Alessandro
1874/75: Commissione composta di tre professori: Busi Alessandro, Dallari Federico, Gaspari Gaetano
1875/76 – 1879/80: Commissione nominata dal sindaco, composta di sette membri estranei all'istituto: Aria Cesare, Brunetti Filippo, Golinelli Stefano, Isolani Lupari Alamanno, Panzacchi Enrico, Pizzardi Camillo, Salina Agostino
1880/81: Commissione nominata dal sindaco, come sopra specificata, integrata dai professori Busi Alessandro, Serato Francesco e Tofano Gustavo
1881/82 – 1884/85: Mancinelli Luigi
1885/86: Commissione composta di tre professori: Busi Alessandro, Mancinelli Luigi, Parisini Federico
1886/87 – 1901/02: Martucci Giuseppe
1902/03 – 1910/11: Bossi Marco Enrico
1911/12: Mugellini Bruno (Incaricato) e, alla morte di questi (12.01.1912), Torchi Luigi
1912/13: Torchi Luigi (Incaricato)
1913/14 – 1914/15: Busoni Ferruccio Benvenuto
1915/16 – 1917/18: Marinuzzi Gino
1918/19 – 1921/22: Alfano Franco
1922/23 – 1929/30: Mattioli Guglielmo (Incaricato)
1930/31 - 1943/44: Nordio Cesare
Dal 1942, sotto la direzione Nordio, il Liceo musicale diviene Conservatorio di Musica intitolato a Giovanni Battista Martini.
I Parte Rassegna da Il Resto del Carlino
Il Liceo Musicale
Si approssima il nuovo anno scolastico e il pubblico si domanda con una certa preoccupazione in quale modo il Comune intenda di provvedere alla sistemazione del nostro disgraziatissimo Liceo Musicale, che, da quando se ne andò l'illustre maestro Bossi, è rimasto senza direzione, non potendosi chiamare tale l'intermezzo Busoni, che fu, più che un direttore del nostro Liceo, un gradito ospite di Bologna.
Le preoccupazioni sono più che giustificate, poiché se alla ripresa dell'anno scolastico non si sarà provveduto, il Liceo continuerà a restare per un altro anno senza direttore. E così ci avvieremo verso il quinto anno di acefalia, con quanto vantaggio dell'istituto, della sua fama, dei vari insegnamenti, è facile immaginare.
E' giustizia, peraltro, riconoscere che l'assessore alla Pubblica istruzione, prof. Longhena, non si è affatto disinteressato del problema del nostro Liceo Musicale, essendo sua ferma intenzione di provvedere alla sua riorganizzazione – è la parola - al più presto possibile, senza perdere tempo in inutili, anzi, dannosissimi indugi.
Abbiamo l'impressione che il prof. Longhena intenda di risolvere il problema difficilissimo, che gli è affidato, con criteri positivi, quali possono essere suggeriti dalla sua lunga esperienza di insegnante coscienzioso e di amico della scuola.
Possiamo, intanto, affermare che egli è deciso a provvedere il Liceo Musicale del nuovo direttore all'inizio del nuovo anno scolastico od ai primissimi del 1916 al più tardi, essendo veramente deplorevole la vecchia abitudine, tutta bolognese, di perdere tre o quattro anni di tempo nella nomina di un capo istituto.
Sarà chi sarà; ma, intanto, da questa parte non hanno più ragione d'essere preoccupazioni o timori.
Quanto alla forma della nomina, la Giunta ha definitivamente scartato l'idea del concorso. Questa decisione è dovuta a varie considerazioni, principalissima la certezza che, bandendosi un concorso, questo sarebbe disertato dai nomi meglio quotati, che, per una antica ed ingiustificata consuetudine del nostro mondo artistico e scientifico, non amano cimentarsi, giunti ad una certa fama, in concorsi accademici.
Noi, ad onore del vero, fummo sempre fautori del concorso, perché questo ci pareva il mezzo migliore per sventare gli intrighi, le congiure, le camorre che appestano il mondo musicale più degli altri; ma se la scelta sarà fatta con criteri di assoluta rigidità, liberi da qualsiasi influenza estranea ai veri e soli interessi del Liceo, non protesteremo. La scelta, dopo tutto, si risolve in un vero e proprio concorso su più larga scala, al quale, idealmente, partecipano tutti gli idonei, tenuti presenti dalla commissione che ha il delicato incarico della nomina. Ciò che importa non è la forma, ma la serietà dei criteri coi quali si provvede.
Resta a discutere di questi criteri.
Il prof. Longhena, a quanto si dice, intende di assolvere al suo compito difficilissimo con la mente sgombra da qualsiasi pregiudizio, da tutti i residui accademici e retorici che valgono solo a tener vivo un vanitoso orgoglio locale, che non ha più ragione d'essere. Che cosa deve essere il Liceo musicale? Tramontato un primato che era dovuto unicamente alla presenza di un musicista insigne, il Maestro Martucci, tramontato l'assoluto primato di Bologna nel campo musicale per il sorgere di altri centri di attività artistica, il Liceo di Bologna deve assumere il carattere di una vera e propria scuola professionale, dalla quale escano suonatori egregi, capaci di guadagnarsi il pane. Non c'è nessuna ragione seria per la quale il Liceo di Bologna debba differenziarsi da tutti gli altri licei del Regno. E si badi: quando si dice che il Liceo deve diventare una buona scuola professionale, non s'intende affatto di diminuirlo o, comunque, di fargli perdere prestigio o splendore. Si vuole semplicemente restituirlo al suo vero ufficio, che è quello di educare buoni allievi, capaci di tenere alta, per il mondo, la fama dell'orchestra bolognese. Si vuole semplicemente togliere di mezzo tutte le fisime che, fino ad oggi, hanno impedito e ritardato la nomina del direttore e che hanno sollevato delle vere battaglie di salotto e di corridoio, tutte le volte che si è dovuto scegliere un galantuomo capace di reggere il nostro massimo istituto musicale, quando, pure, non si trattava di mandarlo via in malo modo...
Quindi ogni diligenza ed ogni studio debbono essere diretti alla ricerca di un direttore che abbia principalmente – meglio se esclusivamente – il compito di dirigere il Liceo, dedicando tutta la sua attività alla scuola, senza preoccuparsi di trovare il genio
, il colosso
, il grande nome
che di tutto si occupi, meno che della scuola.
Se la Giunta non si proporrà altri criteri, potrà facilmente ed in breve tempo, chiudere definitivamente e con unanime soddisfazione, una questione, che, diversamente, finirà per gettare il ridicolo su la nostra città. E' facile constatare che tutti i licei musicali di questo mondo riescono a provvedere degnamente alle rispettive direzioni: perché solo a Bologna si dovrebbe urtare contro difficoltà insormontabili?
Si parlò tempo fa di Mascagni. Come questa idea sia saltata fuori non si sa.
Probabilmente, essa risponde alla vecchia mentalità colossale
, che non sa darsi pace se non trova un grande nome
. A quale punto si trovino le trattative fra il Comune ed il Mascagni non si sa. Si dice che il celebre operista sia molto perplesso, pieno di esitazioni e di dubbi. Probabilmente egli conosce l'ambiente e si preoccupa delle esigenze enciclopediche della vecchia tradizione, che ad un direttore di Liceo chiede assai più di quanto è lecito chiedergli. Ma se si taglierà corto con queste esigenze, si farà un gran passo verso la soluzione.
Certo quello di Mascagni è un bel nome
, un gran nome
; ma la soluzione Mascagni sarà provvisoria o definitiva?
Sarà, eventualmente, l'uomo indicato per la sistemazione del nostro Liceo, che abbisogna di tante riforme?
Ignorando lo stato delle trattative, non osiamo pronunziare nessun giudizio; ci permettiamo soltanto di esprimere sommessamente qualche dubbio.
Ciò che maggiormente importa è non dormire, non perdere tempo; liberarsi dalle angustie volute e consuetudinarie, che rendono ogni soluzione impossibile.
Se i socialisti, che si vantano di instaurare nuovi metodi nell'amministrazione del Comune intendono veramente di fare sul serio, hanno nel Liceo musicale un magnifico campo di esperimento.
Il Resto del Carlino, Cronaca della città, giovedì 19 agosto 1915
Il Liceo Musicale.
Contro la fiera delle vanità
Dall'amico Carlo Zangarini riceviamo questa lettera coraggiosa, che pubblichiamo con entusiasmo, segnalandola in modo particolare a coloro che hanno la responsabilità e il compito di provvedere al nostro Liceo Musicale:
Caro Direttore,
la vessata questione del Liceo Musicale si riapre, il vostro giornale ha cacciato, ancora una volta, la mano nel vespaio. Sia lecito a una vecchia