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Un Koala di nome Shane
Un Koala di nome Shane
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E-book169 pagine2 ore

Un Koala di nome Shane

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Info su questo ebook

Questa è la storia di Shane, un koala che si ritrova nella Londra di oggi: arrivato dal futuro, racconta la sua vita difficile per farci comprendere che noi siamo i creatori dell'universo e l'importanza del prendere coscienza di tutti gli aspetti della vita. Copertina creata da: Angel Graphics
LinguaItaliano
EditorePubMe
Data di uscita11 feb 2020
ISBN9788833664415
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    Un Koala di nome Shane - Alessandra Apruzzese

    Un Koala di nome Shane

    di

    Alessandra Apruzzese

    Pubblicato da Pubme © – Collana Narrativa Un cuore per capello

    Prima edizione 2018

    Copertina creata da: Angel Graphics.

    Sito web: http://uncuorepercapello.pubme.me/

    Pagina facebook: https://www.facebook.com/Un-cuore-per-capello-218110230877…/

    Email: uncuorepercapello@gmail.com

    Questa è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti, luoghi o persone è puramente casuale.

    È vietata la riproduzione completa o parziale dell’opera ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile (Legge 633/1941)

    Sinossi: Questa è la storia di Shane, un koala che si ritrova nella Londra di oggi: arrivato dal futuro, racconta la sua vita difficile per farci comprendere che noi siamo i creatori dell'universo e l'importanza del prendere coscienza di tutti gli aspetti della vita.

    CAPITOLO 1: INCONTRO COL KOALA

    Oggi ero ad Hyde Park, su questo non ho dubbi: il mio iPhone ha registrato i miei movimenti e il mio compagno mi ha trovato a scrivere proprio sulla solita panchina dove una volta a settimana passo la giornata a lavorare all’aria aperta per il prossimo romanzo da pubblicare, in cerca di materiale umano come ispirazione. E secondo il mio laptop avrei passato tutta la giornata a salvare e modificare il mio romanzo. Ma l’incontro col koala mi ha cambiato la vita, qualsiasi cosa io abbia fatto in quel lasso di tempo. Sì, perché questa mattina, mentre mi riscaldavo con una fumante tazza di zenzero, arriva un koala molto giovane, che decide di raccontarmi la sua storia fino a sera, fino quando ci salutiamo per la sua partenza. Non avevo mai visto un koala da vicino, ma Shane, questo è il suo nome, è bellissimo. Mi dice di avere poco meno di otto anni, che per noi umani corrisponderebbero a circa 32 anni. Ha uno sguardo dolce e un pelo morbidissimo da sembrare poco più di un cucciolo. In realtà Shane non dice nulla, sono io che mi avvicino per accarezzarlo perché la vista di questo orsetto dalla pelliccia magnifica che profuma come una caramella balsamica mi ispira istantaneamente un fortissimo senso di protezione. L’unica cosa che mi trattiene dall’abbracciarlo è che una volta avevo letto da qualche parte che i koala hanno una colonna vertebrale fragilissima e per questo non dovrebbero essere abbracciati. Abbracciare un koala è l’unica ragione che avrebbe potuto spingermi verso l’Australia per una vacanza. Al contrario di quanto si pensa, i koala non sono animali addomesticabili e sono fortemente turbati dalla presenza dell’uomo. Shane si era seduto vicino a me perché non mi aveva visto. Era presto e una fitta nebbiolina avvolgeva ancora l’aria. Poco dopo mi avvicinai e cominciai ad accarezzargli la testa. Mi colpì subito la sua espressione, uno sguardo saggio e riflessivo che nascondeva un forte bisogno di amore. Un essere umano ipersensibile riconosce subito un suo simile, ma Shane era un koala, non pensavo ce ne fossero anche fra loro. Ruotò la testa lentamente e mi fissò per qualche secondo. Mi sorrise e infine mi chiese se avessi voglia di ascoltare la sua storia.

    CAPITOLO 2: UN KOALA CHE CONOSCE JUNG

    Subito gli domandai: Ma tu parli? e mi guardai intorno per vedere se qualcuno dei passanti prestava attenzione al mio nuovo amico. I runner sfrecciavano vicino a noi più o meno velocemente senza curarsi di né di me né del koala e qualche passante anonimo che intravedevo si muoveva velocemente ad una certa distanza da noi senza prestare la minima attenzione a quello che succedeva. Ma questo in effetti non è fuori dal comune a Londra. Il koala intuendo subito il mio stupore si presentò, mi disse la sua età e mi disse di non spaventarmi perché comprendeva la mia sorpresa, ma che fra poco avrei capito. Mi tranquillizzai. Mi disse che secondo Jung non esistevano coincidenze ma solo eventi sincronici e che ad entrambi avrebbe fatto bene raccontare ed ascoltare la sua storia. Carl Gustav Jung? chiesi. "E chi altro? Sto leggendo Il libro rosso e sono sempre più affascinato. Aveva capito moltissime cose e secondo me le aveva anche messe in pratica. Mi si illuminarono gli occhi. Avevo sempre desiderato accarezzare un koala, ma un koala che conosce Jung così bene era veramente un dono inatteso. Mi dimenticai del mio stupore. Questo è importante perché ha a che fare con la mia storia. Prima voglio raccontarti della mia terra e del mio tempo, perché abbiamo molte più cose in comune di quanto tu possa mai sospettare".

    CAPITOLO 3: L’AUSTRALIA COME NON LA CONOSCIAMO

    Shane mi chiese una tazza di zenzero per sugellare la nostra amicizia ed iniziò a raccontare. Ma si interruppe subito e mi disse: Anche tu sei ipersensibile. Da quello che vedo sei una scrittrice. Se vieni a quest’ora ad Hyde Park vivi qui vicino, e con questa sicurezza e tranquillità c’è qualcuno che ti vuole bene, che ti ha accompagnato o verrà ad accertarsi che tu stia bene. E capisco benissimo che tutto questo è perché hai capito chi sei e lo hai voluto intensamente. Io vengo dal futuro e lì è diverso per noi. Sono tutti come me ora o come te. Ma qui, ora, nel tuo tempo, è un po’ difficile perché il tuo mondo non è ancora abbastanza consapevole a combatte le persone come noi. Le combatte nel senso che le emargina e premia l’aggressività, la competizione e i comportamenti alienanti e le persone sensibili sono tacciate di debolezza perché sono le uniche che hanno gli strumenti per vedere la realtà. Ma se venissero aiutate a capire chi sono potrebbero vivere con intensità e felicità. Anzi, l’ipersensibilità non compresa o soffocata conduce a tutta una serie di disturbi che la medicina ufficiale ha la pretesa di curare secondo modalità che non fanno altro che allontanare un ipersensibile dal proprio centro. Nel mio futuro si sa molto di più sull’ipersensibilità, nel passato c’erano solo due dottori, due pionieri, una certa Elaine Aron e Rolf Sellin. Lo interruppi: Cosa significa, che vieni dal futuro?. Lascia che ti spieghi, mi rispose. Il tempo come noi lo percepiamo non esiste, uguale per lo spazio. Accade tutto in un unico istante ed in un unico luogo. Il tempo è talmente piccolo che si chiama tempo di Planck. Ci sono due realtà, quella reale, che è l’insieme di tutte le cose come esistono nella loro unità, dove è tutto fermo e non cambia nulla e dove tu sei la parte di questo tutto. Ed una realtà virtuale, dove tu ti separi dal tutto e fai esperienza, vivi la vita come ora con lo spazio e con il tempo e la dualità, buoni, cattivi, acceso, spento, caldo, freddo. Questa realtà virtuale è un ologramma, una foto che riproduce una realtà tridimensionale. Già ora, nel passato, avevano compreso la natura della realtà. E questa cosa aveva tanti risvolti. Infatti, avevano capito che il vuoto non esisteva e con l’energia del vuoto, che si chiama energia del punto zero, si potevano fare cose impensabili, tipo tele trasportarsi. Un signore americano ha brevettato questa cosa più di 10 anni fa rispetto al tuo ora, nel 2004. Mi sembra si chiamasse St. Clair. Nel mio tempo siamo quasi tutti a poterci tele trasportare, come nel tuo a guidare l’automobile. Ed io vengo da Brisbane.

    Che strano, qualche giorno fa Wikileaks, replicai più a me stessa che al koala ha reso noto lo scambio di e-mail fra il presidente della campagna elettorale di una importante candidata negli Stati Uniti dell’anno scorso, un certo John Podestà, ed il ‘sesto uomo sulla Luna’, un astronauta della NASA, in cui si rivelava che entità extraterrestri stavano aiutando gli Stati Uniti a portare sulla terra l’energia del punto zero. In realtà non sapevo neanche cosa fosse l’energia del punto zero, ma una notizia di questo tipo mette in luce che noi viviamo in un sistema che ci nasconde la realtà del mondo in cui viviamo.

    CAPITOLO 4: LA SANTISSIMA TRINITA’

    Ora a Brisbane, come in quasi tutto il resto del mondo, gli animali e gli esseri umani vivono senza sopraffarsi. Gli animali sono integrati fra loro e non si cibano più di altri animali per vivere, credo perché adesso anche noi abbiamo anima.

    L’anima come la nostra componente spirituale? replicai. Più o meno. Visto che anche a te piace Carl Gustav saprai che noi abbiamo un animus ed un’anima, una parte maschile ed una femminile. Anima è la nostra parte femminile, che aumenta la consapevolezza della persona che la possiede. Non tutti ce l’hanno ancora. Nel tuo presente, ora, in realtà molto pochi. Se qui ci fossero dieci persone, otto non sarebbero animici. I non animici sono quelli con gli occhi bovini che non si fanno mai nessuna domanda importante e danno la realtà per scontata, anche se non lo è. Shane sorseggiò la sua tisana e notai un velo di tristezza nei suoi occhi. È una parte ad alta energia. Poi c’è la mente, che crea la realtà virtuale che stiamo guardando ora. Che noi siamo ora. Se ne diventi consapevole, puoi unire le tre parti e ritorni ad essere un frattale integrato.

    Lo interruppi: Un frat..?

    Mi sorrise: Il frattale è una scoperta della fisica che nel tuo tempo sfruttano in diversi campi, anche nel mondo della finanza. Un frattale è un oggetto che per quante volte possa essere suddiviso contiene sempre le informazioni originali, solo su scala più piccola. Noi siamo tutte le cose, siamo dei frattali, e messi insieme siamo tutta la realtà che esiste, ma anche ognuno di noi contiene in sé singolarmente tutta la realtà. Siamo divini. E mi sorrise di nuovo.

    Sento che sei molto saggio, ma prima ho percepito della malinconia in te.

    Mi sorrise ancora: Perché prima di capirlo mi sono sentito molto solo. Nel mio tempo molti più esseri umani di ora hanno anima, ma non tutti gli animali e quando non si capiscono le cose e si è in minoranza spesso ci si sente soli. E poi c’è un punto fondamentale. Se non sei consapevole, spesso inconsapevolmente puoi creare situazioni che ti fanno soffrire molto senza saperlo. Il tuo essere divino è usato da qualcun altro, ma questo te lo racconto dopo.

    CAPITOLO 5: THE CHILDHOOD

    Sono nato in una cittadina vicino Brisbane. La mia famiglia era benestante. Ma impiegai pochissimo tempo per capire che non era una vera famiglia, almeno nel senso in cui lo intendo adesso. Ma ti dico una cosa importante, che non avrebbe potuto essere altrimenti, e che quando un koala diventa grande, dare la colpa dei propri insuccessi ai koala che l’hanno allevato è il più grande fallimento. In realtà, quando un koala diventa grande è meglio che si chieda cosa non funziona in se stesso e che lo fa impelagare in situazioni che generano sofferenza. E non ti fidare mai di chi si pone come una vittima. Si accarezzò un orecchio e proseguì: "Ho anche una sorella più grande, ma tutta la verità su di lei la scoprì poco tempo fa prima di chiudere il capitolo del presente della mia vita. Anche se inconsapevolmente ho sempre saputo tutto. Mi ha aiutato una poiana che la conosce molto bene perché erano stati insieme tanto tempo. In generale le poiane sono animali semplici, ma superbi e fieri e di animo meschino e nobile allo stesso tempo, pronti a parassitare chiunque gli capiti a tiro. Il diavolo di Tasmania si fidava della poiana e pensava che non spiattellasse i racconti delle sue brutte avventure ai quattro venti, perché avrebbe fatto cadere l’immagine di bambina vittima del destino che voleva dare all’esterno. Erano entrambi due animali accecati dall’invidia e dalla cattiveria e si adattavano alla perfezione nel loro rapporto malato.

    Avere consapevolezza della nostra storia familiare è invece importante secondo me per comprendere che quello che noi abbiamo vissuto non è la realtà vissuta. E se ci accorgiamo di creare un mondo ostile e pericoloso perché le esperienze vissute ci hanno portato a credere ciò, è arrivato il momento di comprendere che il nostro vissuto è solo una piccola parte della realtà possibile.

    I miei occhi un po’ a mandorla mi fanno sembrare un koala straniero, e per un certo verso lo sono, ma ho capito solo dopo perché mi sentivo un koala che non veniva da questa famiglia. I miei genitori erano benestanti ma nel giro di poco tempo distruggeranno tutto. Mio padre era un insegnante ma aveva ereditato moltissimo denaro da mio nonno, che aveva un’azienda. Mio nonno aveva fatto studiare mio padre e non voleva proseguisse i suoi affari perché sapeva che era una persona problematica e inaffidabile. Io non lo conobbi mai perché morì quando io ero molto piccolo ed ho solo un ricordo sfocato. Anche mia mamma era un’insegnante. Ma aveva smesso di lavorare per aiutare mio padre quando aprì l’azienda e poi lasciò per sempre la professione di insegnante perché mia nonna non voleva che fosse autonoma, e visse in funzione della sua ansia. Ma non poteva essere diversamente perché anche lei era stata rapita dagli alieni. Avvertii una fitta al cuore e sobbalzai. Shane mi tranquillizzò con il suo sguardo pacato: Non devi avere paura, anche di questo ti spiegherò meglio dopo, anche perché quando ero piccolo non lo sapevo, quindi quello che ti racconterò è come l’ho vissuto, non alla luce di ciò che comprenderò solo in seguito. Espirò profondamente e proseguì: Io sono un po’ confusionario, cercherò di raccontarti dei miei antenati così mi spiegherò meglio. Già allora mi sentivo molto solo, ma non lo sapevo perché non avevo conosciuto la condivisione. Mio nonno paterno era morto e mia nonna era malata di mente, quindi era una persona a cui fare visita la domenica ma con cui non avevo un rapporto affettivo. Viveva in una struttura e mi ricordo che andare lì la domenica era sempre un dovere. Più crescevo e più mi faceva pena. Da questo punto di vista ci siamo molto evoluti in poco tempo. Quando ero piccolo le persone malate venivano curate come nel tuo presente. Da quando ero piccolo al mio presente sono cambiate molte cose. Le persone malate di mente non venivano curate ma si davano dei farmaci e si facevano dei trattamenti affinché non disturbassero

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