Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Manuale di pianificazione finanziaria Smart
Manuale di pianificazione finanziaria Smart
Manuale di pianificazione finanziaria Smart
E-book181 pagine1 ora

Manuale di pianificazione finanziaria Smart

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Fondamenti di Cultura Finanziaria per investire consapevolmente, affrontare i cicli della vita e non farsi trovare mai impreparati.

Un manuale semplice e di facile utilizzo per tutti coloro che non hanno nessuna nozione finanziaria ma che vogliono capire come far fruttare i propri risparmi in maniera oculata con occhio attento alla protezione ed alla liquidabilità per gli imprevisti della vita.Un occhio attento anche alla gestione della propria componente emotiva causa primaria delle perdite sui propri investimenti.

Il Motto di questo Ebook: La miglior protezione del tuo Capitale è la “Cultura Finanziaria”
LinguaItaliano
Data di uscita28 feb 2020
ISBN9788831661188
Manuale di pianificazione finanziaria Smart

Correlato a Manuale di pianificazione finanziaria Smart

Ebook correlati

Business per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Manuale di pianificazione finanziaria Smart

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Manuale di pianificazione finanziaria Smart - Maurizio Mapelli

    in­fo@you­can­print.it

    INTRODUZIONE

    Non siamo stupidi ma…

    Un PC e un mou­se co­sta­no in­sie­me 510 eu­ro. Il PC co­sta cin­que­cen­to eu­ro in più del mou­se. Quan­to co­sta il mou­se? La mag­gior par­te del­le per­so­ne ri­spon­de ra­pi­da­men­te, in­si­sten­do che il mou­se co­sta die­ci eu­ro. Una ri­spo­sta so­lo ap­pa­ren­te­men­te ov­via e cor­ret­ta. In real­tà la ri­spo­sta giu­sta è che il PC co­sta 505 eu­ro e il mou­se 5 eu­ro. So­li­ta­men­te ci si ar­ri­va do­po qual­che se­con­do di ri­fles­sio­ne. Se non ci fo­ste ar­ri­va­ti (nien­te pau­ra, è nor­ma­le) ba­sta pen­sa­re che se il mou­se co­stas­se dav­ve­ro 10 eu­ro la dif­fe­ren­za tra i due og­get­ti non sa­reb­be di 500 eu­ro ma di 490.

    Pc € 500 - Mou­se € 10 = 490

    Men­tre la ri­spo­sta cor­ret­ta re­si­ste al­la più clas­si­ca del­le pro­ve arit­me­ti­che. Car­ta e pen­na al­la ma­no:

    Pc € 505 + Mou­se € 5 = € 510

    Per­ché al­lo­ra le per­so­ne ca­do­no in que­sto ge­ne­re di er­ro­ri?

    La ri­spo­sta è da una par­te ras­si­cu­ran­te, dall’al­tra me­no. In ogni ca­so può es­se­re con­si­de­ra­ta una buo­na no­ti­zia.

    Quan­to al­le ras­si­cu­ra­zio­ni: non è que­stio­ne di quo­zien­te in­tel­let­ti­vo o di es­se­re stu­pi­di. Si trat­ta in­ve­ce del fat­to che le per­so­ne, gli es­se­ri uma­ni agi­sco­no con­ti­nua­men­te in mo­do tutt’al­tro che ra­zio­na­le.

    Scher­zi del­la na­tu­ra, tec­ni­che che ci por­tia­mo die­tro dai no­stri an­te­na­ti co­stret­ti a ela­bo­ra­re ri­spo­ste in bre­ve tem­po pe­na es­se­re man­gia­ti da ti­gri e al­tri ani­ma­li fe­ro­ci. Quel­lo che av­vie­ne ogni vol­ta, qua­si ogni vol­ta che si trat­ta di scel­te, è co­no­sciu­to co­me ri­spar­mio co­gni­ti­vo, la ten­den­za dell’uo­mo ad af­fi­dar­si a scor­cia­to­ie di pen­sie­ro e al­tri flus­si di ra­gio­na­men­to che, ap­pa­ren­te­men­te, con­sen­to­no di ela­bo­ra­re una ri­spo­sta in mo­do più ve­lo­ce.

    Quel­lo che sap­pia­mo in pro­po­si­to rien­tra nel­la bran­ca del­la scien­za dell’eco­no­mia com­por­ta­men­ta­le ed è sta­to pre­sen­ta­to prin­ci­pal­men­te co­me bias co­gni­ti­vi, so­prat­tut­to gra­zie al la­vo­ro di Da­niel Kah­ne­man vin­ci­to­re del pre­mio No­bel gra­zie al­la for­mu­la­zio­ne del­la sua teo­ria del pro­spet­to con Amos Tver­sky. La Teo­ria del pro­spet­to si fo­ca­liz­za in par­ti­co­la­re sul­le de­ci­sio­ni in con­di­zio­ni di ri­schio, te­ma che sa­rà una li­nea gui­da di que­sto li­bro.

    Ma tor­nia­mo all’esem­pio ini­zia­le. In real­tà la ver­sio­ne clas­si­ca è for­mu­la­ta pre­sen­tan­do al­le per­so­ne una do­man­da di ti­po di­ver­so: un pi­pi­strel­lo e una pal­la co­sta­no $ 1,10 in to­ta­le. Il pi­pi­strel­lo co­sta $ 1,00 in più del­la pal­la. Quan­to co­sta la pal­la?

    Ho vo­lu­to cam­bia­re la for­mu­la­zio­ne, in­tro­du­cen­do og­get­ti di­ver­si, per cer­ca­re di sor­pren­de­re il let­to­re più in­for­ma­to ma an­che per un al­tro mo­ti­vo.

    In­nan­zi­tut­to, ho po­sto una do­man­da plau­si­bi­le. Sap­pia­mo be­ne, per espe­rien­za, che un mou­se co­sti mol­to me­no di un PC. E sap­pia­mo al­tret­tan­to be­ne, lo sa al­me­no la mag­gior par­te del­le per­so­ne, che un mou­se si col­lo­ca spes­so a una fa­scia di prez­zo di 10/20 eu­ro e mol­ti PC han­no un co­sto in­tor­no al­le cin­que­cen­to eu­ro. La mia for­mu­la­zio­ne ri­spon­de dun­que al­la real­tà e non crea dif­fi­den­za o met­te in al­lar­me il let­to­re.

    Per­ché que­sta pre­ci­sa­zio­ne? Un espe­ri­men­to più ap­pro­fon­di­to, sul­lo stes­so di­lem­ma, ren­de­rà tut­to più chia­ro.

    In un ar­ti­co­lo del Jour­nal of Co­gni­ti­ve Psy­cho­lo­gy del 2014, i ri­cer­ca­to­ri Tré­mo­liè­re e De Neys sot­to­li­nea­no che la ri­spo­sta ge­ne­ra­ta in­tui­ti­va­men­te al pro­ble­ma "bat-and-ball" (che la pal­la co­sta 10 cen­te­si­mi, nel no­stro ca­so ini­zia­le era il mou­se a 10 eu­ro) non è né al­ta­men­te cre­di­bi­le né al­ta­men­te in­cre­di­bi­le. Non è ir­ra­gio­ne­vo­le pen­sa­re – spe­cial­men­te per qual­cu­no che non è un esper­to di ba­se­ball – che una pal­la del ge­ne­re pos­sa co­sta­re 10 cen­te­si­mi. Si chie­de­va­no pe­rò co­me una per­so­na po­tes­se ri­spon­de­re se un pro­ble­ma di ti­po si­mi­le aves­se su­sci­ta­to una ri­spo­sta in­tui­ti­va, ma in­cre­di­bi­le. Co­sa suc­ce­de­reb­be se la ri­spo­sta in­tui­ti­va con­trad­di­ces­se al­tre in­tui­zio­ni co­me la co­no­scen­za pas­sa­ta del co­sto di un ar­ti­co­lo?

    Per sco­prir­lo, i ri­cer­ca­to­ri han­no chie­sto ai par­te­ci­pan­ti di ri­spon­de­re a un pro­ble­ma di ti­po bat-and-ball clas­si­co o mo­di­fi­ca­to. Nel clas­si­co pro­ble­ma, ai par­te­ci­pan­ti è sta­ta po­sta la se­guen­te do­man­da: Una Rolls-Roy­ce e una Fer­ra­ri in­sie­me co­sta­no $ 190.000. La Rolls-Roy­ce co­sta $ 100.000 in più ri­spet­to al­la Fer­ra­ri. Quan­to co­sta la Fer­ra­ri?.

    Nel­la ver­sio­ne mo­di­fi­ca­ta del pro­ble­ma, ai par­te­ci­pan­ti è sta­ta po­sta in­ve­ce la se­guen­te do­man­da: Una Fer­ra­ri e una Ford in­sie­me co­sta­no $ 190.000. La Fer­ra­ri co­sta $ 100.000 in più ri­spet­to al­la Ford. Quan­to co­sta la Ford?.

    Co­me nel pro­ble­ma ori­gi­na­le del pi­pi­strel­lo e del­la pal­la, le per­so­ne spes­so cer­che­ran­no di ren­de­re il pro­ble­ma più fa­ci­le ri­muo­ven­do in­con­scia­men­te il più di for­mu­la­zio­ne del pro­ble­ma, por­tan­do­li a leg­ge­re il pro­ble­ma di­cen­do: La Rolls-Roy­ce co­sta $ 100.000 o La Fer­ra­ri co­sta $ 100.000.

    La ri­spo­sta in­tui­ti­va, ma er­ra­ta, è che l’au­to me­no co­sto­sa (che sia la Fer­ra­ri o la Ford, a se­con­da del pro­ble­ma) co­sta $ 90.000; tut­ta­via, nel­la ver­sio­ne mo­di­fi­ca­ta del pro­ble­ma, que­sta ri­spo­sta (che la Ford co­sta $ 90.000) è in con­flit­to con la co­no­scen­za e l’espe­rien­za di qua­si tut­te le per­so­ne sul­le au­to Ford: l’idea che una Ford co­sti $ 90.000 non è cre­di­bi­le. Que­sto con­flit­to non è pre­sen­te nel clas­si­co pro­ble­ma, in quan­to il pen­sie­ro di una Fer­ra­ri che co­sta $ 90.000 sem­bre­reb­be ra­gio­ne­vo­le al­la mag­gior par­te del­le per­so­ne.

    I ri­cer­ca­to­ri han­no sco­per­to che un nu­me­ro si­gni­fi­ca­ti­va­men­te mag­gio­re di per­so­ne ha ri­spo­sto cor­ret­ta­men­te al­la ver­sio­ne mo­di­fi­ca­ta del pro­ble­ma ri­spet­to al­la ver­sio­ne clas­si­ca del pro­ble­ma. Gli au­to­ri han­no dun­que de­dot­to che quan­do le ri­spo­ste in­tui­ti­ve so­no in con­flit­to con al­tre in­tui­zio­ni, co­me quel­le ba­sa­te sul­la co­no­scen­za e sull’espe­rien­za, le per­so­ne han­no mag­gio­ri pro­ba­bi­li­tà di im­pe­gnar­si in ra­gio­na­men­ti più de­li­be­ra­ti e ri­fles­si­vi che por­ta­no a una mag­gio­re pro­ba­bi­li­tà di ri­spon­de­re cor­ret­ta­men­te al pro­ble­ma.

    È pro­ba­bi­le che ades­so tu ti stia fa­cen­do due do­man­de. La pri­ma: ma non sta­vo leg­gen­do il li­bro di un cer­to Ma­pel­li, con­su­len­te fi­nan­zia­rio? La se­con­da: e dun­que?

    Ri­spon­do a en­tram­be in un col­po so­lo: la fi­nan­za, in­te­sa co­me ogni azio­ne e scel­ta ine­ren­te all’ac­cre­sci­men­to, al­la con­ser­va­zio­ne o al­la ot­ti­ma­le al­lo­ca­zio­ne del­le ri­sor­se, sol­di, non può pre­scin­de­re da que­sto. Dal fat­to che:

    Le persone agiscono continuamente in modo irrazionale; pregiudizi e bias cognitivi condizionano e determinano i risultati, spesso portando a precludersi ottimi affari o dilapidare una fortuna.

    Il rischio si riduce notevolmente prestando attenzione, e questo, come confermato dagli esempi modificati esposti prima, avviene in presenza di conoscenza.

    Se aves­si ri­cor­da­to di aver aper­to il li­bro di un tal Mau­ri­zio Ma­pel­li, con­su­len­te fi­nan­zia­rio, avre­sti ri­cor­da­to be­ne. Il li­bro è quel­lo e io so­no dav­ve­ro Mau­ri­zio Ma­pel­li, con­su­len­te fi­nan­zia­rio.

    Sem­pli­ce­men­te pe­rò non si può (e do­vreb­be) di­re una so­la pa­ro­la in ma­te­ria di sol­di sen­za con­si­de­ra­re que­sti due fat­to­ri: psi­co­lo­gia e co­no­scen­za. Da an­ni rac­chiu­do en­tram­bi i ter­mi­ni e le di­sci­pli­ne in una so­la pa­ro­la: cul­tu­ra fi­nan­zia­ria.

    Nel pro­sie­guo di que­sto bre­ve vo­lu­me, cer­che­rò di for­ni­re gli ele­men­ti es­sen­zia­li per non ca­de­re in er­ro­re. Non tan­to in tra­nel­li lo­gi­ci che po­treb­be­ro pre­sen­tar­si in una ce­na con ami­ci o sul­le pa­gi­ne del­la set­ti­ma­na enig­mi­sti­ca, quan­to in scel­te che po­treb­be­ro met­te­re a ri­schio il vo­stro pa­tri­mo­nio, i vo­stri sol­di ov­ve­ro il mo­ti­vo per il qua­le, a me­no di non es­se­re ric­chis­si­mi ere­di­tie­ri (e in que­sto ca­so avreb­be co­mun­que sen­so) vi al­za­te la mat­ti­na per an­da­re a la­vo­ra­re e ave­te si­cu­ra­men­te fat­to qual­che ri­nun­cia e tan­ti sa­cri­fi­ci.

    Pri­ma pe­rò di ad­den­trar­ci in ter­mi­ni tec­ni­ci e no­io­si e in si­tua­zio­ni più stret­ta­men­te le­ga­te al ri­spar­mio e agli in­ve­sti­men­ti, la­scia­te­mi con­ti­nua­re con il di­scor­so sul­le emo­zio­ni e sui pre­giu­di­zi e in par­ti­co­la­re su due com­pli­ca­zio­ni che ren­do­no, pos­si­bil­men­te, tut­to an­co­ra più dif­fi­ci­le.

    Come bambini di 8 anni

    Il sen­so co­mu­ne di­ce che i ric­chi sia­no per­so­ne avi­de ed egoi­sti­che e che di con­tro i po­ve­ri o le per­so­ne di ce­to me­dio sia­no in­ve­ce ca­rat­te­riz­za­te da mag­gio­re al­trui­smo; te­si so­li­ta­men­te con­fer­ma­ta dall’idea che chi pro­va dif­fi­col­tà quo­ti­dia­ne pos­sa com­pren­de­re ed em­pa­tiz­za­re più fa­cil­men­te con quel­le al­trui. Si­no a po­co tem­po fa pe­rò non c’era­no da­ti em­pi­ri­ci a di­mo­strar­lo.

    Nel 2017, in­ve­ce, gli stu­dio­si so­cia­li Ja­mes An­dreo­ni, Ni­kos Ni­ki­fo­ra­kis e Jan Stoop, con­dus­se­ro un espe­ri­men­to per con­fer­mar­lo.

    L’espe­ri­men­to, con­dot­to su un grup­po ca­sua­le di per­so­ne di clas­se agia­ta e non, ven­ne fat­to nei Pae­si Bas­si e con­si­ste­va nell’in­via­re una bu­sta con 5 o 20 eu­ro e un bi­gliet­to che spie­ga­va fos­se il re­ga­lo di un non­no a un ni­po­te. Il de­na­ro era sta­to inol­tre in­via­to in due

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1