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Ohei, bell fiœu...
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E-book69 pagine28 minuti

Ohei, bell fiœu...

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Info su questo ebook

Le "sardine" non nuotano solo nei mari dell'Emilia Romagna. Ora sono

risalite numerose anche nei Navigli di Milano. Una in particolare, la

Ginetta, ha idealmente ingaggiato un serrato match critico col "guerriero"

Matteo Salvini, fatto di "resunàde" in rima nel dialetto meneghino. Ginetta

vs Matteo. Riuscirà a farlo ragionare?
LinguaItaliano
Data di uscita30 gen 2020
ISBN9788831657426
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    Anteprima del libro

    Ohei, bell fiœu... - Ambrogina Conca Varenna

    633/1941.

    Prefazione

    La Conca Varenna Ginetta (diminutivo di Ambrogina – Gina)  - la mè nevòda - è una donna milanese, 48 anni compiuti, figlia di modesti ma dignitosi operai della gloriosa Centrale del Latte, operatrice precaria di un call-center, cresciuta nella periferia milanese nell’epoca della Milano-da-bere, periodo di grandi attese e però anche di grandi delusioni, caratterizzato dalla percezione di un benessere diffuso, a portata di mano, dal rampantismo arrivista e opulento dei ceti sociali emergenti e dall'importanza dell’immagine, dell’essere alla moda.

    La Ginetta da giovane è stata compagna di giochi di Matteo (quale Matteo? Ma Salvini, ça va sans dire)

    Poi, nell’adolescenza, quando Matteo è andato al Manzoni e lei è andata all’istituto per fare geometra (perché il papà le ha detto: Ciappa el diploma che l’è ‘me ona assicurazion su la vitta … e infatti!) le relazioni e le occasioni di incontro sono diventate più sporadiche fino a che lui non ha cominciato a frequentare, brillante già allora ma ancora in cerca di futuro, i quiz televisivi delle Tivù del Berlusca.

    Ne ha fatta di strada. È diventato famoso e importante fino a fare il Senatore della Repubblica e poi anche il Ministro (cosa che mi sembra che lei fatichi a credere e consideri quasi surreale). Lei invece, che il lavoro duro, anche dieci ore al giorno, sa bene quanto pesi, è rimasta una precaria forse un po’ frustrata ma comunque sempre piena di passione e di dignità.

    Così, mi ha raccontato che quel 1 dicembre, quando si è ritrovata in una piazza Duomo affollata di gente semplice come lei che cantava Bella ciao e i versi di De Andrè Voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo, non ha esitato a  sentirsi anche lei una sardina. Mentre sventolava il pesciolino di cartone che le avevano dato, si è ricordata di tutte le volte che ha immaginato di rivolgersi a lui, in modo virtuale e in dialetto meneghino, come se volesse farlo idealmente ragionare con la stessa confidenza schietta, impertinente e anche un po’ provocatoria di quando bisticciava alla pari con il quasi coetaneo e poteva cantargliele per le rime per qualche intemperanza verbale (già allora, non è difficile crederlo!), perché era la Ginetta di due anni più grande di lui. 

    Come quella volta, quando lui l’ha ingenuamente e ingiustamente accusata di avergli rubato il pupazzetto di

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