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La finanza della prima guerra economica mondiale
La finanza della prima guerra economica mondiale
La finanza della prima guerra economica mondiale
E-book37 pagine24 minuti

La finanza della prima guerra economica mondiale

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Info su questo ebook

L’impero Ottomano alla vigilia dello scoppio del conflitto mondiale era quanto di più simile per certi aspetti alla attuale Unione Europea, un’entità decadente, ma dopo 683 anni di dominio, con tanti conflitti interni, con un esercito poco affidabile, appesantita da una burocrazia autoreferenziale e incapace di assolvere la propria funzione. E “c’era una Nazione che promise a un’altra Nazione la terra di una terza Nazione”, iniziò così la tragedia di Israele e per certi versi anche la Shoah.
Le promesse fatte agli arabi dai britannici non furono mantenute, ma questa è un’altra storia, che riguarda da vicino l’instabilità geopolitica del Medio Oriente, che ancora ai giorni nostri vede la popolazione soffrire le guerre che in quei territori le potenze economiche giocano, letteralmente giocano, per disputare i propri interessi economici, continuando a fomentare le speranze delle varie fazioni arabe e armandone la mano, componendo e disfacendo raggruppamenti sotto le più svariate sigle, salvo poi definirli terroristi per meglio seminare il caos nell’area.
Di fatto si preparava, seppure in conseguenza di un evento così luttuoso come una guerra, il definitivo passaggio dallo stato liberale allo stato sociale, che si era tuttavia timidamente avviato verso la fine del XIX secolo, con il riconoscimento dell’uguaglianza formale dei cittadini.
Sullo sfondo di queste tragedie si muoveva la finanza bancaria ebraica, che pragmaticamente prosperava finanziando tutte le potenze schierate sullo scacchiere di guerra.
LinguaItaliano
Data di uscita6 mag 2020
ISBN9788835822325
La finanza della prima guerra economica mondiale

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    Anteprima del libro

    La finanza della prima guerra economica mondiale - Danilo Stentella

    Premessa

    La finanza della prima guerra economica mondiale è nella sostanza, se non nel titolo, la seconda edizione de La prima guerra economica mondiale, pubblicato in Cento anni dalla prima guerra mondiale (S. Dotto, A. Micheli, D. Stentella, 2019), nel quale ho esaminato alcune fasi della geopolitica che con la Grande Guerra interruppero un percorso di consolidamento e di creazione di un embrione di unione europea, almeno economica.

    L’obiettivo di questo studio è l’analisi di relazioni storiche ed economiche tra finanza di speculazione e crisi geopolitiche che hanno condotto verso la prima guerra mondiale e la persistenza di quel tipo di nessi per quanto riguarda le attuali crisi regionali.

    In questa analisi risalta significativamente il ruolo della finanza ebraica e del movimento sionista, elemento che spero e credo non sarà da alcuno inteso come indizio di un sentimento antiebraico o antisionista dell’autore, posizione che anche fosse sarebbe indice soltanto di immensa stupidità, qualità poco apprezzata nel ricercatore. D’altra parte ritengo che qualunque avversione nei confronti dell’universo ebraico sarebbe perfino impegnativa da sviluppare, tanto è vasta, composita e variamente rappresentata quella cultura. In particolare per il ricercatore non religioso apparirebbe addirittura irragionevole e gratuitamente offensivo prendere posizione nei confronti di qualsiasi credenza, confessione, culto e i suoi adepti.

    Senza scomodare i Babilonesi ricordiamo che le arcaiche forme di finanza, come il prestito su pegno, erano esercitate in modo specialmente organizzato nel medioevo dai Templari, i quali disponendo di fortezze in Europa e in Terra Santa, erano in grado di esercitare attività bancaria di traenza con i pellegrini, i quali affidavano i loro denari ai Templari alla partenza per averlo a disposizione all’arrivo, senza rischi connessi con la navigazione o gli spostamenti in terre poco sicure. Accanto a loro, seppure in misura del tutto marginale cominciarono ad operare i prestatori a usura ebrei, i quali di fatto colmavano una lacuna originata dal fatto che il prestito su interesse era ufficialmente proibito per i cattolici.

    Il prestito agli stati, spesso belligeranti tra loro ha origini antiche. Genova,

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