Dammi i tuoi occhi
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Anteprima del libro
Dammi i tuoi occhi - Mirko De Frassine
OCCHI
INTRODUZIONE
Dammi i tuoi occhi è un gioco che aiuta Sher e Lisa a non perdersi durante il loro cammino come Cercatori della verità. Dalla scomparsa di Lorenzo i due ragazzi vivranno una storia straordinaria in cui l'amore per la ricerca li guiderà lungo un percorso pieno di pericoli e di scoperte. Le loro anime hanno un'affinità talmente rara che mai verrà messa in discussione.
Sher racconta il suo viaggio dopo il diploma approfondendo temi particolari quali l'amicizia, l'amore e la difficoltà di credere fino in fondo alla verità come scopo principale della vita. L'ascesa del fumetto The Custodian ispirato dal suo amico Lorenzo fa da sfondo a una storia incredibile. Dammi i tuoi occhi sottolinea la difficoltà delle persone di credere al mistero della vita e il piacere che provano perdendosi in sé stessi. Il racconto fa parte della trilogia The Custodian dunque si consiglia di leggere il primo libro.
'Esistono menti che si interrogano, che desiderano la verità del cuore, la cercano, si sforzano di risolvere i problemi generati dalla vita, cercano di penetrare l’essenza delle cose e dei fenomeni, e di penetrare in loro stesse. Se un uomo ragiona e pensa bene, non ha importanza quale cammino egli segua per risolvere questi problemi, deve inevitabilmente ritornare a se stesso, e incominciare dalla soluzione del problema di che cosa egli Perché senza questa conoscenza egli non avrà un punto focale nella sua ricerca. Le parole di Socrate Conosci te stesso
perdurano per tutti coloro che cercano la vera conoscenza e il vero essere.'
'Vedute dal mondo reale ' G.I. Gurdjieff
PROLOGO
Scrivo questi diari per tutti quelli che cercano di capire qualcosa della vita e non si accontentano di starsene seduti dietro una scrivania o di viaggiare senza meta. Sono diventato un gran Cercatore, amo Lisa ogni giorno di più anche se ho dovuto superare momenti molto difficili! Ce l'abbiamo fatta, The Custodian è un movimento di portata immensa e nonostante non mi rassegni all'idea della scomparsa di Lorenzo, sto provando a tracciare le mie rotte. Tu e la mamma sareste fieri di quello che sono diventato, tu, un semplice operaio che non dimenticava mai d'indossare un cilindro pieno di sorprese.
Dopo la tua morte e conseguentemente quella di mamma mi è successo qualcosa di strano, non ho provato più nulla, nessuna sensazione o emozione che potesse in qualche modo penetrare il mio guscio indurito. Lisa si è accorta del mio stato d'animo, la sua stessa situazione familiare le ha trasmesso abbastanza esperienza e forza per aiutarmi. Quella ragazza è sempre stata straordinaria! Dal primo giorno di scuola, con il mio carattere scorbutico e aggressivo, fino a oggi che sono un Cercatore della verità, ho sperato profondamente che lei sarebbe diventata la mia compagna di vita e la mia fiducia in lei è stata ben riposta. A noi umani è stata data la preziosa facoltà di percepire qualcosa che va oltre il nostro corpo, siamo gli esseri più vicini al 'Tutto' e ne avvertiamo costantemente la presenza. Citando Eraclito e il suo 'Panta Rei', posso paragonare noi umani a semplici sassolini, disperatamente aggrappati alle radici di arbusti lungo i bordi del fiume dove tutto scorre e si trasforma. Impauriti da ogni insignificante cambiamento prima o poi scivoleremo rotolando nel fiume in quell'inevitabile corsa verso la vita. Non accettare tale corsa sarebbe come rifiutare la nostra essenza, creature con la possibilità di diventare qualunque cosa. Molti restano incollati al fondo del fiume approfittando di un'apparente stabilità e sicurezza tra le acque minacciose; altri si lasciano trasportare dall'impeto della corrente, incuranti della direzione e ben felici della spinta che ricevono; altri ancora sono pieni di coraggio e tentano di saltare fuori dall'acqua. Dimenticano di esser sassi e si trasformano in soffici piume per vedere dall'alto del fiume il loro percorso. Sono un Cercatore, nella mia vita ho sempre immaginato di diventare quella piuma e trascendere la mia forma di sasso. Ho consumato tante scarpe combattendo contro serpi e mani avide che hanno tentato di farmi tornare sul fondo del fiume. In quei momenti ho capito quanto immaginare le cose vicino a qualcuno che sappia stimolarti e capirti sia fondamentale per diventare una mongolfiera e volare sopra il corso di un fiume.
DAMMI I TUOI OCCHI
Lisa e io frequentammo facoltà universitarie diverse per cui non riuscimmo a vederci molto. Quando ci incontravamo i nostri occhi non mentivano mai: al supermercato, al parco, ovunque fossimo sapevamo di essere destinati a qualcosa di più grande. Lorenzo aveva gettato le basi per farci capire cosa ci fosse oltre le abituali azioni quotidiane. Imparammo a scavare sotto la superficie dell'apparenza disegnando le Carte dei viaggi e passammo intere nottate alla palazzina abbandonata. Inoltre aspettavamo con ansia la risposta di alcuni ricercatori per la traduzione dei simboli che trovammo nella pagina di The Custodian. Lisa aveva sapientemente evitato di metterla in rete insieme al resto del fumetto. Il processo a Lorenzo e la sua tragica fine attivarono una sorta di stato d'allerta dentro di noi. Avevamo paura che qualcuno potesse prenderci di mira per la nostra vicinanza a The Custodian per cui tenemmo sempre il massimo riserbo su tutta la vicenda. Le persone spesso fraintendono o si sentono minacciate da storie come quella che noi abbiamo vissuto in prima persona, non sono abituate ai cambiamenti soprattutto a quelli interiori.
Nel corso della storia umana sono stati utilizzati talmente tanti Token che sarebbe impossibile andare a ritroso e rintracciarli tutti per eliminarli. Lisa e io eravamo ben coscienti di essere vittime di un lavoro oscuro che ha indotto la stragrande maggioranza delle persone a certi tipi di comportamenti. Un lavoro durato secoli che ha turbato l'equilibrio energetico del nostro pianeta e di tutti i suoi abitanti. Abbiamo una durata media di vita di circa ottant'anni e una paura tremenda di vedere questo tempo sprecato per cui è facile soggiogarci e appagarci con trofei d'oro. Il successo, l'amore, la famiglia, la religione, il potere sono i traguardi più ambiti dall'essere umano. Ogni giorno combattiamo per essi e ne facciamo il fine ultimo della nostra vita.
Lisa e io ci dedicammo quotidianamente alle Carte dei viaggi, un gioco semplice, ma allo stesso tempo potente. Lorenzo mi aveva insegnato come sfruttare al meglio le mie capacità per la ricerca, a utilizzare i tanti mezzi a disposizione e soprattutto a dare sempre credito alla mia immaginazione. Il primo anno di università volò senza che nemmeno me ne accorgessi, sette mesi li dedicai completamente alle visite in carcere a Lorenzo e allo stesso tempo riuscii a dare gli esami previsti da non frequentante. Lisa aveva più incombenze di me perché la facoltà di medicina era notevolmente difficile e oltre alla teoria prevedeva un tirocinio. Nonostante il poco tempo a disposizione ci dedicammo allo studio delle persone approfondendo la teoria dei Token e della sottomissione inconscia alle leggi sociali. Scoprimmo Gustav Le Bon e la Psicologia della folla: i suoi pensieri erano straordinari, divorammo qualunque libro o articolo trovassimo sull'argomento. Ci spingemmo oltre innamorandoci di quello che stavamo diventando, come se stessimo assemblando pian piano i nostri corpi e le nostre vite in base a quello che scoprivamo. Lorenzo mi aveva ammonito tante volte sulla pericolosità della ricerca, non solo a livello personale, ma soprattutto sociale: ci sarebbe stato un effetto collaterale che il DNA avrebbe innescato. Era impossibile fermare la nostra sete di conoscenza nonostante i problemi familiari, il lavoro e i corsi all'università. Trascorrevamo parecchio tempo alla palazzina, Lisa arrivava sempre stanchissima dopo tirocinio. Molte volte restavamo abbracciati senza fare nulla, con i gessetti tra le dita e le mani sporche in attesa di trovare la forza per disegnare le Carte dei viaggi. Se qualcuno fosse entrato in quel posto ci avrebbe preso per pazzi, ma a noi non importava nulla di quello che pensava la gente. In quei momenti contavano il nostro amore e la voglia di dire a quegli ottant'anni che stavamo cercando qualcosa di speciale. Volevamo capire perché avessimo dentro quel germe assetato che consumava le nostre giornate, sudati, pazzi e inebriati di vita. Un giorno in cui eravamo particolarmente creativi Lisa si avvicinò dolcemente a me e lasciò cadere il gessetto che aveva in mano, poi si pulì strofinando entrambe le mani sulla maglietta.
«Dammi gli occhi!» Prese le mie mani per coprire i suoi occhi, poi pose le sue delicatamente sui miei. «Immagina di essere uno dei personaggi delle Carte dei viaggi che abbiamo disegnato...»
«Mi viene in mente Kant, il filosofo, hai tirato in ballo gli occhi e non posso che pensare a lui quando parla delle lenti che tutti indossiamo e con le quali vediamo la realtà.»
Nonostante avessi gli occhi coperti dalle sue mani sentii Lisa sorridere, provai a togliere le mani dai suoi occhi, ma mi impedì subito il folle gesto per non rompere la magia che stava creando.
«Tu sei Immanuel adesso, stai camminando per la città indossando le stesse lenti che hanno ispirato la tua grande filosofia. Improvvisamente ti fermi a osservare il paesaggio circostante da un ponte. Continua tu la storia...»
Lisa inventava spesso nuovi giochi e ogni volta mi sentivo come un bambino quando riceve il suo primo giocattolo. Non cercava mai di insegnarmi qualcosa o di rimproverarmi, piuttosto mi offriva spunti interessanti su cui riflettere.
Quando pronunciò quelle parole Dammi gli occhi sembrò un'illusionista. Del resto mi aveva sempre dato l'impressione di sapere qualcosa in più rispetto a me e di custodire un grande segreto. Il padre, alcolizzato, non sapeva nemmeno che gran tesoro avesse in casa. Forse è proprio nei grandi deserti che nascono i fiori più belli e rari.
«Sono Immanuel, da quel ponte vorrei poter spiccare il più alto dei voli come era solito da Vinci nelle sue epifanie. Sono un filosofo, non mi sento come gli altri ragazzi, ho avuto sempre paura delle mie illuminazioni. Non sopporto ritardi, sono puntualissimo e ciò infastidisce i miei amici che per ripicca se la prendono con comodo agli appuntamenti. Oggi, però, vedo una ragazza in lontananza, ne sono incuriosito, sta ferma in riva al fiume e guarda la sua immagine riflessa nell'acqua. Prende un ramoscello caduto da un albero di castagne poco più indietro e inizia a muoverlo sull'acqua. Disegna ripetutamente due ali enormi intorno al suo viso come a disegnare un angelo che poi vede svanire tra le piccole onde improvvise dell'acqua. Prende il ramoscello e continua a disegnare sulla terra bagnata appena fuori l'acqua. Scrive qualcosa, ma non riesco a vedere bene cosa sia perché si trova tra la mia visuale e la terra. Prendo gli occhiali dalla tasca della giacchetta e torno a guardare il fiume. La ragazza non c'è più, ma riesco distintamente a leggere cosa ha scritto sul lembo di terra bagnata: 'Sapere aude!'»
Lisa tolse le sue mani dai miei occhi e la guardai per qualche secondo senza dire nulla. Tremavo per ciò che avevo appena detto, le parole saltarono fuori dalla mia bocca come un ricordo realmente vissuto.
«Bellissimo Sher, mi hai fatto emozionare! Hai usato alcune informazioni personali di Kant tra cui la sua meticolosa puntualità e precisione e lo hai stupito mostrandogli qualcosa di surreale. Hai citato il suo famoso Sapere aude, osare di sapere, e hai costruito una storia intrigante. Una sera facemmo una Carta dei viaggi che partendo dalle radici della filosofia antica arrivava ai giorni nostri, mi sembra che la concludemmo con Howard Gardner e La teoria delle intelligenze multiple. Durante il percorso che abbiamo disegnato citammo la Filosofia del limite Kantiano, ti diede un fastidio tremendo il concetto di limite della possibilità della conoscenza umana. Ci perdemmo nello studio dei filosofi antichi approfondendo il concetto di ragione e fede di Locke. Ci divertimmo davvero molto, trovammo perfino informazioni interessanti sull'affresco di Michelangelo, La creazione di Adamo: Dio che illumina l'uomo con la parola dotandolo di tante facoltà tra cui quella della conoscenza. Restammo increduli scoprendo che il drappeggio sullo sfondo aveva la forma di un cervello umano. Mi sono innamorata di quella Carta dei viaggi, meno male che ho l'abitudine di scattare foto ogni volta che giochiamo. Kant non strinse mai legami affettivi né con donne né con uomini, la sua complessa situazione psicologica consumata dalla morte della madre e dei tanti fratelli lo costrinse a concedersi pochissimo affettivamente. Nel tuo racconto l'hai 'distratto' da questa sua rigidità immaginando la ragazza in riva al fiume. Poi hai fatto apparire la frase che egli stesso non avrebbe mai eletta come motto per la sua stessa vita. Hai dato la possibilità al filosofo del tempo, del limite e delle lenti di perdersi e di dare credibilità alla conoscenza senza limiti. Ci pensavo da un po' a usare le Carte dei viaggi per fare questo gioco, una sorta d'immedesimazione nei personaggi rivisitati dal nostro punto di vista con l'immaginazione. Tu poi hai una capacità d'immaginare invidiabile, lo devo ammettere...»
In effetti l'idea di Lisa non era niente male, Lorenzo mi aveva sempre detto che verità e immaginazione erano strettamente collegate. Ripeteva che l'utilizzo di un pizzico d'illusione aprisse la porta alle capacità interiori di una persona.
Ogni volta che ci vedevamo per giocare alle Carte e fare esperimenti mi immedesimavo in una persona diversa e, come se non bastasse, continuavo ad avere strani sogni la notte che difficilmente riuscivo a interpretare. Sembrava che il corpo e la mente si fossero svegliati da un lungo letargo permettendomi di vedere le cose da un altro punto di vista.
Ripensai spesso a Kant e alla magia del Sapere Aude, ne fece il simbolo dell'Illuminismo: 'Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza.' Come avrei potuto dimenticare quella Carta dei viaggi!
I momenti passati alla palazzina furono davvero paradisiaci, tutto il resto spariva e contavamo solo Lisa e io. Non avevamo molti amici e cominciai ad avvertire una sorta d'inquietudine perché non potevo confrontarmi con altri coetanei. Nonostante lavorassi nei pub della città non ebbi molte occasioni di familiarizzare con altri ragazzi e nel tempo libero mi dedicavo a studiare per gli esami universitari o cercavo di vedere Lisa.
Lisa si accorse ben presto della mia sofferenza e cercò di starmi più vicino. Facemmo alcuni viaggi nei week-end quando non dovevo lavorare, visitammo città italiane ed estere che non fossero troppo dispendiose