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La porta di casa
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La porta di casa
E-book74 pagine56 minuti

La porta di casa

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Info su questo ebook

Dopo molti anni e molti viaggi, un uomo si smarrisce lungo il cammino dimenticando il proprio nome.
Egli diventa così, semplicemente, il Viandante. Immerso in una dimensione parallela, visionaria e a tratti surreale, è incitato a ritrovare la via di casa dall’apparizione di una misteriosa donna, che lo esorta anche e soprattutto alla ricerca di ciò che ha perduto nel corso della vita.
Il Viandante inizia, così, un nuovo viaggio, costellato di scelte e di avventure, ognuna delle quali, si avvia con l’apertura e il superamento di una porta, dieci in totale, sempre diversa dalla precedente, capaci di condurlo attraverso il tempo e di alterare la forma fisica.
Un romanzo breve ma intenso, una scrittura vibrante che muta e si adatta all’evolversi della storia.
Un cammino introspettivo e simbolico alla ricerca di se stessi.
LinguaItaliano
Data di uscita1 mar 2020
ISBN9788832926330
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    Anteprima del libro

    La porta di casa - Ilaria Fusignani

    1959

    Prefazione

    Pensa se uno potesse tornare indietro nel tempo, prendere tutti i momenti neri e dolorosi e rimpiazzarli con qualcosa di meglio. Questa è la domanda che si fa Donnie Darko, protagonista di un celebre film, ma è anche la domanda che mi sono posto dopo le prime pagine di questo romanzo.

    Correggere il passato, molto più che vivere il presente o rendere migliore il proprio futuro è il sogno, ma allo stesso tempo la condanna di ogni uomo triste e nemmeno il protagonista di La porta di casa riesce a sfuggire a questa condanna.

    Un uomo con un nome e un cognome che subito si presenta come viandante senza un’identità, successivamente si trasforma in lupo e infine torna uomo. Un percorso alla ricerca dei ricordi perduti e di un passato da correggere. Ogni ricordo porta con sé un rimpianto, un pensiero, il pensiero costante che le cose potevano andare diversamente. Il pensiero che ogni uomo su questa terra, le sere che non riesce a dormire, rivive dentro di sé. Un pensiero che trova risposta solo quando, arrivati alla fine di questa grande avventura che è la vita, voltandoci indietro comprendiamo che ogni errore, ogni deviazione, ogni caduta, ogni scelta, ogni rinuncia ci ha portato esattamente dove siamo adesso e che in fondo, va bene anche così.

    Milan Kundera, l’autore di L’insostenibile leggerezza dell’essere, invece, diceva che nemmeno alla fine avremo la risposta certa perché servirebbe almeno vivere un’altra vita che faccia da confronto a quella precedente. Ma questo, si sa, non ci è possibile.

    Avere la possibilità di tornare indietro, rivivere e cambiare il proprio passato è un bene o un male, dunque?

    È possibile ritrovare le cose importanti che durante il corso della vita abbiamo perduto? E quali sono?

    Ce lo racconta Ilaria Fusignani che in questo romanzo breve ci prende per mano e porta dopo porta, ricordo dopo ricordo, ci conduce all’ultima porta, quella che tutti, dopo tanto viaggiare, vorremmo finalmente aprire, la porta dove siamo certi di trovare un po’ di pace: la porta di casa.

    A dimostrazione che la felicità non è cosa ardua, ma che è sempre stata lì: sull’uscio della porta di casa.

    Abdou M. Diouf

    Prologo

    Perso nella notte un viandante camminava, non sapeva da dove veniva e neppure dove andava, eppure sotto la luce fioca di un lampione vide una donna e ne rimase affascinato. Lei aveva la pelle più candida che avesse mai visto, lui la barba ispida di chi vive per strada come un povero cristo.

    Lei gli sorrise, aveva dei grandi occhi grigi magnetici, e delle labbra sottili che nascondevano un mondo da scoprire.

    Lo guardò e gli porse la mano.

    Salirono nella stanza di lei e ballarono per tutta la notte una musica che il viandante non aveva mai udito.

    Ballarono stretti, con i corpi avvinghiati, ma senza baciarsi mai.

    E non perché lui non la desiderasse, anzi, ma la donna era così eterea da non sembrare reale: pareva il ricordo bieco di un sogno appena fatto che si dimentica la mattina appena svegli.

    I suoi capelli erano così lunghi e fini da avvolgere completamente l’uomo e ben presto, senza dargli il tempo di accorgersene, riempirono anche tutta la stanza.

    La musica si fermò e la donna rimase in piedi al centro della stanza, coperta solo dai suoi capelli. Guardò l’uomo teneramente, con gli occhi di chi ormai ha la saggezza di un mondo conosciuto e che riconosce l’animo di chi gli sta davanti, e per la prima volta, proferì parola.

    C’è qualcosa che hai perduto e che vorresti riavere? chiese con una voce esile, ma allo stesso tempo dolce.

    L’uomo non seppe cosa rispondere, per tutta la vita aveva cercato di non pensare ai propri rimpianti, ma forse ora qualcosa gli stava tornando alla mente.

    E prima che potesse risponderle, lei aveva già capito e gli disse: Esci e vai a cercare le cose che hai perduto prima che sia troppo tardi.

    L’uomo aprì una vecchia porta di legno e si dileguò nella notte.

    1

    È difficile descrivere il luogo in cui il viandante si trovò dopo essere uscito dalla porta. Non si trovava più sulla strada di prima, sembrava che qualcosa fosse cambiato, sembrava di percorrere un ricordo un po’ sbiadito perso nella filigrana della mente, in cui tutto ricordava una vecchia foto color seppia.

    Si fermò nei pressi di una grande fontana, si sedette sulla scalinata di pietra e si rese conto che qualcosa intorno a lui era cambiato.

    Forse era il vento che soffiava in modo diverso, o forse qualcosa era successo per davvero. Più guardava il biancore di quegli scalini, più rifletteva.

    Vi è mai capitato di trovarvi in un luogo antico e chiedervi quali personaggi del passato ci sono stati? Vi è mai

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