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Ritorno al passato: Il commissario Risso
Ritorno al passato: Il commissario Risso
Ritorno al passato: Il commissario Risso
E-book128 pagine1 ora

Ritorno al passato: Il commissario Risso

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Info su questo ebook

L'affiatato duo Risso-Angelucci si ritrova ad indagare su un omicidio avvenuto nel Savonese durante il periodo della Resistenza. Il ritrovamento del diario della vittima, una giovane donna bella e passionale, li proietterà in una dimensione protesa tra una dolce e contrastata storia d'amore e il clima di violenza e di sospetto che caratterizzò quegli anni. Un giallo storico che vi verrà voglia di leggere tutto d'un fiato.
LinguaItaliano
Data di uscita17 feb 2020
ISBN9788835374190
Ritorno al passato: Il commissario Risso

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    Anteprima del libro

    Ritorno al passato - Silver lady

    Merriam)

    Premessa

    Questo è un episodio particolare nella serie del commissario Risso. È un giallo rosa dedicato ai ricordi di mia madre e alla Resistenza. Non vi aspettate un thriller mozzafiato, ma un misterioso fatto del passato da risolvere. Le vicende si svolgono  alternando i giorni nostri e il contenuto di un vecchio diario, dalle pagine ingiallite, risalente alla seconda guerra mondiale.

    Il racconto Il Diario di Livia, estratto fedele del diario inserito nel romanzo, è stato premiato nel 2017 in concorso sulla Resistenza di Anpi Varzi.

    Buona lettura!

    UN SALTO NEL PASSATO

    I

    Aprile di ogni goccia un barile... A metà maggio Risso ne aveva più che abbastanza. Alzò il cappuccio del parka leggero e si avviò verso il fuoristrada.

    Il cielo era grigio e il verde malinconico gocciolante. Qualche sbuffo di fumo usciva ancora dai comignoli, mentre l'umidità regnava sovrana.

    Pensò alla sua compagna ancora avvolta nell'abbraccio del piumone. Non aveva voluto disturbarla.

    Era così bella quando dormiva... era bella sempre: con la sua spontaneità, quel buffo modo di arricciare il naso quando rideva e l’inconfondibile chioma rossastra. Un corpo caldo, nudo, nel suo letto... Chi lo avrebbe mai detto? Dopo tanto tempo…

    Le ferie erano finite, doveva riprendere in mano il commissariato.

    La pioggia si fece insistente, con quella bramosia di voler lavare il mondo. Le rose piegavano il capo meste e i papaveri avevano perso gran parte della loro spavalderia, i petali zuppi e spampanati. L'asfalto lucido rifletteva alberi e case ai margini della strada, mentre il fiume gonfio e bruno gorgogliava.

    Rinunciò al caffè al solito bar e si diresse rassegnato in questura. De Luca lo accolse con il saluto militare e il solito faccione tondo e sbarbato alla perfezione.

    - Commissario, ben tornato! Il vice questore l'attende tra un'ora nel suo studio.

    - Grazie De Luca, vado in ufficio a leggermi i rapporti. C'è la possibilità di avere un caffè?

    - Ci penso io Dottore, doppio e lungo? - Si offrì l'agente in tono zelante.

    Risso annuì con un mezzo sorriso, raggiunse il suo ufficio e si immerse nella lettura di una noiosissima sfilza di rapporti per reati minori. Con l’Angelucci fuori uso, Il vice ispettore Pittaluga aveva avuto senza dubbio il suo da fare. Ancora per poco: entro un paio di giorni Sara avrebbe ripreso servizio. Si chiese come sarebbe stato lavorare al suo fianco, ora che il loro rapporto era diventato intimo agli occhi di tutti. Decise di non pensarci: ormai la frittata era fatta.

    Si stiracchiò, bevve un ultimo sorso di caffè ormai freddo e controllò svogliato l'orologio da polso.

    Era l'ora di incontrare Boni, si concesse una sigaretta affacciato alla finestra tra rade gocce di pioggia, poi senza fretta raggiunse l'ufficio del vice questore.

    - Alessandro! La trovo in splendida forma, le ha fatto bene un po' di riposo. Dopo il caso della motociclista ne avevate veramente bisogno... Pronto per ricominciare?

    Il solito vecchio Boni, paterno e cortese, con la sua mole da peso massimo.

    - Certo Dottor Boni. Ha qualche novità per me?

    Risso, non immaginava minimamente ciò che il destino stava per rifilargli tra capo e collo.

    - Un caso all'apparenza tranquillo, oserei dire. Durante uno scavo sulle alture di Varazze sono stati rinvenuti dei resti umani, da una prima valutazione si pensa possano risalire alla seconda guerra mondiale.

    - Bene, ma io cosa posso fare? Ci penserà chi di dovere. - Lo interruppe il commissario, per nulla attirato da un caso di antropologia forense.

    - Personalmente, credo che lei e l'Angelucci siate le persone più adatte a svolgere questa indagine. Ci sarà da parlare e acquisire la fiducia delle persone del luogo. Vogliamo capire il motivo dell'insolita sepoltura e mettere a tacere dubbi e pettegolezzi. Io penso che anche un vecchio omicidio meriti tutta la nostra attenzione.

    - Ci sono già elementi per pensare all’omicidio?

    - Di questo ne parlerà con Zanchi e la scientifica, ma sì, è proprio questo il punto! Si metta in contatto con loro e poi mi tenga informato sullo sviluppo delle indagini.

    Risso pensieroso lasciò l'ufficio di Boni: non era facile indagare su fatti recenti, non lo sarebbe stato affatto su cose accadute più di mezzo secolo prima.

    Il dottor Zanchi, con la collaborazione di un antropologo forense, era riuscito a risalire al sesso e all'età della vittima. Il commissario lo chiamò il giorno stesso.

    - Allora Zanchi, che mi può dire in proposito? Immagino che sia stata una bella seccatura per lei.

    - Non me ne parli, commissario: basarsi su qualche osso e uno stentato ciuffo di capelli, non è il mio genere… Comunque i colleghi, tramite le analisi biologiche, sono riusciti a stabilire la data approssimativa dell'intervallo post mortem e l'età della vittima: una donna di origine caucasica sui vent'anni, morta in seguito a trauma cranico nella primavera del 1944. Stanno già cercando di fare una ricostruzione facciale tridimensionale con la moderna tecnologia. Io ho prelevato un campione di DNA per eventuali comparazioni. Le farò avere tutto il più presto possibile.

    - Grazie Zanchi, qualsiasi particolare è importante, prendetevi pure il tempo necessario.

    Risso chiuse la telefonata perplesso: un misterioso omicidio, rimasto irrisolto per settant'anni, era una bella gatta da pelare. Chissà se l'assassino era ancora vivo?

    Sentiva la mancanza dei suoi collaboratori più fidati con cui confrontarsi. Non sapendo che scusa inventarsi per coinvolgere l'informatico, decise di buttarsi su altri casi con la speranza di trovare il pretesto.

    Riguardò gli appunti del vice ispettore Pittaluga con più interesse, un caso di abili clonatori di bancomat attirò la sua attenzione. Chi meglio di Parodi poteva occuparsene?

    Afferrò la giacca e si diresse al parcheggio.

    Sorprese De Luca intento a divorare furtivo una barretta al cioccolato. L'agente cercò di ricomporsi, accennò un improbabile attenti, causando una sbavatura appiccicosa sul cappello d’ordinanza 

    Il commissario lo risparmiò tirando dritto per la sua strada: aveva altro a cui pensare.

    II

    Una telefonata di cortesia era d’obbligo.

    - Paolino che ne dici di un caffè al solito bar? Ti voglio di nuovo con noi.

    - Era l'ora che ti decidessi a tornare. La tua scrivania avrà fatto le ragnatele… e io, a dire il vero, mi annoiavo a morte. Sto diventando troppo nerd qua dentro!

    - Bene, allora muovi le chiappe e raggiungimi.

    I due amici non avevano bisogno di gesti plateali, bastò uno sguardo condiviso per ritrovare l'intesa. Parodi lesse negli occhi

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