Malìe
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Anteprima del libro
Malìe - Marco Polverelli
dell’autore.
NOZZE
Una donna istruita è ancora guardata con sospetto, talvolta con sdegno.
Siccome la sua mente acuta avrebbe potuto essere causa della sua fine, si era imposta di non rivelare a nessuno le sue reali capacità. Ma un dubbio l'afferrò: Adesso che mi sposo, dovrò rivelarlo a mio marito?
Le sfuggì un'amara risata, considerando che da mesi erano in corso gli accordi matrimoniali ma a tutt'oggi non sapeva nulla del futuro sposo, neppure se era giovane o vecchio.
Ah,
borbottò se fossi D'Artagnan. Se invece di un corpo femminile avessi la struttura di un maschio, potrei farmi valere!
Continuando a scendere le scale del sontuoso palazzo: Anziché una studiosa, diventerò una madre
.
In quell'attimo, ebbe l'idea di andare a parlare con l'unica amica con cui condivideva pensieri e azioni importanti.
Dovrai farlo
mormorò Julie. Anche in questo 1845, non c'è donna che riesca a opporsi alla volontà del proprio padre. Pure io dovetti farlo quando avevo la tua età".
Ne sono a conoscenza, ma è questa ineluttabilità che mi sconvolge
, rispose Jasmine e
sedendosi sul sofà, accanto all'amica, stringendole le mani tra le sue: Voglio vivere la mia vita
.
Qui, a Fontainebleau, è impossibile
, affermò Julie.
"Proprio tu me lo dici. Tu che sei libera di fare tutto quello che vuoi.
Tu mi hai fatto capire che in una donna l’intelligenza … interrompendola Julie:
Non è una disgrazia. Usala, Jasmine Con essa, una donna sposata può ottenere tutto ciò che vuole".
Sebbene nessun uomo l’avesse sensualmente toccata, Jasmine a diciott’anni non era ignara degli effetti conseguenti ai rapporti carnali. Ma le appariva privo di attrattive il matrimonio e i suoi doveri poco allettanti, poco lusinghieri.
Uscendo dalla casa dell’amica: Corinne
disse rivolta alla fedele chaperon è vero che oggi il mio genitore e quello del mio futuro sposo s’incontreranno per discutere della dote e della data della cerimonia nuziale?
Si, l’ho saputo dalla domestica e dalla cuoca
le rispose la saggia accompagnatrice, seguitando: è un incontro ufficiale. Sembra un accordo politico, non un’unione tra due persone. Un accordo che decide i destini, la prosperità e la parentela
.
Infatti quei due decideranno della mia vita, senza che io abbia alcuna voce in capitolo
, si lamentò Jasmine.
Quindi riprese Corinne: Voi ricchi mi stupite sempre: complicate una cosa semplice come scegliere un consorte
.
Però
le rispose Jasmine le generazioni che mi hanno preceduta hanno attuato matrimoni che si sono rivelati buoni sia politicamente, sia per la ricchezza
.
Allora, sei rassegnata
.
Non proprio, ma cosa posso fare per fermare il progetto di mio padre?
Per consolarla le picchiettò la mano appoggiata al suo braccio, seguitando a camminare nella morbida luce di quella mite giornata di primavera che stava per finire.
Prendendo la direzione della loro principesca dimora, Corinne: Ti obbligano a sposarti, ma tu sei fortunata: il tuo futuro marito è giovane e prestante; il mio era vecchio e così grasso che crollava sfinito sul più bello
.
Superato il muro ricoperto di germogli di edera che fiancheggiava la strada, nel prato adiacente vedendo un gruppo di bambini giocare con un pallone, affermò l’attempata dama: Durante la spensierata giovinezza, sono tutti fratelli. Ma quando diventeranno adulti, nasceranno rancori – invidie - ostilità. Di certo, tra loro c’è già il seme del dissidio
.
Poi, notando parecchie persone radunate accanto al carrettino che vendeva dolci, Corinne: "Non è Nicolas quello con la finanziera e il cilindro? E’ lui il tuo promesso sposo. Non è una magnifica notizia?
Ci ha viste. Viene da questa parte".
Non ottenendo risposta, si girò e frenetica guardandosi intorno: Dov’è finita Jasmine? L’ho persa di vista nel momento in cui la palla di stracci è rotolata ai nostri piedi
.
"Ah, ecco Jasmine! E’ là. Gioca con quei mocciosi.
Una signorina perbene, del suo lignaggio ...!", proruppe e scorgendo l’aitante Nicolas avanzare verso di loro, lottò contro l’impulso di chiamarla.
Un moto di disappunto la invase.
Perché?
Perché non era quello l’incontro che Corinne immaginava per la sua adorata Jasmine, con il promesso sposo.
Vagheggiava, per i due aspiranti sposi, un appuntamento magari nel lussureggiante giardino di lei. Lì, il riverbero del sole al tramonto avrebbe acceso di riflessi dorati la cascata di ricci di Jasmine mettendo in risalto il suo perlaceo incarnato e riducendo le dimensioni del naso, vistosa eredità degli importanti avi.
Un futuro marito, non avrebbe mai dovuto vedere la prossima metà in condizioni tanto disdicevoli: sudata, la cuffietta di sghimbescio e con il vestito sporco di fango.
Dunque, con apprensione fissava l'avanzare disinvolto del trentenne.
Sperò vivamente che i grandi passi di lui fossero dirottati, ma presto si rese conto che l'obiettivo dell'uomo rimaneva la ragazza.
Quando si trovò Nicolas dinanzi, le parve che le ginocchia cedessero. Pertanto raddrizzò le spalle e si costrinse a fissare gli occhi verdi del giovane. Avrebbe potuto annegarvi. Tuttavia fingendo una disinvoltura che le era estranea, Corinne disse la prima cosa passatale nella mente: Già fuori dalla Banca?
"Madame, sono quasi le 6.00".
Benché la frase fosse pronunciata da una voce roca, quel mormorio le sembrò celestiale e un gradevole brivido le corse lungo la schiena.
Il pensiero di avere di fronte un uomo bello come Adone e con un corpo da atleta, la sconcertava per cui invece di distrarre il giovane affinché non notasse Jasmine calciare il pallone, si perse in fantasie proibite. Pertanto quasi infastidita, sospirò quando udì: "Posso parlare con la sua protetta, cioè la mia futura sposa?
Nicolas, non è corretto: siamo in pubblico
.
Siamo in pubblico
ripeté Nicolas che seguendo i tiri del pallone: Non è Jasmine quella laggiù?
Ti sbagli
, rispose Corinne mentendo spudoratamente.
Eppure Nicolas si mosse verso il prato, sussurrando: Scambierò con lei, solo qualche parola
.
Afferrandolo per una manica: Non essere scortese
.
Non sono mai scorte con le donne
.
Mentre Jasmine cercava la palla finita nel boschetto, vedendo arrivare Nicolas borbottò:
Un mite e piacevole pomeriggio, rovinato da quell'individuo
.
Poi la palla rotolò sulle scarpe di Nicolas che la raccolse e la lanciò ai quattro o cinque ragazzini in attesa.
Loro due, appena separati da qualche aiuola, rimasero a scrutarsi. Lei lo squadrava indecisa:Gli sorrido o faccio finta di niente?
Lui animato dal solito spirito pratico, si voltò di qua e di là. Individuando una panchina nelle vicinanze, vi si diresse invitando Jasmine a raggiungerlo.
Sebbene apparisse tranquilla, la ragazza dentro di sé tremava. Per la prima volta nella sua vita, non sapeva cosa pensare o fare e neppure quali argomenti affrontare con quell'uomo di cui il padre e il fratello ne avevano cantato le lodi. Se avesse dovuto incontrare il re, non sarebbe stata così nervosa. Tuttavia si sedette sulla panchina aggiustando la cuffietta, poi nascondendo le tra le pieghe del lungo e ampio vestito, le macchie di melma. In seguito si calmò accarezzando, tra pollice e indice le pietre del braccialetto appartenuto a sua madre. Quindi, si disse: Ah, se potessi fuggire. Se potessi essere la ragazzina spensierata di un tempo! Ma la realtà ... è differente, m'impone come marito quest'uomo di fianco
. E congiungendo le mani in grembo, bofonchiò tra sé: Così, sono rispettosa?
Lo sguardo di Nicolas passò dalle dita al volto di lei, dove piccole gocce di sudore imperlavano la pelle sopra il labbro.
Studiandola senza lasciar trasparire niente circa i propri sentimenti: Jasmine, i nostri rispettivi padri staranno definendo i particolari e la data delle nozze tra noi due
esordì, aggiungendo: "Ho ritenuto opportuno parlarti in queste circostanze insolite e nonostante abbia rispetto per la volontà del mio pater familias, per dirti che non intendo sposarmi né con te né con qualche altra.
Spero di non offenderti con la mia sincerità".
No. Te ne sono grata, perché anch'io