Storie
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Storie - Marco Polverelli
storie
AVVENTURA
Il sole nascente, simile a un disco di rame, incominciava a spargere dovunque la sua luce. Ma sotto quel cielo di metallo, qualsiasi colore appariva sommesso. Le foglie degli ulivi, nonostante mostrassero qualche luccichio, sembravano asfittiche nell'aria immobile del primo mattino. Avevo l'impressione che trattenessero il fiato anche gli ordinati filari di viti, i campi, il fiume; insomma: la valle intera. Mi confermava la sensazione, il pigro infrangersi delle onde sui ciottoli del bagnasciuga. L'indolente sciabordio del lago e il rapido richiudersi delle increspature fatte sulla sua piatta superficie dai remi del barcaiolo, annunciavano l'arrivo di un'altra giornata caldissima. Pure quel quarantenne remava ingobbito verso l'approdo. Lui era prostrato dalla prospettiva di dover affrontare un nuovo giorno torrido, oppure era pressoché stordito dal forte odore delle alghe marce? Tuttavia udendo: Di qua, da questa parte
, quel traghettatore abbandonò la fiacca e scorgendo le due braccia che si agitavano con vigore prese a remare verso il punto della gora dove l'ombra dei folti cespugli di oleandro, non gli aveva permesso di vedere i passeggeri in attesa sul declivio erboso.
Sorrise appena fu davanti a loro, però immediatamente quel sorriso si spense: nessuno l'aveva preparato alla magrezza spettrale del vecchio, in piedi e con la schiena appoggiata al pino. Riconosciuto in quel vecchio Guglielmo disse (dopo aver ridotto la propria tensione, ancorando la barca al palo conficcato al bordo della terraferma): Nobile signore, è un’infinità che non c'incontriamo
. Seguitando: Quando i miei genitori erano al vostro servizio, voi m'insegnavate ad andare a cavallo. Ero un bambino, eppure quei momenti me li ricordo ancora
.
Nel frattempo il più giovane gli si era avvicinato, bisbigliando: Vi avranno riferito che mio zio desidera rivedere i luoghi della propria fanciullezza. Adesso, benché abbia solo cinquant'anni, ciò è possibile soltanto con la barca. Una ferita riportata nello scontro con gl'infedeli, lo sta annientando
. E continuò: Dunque voi prendetelo in braccio per adagiarlo sul fondo dell’imbarcazione, intanto io sistemo lì delle coperte e dei cuscini. I due servitori che lo hanno trasportato fin qui con la portantina, riprenderanno il cammino per tornare indietro
.
Sollevando quel probabile viaggiatore: pesava quanto un bimbo, gli occhi del Barcaiolo si velarono di lacrime. Ma esse subito furono dissolte dall'immagine che gli si affacciò alla mente: Guglielmo pronto per imbarcarsi per il Santo Sepolcro.
L'armatura di quell'uomo sfavillava nella luminosità del pomeriggio di marzo con la neve che riverberava i raggi del sole e, in egual modo, scintillava la spada che gli pendeva dal fianco destro. A sinistra, agganciato alla sella, c'era il grande scudo bianco crociato di rosso. La stessa croce rossa l'aveva il candido mantello che gli scendeva dalle spalle fino a coprire le terga dello stallone.
Il portamento e lo sguardo fieri di Guglielmo non facevano pensare che sarebbe ritornato quasi incapace di muovere un passo.
Notando che gli occhi gli scintillavano come allora, il Barcaiolo sospirò tra sé: Quest'uomo che ha attraversato molte terre, molti mari ora si accontenta di un viaggio di poche miglia. Anzi quelle poche miglia rappresentano, per lui, un un'avventura
. Poi: Com'è possibile?
borbottò spostando la barca, finché essa venne catturata dalla corrente. Successivamente affondò i remi nell'acqua e prese a remare sicuro: il fiume era al di sotto del livello estivo abituale, ma lui conosceva benissimo i fondali.
Benché di poco sopra l'orizzonte, il sole era già una palla di fuoco che arroventava ogni cosa. Malgrado l'alito di brezza che saliva dal basso e dai canneti, chiazzanti di verde-giallo le sponde, il Barcaiolo e il giovane sudavano abbondantemente e si sentivano snervati. Solo Guglielmo era vispo: girava la testa di qua e di là ricordando gli eventi legati ai luoghi che gli sfilavano di fronte.
Per me è un immenso piacere, amico
sussurrò Guglielmo rivolto al Barcaiolo ma temo che per voi sia una faticata
.
Oh, no davvero
ribatté pronto l'altro, che seguitò: Il fiume mi dà di che campare. Ormai vivo qui, estate e inverno
.
Frattanto appoggiandosi alle ginocchia del nipote ventenne, che seduto dietro di lui teneva piegate per sorreggergli la schiena, Guglielmo era riuscito a immergere le dita di una mano nelle acque teatro del sue prime nuotate e poiché continuavano a brillare i suoi occhi sognanti, il Barcaiolo bofonchiò: È vero che la felicità è fatta di piccole cose ma rivedere i posti dove si è nati e cresciuti, può procurare tanta gioia? È probabile che dalle contrade orientali, Guglielmo abbia portato con sé qualche magia. Si mormora che laggiù ci siano maghi capaci di trasformare le pietre in oro e di evocare le anime dei trapassati
.
I suoi borbottii furono interrotti da Guglielmo, che con voce chiara e ferma: Ricordo bene, non è cambiato niente
. E aggiunse, dato che il piacere per l'avverarsi del desiderio gli aveva ridato un po’ di forza: Mi sento come un fanciullo dinanzi a una vacanza inaspettata
.
Le rive divennero più alte e popolate da grandi alberi frondosi, poi oltre l'antico ponte romano, Guglielmo affermò: Non è più tanto distante
e indicando con l'indice: Là. Al di là di quei giunchi, c'è il maniero con intorno le case dei fittavoli
.
Allora il Barcaiolo spinse la prua tra la sabbia e balzò a terra per tirare in secco la barca. Quindi dicendo: Voi restate qui tranquilli, mentre io salgo ad avvertire del nostro arrivo
.
Il cugino di Guglielmo: un uomo intorno alla cinquantina, scese al fiume, con due servi e una lettiga improvvisata.
Quello che era corso a salutare, non era il paladino di Gerusalemme ma il compagno delle avventure che avevano riempito la loro infanzia e giovinezza.
Nella sua mente presto i ricordi riemersero e anche se il Barcaiolo l'aveva avvisato, lui non seppe frenare il moto di sgomento alla vista della larva umana che si trovò dinanzi.
Fu rapido a riprendersi, ma Guglielmo che lo notò: Non ti aspettavi di trovarmi in questo stato, vero Enrico? Gli anni sono passati e io non sono invecchiato bene. Ma non preoccuparti! Sono contento, felice di rivederti in buone condizioni e sulla terra dove ti ho lasciato tanti anni fa
.
E mentre Enrico lo alzava per adagiarlo sulla lettiga, Guglielmo aggiunse: Non voglio crearti fastidi, ma soltanto restare a sedere un poco in questo posto. Con te che mi parli della tua famiglia e dei poderi
.
Trasportarono quel ‘pesantissimo carico’ su per il pendio e sotto la gigantesca quercia della tenuta, sistemarono Guglielmo con coperte e guanciali per le sue fragili ossa. In seguito la moglie e i figli di Enrico, pur indaffarati a dissimulare la compassione per l’ospite, diedero inizio a un gran viavai per offrire birra, frutta, pane al visitatore. Frattanto il padrone di casa, sedutosi sulla panca sotto l’albero, aveva iniziato a rievocare gli anni trascorsi e quanto gli era accaduto durante l'esistenza.
Guglielmo ascoltava con un lieve e soddisfatto sorriso, ma parlava sempre meno: cominciava a sentirsi stanco. L’eccitazione del viaggio si stava spegnendo.
Ti prego
disse ad Enrico ora, lasciami solo. Sono stanco e farò un sonnellino
.
Enrico si era appena allontanato, che gli si parò di fronte il Barcaiolo: Nel primo pomeriggio scoppierà un temporale; però se volete tornare a casa, è bene risalire subito in barca. La giornata appartiene a voi, Guglielmo. Dunque, tocca a voi decidere
.
Lui guardò il cielo: il sole era allo zenit e splendeva, tuttavia a occidente si andavano ammassando nuvoloni scuri, perciò: Si, ripartiamo
.
I figli di Enrico lo riportarono a riva.
Fu Enrico stesso a sistemarlo sulle coperte distese sul fondo della barca e a liberare l'imbarcazione dalla morsa della sabbia.
Guardava allontanarsi i tre, rassicurato dal placido fluire delle acque e dal fatto che a oriente c'era ancora una luce quasi accecante.
Avevano percorso un buon tratto, quando il Barcaiolo si accorse che le acque del fiume s'intorbidavano e diventavano sempre più tumultuose, mentre i nuvoloni neri si moltiplicavano.
All'improvviso il cielo si oscurò e la penombra li avvolse. I tre alzarono gli occhi. Vedendo le nubi che si erano ammucchiate sopra il loro capo: "Verso monte